Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici
Ricorda la storia  |      
Autore: Nao Yoshikawa    28/06/2018    7 recensioni
Cyrus x Tyler - Post seconda stagione.
DAL TESTO:
Contro il muro, appallottolato su se stesso.
Anche se non sono solo, mi sento solo. Perché probabilmente l’unica persona che vorrei qui… non può esserci.
L’unica persona che lo aveva allontanato. Perché sì. Perché era giusto così.
Tyler non ce l’aveva con Cyrus perché quest’ultimo aveva deciso di prendere le distanze. Era anche giusto, insieme avevano combinato troppi casini, erano di cattiva influenza l’uno per l’altro.
Ma non me ne frega un cazzo di questo. Cyrus mi capiva. Era come me, eravamo uguali, reietti, sfigati, ma inseme faceva meno male. Insieme ci facevamo giustizia da soli.
----------------------------------------------------------
Questa storia è ispirata alla canzone "Senza origine" di Valentina Giovagnini, proposta da Samanta LadyHawke Crespi per l'iniziativa de Il giardino di efp "A world full of song".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Down
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Deception

Cosa hai fatto, Tyler?
Quella era la domanda che gli rimbombava per la testa. Una domanda semplicissima ma a cui non avrebbe saputo trovare risposta, a causa dello stato confusionario in cui si trovava.
Ricordava vagamente ciò che era successo: ricordava le parole di Clay, il suo tentativo – alla fine riuscito – di impedirgli di fare una pazzia.
Stavi davvero per farlo? Ma che ti dice il cervello? Entrare alla Liberty con un mitra e sparare a tutti? E poi cosa avresti risolto?
La sua coscienza, insistente, continuava a fargli quelle domande a cui non sapeva rispondere.
Si portò le mani sulla testa.
Voglio che muoiano tutti per quello che mi hanno fatto. Per il dolore fisico e mentale che ho provato.
Perché non lo meritavo. Anche se ho fatto i miei errori, non lo meritavo. Diamine, chi è che non fa errori? Davvero dovevo essere punito in questo modo?
Quasi rabbrividì nel ripensare a certe cose.
La cosa ti sta facendo andare fuori di testa.
Zitto… sta zitto.
So già di essere pazzo. Chi rimarrebbe sano, dopo quello che anche io ho subito?
Sospirò rumorosamente. Aveva letteralmente lasciato nei guai Clay e i suoi amici.
Perché si ostinavano a proteggere lui? Lui che oramai era solo. Lui che oramai era il pervertito che si divertiva a scattare foto a delle povere ragazze.
Era quello che era stato picchiato fino allo sfinimento e che era stato seviziato bruscamente, in modo disumano.
“Merda”, imprecò.
Sentirsi soli fa proprio schifo. Ma è quello che mi merito.
Giunto a quel punto, Tyler sperava di fare una brutta fine. I suoi amici stavano cercando di proteggerlo.
Ma se non c’erano riusciti con Hannah, perché avrebbero dovuto riuscirci con lui?
Tony era stato quello che prontamente lo aveva portato via dalla scuola, proprio un attimo prima che le volanti arrivassero. E poi lo aveva portato Dio solo sapeva dove, aveva l’impressione di trovarsi all’inizio di una campagna, in quel casotto di legno malandato.
“Sta zitto e non muoverti”, gli aveva ordinato Tony. “Vado a controllare che non arrivi nessuno”.
Lui non aveva fiatato. L’adrenalina aveva lasciato posto ad una stanchezza indicibile.
Contro il muro, appallottolato su se stesso.
Anche se non sono solo, mi sento solo. Perché probabilmente l’unica persona che vorrei qui… non può esserci.
L’unica persona che lo aveva allontanato. Perché sì. Perché era giusto così.
Tyler non ce l’aveva con Cyrus perché quest’ultimo aveva deciso di prendere le distanze. Era anche giusto, insieme avevano combinato troppi casini, erano di cattiva influenza l’uno per l’altro.
Ma non me ne frega un cazzo di questo. Cyrus mi capiva. Era come me, eravamo uguali, reietti, sfigati, ma inseme faceva meno male. Insieme  ci facevamo giustizia da soli.
Gli venne voglia di piangere. Quante lacrime aveva versato ultimamente?
Aveva perso il conto. Gli era stato fatto troppo male. Un male che non sarebbe passato.
Mai. Mai. Mai. Divamperà come fuoco. E mi verrà voglia di fare una strage. E ancora, ancora.
La porta del casotto si aprì. In un primo momento Tyler si irrigidì. Poi però si tranquillizzò nel vedere che si trattava di Tony.
“Datti una calmata, sono solo io”, disse fermo, ma gentile. “C’è qualcuno per te”.
Qualcuno per me?
Fu la domanda immediata che gli attraversò la mente. Chi era il pazzo che gli era venuto dietro?
Qualche secondo dopo, Cyrus comparve accanto a Tony. Uno strato doppio di nera matita gli contornava gli occhi. Nero, era un colore predominante in quel ragazzo.
Batté le palpebre.
“Cyrus?”
Cosa ci faceva lui lì? Perché?
