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Autore: Old Fashioned    01/07/2018    15 recensioni
Alla fine del XIV secolo le navi della Lega Anseatica subivano la costante minaccia dei pirati, tanto che per scacciarli dal Baltico dovette intervenire persino l'Ordine Teutonico. Il più famoso e temuto di essi era Klaus Störtebeker, il cui motto dà il titolo a questa storia.
Attraverso gli occhi di un giovane prigioniero, seguiremo l'ultima avventura del leggendario pirata.
Prima classificata al contest "In Medio Stat Virtus" indetto da mystery_koopa sul forum di Efp, premio speciale "Quo vadis?" per la migliore ambientazione storico/geografica.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Carissimi/e,
eccoci alla fine di questa breve avventura. La storia di Störtebeker è intrisa di leggenda e ormai è difficile separare la realtà dei fatti dalle costruzioni successive, comunque pare che effettivamente durante la battaglia di Helgoland un traditore abbia sabotato il timone della sua nave, rendendo impossibile al pirata ogni manovra.
Ringrazio mystery_koopa, che mi ha dato la possibilità di scrivere questa storia, ringrazio tutti i lettori che sono passati di qui, e che hanno reso viva questa storia, e ringrazio chi mi ha lasciato il suo parere, ovvero TheWalkingNerd, Saelde_und_Ehre, Yonoi, fiore di girasole, John Spangler, alessandroago_94, Enchalott, Syila, queenjane, innominetuo e Rose Ardes.










Parte quarta

Eike fissò l’uditorio silente, poi in tono grave disse: “Se sono vivo, lo devo solo al qui presente Hein,” Indicò il nostromo, “che si è tuffato quando mi ha visto cadere fuori bordo e mi ha portato a terra.”
Un mormorio di approvazione attraversò la folla.
La battaglia proseguì,” continuò il capitano, “so che durò ancora una notte e un giorno. Alla fine Störtebeker fu catturato insieme a settanta dei suoi, e fu portato ad Amburgo.”
I giovinastri lo fissavano con gli occhi spalancati dalla meraviglia. Il capo di essi alzò la mano per attirare l’attenzione.
Sì?” chiese Eike.
Voi c’eravate ad Amburgo?”
Vuoi dire al Grasbrook?”
Sì, signore.”
Il più vecchio annuì lentamente. Scambiò un’occhiata col nostromo, poi ripeté: “Noi c’eravamo. Ci andammo sotto mentite spoglie.”
È vero che in cambio della libertà Störtebeker offrì una catena d’oro in grado di circondare tutta la città di Amburgo?”
Eike scosse la testa. “I Likedeeler dividevano tutto in parti uguali. A parte il suo coraggio e la sua autorevolezza, Störtebeker non aveva certo chissà che tesori in più degli altri.”
Il giovanotto parve deluso. Dopo qualche secondo di silenzio, chiese: “Quindi non c’erano neanche oro e argento dentro l’albero della sua nave?”
L’avrebbero appesantita troppo.”
Allora il rivestimento d’oro della cupola della Frauenkirche non viene da quello?”
No.”
I ragazzi si scambiarono qualche frase a bassa voce, poi uno di essi si rivolse a quello che sembrava essere il capo del gruppetto e gli suggerì: “Chiediglielo, dai.”
Ma no, è una stupidaggine,” bisbigliò questi di rimando.
Tu chiediglielo. Ha detto che c’era, quindi saprà com’è andata veramente.”
E va bene.”
Il ragazzo si rivolse a Eike. “Signore, è vero quello che dicono sull’esecuzione?”
A che proposito?”
Ecco… è vero che Störtebeker chiese al borgomastro di Amburgo di lasciare liberi tutti i suoi compagni davanti a cui sarebbe riuscito a camminare dopo essere stato decapitato?”
Eike crollò il capo. “No, purtroppo no.”
Ma dicono che il suo corpo senza testa camminò davanti a undici uomini!” insisté il giovane. “Dicono che alla fine il boia dovette fargli lo sgambetto per farlo cadere.”
L’altro ebbe un sorriso amaro. “No, no. Sicuramente Störtebeker avrebbe dato la vita per ognuno dei suoi, ma il suo corpo dopo la decapitazione non si rialzò e tutti quelli che erano stati catturati nella battaglia, ovvero una settantina di uomini, furono giustiziati.”
A quella frase seguì un gran silenzio. Qualcuno si fece il segno della croce, altri scossero la testa. Dörthe tirò fuori dalla scollatura un fazzoletto e con quello si tamponò gli occhi.
Di nuovo si fece udire la voce di Eike: “Non rividi più né mio padre né mio fratello. Auguro loro ogni bene, ma il periodo trascorso con Störtebeker mi ha fatto capire che la mia strada non avrebbe mai potuto essere la loro.”
Non vi hanno cercato?” chiese uno dei ragazzi.
Forse credevano che fossi morto nel naufragio, o forse mi hanno cercato ma io non ne ho mai saputo niente. Io non ho mai più cercato loro, comunque. Con Hein ci rifugiammo nell’entroterra, dove dopo qualche giorno incontrammo Magister Wigbold. Fu lui a dirci che Störtebeker era stato catturato e portato ad Amburgo.”
A quelle parole nessuno replicò e gli unici rumori che si udivano erano il crepitare del fuoco nel camino e l’ululato del vento. Eike voltò le spalle al gruppetto e fece per tornare al suo tavolo.
In quel momento, qualcosa mandò in frantumi una delle vetrate, e schegge colorate piovvero sugli avventori. Un oggetto descrisse una parabola in aria, atterrò in mezzo alla sala e immediatamente cominciò a mandare un fumo denso e grasso, che faceva lacrimare gli occhi e tossire. La gente saltò in piedi e raccolse le armi, alla porta si udirono dei tonfi violenti.
Aprite!” urlò qualcuno dall’esterno. “Aprite, in nome della Legge!”
Tutti con me!” urlò Eike sovrastando il vociare confuso della sala. Il nostromo e il resto dell’equipaggio gli si radunarono intorno.
La porta cadde, nel riquadro apparvero uomini armati che portavano i colori di Amburgo. Un istante dopo, anche la seconda porta dell’Aringa Salata venne abbattuta.
Siete tutti in arresto!” gridò una voce imperiosa. “Arrendetevi, siete circondati!”
A quelle parole, Eike fece un cenno a uno dei suoi uomini. Questi puntò la balestra, e in un attimo il più avanzato dei soldati cadde con un dardo nel petto.
Ecco la nostra risposta!” esclamò il capitano. Sfoderò la spada.
Rivide, nitido come se l’avesse avuto ancora davanti agli occhi, Klaus Störtebeker alla battaglia di Helgoland, dritto sul castello di poppa, lo sguardo ardente che sfidava il mare e gli uomini.
I mercenari dell’Hansa stavano dilagando all’interno della navata, l’aria era ormai irrespirabile. Dappertutto vi erano tramestio e clamori.
Amico di Dio!” gridò con quanto fiato aveva in corpo. Animate di selvaggio entusiasmo, decine di voci di rimando ruggirono: “Nemico di tutto il mondo!”
E poi tutti, come un sol uomo, si lanciarono nella battaglia.

   
 
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