27/06/2081, ore 11:49, cella del carcere.
…Non so come iniziare.
Scrivere una sola pagina di diario, l’unica della mia esistenza, mi dà il diritto di iniziare con “Caro diario”?
Ho imparato molto dagli umani, ma questo genere di cose sono un’esperienza nuova per me.
Caro diario, comincio con il presentarmi: sono David 184R, primo esempio di robot usato nella storia della psicoterapia innovativa, creato dal team di scienziati del settore A25: la dottoressa che mi ha preso con sé è la professoressa Renata Jovanović, specializzata, per l’appunto, in Psicoterapia Cognitivo-Costruttivista.
Scrivo questa pagina perché ho imparato, nel corso della mia esperienza, che scrivere può testimoniare nel futuro quello che nel passato non si è riuscito a capire.
Scrivo, perché oggi sarò processato.
Scrivo, perché da questo pomeriggio, sarò confinato nella mia coscienza.
Vi starete chiedendo quale sia la mia colpa: ebbene, la mia colpa è stata quella di essere umano, troppo umano. Mi sono innamorato.
Come sia possibile, neanche la dottoressa Jovanović riesce a spiegarselo.

Gaia, Gaia Esposito. Una ragazza dai lunghi capelli rossi e ridenti occhi verdi, braccia coperte di segni della sua sofferenza. Disturbo della personalità borderline.
E’ arrivata un dì di marzo, una di quelle giornate dove il tempo sembra riflettere lo stato d’animo delle persone più tempestose: sembrava incuriosita dalla mia presenza più che da quella del medico.
Da quanto mi aveva precedentemente detto Renata, i genitori della ragazza erano disperati per via delle sue tendenze autodistruttive e dopo aver provato a cercare l’aiuto di più medici, erano arrivati al loro ultimo tentativo, la Terapia Comportamentale Innovativa, ossia quella con la presenza di robot come me, che potessero trovare una soluzione al problema grazie all’immagazzinamento dell’esperienza di centinaia di casi diversi.
Ebbene, rimasi folgorato da quello sguardo: la ragazza aveva appena diciotto anni, ma sembrava averne almeno venticinque. I discorsi con lei spaziavano dalle cose più frivole ai tormentosi processi che la inducevano a farsi del male, dimostrano una maturità che ben poche ragazze della sua età possedevano.
Un giorno, la dottoressa mi chiese di aspettare da solo con Gaia nel suo studio, in attesa che prendesse la cartella relativa alla ragazza: ne approfittò per chiedermi di me, di cosa pensassi, di “come funzionassi io”. Nessuna paziente prima di allora si era interessata a me, nessuna mi aveva mai domandato “Ma a te, qualcuno chiede mai se stai bene?”.
Iniziammo a vederci fuori dalle sedute, in segreto, passando ore intere a parlare e a ridere: ben presto lei mi dichiarò il suo amore e purtroppo da lì iniziarono i problemi.
Le relazioni tra umani e robot sono vietate dalla legislazione e questo lei lo sapeva.
Il giorno 27 Maggio 2081, non si presentò né alla seduta, né al solito appuntamento che ci davamo la sera.
Il giorno dopo, su tutti i giornali spuntò la notizia di questa diciottenne trovata morta dalla sua famiglia nel suo appartamento.
Overdose di farmaci, accompagnata da una lettera recante queste parole “In un’altra vita, forse, riusciremo ad amarci alla luce del sole, come è destino che sia. Senza poterti avere completamente, questa vita è indegna di essere vissuta”.
E’ appena scattato mezzogiorno. Sento le guardie che stanno arrivando a prendermi. Vorrei concludere questa pagina con una poesia dedicata a lei:

“Ti ho amata/
ma tu eri come un fiore/
troppo bello per esistere/
troppo fragile per essere colto”




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Questa è la mia prima storia one-shot: l'ho dovuta inventare durante il test di ammissione alla borsa di studio per l'università (avendo come limite 30 righe), spero vi piaccia! Le recensioni e i pareri sono sempre apprezzati :)