“Vi lascio soli. Non fate troppo rumore”, raccomandò Tony, richiudendo poi la porta.
Cyrus aveva l’espressione dura, non sembrava intenzionato a dargli una risposta.
Perché  mi guarda così?
“Cyrus”, chiamò di nuovo. “Che fai qui? Qualcuno ti ha visto arrivare?”
“Rilassati, non mi ha visto nessuno. Sentivo che qualcosa non andava. Ah, presagi e cazzate varie, non ci ho mai creduto, ma stava diventando un ossessione. Quindi ho parlato con quel tuo amico… mi pare si trattasse di Jensen… così ho chiesto a lui. Mi è bastato guardarlo per capire che la mia sensazione era esatta”.
Tyler alzò gli occhi al cielo.
Poi dovrò ricordarmi di ringraziarti, Clay. Per questo e tanto altro.
“Sì, ma non hai risposto alla mia domanda. Che ci fai qui?”, domandò impaziente.
Non ce l’aveva con lui. Però si sentiva comunque furioso. Perché si era sentito abbandonato.
Cyrus fece una smorfia. Respirava pesantemente, fremeva. Sembrava essere sul punto di picchiarlo. E infatti accadde esattamente ciò che Tyler si era aspettato.
Un pugno dritto in viso. Un pugno che in realtà non fece male, forse perché non era stato dato con rabbia, ma con vera preoccupazione.
Certo… lui era davvero preoccupato!
“Oh, ma sei serio? Cercare di entrare alla Liberty con un mitra e fare una carneficina? Cazzo, di cose stupide ne abbiamo fatte, ma questa le batte tutte! E poi perché? E’ perché mia sorella si è messa con un altro? Dovevi aspettartelo!”.
Stupido.
Fosse stato quello il problema, Tyler non sarebbe di certo arrivato a tanto. Aveva sempre creduto che fosse Mckenzie a piacergli. E poi aveva capito che invece a piacergli non fosse lei, bensì il suo dispotico fratello. Quello che sin da subito lo aveva accettato.
Ma la presa di coscienza della sua omosessualità – o forse no? Dopotutto lui era il primo e l’unico per cui provava certe cose – era stata la cosa più facile.
“Non è questo”, sussurrò a denti stretti, lo sguardo chino.
“E allora cosa, eh?”
“Perché dovrei dirtelo?!”, sputò quelle parole con rabbia. “Pensavo che io e te dovessimo prendere le distanze, no? E allora che ti importa di sapere quello che mi passa per la testa?”.
Lo stava provocando di proposito. Voleva sapere, doveva sapere.
“Voglio saperlo perché non sei più tu!”, esclamò puntandogli il dito contro. “I tuoi occhi sono  vacui, pensi che sia stupido?!”.
Non hai diritto. Tu sei stato il più grande inganno nella mia vita. Colui che si è presentato come un amico ma che poi è diventato – forse senza neanche volerlo - qualcosa di molto più importante.
Mi sento stupido, perché non riesco a trattenere le lacrime.
A cosa serve piangere, ormai?
Distolse lo sguardo.
“Non crederesti a quello che loro mi hanno fatto...”
“Loro chi?”.
Il suo tono era adesso divenuto impaziente. Segno che non era più disposto ad ascoltare una risposta vacua.
“Monty e gli altri… loro hanno...”.
Il respiro gli si bloccò in gola. Pensarci faceva male quasi come riviverlo.
Cyrus lo osservò e lo vide lentamente crollare dinnanzi i propri occhi.
Si mosse quasi in automatico, allungò le braccia per afferrare quell’amico… no, quella persona importante che aveva abbandonato.
“Tyler”.
Non chiamarmi. Tu sei il mio più grande inganno. Pensavo una cosa e ne è successa un’altra. E sei una bugia, perché credevo che insieme avremmo affrontato tutto, ma poi mi hai abbandonato.
Anche se me lo merito, fa male.
Non voglio che mi tocchi.
“Cazzo, parla! Che cosa ti hanno fatto?”.
Tyler aveva preso a piangere in modo incontrollato.
“Mi hanno fatto del male. Mi hanno umiliato in tutti i modi in cui una persona può essere umiliata. Sei contento, adesso che sai? Non c’è niente che tu possa fare, niente!”.
Con il suo tono carico di rabbia e dolore, aveva detto tutto e aveva detto nulla.
Ma Cyrus aveva capito. E la cosa lo aveva lasciato interdetto. Per il semplice fatto che non credeva che certe cose potessero capitare anche a lui.
E per la prima volta in vita sua, si sentì completamente in balia degli eventi.
Di un evento che era già successo.
“Adesso che vuoi?”, mormorò Tyler. “Mi avevi detto che non volevi più vedermi. E vai, no? Vattene! Io ti odio. E odio anche me stesso”.
Anche se meritavo di essere abbandonato.
L’espressione di Cyrus adesso era dura. Era chiaro che non si sarebbe mosso di lì. Perché quel ragazzo con cui aveva condiviso tutto, adesso stava soffrendo.
E la colpa era anche sua.
Non si staccò da lui, anzi. Si avvicinò con irruenza e lo abbracciò.
