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Autore: valechan91    28/06/2018    0 recensioni
Un regno cristallino in pace. L'arrivo della magia nera. Un Cavaliere da cercare, in pericolo, e un Principe Demone, futuro sovrano, fuori dall'ordinario.
C'era una volta, la storia di un principe che decise della propria vita per amore di una cavaliere.
IwaOi, accenni UshiTen e altre coppie canoniche.
Rating soggetto a variazione nei futuri capitoli (potrebbe alzarsi)
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aoba Johsai, Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Per amore


 

Ebbene si, mentre sto preparando gli aggiornamenti e altre tre storie, eccomi con una storia molto particolare, in cui nulla è per certo… se non le coppie canon.
Ho avuto l’ispirazione dopo aver visto un film, ed eccomi qui con una inusuale Quest, prima di un’altra ancora.
Ne ho altre due in fase di rifinitura, una per il giorno sacro e speciale che cade in questa settimana.
Sto ultimando la traduzione, e ne ho altre due da iniziare.
Una richiederà molto tempo… sono 75 pagine di Word. Ma ne varrà la pena.
Perché il canon e la IwaOi sono le uniche cose che contano.
Buona lettura!

 

Nel castello sfavillante di cristallo acquamarina del grande e potente regno di Aoba Johsai, c’era fermento.
Il palazzo in pietra azzurra spiccava sulla vallata, e c’erano molti nobili, recatisi al castello per rendere omaggio.
Il palazzo era sede dei demoni più potenti del regno e tanti altri nobili si recavano ad omaggiare i sovrani.
Un giorno, lo scettro del potere sarebbe passato nelle mani del principe erede al trono verde acqua.
Ma il Principe Tooru Oikawa non ne era affatto contento.
Sapeva benissimo per quale motivo ci fosse tutta quella agitazione.
Su padre aveva organizzato una presentazione di matrimonio con il regno vicino più famoso, il regno delle miniere di pietre viola: le aquile della Shiratorizawa.
Il principe ereditario, Ushijima Wakatoshi, non gli andava affatto a genio, e di fronte agli adulti cercava di portarlo nel proprio regno.
Lui, con quello li? Piuttosto avrebbe regnato da solo!
Però, quando gli adulti conversavano da soli, Oikawa notava uno sguardo appena più dolce nell’altro, mentre guardava il proprio secondo. Era un ragazzo poco più basso di lui, dai vivi capelli rossi e un’aria sempre allegra, nonostante lo sguardo tagliente.
Si chiamava Tendou Satori, e se non sapesse che era il secondo in comando di Shiratorizawa lo avrebbe preso per il buffone di corte.
Tooru uscì dal castello, per recarsi nel giardino. Gli piaceva il profumo di fiori, e quelle rose di vario colore.
Il giardino del regno di Aoba Johsai, conosciuto come Seijou, erano famosi per la produzione di una rosa molto particolare: aveva il colore dell’acquamarina, e sembrava preziosa come un cristallo. Molte nobili la usavano per abbellirsi, ma a Tooru piaceva come si imponesse, regale, su tutti gli altri fuori, come spiccasse tra gli altri per quel candore mai macchiato.
Erano le sue preferite.
“Che ci fai qui, Oikawa? Non dovresti essere alla cerimonia?”
Era il suo Iwa-chan a parlare. Iwaizumi Hajime, il suo cavaliere, e persona che voleva al suo fianco.
Il loro era un amore nato lentamente, poiché Hajime era il figlio del cavaliere di suo padre.
Tooru si era innamorato di quella forza prorompente, di quell’abilità con la spada che gli aveva fatto fare velocemente la gavetta verso il rango più alto dei cavalieri, di quegli occhi smeraldo.
Hajime sorprendeva sempre tutti. Era alto nella media, muscoloso senza eccessi (anche se Oikawa amava vedere quei muscoli guizzare, si intravedevano anche sotto la maglietta), ma aveva più forza di chiunque altro, e non solo fisica.
Molte volte, era solo grazie a lui che era riuscito a superare la rigida etichetta di corte.
“Mi mancavi, Iwa-chan.  E non ho intenzione di sposare quel tipo”
“Oh, eri qui, Oikawa”
Una voce baritonale lo sorprese da dietro.
“Cosa ci fai qui, Ushijima?” chiese Tooru, voltandosi irato mentre Hajime si inchinava
“Non preoccuparti” proferì Wakatoshi “questa festa finirà presto. Ci troviamo nella stessa situazione” soppesò le parole, guardando il Cavaliere “non credo che vorrai fare un’alleanza con il mio regno, nemmeno quando sarai re. Ma non significa che non possiamo ottenere ciò che vogliamo”
Ushijima se ne andò, lasciando Oikawa decisamente alterato.
Sorpresa delle sorprese, quando Tooru rientrò al castello, il fermento era diventato agitazione.
Wakatoshi lo guardo e iniziò a parlare.
“Mi spiace, gentili signori, che siate venuti fin qui, e chiedo scusa ai sovrani di questo regno. Ma non posso sposare il principe Tooru. Ho già trovato qualcuno per me”
Tendou trasalì, seguito a ruota da Oikawa.
Sul serio? Era questo che intendeva?
Il sovrano se ne andò, ma la regina si avvicinò al figlio.
“Non preoccuparti, tuo padre capirà. E sono certa che nemmeno tu vorresti sposare qualcuno che non ami”
La madre sospettava che il figlio amasse il proprio cavaliere, e che da questi fosse ricambiato.
“madre, io…” proferì Tooru
“Non preoccuparti” ripetè la donna demone “parlerò con tuo padre, è solo il momento adesso. Lascia passare la frustrazione”



