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Autore: Attendre et esperer    02/07/2018    0 recensioni
[AU – Edmond Dantès/Fernand Mondego]
Ispirata dal prompt: a sunny day soon turned into a stormy afternoon, the sea is not quite at all and the boats of the catalan fishermen are still outside, caught without forewarnings and suddenly by the extremely bad weather. Mercédès, madame Mondego and Herrera are very worried for Fernand and their husbands, so the Dantès family. But they somehow managed to come back, hours after, wet and tired. “You scared me. I’m never going to stop hugging you” said a worried Edmond, relieved to see the other safe.
La storia fa parte dell'Alternative Universe proposta nella raccolta "In his eyes I saw a light".
{ATTENZIONE: Il testo qui proposto è la traduzione di un racconto pubblicato su tumblr. L'autrice mi ha dato il suo consenso nell'adattarlo dall'inglese all'italiano, perciò ogni merito va solo ed esclusivamente a lei.
Tra le note a fine capitolo sarà possibile trovare il link alla storia originale}
[TRADUZIONE REVISIONATA]
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Edmond Dantès/Conte di Montecristo, Fernand Mondego/Fernand de Morcerf, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Forever yours [pour toujours // por siempre tuo]'
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“Torneranno presto, non abbiate timore” disse Luz, afferrando la figlia per un braccio e conducendola nuovamente al loro tavolo, vicino al resto della famiglia. Quest’ultima protestò in francese, balbettando e mancando spesso la corretta pronuncia, ma nonostante ciò decisa a non passare alla sua lingua madre, lo spagnolo – troppo orgogliosa dei frutti che i progressi nell’imparare l’idioma di Marsiglia stavano dando, ma soprattutto perché non erano da sole, vi era anche Edmond con loro, il quale, ovviamente, non conosceva il linguaggio parlato nei pressi di quel piccolo villaggio catalano.

Una rassicurazione, quella di Luz, non solo per i suoi ospiti, ma anche per sé stessa, però questo i bambini non potevano saperlo. Un’illusione nella quale sfumava la consapevolezza che la crescita aveva reso i due molto più che “bambini”: Edmond ha diciassette anni, Mercédès invece è già nei suoi quattordici, e a quell’età un semplice andrà tutto bene ferisce più che rasserenare. Il ragazzo conosce gli oceani ed il mare e sa quanto questi possono essere spietati con gli uomini che tentano di solcarli. Inoltre le onde ed i flutti avevano già sottratto a Mercédès entrambi i nonni, di conseguenza false promesse come quella di madame Herrera riuscivano solo a pizzicare ulteriormente i suoi nervi, ormai al culmine per quella fremente attesa.

Nonostante fosse intenzionata a sfuggire ancora una volta alla presa della madre, presto il sorriso paziente e premuroso di Luz la vinse, portandola a sedersi, riprendendo un lavoro a maglia che venne ignorato l’istante successivo, interrotto dal chiacchiericcio incoerente ed agitato di sua zia e dai passi di Edmond, i quali sembravano non voler smettere di percorrere avanti-indietro il pavimento ligneo di quel piccolo vano in cui si erano sistemati, ed ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano qualcosa stringeva il suo cuore  in una morsa senza scampo – poiché in quegli occhi, solitamente colmi di bontà e gentilezza, ora sbarrati ed inquieti, poteva sentire annidarsi sentimenti primordiali di paura e preoccupazione crescente, gli stessi turbamenti che in egual modo la scuotevano nel profondo, un terrore che quelle labbra leggermente tumefatte e morse fino al sangue eccellevano così bene nel rispecchiare sul viso di Dantès, una sensazione a sua volta riflessa in lei da mani tremanti nel suo corpo di fanciulla.

Impossibilitata ad accomodarsi, si alzò presto in piedi, recandosi accanto la finestra, mentre la donna  ancora non aveva terminato il suo parlottio convulso accanto al ragazzo in un francese stentato, ed Edmond, dolce e gentile come sempre, le rispondeva con tono cordiale, sebbene una piccola nota d’irritazione riusciva a nascondersi sotto la sua superficie, percepibile a Mercédès solamente.

Oh se solo, se solo Fernand fosse lì con loro.

