Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Sistxh    29/06/2018    0 recensioni
Sequel "Invader of the light."
Quando si pensa al diamante il primo colore che viene in mente sicuramente non è il nero, ma il bianco.
Eppure, i diamanti neri sono tra le pietre più preziose per la loro particolarità che li rende unici.
Loro sono due diamanti, attratti dal Lato Oscuro della Forza. L'Oscurità è generosa, paziente e vince sempre. Ma nel cuore della sua forza sta la sua debolezza: una sola scintilla è sufficiente per sconfiggerla.
L'Amore è più di una scintilla... l'amore da fuoco alle stelle.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Leader Supremo Snoke, Luke Skywalker, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ultimo capitolo. Ci vediamo alla fine per le note.                                                


                                                                                    X.


Scendendo lungo la rampa dell'astronave Ben percepì qualcosa di strano. Entrò nel tempio, mano nella mano con Klelia, e dall'inusuale silenzio compresero che qualcosa stava accadendo. L'area principale sembrava più vuota di una cripta, non si udiva nulla all'infuori di un fievole mormorio di voci proveniente dalla sala pranzo. Si avvicinarono alla soglia e cauti la varcarono, riuscendo a scorgere delle figure di spalle.
"Cosa state facendo?" chiese Luke avvicinandosi.
Nell’udire la sua voce gli allievi si voltarono di scatto, allontanandosi dal tavolo, sul quale era posta una radio.
Ben vide Kaspar camminare verso di loro "Te l'avevo detto." commentò prima di uscire con passo rapido.
Klelia non rispose ma lo fulminò con un'occhiataccia. Dalle sue fredde e taglienti parole Ben ebbe la certezza che stava per succedere qualcosa. Luke fece per parlare ma fu interrotto dalla voce di un uomo proveniente dalla radio...
"Salve, sono il senatore Ransolm Casterfo." cominciò "Questa è un'emissione speciale. Sono qui oggi per parlarvi della nascita di una minaccia alla Repubblica; sappiamo tutti che l'approccio populista è sempre stato meno ideale che realistico, noi abbiamo cercato più volte di mettervi in guardia, tuttavia avete scelto come cancelliere Leila Organa. Vi è una cosa che non sapete, che va contro tutto quello che viene promosso dalla vostra adorata prima senatrice... è impossibile sfuggire al male se ti scorre nelle vene..."
D'un tratto Ben lasciò andare la mano di Klelia ed avanzò lentamente.
"Ben," lo chiamò Luke "Non ascoltare."
Lo ignorò. Ad ogni suo passo gli allievi si spostavano, creando una sorta di corridoio per lasciarlo passare, permettendogli di raggiungere la fonte della verità.
"Alcune settimane fa sono state trovate delle registrazioni fatte da Bail Organa… È giunto il momento di farvele ascoltare."
Si sentì un click, poi la voce profonda di suo nonno riecheggiò nell'aria:
"Leila, sono io... devo rivelarti una cosa, un segreto così oscuro che mi divora l'anima e mi spezza il cuore. La tua vera madre era la senatrice di Naboo, Padmé Amidala, purtroppo morì subito dopo il parto. Sotto consiglio del Maestro Yoda, Obi-Wan Kenobi ed io fummo costretti a separare te e Luke per nascondervi da vostro padre, Anakin Skywalker..." le parole parvero morirgli in gola "alla fine delle Guerre dei Cloni era passato al Lato Oscuro della Forza divenendo... Darth Vader."
A quel punto Ben spense la radio, nessuno osò proferire parola. Per un secondo desiderò di non essere vivo, di morire e in quel momento lo fece. Aveva cominciato a nutrire un po' di speranza, quella sensazione che porta sollievo in mezzo al dolore, ma gli era stata strappata via di nuovo, proprio quando soffrendo aveva osato crederci.
Era intrappolato in un incubo, tremante, terrorizzato, spaventato.
Si portò una mano al petto, riusciva ancora a sentire il freddo gelido che circondava il suo cuore, nella semplicità del suo battito cardiaco seppe che era vivo, che era ancora lì. L'ira gli offuscò la vista, avrebbe potuto far crollare l'intera struttura del tempio o rovesciare tutti i mobili, ma non poteva, non riusciva a muoversi, quindi restò lì; lasciando che il torpore e la delusione lo rapissero. 
"Ben..." sussurrò Luke.
Strinse le mani a pugno, così forte da fermare il sangue, evidenziando una voglia di sfogo nelle nocche bianche, poi serrò i denti sforzandosi di rimanere in silenzio. Il suo volto era rosso di rabbia repressa, quando suo zio gli poggiò una mano sulla spalla, lui con una lentezza agghiacciante si girò per affrontare il suo illusore.
"È vero?" chiese con le lacrime agli occhi. Non era triste, semplicemente frustrato.
"Non ti abbiamo rivelato nulla per proteggerti."
"Per proteggermi!?"
Tutto il rispetto che un tempo aveva avuto per quell'uomo svanì completamente. La delusione che provava prese tutto quello che aveva rivelato a suo zio -le sue paure, insicurezze, debolezze- e senza battere ciglio gliele sbatté in faccia.
"Ascoltami, non sapendolo non saresti stato in pericolo."
"Oh, allora cosa dovrei fare, ringraziarti?"
Sapeva che avrebbe dovuto farla finita, scusarsi prima che peggiorasse, ma non voleva fermarsi.
"Non ti chiedo di ringraziarmi, ti chiedo di sforzarti e capire."
"No, non capisco!"
"Va bene, ma non dare la colpa ai tuoi genitori."
A quel punto scattò mentalmente "I miei genitori? Intendi quegli stupidi, disgustosi, bugiardi?" ogni parola fu un colpo morale. Luke cercò di avvicinarsi.
"Non ti azzardare," lo avvisò atono "Anche tu mi hai mentito. Hai sempre cercato di dissuadermi dall'Oscurità, quando in realtà è intrinseca nel mio sangue."
"Non hai idea degli effetti che comporta la scelta che vuoi compiere."
"Pensi che io non possa controllare la mia Forza? Tu hai semplicemente paura, è sempre stato così per te, mi hai sempre creduto un imbecille." aveva la voce roca.
"Non sei obbligato, puoi sceg-" 
"Bugiardo!" urlò facendolo sbattere contro il muro; Luke gemette a causa del dolore terribile.
L'espressione sofferente che aveva in volto lo riportò alla realtà. Ben si guardò intorno, tutti lo stavano squadrando terrorizzati, poi incrociò lo sguardo di Klelia, aveva gli occhi bagnati dalle lacrime che stava reprimendo; fu la parvenza di luce in quell'attimo di buio totale. Dentro ardeva a causa dell'umiliazione... era un mostro.
Doveva andarsene.
Le sue gambe si mossero istintivamente, mentre stava per uscire dalla sala, Klelia lo prese per il braccio; si guardarono per quella che parve un'eternità, all'apparenza senza parlare... in realtà attraverso la Forza si erano detti tutto. 
Torna da me.
Ben si liberò dalla presa con uno strattone, poi corse seguito dal bagliore del sole al tramonto; le creste delle montagne parevano orlate di sangue.   
                                                                                           