Tyler spalancò gli occhi. Non era da lui lasciarsi andare a certe effusioni, anche in un contesto intimo come quello.
“Lasciami”.
Prendimi così stringimi a te
“Mai”
“Lo hai già fatto”.
E’ stato tutto un grande inganno. Se avessi saputo, non avrei mai accettato la tua amicizia. Forse avrei sofferto di meno.
“Pensavo fosse la cosa migliore per entrambi”, la sua voce non era che un sussurro. “Ma forse ho fatto male. Forse ho sbagliato. Perdonami. Adesso però ci sono”.
Io non merito tanto bene.
“Cyrus, tu non sai...”, fece con gli occhi chiusi. “Se adesso ti riavvicini a me, sarà la fine. Perché adesso io...”.
Perché adesso io sono consapevole di quello che sento.
Fu a quel punto che Cyrus si staccò, guardandolo negli occhi.
“Adesso tu cosa?”.
Forse dovrei farlo. Ma sì. Cosa mi resta da perdere, adesso che anche la mia dignità è andata?
Dopotutto la colpa è anche tua.
Si portò le mani sugli occhi, ora doloranti.
“Adesso io… me ne rendo conto. Che senza di te nulla ha senso. Che ho bisogno di te, che sei simile a me. Adesso ne ho più bisogno che mai”.
Non avrei mai pensato che mi sarei dichiarato ad un ragazzo.
Soprattutto non così. E come potevo immaginarmelo? Un  amore con una maschera addosso, di questo si trattava.
Non me ne sono reso conto finché non l’ho perso.
Aspettava una sua reazione che però tardava ad arrivare.
Cyrus puntò gli occhi scuri sulla figura di Tyler. E allora ripensò a tutto, ripensò a quando si erano conosciuti. Perché quelli come loro, reietti, sfigati, diversi, dovevano stare insieme. Perché loro dovevano stare insieme, da soli contro tutti. Ripensò al fastidio provato quando Tyler aveva iniziato a provare interesse verso sua sorella e il suo, in seguito, rassegnarsi.
Stupido. Sono un coglione! Se ci fossi stato io a proteggerlo, forse non sarebbe successo nulla. Lui non meritava questo.
Lui merita solo bene.
Sentì la rabbia crescergli dentro. Si era impegnato tanto per rimanersene buono, per cercare di comportarsi come una persona normale. Ma adesso non contava più nulla.
“Cyrus! Che cazzo, vuoi rispondermi oppure no? Ti ho appena detto una cosa importante! Insomma non hai niente da dire?!”.
A Tyler non importava di sembrare una stupida ragazzina impaziente.
Aveva bisogno di sapere.
Senza scomporsi più di tanto, Cyrus gli si avvicinò e gli prese il viso tra le mani.
“Cyrus…?”
“Senti, non me ne frega un cazzo di quello che è o non è giusto. Forse dovremmo stare l’uno lontano dall’altro, perché sì, è vero, insieme ne abbiamo fatti di casini. Abbiamo giocato con cose più grandi di noi. Ma io non ti permetterò di fare altre cose stupide. Quelle al massimo puoi farle solo con me”.
Un sorriso. Un sorriso strano.
Cosa c’era di divertente?
“Ti fa tanto ridere la mia disperazione? Hai idea di quello che mi hanno fatto?”
“No. Non ne ho idea. Però adesso comprendo il perché tu sia andato fuori di testa. Non ti devi preoccupare di questo, Tyler. Adesso ci sono io a proteggerti”.
L’ha detto davvero?
“Proteggermi? Ma tu hai detto che...”
“Fanculo quello che ho detto! Quei bastardi la pagheranno. Oramai lo sai anche tu. Quello che amo, non va mai toccato”.
Tyler sgranò gli occhi, riuscendo finalmente ad arrestare il suo pianto.
Pochi attimi dopo, le labbra di Cyrus erano poggiate sulle sue, in un modo esasperato e irruente.
A quel punto fu impossibilitato anche solo dal muoversi. Riuscì soltanto a stringerlo a sé.
Dopo tanto male… allora è questo il bene?
Non fermarti mai.
In quel momento non esisteva il tempo. Esistevano loro e il “noi” che avevano appena deciso di ricostruire. Non avevano idea di quello che sarebbe successo non appena si sarebbero staccati.
Ma sicuramente insieme faceva tutto meno paura.


NDA
Ringrazio Il Giardino di Efp per l'iniziativa e Samanta che ha proposto la canzone che mi è capitata, "Senza origine" di Valentina Giovagnini. Tra l'altro non la conoscevo e devo dire che mi piace molto ^^
Con questa opportunità sono tornata sul fandom di "Tredici" yeee, con la mia seconda coppia preferita, ambientata in un'ipotetica terza stagione [?].
Io spero in un ravvicinimento fra Tyler e Cyrus, so che non prenderà mai la piega romantica il loro rapporto, però mi accontenterei di poco. In attesa della nuova stagione, vado di fantasia per saziare la mia voglia di slash.
Spero vi sia piaciuta, sinceramente mi sono divertita a scriverla ^^
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa