I poeti e gli scrittori partono dal nulla per arrivare al nulla.
Sono relegati dalla società negli angoli più bui.
Anzi no.
Sono loro a relegarsi negli angoli più bui.
Perché nel buio si cambia prospettiva, si vedono le ombre in modo più chiaro.
E le ombre sono la "Vis vitalis" di chiunque non sia un vincente.
I vincenti vengono ammirati, idolatrati.
"Farò di tutto..." è il loro cuore, la loro mente.
Ma lasciano il tempo che trovano.
Si può vincere oggi, domani, dopodomani, ma ad un certo punto si fallirà.
Non è pessimismo, ma solida realtà.
Empirica, cruda, puttana.
I poeti e gli scrittori sono riconosciuti dal nulla e dai vincenti come piccoli scriba, piccoli scriba rinchiusi nella loro presunzione edonistica, chiusi a chiave nel loro oblio.
Sono considerati rifiuti che non valgono, che non servono, che ronzano e succhiano dal midollo di una vita sprecata, rinunciando al modus "vincente", l'unico vero modo.
E passano gli anni.
I decenni.
I secoli.
Ed oggi ricordiamo chi scriveva, chi raccontava, senza timore, senza pudore, senza ritegno.
Perché i vincenti vincono oggi.
I poeti e gli scrittori, fallaci, bugiardi, creativi, inutili, vincono domani e per sempre.
Almeno fino al nuovo nulla.