Nell'interminabile, tortuosa, corsa contro quello che aveva sempre temuto, tutto gli apparì caotico e confusionario. Al suo passaggio la vegetazione perì, i fili d'erba alta si piegarono liberandogli la via, gli alberi si sradicarono rivelando antiche radici, divenendo assieme ai rami un sinolo di foglie e corteccia. 
Da sempre lo avevano spinto a credere che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui. Solo ora attraverso la verità si rendeva conto che era nel giusto; quell'Oscurità che a lungo aveva cercato di respingere era parte di lui... il retaggio della sua stirpe.

Continuò a correre seguendo un ritmo estenuante, le sue lunghe ciocche color pece si agitavano avanti e indietro, come onde che si infrangevano sulla costa. Non sapeva dove fosse, né sapeva dove stesse andando, contro il terreno i piedi battevano pesanti; la sua bocca divenne portale di respiri ansanti. Dagli abissi del suo centro, demoni fluivano verso l'esterno, portando con loro il ricordo di quello che erano stati un tempo; anime dannate dell'inferno.
Il calore era l'unica cosa restante e le sue guance erano in fiamme, distruggere era quello che voleva davvero, per troppo tempo aveva rinnegato la sua vera natura, ma ora trovandosi in quella radura, il richiamo del male gli provocò l'arsura.

