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Autore: LiciaTavanzi    01/07/2018    0 recensioni
Sensualità al femminile.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL  GINECÈO                          
 
Nelle ore intorno a mezzogiorno alle prescelte era consentito uscire dalla cittadella purchè si mantenessero sempre in piena vista e limitassero i contatti con la gente di fuori allo stretto indispensabile. Insomma non dovevano mai sembrare in odore di cospirazione contro il loro signore o, mai che fosse, di adulterio.
Quelle sortite erano davvero brevi e sporadiche, giusto per togliersi lo sfizio di dare un’occhiata a quell’altra realtà dato che nessuna aveva il coraggio e la faccia tosta di approfittare troppo di quella possibilità.
All’interno delle mura c’era di tutto apportato da un ristretto numero di donne esterne delegate ai vari servizi. Quello che mancava erano i maschi con o senza gli attributi.
Aìsha fu riaccompagnata al mattino e si ritirò subito nel suo alloggiamento. Faridah fu l’unica a bussare e a farle visita.
“Se non disturbo” si scusò. “Più tardi verranno tutte. Come ti senti? hai male? Ci ha messo molto il nostro signore a penetrarti?”
Aìsha era un po’ sofferente però non tanto da non poter dar cenni, a gesti e parole, in risposta a quanto l’altra le chiedeva. E Faridah insisteva e voleva avere ragguagli davvero imbarazzanti. Se la levò di torno con:
“Perdonami, ho proprio bisogno di riposare.”
Ebbe modo nei giorni seguenti di conoscere le occupanti il ginecèo, tutte giovani e belle, e pure quelle erano curiose della nuova arrivata.
Legò bene con Zelda che, con un nutrito gruppo di fanciulle, aveva un’età molto vicina alla sua. Le chiese subito:
“Quella Faridah che vuole da me? Mi chiede tutti i particolari, scava per sapere tutto tutto. Fa sempre così? È maniaca?”
“Faridah qualche anno fa, doveva stare sui tredici come te adesso, tornò dalla notte col pascià proprio come abbiamo fatto tutte noi...”
“Concludi per favore. Deve averle fatto qualcosa di terribile.”
“Peggio: non le ha voluto fare più niente dopo la prima notte. Chissà perchè.
Quelle della sua età hanno avuto anche cento notti col signor nostro. Io che sto qui da non molto ne ho avute quattro, quella sei e quella due, ma è arrivata poco prima di te.”
“Ho capito, poveraccia. Speriamo che non faccia pure io la stessa fine. Mi sembra di essergli piaciuta molto e che si sia acceso di molta passione.”
“E diglielo allora. Chiamala, dalle tutti i particolari che ti chiede. Si può dire che vive di godimento riflesso.
Aìsha, qui ci sfoghiamo tutte fra di noi o da sole, l’hai capito no? Però qualche pensiero al maschio aiuta. Per lei è stato tutto troppo breve e scarso. Certo che è maniaca; che ci può fare?”
“Andarsene per esempio. Se il pascià non la vuole… Non ci sono mica solo città di donne.”
“Sì, brava, così qualcuno perde il posto. E poi chi la mantiene?
Non t’hanno detto come vanno queste cose? Noi siamo messe a disposizione del pascià dai nostri familiari, uno dei quali riceve un’occupazione alle sue dipendenze. Tutti in città danno alle loro fanciulle un’educazione mirata a renderle idonee all’harem: devono essere di compagnia, pulite e soprattutto illibate, con la speranza che lui abbia voglia di ampliare il suo serraglio. Quando questo avviene noi abbiamo un’altra compagna e nelle attività del pascià un nuovo occupato comincia a lavorare.”
“Ho capito.
Sapevo che a una certa età veniamo congedate con una somma e che non incontriamo difficoltà a trovar marito.”
“Sì sì, è così. Ma quelle che ho visto andar via erano più giovani di Faridah.
E se quello la tiene qui finchè campa?”
Un brivido le percorse entrambe.
 
Più o meno spesso secondo il capriccio dell’interessato, tutte, chi prima chi poi, venivano richieste per quel tipo di notte. Faridah, mai.
Sia Aìsha che Zelda e tante altre si ricordavano di passare da lei a farle visita per raccontarle i particolari più piccanti della nottata passata col ‘maschione’. Fra l’altro le pie donne erano d’accordo di infiorettare e arricchire il racconto a fantasia con sconcezze che forse il pascià nemmeno immaginava.
 
Licia Tavanzi
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Appuntamento a domenica prossima, 8 luglio, con un’altra storia)
   
 
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