Ma egli non c’è, e chissà se mai tornerà. Chissà se mai lo rivedranno ancora, se potranno ancora spendere assieme le lunghe giornate e la tarda sera, quando il mare – lo stesso mare che loro amano e che pure potrebbe strapparlo ai suoi cari, separandoli per sempre  – danza sotto un cielo tempestato di stelle?
Chi può sapere se ad Edmond sarà ancora concesso di punzecchiarlo, con la gioia del suo sorriso, chi li rassicura che sentiranno ancora Fernand borbottare un’imprecazione a bassa voce per quelle battute, solo per poi a queste riderci con lui? Chi lo sa se mai, quando pensavano di non essere visti da Mercédès, si baceranno ancora sotto il melo in giardino, nell’imbarazzo di chi è già innamorato ma ancora tanto giovane?

“Torneranno” disse nuovamente Luz, accompagnata dai mormorii da parte di Soledad “sí, sí, por supuesto!”. Un tormento dell’anima che viene addolcito dalla speranza del ritorno, talora sovrastata dall’apprensione scaturita da un pensiero contrario e più greve.
Il cuore di Mercédès si strinse ancora una volta mentre il petto di Edmond si muoveva freneticamente.

-
 
Tre ore dopo Héctor si presentò sulla soglia, Fernand e suo padre Alfonso al seguito – troppo spossati per poter fare alcunché se non sedersi e reclamare qualcosa di caldo da bere nel desiderio di riscaldarsi un po’ – trovandosi presto circondati dalle due donne e dalle loro voci, ora prive d’angoscia e ricolme di sollievo, mentre i giovani non si mossero, i cuori che battevano ancora frenetici, attendendo il momento in cui sarebbero rimasti soli perché, lo sapevano, non si sarebbero calmati per nulla al mondo finché non avrebbero condiviso col più grande un qualsiasi contatto fisico, come per assicurarsi che egli  fosse davvero lì.

“Ci hai spaventati a morte” fu la prima cosa che Mercédès ansimò, quasi senza fiato, una volta che si trasferirono nella stanza di sopra, le labbra di suo cugino leggermente curvate in un sorriso sbilenco e stanco, “Credevamo di averti perso per sempre!”, la voce ancora tremante per emozioni troppo intense da poter essere contenute anche un solo minuto di più.

 “Io no…” rispose di slancio Edmond, facendo un passo in avanti ed allargando le braccia verso Fernand, sul suo viso la stessa espressione provata ma serena “Sapevo che non ci avresti mai abbandonato”.

Stava per succedere, ma così non è stato” affermò il catalano, mentre dalla chioma fradicia piccole gocce trasparenti s’infrangevano sul pavimento ai loro piedi, bagnandolo senza riguardi, e i tre risero, il loro cuore ora libero da quell’opprimente sensazione che li aveva dominati solo pochi istanti prima.

La prima a far uscire le lacrime fu Mercédès, che venne immediatamente accolta tra le braccia dai due ragazzi, ridacchiando debolmente e sussurrandole dolci rassicurazioni – poi fu la volta di Edmond e di ella il turno per un conforto  – ed infine anche Fernand fu destinatario di quel gesto affettuoso, un abbraccio stretto, pregno d’ogni bene, offerto e donato sebbene prima da parte di quest’ultimo non giunse alcun pianto, se non un velo lucido a coprire i suoi occhi scuri.

Passarono la nottata svegli, quella sensazione di profonda paura ancora vivida nella loro mente – mentre, rannicchiati nello stesso letto e condividendo la stessa coperta, chiacchierarono finché non sorse l’alba e, credendo che Mercédès si fosse addormentata, nuovamente si baciarono, timidi e nell’amore dettato dalla gioventù.






Angolo della Traduttrice: A chiunque sia giunto sin qui a leggere, grazie di cuore.
Nota: Luz, Soledad, Héctor e Alfonso sono OCs creati dall’autrice, in quanto i genitori di Fernand e Mercédès non appaiono nel romanzo né ci è dato conoscere i loro veri nomi o la loro personalità.
Link alla storia originale: https://monte-cristo-incorrect-quotes.tumblr.com/post/174725702817/prompt-a-sunny-day-soon-turned-into-a-stormy
   
 
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