Lentamente rallentò, la tunica ed i capelli, lucidi di sudore, aderivano alla sua pelle rigata da grosse perle salate. Si inginocchiò cercando di riprendere fiato, i suoi polmoni sembravano scoppiare ed aveva la bocca estremamente secca.
Ebbe un forte capogiro, sentì il bisogno di chiudere gli occhi e proprio mentre prendeva un respiro profondo, il suo stomaco si contrasse violentemente e tutto raggiunse l'orlo. Vomitò fino a quando non fuoriuscì solamente la bile; la sua gola divenne dolorante a causa dello sforzo, il fetore dell’acido gastrico gli riempì le narici. Si sentiva debole e non ci sarebbe stato nessuno a portagli un bicchiere d'acqua o a offrirsi di pulirlo... si sentiva così dannatamente solo.

Tutto quello che stava provando era troppo per lui da gestire, la pressione di quel furioso mare di collera e rancore lo spingeva a seguire i suoi istinti, che aveva represso per anni. Permise all'Oscurità di calmarlo, sembrava gli stesse scorrendo nelle vene, inghiottendolo dalla testa ai piedi... finalmente si sentì libero. Gridò fino a perdere la voce, dentro di lui la rabbia ribolliva, calda come la lava. D'un tratto udì un respiro metallico, un paio di stivali neri da combattimento entrarono nel suo campo visivo. Tremante si mise in piedi, quando alzò lo sguardo si ritrovò di fronte Darth Vader, suo nonno.
"Sei uno degli studenti di Skywalker?" chiese autoritario, la sua voce rimbombò nel cielo, vibrante di potenza e comando.
"Sono tuo nipote." Ben aveva i palmi sudati, l'adrenalina ed il timore scorrevano attraverso il suo sistema, diminuendo le sue capacità di pensare logicamente.
"Dimmi cosa sai di me."
Ben non riusciva a smettere di guardare la maschera, simile a quella che aveva trovato al mercato. 
"Sei un potente signore dei Sith, dovrei essere spaventato, tuttavia mi sento al sicuro... sei mio nonno."
A quel punto lo vide fare un passo avanti "Come ti chiami?"
"Ben." rispose con fermezza.
"...Ben..." gli poggiò una mano sulla spalla "cambia il tuo nome, allora potrai inoltrarti nel lato Oscuro."
Per anni i suoi genitori gli avevano nascosto la verità, non avevano mai avuto intenzione di rivelarla, costringendolo a una vita ingiusta per lui. Ma lui non era la proprietà di nessuno, era una persona autonoma, con il diritto di conoscere la verità, di auto-gestirsi e fare delle scelte. 
Ora se ne rendeva conto.
Ora mentre Ben Solo moriva, qualcun altro prendeva vita.
    