Oikawa si diresse dal suo Iwa-chan per comunicargli la bella notizia notizia.
Ma purtroppo, ad ogni cosa bella, ne segue una meno bella.
Il cavaliere ne fu felice, e trascorse dei momenti felici, tra baci e carezze, con il proprio sovrano, giurando eterna fedeltà e promettendo di onorarlo.
Purtroppo, però, malgrado tutto, Hajime avrebbe partecipato ad una spedizione di guerra, ai confini del regno. Il regno d’acciaio, Datekou, era un focolaio di rivolta, e spettava alle truppe acquamarina capire il malcontento e sedare tutto prima che succeda qualcosa di più.
Tooru non ne fu felice, temeva per la sua vita, ma si fece promettere di ritornare.
“Tienilo tu” gli disse Hajime, dandogli un piccolo anello argentato con riflessi turchesi “era di mia madre. Avrei dovuto darlo solo alla persona a cui sento di appartenere. Tienilo con te, perché tornerò”
Tooru arrossì appena, stringendosi di più all’altro.
Come avrebbe fatto senza di lui?
Come avrebbe vissuto senza quell’amore tanto forte?
Non sapeva nemmeno cosa volesse dire una vita senza amare il suo Hajime.
Senza quel calore che sentiva, senza l’incendiarsi ad ogni suo sguardo.

 

Hajime partì, e Tooru lo vide, su quel cavallo bianco, in armatura, con la grossa spada al fianco, galoppare con gli altri cavalieri fuori dal portone del castello.
Non trattenne una lacrima.
Passò un mese, e del ragazzo nessuna traccia.
Oikawa decise di partire alla sua ricerca, in barba al codice reale.
Dovette rimandare solo di qualche giorno, ma non partì solo per quello che si era prefissato.
Al castello, dal regno dei gatti del Nekoma, arrivò un mago, Kuroo.
Non si conoscevano le sue intenzioni, ma tutti subivano la sua aura magica.
Improvvisamente, il popolo di Seijou insorse contro il principe, catturandolo.
Tooru era stato accusato di magie proibite. Lui negava, la sua magia era potente, ma non da usare l’antica arte della magia nera. Perché avrebbe dovuto?
Voleva il potere, ma non a tal prezzo.
Il principe venne rinchiuso nelle segrete della torre, senza che nemmeno i sovrani potessero opporsi.
La regina pianse tutte le proprie lacrime, ma non c’era limite al peggio.
Kuroo usò la propria magia sulle guarde, e Tooru si ritrovò a vivere uno dei suoi peggiori incubi.
Ad una ad una, le guardie lo violarono.
E fu così, che davanti al tribunale, venne accusato in via definitiva.


Riuscì a fuggire, scappando, riuscendo per il rotto della cuffia a salutare i propri genitori.
Era un’occasione per cercare la persona che amava, ma ora? Non poteva più tornare.
Aveva perso tutto.
Nascose le corna sotto un pesante cappuccio, senza preoccuparsi di celare altro.
Doveva trovare il fabbro di corte, lui poteva aiutarlo.
Avrebbe riconquistato il proprio onore da solo, e avrebbe ripreso il proprio trono al fianco del proprio cavaliere.
Andò in un paesino ai confini del regno, seguendo il tragitto indicatogli da Iwaizumi,
Non lo avrebbero riconosciuto facilmente.
Solo i nobili conoscevano bene il suo aspetto.
Tooru, però, si scontrò con una difficile realtà: era senza averi.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Strinse i pugni. Non voleva. Non voleva davvero.
“Ti chiedo perdono Hajime, ma non ho altra scelta. Mi farò perdonare, parola mia” sussurrò a se stesso.
Non sapeva dove viva il fabbro, né ne conosceva il nome.
Lo conosceva solo per l’aspetto, quella volta che da bambino era andato nella fucina del castello insieme al padre.
Per avere dei soldi, non aveva altra scelta, ma doveva prendere bene la mira.
Usò la magia per nascondere le corna e procurarsi un unico cambio di biancheria.
Ma la sua vita, anche se con qualche malumore, aveva inizio.
Non voleva usare quel mezzo tanto squallido, ma dopo quello che era successo nella torre…
“Ti chiedo perdono per non poterti più dare ciò che volevo fosse tuo” soppesò le parole, Tooru, lasciandosi sfuggire un’ultima lacrima prima di andare incontro al proprio destino.
Si sentiva come una delle sue rose preferite, solo... una rosa incrinata. Spezzata. Ma ce l'avrebbe fatta, in qualche modo.
Non voleva chiedere aiuto a Shiratorizawa o ai regni alleati. La voce si sarebbe sparsa sin troppo facilmente.


Fu così che inizia la storia di Oikawa Tooru, il cortigiano, famoso per la sua bellezza.

   
 
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