Quella stessa notte, mentre il cielo notturno risplendeva di stelle silenziose, ordinate e calme, Luke si inoltrò nelle stanze del nipote. 
Lentamente si avvicinò al letto, lo sovrastava, un'ombra di preoccupazione calò sul suo volto mentre estendeva la mano, raggiungendo con la Forza la mente dormiente di Ben; il ragazzo restò imperturbato, per la prima volta lo vedeva sereno e tranquillo. Gli occhi di Luke erano chiusi, tuttavia riuscì a vedere una goccia di pericolo in un oceano di sogni liquidi. 
Fiamme e morte.
Poteva sentire i guai, il vibrare delle spade-laser, il ruggito delle esplosioni, l'Oscurità in espansione nell'animo del ragazzo; percepì il terrore che sarebbe seguito alle sue azioni. Avrebbe portato dolore e posto fine a tutto quello che aveva sempre amato, a causa di quello che sarebbe diventato. Tirò indietro la sua mano come se bruciasse. Aveva sempre saputo che Ben era entrato nelle grazie del Lato Oscuro, ma quello che aveva visto andava oltre tutto quello che aveva temuto di trovare. 
In un breve momento di puro istinto pensò di poterlo fermare, così prese la spada-laser dalla sua cintura, osservò la lama, poi il suo sguardo ritornò su Ben e il breve, quasi forzato, pensiero svanì.
Non poteva uccidere il figlio di sua sorella.
Ma era troppo tardi per tornare indietro, perché gli occhi spaventati di Ben erano aperti e vigili; aveva deluso il suo studente. La Forza in lui era ancora in crescita, ma già immensa... era uno Skywalker.
Sapeva a cosa pensava Luke, sapeva cosa aveva visto, sapeva cosa sarebbe accaduto.
Disperato Ben allungò la mano, non verso Luke ma dietro di lui, verso la spada che aveva costruito. Brandì la lama blu, pronto a sferrare un colpo mortale, indirizzato al suo Maestro. La spada-laser di Luke incontrò quella di Ben, incastrate ronzavano e scintillavano. Il ragazzo era consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a resistere a lungo in quella posizione, così con la mano libera raggiunse il soffitto.
"Ben, No!" urlò Luke.
Intrappolato, Ben implorò le pietre di prestare attenzione alla sua richiesta d'aiuto, le quali subito si precipitarono giù per salvarlo, schiantandosi addosso a Luke.
                                                                                                   
Quando Ben era uscito dalla sala pranzo correndo, il primo istinto di Klelia era stato seguirlo, ma Luke l'aveva fermata dicendole che doveva lasciarlo da solo a sfogarsi, a metabolizzare quella rivelazione.
Non riusciva ad immaginare come si sentiva, sapendo che sin dalla nascita non avevano fatto altro che mentirgli; eppure Klelia non era rimasta stupita nel conoscere le vere origini della sua famiglia. Insomma, scoprire che Darth Vader era suo nonno non aveva fatto altro che spiegare il perché Ben fosse così oscuro e potente.  
Aveva dato retta a Luke, sopprimendo la voglia di andare a cercarlo. Il Maestro aveva mandato tutti gli allievi nelle proprie stanze a meditare, annunciando che quel pomeriggio non ci sarebbero state lezioni. Una volta entrata assieme a Shila nella stanza, si rese conto che la tensione fra di loro era estremamente tangibile.

Shila emise un respiro controllato e tentò di rallentare i movimenti del corpo; stava camminando come un soldato. Mosse le spalle e fece oscillare la testa in un cerchio, lasciando che la sua andatura diminuisse ad un ritmo più casuale. Quel minimo sforzo sarebbe bastato per ingannare un osservatore casuale, ma per una spettatrice dallo sguardo attento come Klelia appariva come una pubblicità ambulante di agitazione. 
Shila si aspettava che da un momento all'altro Klelia le chiedesse di spiegare perché quella mattina l'avesse lasciata dietro quella lastra di ghiaccio a morire. Ma non voleva darle quella soddisfazione, liberarla da quel peso, così decise di rimandare il momento in cui l'avrebbe affrontata,  semplicemente perché provava piacere nel vederla tesa ed irrequieta.
Quindi, spossata a causa di tutto quello che era accaduto, decise di stendersi sul letto per riposarsi e rilassarsi. Dormì fino a quando non fu svegliata dal suono di grida disperate e moleste, all'inizio pensò facessero parte del suo incubo, ma erano fin troppo vicine per essere surreali. Di scatto si alzò col busto, ma subito un dolore freddo e pungente alla testa la costrinse a posare il capo sui cuscini.
Si sentiva soffocare. 
Lentamente si mise a sedere sul bordo del letto, percependo la pelle sudata della schiena staccarsi dal tessuto della tunica. 
"Shila," chiamò "Cosa sta succedendo?"
Chiuse gli occhi, li riaprì e si sforzò di mettere a fuoco la stanza. Notò che il letto di Shila era vuoto e riuscì a scorgere delle fiamme arancioni da sotto la porta, poi distolse lo sguardo e lo vide.
"Ben..." sedeva a terra nella penombra, dove la luce della luna non arrivava, a testa bassa, con la fronte poggiata sulle ginocchia.Immobile.
"Finalmente ti sei svegliata."
"Ben... cosa hai fatto alla tunica?" chiese con orrore guardando il tessuto macchiato da chiazze cremisi.
Lo vide sussultare, come se quelle parole lo avessero colpito con la forza di un pugno. Poi lentamente, molto lentamente, alzò la testa e la guardò. Klelia alla vista della sua espressione rimase senza fiato. Il suo volto non rivelava altro che confusione, nei suoi occhi vide un'angoscia desolata, fatta di tormento e strazio.
"Sembri preoccupata, Klelia." commentò atono, alzandosi ed avanzando, torreggiando minaccioso, verso di lei. 
"Cosa hai fatto?" la voce le tremava, come se faticasse a mantenere il controllo.
Non rispose, si limitò a fissarla finché le sue guance non furono bagnate dalle lacrime.
"Per favore, Ben. Dimmi cosa sta succedendo." lo implorò stringendogli la mano, volendo che fra loro non ci fosse altro che conforto e comprensione.  Ma quella mano era fredda.
Lo vide chinare il capo a fissare la sua mano come se non capisse il senso di quel contatto, poi tornare ad alzare lo sguardo.
La desolazione che vi lesse non era mutata.
"Lui-lui ha cercato di uccidermi," farneticò "io-io ho dovuto difendermi."
Klelia rabbrividì. "Di chi stai parlando?"
"Mio zio." rivelò.
"Il Maestro Skywalker è morto?"
Ben non rispose, forse non aveva il coraggio di far uscire quelle parole dalla sua bocca.
"Ho parlato con il leader supremo, l'attesa è finita, è giunto il momento d'agire."
Ben le si avvicinò finché i loro corpi si scontrarono, con un tocco delicato le scostò i capelli dal viso.
"Fai un respiro profondo," suggerì e le lasciò un casto bacio sulle labbra "Vieni." le tese la mano, in modo impacciato ma gliela tese.
Klelia non vide altre alternative ed accettò il suo invito.
Quando uscirono dalla stanza, Klelia notò che l'incendio era ormai divampato da un pezzo. Tutto era in fiamme, mentre scendevano le scale, lingue di fuoco si allungavano disperatamente nell'aria come se cercassero di sfuggire all'inferno infuocato. Schegge di vetro cadevano a cascata dai telai delle finestre carbonizzate, l'aria principale del tempio bruciava in un mare di rosso, giallo ed arancio. Klelia e Ben si fecero strada fra le fiamme che divampavano alte e calde.
Una volta usciti da quel labirinto, si stesero sul prato cercando di riprendere fiato, mentre tentacoli di fumo venivano trasportati lontani dal vento, facendo piovere cenere sporca.
Klelia tossì violentemente, attirando l'attenzione di Ben.
"Klelia, stai bene?" domandò avvicinandosi rapidamente.
Lei annuì continuando a tossire.
"Forza, dobbiamo andare." la intimò, aiutandola ad alzarsi.
Mentre attraversavano il giardino, Klelia non poté fare a meno di notare la sfilza di corpi che giacevano inermi fra la vegetazione. Osservò quelli che un tempo erano stati i suoi compagni.
Ormai esanimi.
Jai. Sui suoi vestiti il sangue scorreva, denso e indolente, da un taglio attraverso il suo stomaco; era palese che le sue viscere erano state esposte. Il suo corpo era crollato, mezzo seduto e mezzo disteso sul freddo terreno di Tython.
Shila. I suoi capelli ramati erano sparsi in più punti, macchiati di sangue fresco, i suoi occhi verde smeraldo erano spalancati, le sue iridi di giada piene di paura. 
Se lo meritava, ripetilo a te stessa, se lo meritava.
Ed il fetore.
Quel fetore era la cosa più inquietante che avesse mai annusato.
Se lo meritava, se lo meritava.
I suoi lineamenti, un tempo graziosi, erano macchiati di lividi rabbiosi, e la morte aveva congelato il suo viso in un ringhio rigido, un lamento finale ed eterno.
Se lo meritava?
Quei corpi, una volta depositi della vita, erano oramai gusci abbandonati, lasciati a marcire all'aperto.
Nessuno li avrebbe seppelliti.
Nessuno avrebbe versato lacrime salate sulla loro tomba. Alcuni sarebbero stati consumati dalla fauna selvatica, altri invece sarebbero decaduti, abbandonando lentamente la loro carne al suolo e mostrando le loro ossa bianche al sole.
Il cuore di Klelia martellava mentre una domanda continuava a balenarle nella mente: erano stati Ben e gli altri ad ucciderli? Dov'era Kaspar? Il suo corpo non c'era.

In poco tempo raggiunsero l'hangar; era vasto come un deserto infinito di cemento, le pareti invece sembravano enormi curve di ferro ondulato. Dall'apertura nel tetto la polvere turbinava, illuminata dalla labile luce lunare, che penetrava dalle alte e sottili finestre. Il vento fischiava attraverso le aperture anteriori e posteriori, sebbene l'aria fosse fredda era piena di un insopportabile odore di carburante che le bruciava gli occhi. Tuttavia da lontano riuscirono a scorgere i gemelli Kato e Karim vicino alla rampa dell'astronave che quella mattina avevano usato per raggiungere Ilum: la Crucible. Gli altri erano forse già all'interno, pronti per la partenza; Klelia ne ebbe la conferma quando il rombo dei motori echeggiò attraverso l'intera struttura. 
Fecero per camminare quando furono fermati da una voce.
"Non vi lascerò andare."
Kaspar... era vivo. Klelia si sentì estremamente sollevata.
"Cosa hai intenzione di fare?" chiese Ben avanzando verso di lui.
"Ucciderti."
Ben scoppiò a ridere.
Klelia lo prese per il braccio "Ti prego, non fargli del male."
Kaspar era armato con un semplice bastone da combattimento in legno, mentre Ben era pronto a brandire la sua spada-laser. L'avrebbe ammazzato senza il minimo sforzo.
"Non ho intenzione di ucciderlo," le sussurrò all'orecchio "ha una grande forza di volontà, tipi come lui ci saranno utili."
Il suo sguardo era freddo e duro, non l'aveva mai visto così.
"Ora va', io arrivo fra un attimo."
Klelia annuì spaventata, poi corse verso l'astronave, ma invece di salire si fermò ad una distanza sufficiente affinché potesse guardarli combattere. 
"L'hai completamente soggiogata." commentò aspro Kaspar.
"Lei mi ama, è diverso." Ben aveva un ghigno angosciante sul volto. 
"Distruggerò te, assieme a tutto quello che hai intenzione di creare, e mi riprenderò lei." lo stuzzicò Kaspar.
Entrambi si stavano studiando, mentre giravano in tondo.
"Non voglio ucciderti, ma tu non mi costringere. Butta quel dannato bastone ed unisciti alla nostra causa!"
"Mi hai preso per uno stupido!?" 
Kaspar scattò in avanti e colpì la spalla di Ben col bastone, facendolo cadere rovinosamente a terra. Kaspar ebbe un breve contatto visivo con il suo avversario, che gli sorrise soltanto; non voleva ammettere che quella mossa gli aveva dato un vantaggio, ma era così. Ma Ben era già in piedi, come se non fosse mai caduto e nei suoi occhi l'istinto di uccidere brillava chiaro, cristallino, come il riflesso del sole su uno specchio d'acqua. Impugnava la sua spada-laser, la lama blu emetteva potenti vibrazioni, per un breve momento riuscì a vedere l'incertezza negli occhi di Kaspar.
Con un fendente, Ben spezzò il bastone di legno in due, poi lo colpì in volto con un pugno, tanto forte da farlo vacillare e, mentre barcollava intontito, gli sferrò un calcio nello stomaco. Kaspar si raccolse sul pavimento freddo, come un feto nel grembo della madre; tuttavia radunò le sue forze e si adoperò per rimettersi in piedi. Ben lo lasciò fare.
Kaspar prese la metà del bastone, pronto a continuare. Sferrò un paio di colpi a vuoto, in seguito con un fendente decisivo, Ben gli tagliò il braccio, disarmandolo completamente; Kaspar cadde in ginocchio lanciando un urlo furioso, un urlo disumano, che fece accapponare la pelle a Klelia.
"Dovevi unirti a noi sin da subito, ti avrei lasciato andare in pace. Ora, invece, non ho più scelta!" gridò Ben prima di colpirlo con un altro calcio.
"Sei mi lasci vivere, un giorno ti ucciderò. Te lo giuro."
"Ci spero!"  Ben lo prese per i capelli e lo mandò a sbattere con la testa contro la parete. Perdeva sangue dal naso, aveva la vista annebbiata per il trauma e non era più in grado di reagire. 
Kaspar tornò ad accovacciarsi a terra, senza fiato nei polmoni. Ben si fermò a guardarlo, sembrava divertito dal fatto che non fosse più in grado di opporgli resistenza. Dopo una manciata di secondi, si tirò sulle ginocchia, puntellandosi, come se volesse evitare che dentro di lui qualcosa si rompesse in mille pezzi. Strisciò in avanti in quella posizione, sulle ginocchia, usando come appoggio la faccia piena di sangue, che lasciava una scia rossa sul pavimento.
A quel punto Klelia corse lì, e si mise fra i due.
"Levati!" le urlò Ben.
"No!" era pallida ed aveva il volto rigato dalle lacrime "Hai detto che non l'avresti ucciso!"
Ben rimase immobile, era determinato a non spostarsi neanche di un millimetro.
"Cosa pensi che direbbe il Leader Supremo?"
Klelia ebbe la sensazione che Ben si fosse perso, sembrava posseduto da qualcosa ancora più forte della sua rabbia. 
Lo vide scuotere la testa e strizzare le palpebre, "Prendilo e portalo sulla nave."  
Klelia gli mimò un grazie con le labbra, poi corse da Kaspar e lo strinse a sé; nel silenzio irreale che si era venuto a creare, riuscì a sentire il suo respiro in affanno.
Piegò il capo appoggiando il mento sulla testa di Kaspar "E' finita," gli disse "Ora sei al sicuro."


Ben Solo fu vittima di una caotica vulnerabilità.
Abbandonò la luce e la sua vecchia vita,
unendosi al Lato Oscuro con l'opportunità di rinascere.
Sotto quel cielo, le tenebre plasmarono Kylo Ren.
Un uomo pronto a portare caos e terrore nella galassia. 
Klelia riusciva a percepire la sua eccitazione, la sua fame- come se fosse una bestia finalmente libera di affrontare i suoi tormentatori.
E sapeva che non si sarebbe fermato, fino a quando non avrebbe distrutto ogni cosa, raggiungendo il limite, non potendo andare oltre...



                                                                              Fine.


 
Note: Ecco delle piccole informazioni:
- Il fatto che Darth Vader fosse il padre di Leila si venne a scoprire quando Ben era solo un bambino, quando ancora c'era la Repubblica ed ecc. Per motivi narrativi ho posticipato l'evento.
-Se l'incontro fra Vader e Ben vi è sembrato strano ed inaspettato, non vi preoccupate tutto sarà spiegato in futuro.
-La scena in cui Luke cerca di uccidere Ben è ovviamente scopiazzata dal film\ romanzo (che ho letto in inglese.)
Anyway, eccoci giunti all'ultimo capitolo di questa seconda parte.
 Sono consapevole di avervi lasciati con l'amaro in bocca, tuttavia era necessario.
Jai, Shila e gli altri allievi sono morti, mentre i nostri cavalieri sono pronti a conquistare la galassia, alcuni più di altri, Kaspar ad esempio è un osso duro, ma per Klelia farebbe di tutto.
Ovviamente ci sarà una terza parte, in cui vedremo un Kylo Ren, l'uccisore dei Jedi, alle prime armi, e una Klelia sempre più indecisa, con l'animo diviso in due.Tuttavia non so quando comincerò a scrivere, né a pubblicare; ho tutto in mente ma mi sto concentrando nella scrittura di un libro, quindi non so, forse la terza parte uscirà verso settembre...forse.
Nel frattempo mi dedicherò alla revisione di queste due parti, molte cose cambieranno radicalmente, quindi vi consiglio magari verso agosto di rileggervi tutto se vi va.
Ora vado, grazie mille per avermi seguita durante questa avventura.
La vostra Sistxh xx

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Sistxh