Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: Jichan    02/07/2018    2 recensioni
"Si accende una sigaretta, quando un tizio gli si avvicina e gliene chiede una.
«Solo se sei disposto ad ascoltare la mia storia» bofonchia tenendo la sigaretta stretta tra le labbra in un angolo della bocca, invitando con la mano lo sconosciuto a sedersi a fianco a lui, le gambe a penzoloni oltre il vuoto."
-
Yoonseok
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


ATTENZIONE: La storia presenta linguaggio forte, tematiche delicate etc etc. Leggere solamente se non si è particolarmente sensibili




 

Munbae Dong
문배동 단골집

 

 









È seduto sul tetto di un palazzo in costruzione, vicino a un parco di cui non ricorda il nome, in una strada di cui non ricorda il nome, fissando dall'alto un negozio di cui non riesce a leggere il nome. Si accende una sigaretta, quando un tizio gli si avvicina e gliene chiede una.

«Solo se sei disposto ad ascoltare la mia storia» bofonchia tenendo la sigaretta stretta tra le labbra in un angolo della bocca, invitando con la mano lo sconosciuto a sedersi a fianco a lui, le gambe a penzoloni oltre il vuoto.

Il tipo annuisce e afferra il suo bastoncino di tabacco. Si siede vicino a lui e chiede per accendere, così lui si sporge in avanti e accende la sua sigaretta con la propria. Prende una boccata di fumo, poi inizia a raccontare.

«Jung Hoseok.
È la mia fottuta croce fin da quando ci siamo incontrati la prima volta.

Era circa quattro o cinque fa, davanti quel negozio di merda. Ma al tempo non era un negozio, no, era un minimarket. Di quelli aperti ventiquattro ore su ventiquattro, hai presente? Bene. Era tardi, sarà stata mezzanotte o qualcosa in più. Eravamo lì e ci siamo scontrati, io uscivo e lui entrava.
Con l'impatto mi sono cadute le cose da mano e i miei pacchetti di noodles instantanei si sono sfracellati a terra.

Dio, ma con che le fanno le confezioni ultimamente, con la merda?

Però meglio così alla fine. O Jung Hoseok non avrebbe potuto ricomprarmi tutto quello che si era rotto, aggiungendo anche delle cazzo di gomme da masticare.
Che stronzo spudorato, no? Era palese che ci stesse provando. Con delle gomme, poi.
Come fossimo in quarta elementare.

 

E il peggio sai qual è? Mi aveva anche fatto piacere. Tsk.

Però non volevo dargliela vinta, così me ne sono andato. Non voglio passare per un tipo facile, o almeno non sempre, cazzo. Seoul è grande, ma questo quartiere del cazzo no. Le voci girano, e io non voglio certo essere la puttana di turno.

Ma comunque.

Me ne sono pentito il secondo dopo di non avergli neanche chiesto come si chiamasse, ovviamente.
Chi mi diceva che l'avrei rincontrato? Nessuno, appunto.
Però un po' ci speravo, così ho messo i pantaloni più attillati che avevo e mi sono fatto trovare davanti al supermercato una settimana dopo, addossato al muro mentre fumavo una sigaretta.

E cazzo se questo non lo chiami destino, ci siamo rincontrati.

Gli ho sbuffato un po' di fumo in faccia, lui ha tossicchiato e ha detto che se volevo che mi ficcasse la lingua in bocca avrei dovuto smettere. Magari non l'ha detto con queste parole, però il senso era questo.
A costo di ripetermi: uno stronzo spudorato. Come aveva capito le mie intenzioni? Forse quei pantaloni erano un po' troppo attillati, mh?
O forse quello che voleva ficcarmi la lingua in bocca era lui e voleva far passare me per quello bisognoso. Non che alla fine importasse molto.

La settimana dopo eravamo di nuovo lì, stesso posto, stesso orario, senza neanche metterci d'accordo.
E forse sono stato un po' un pazzo, però ho smesso di fumare per tutti quei giorni.
Ti immagini un fumatore seriale, di quelli che si finiscono un pacchetto in poche ore, che smette di fumare per una settimana? Ecco. Pensa quanto poteva essere bello quello stronzo. Comunque, gliel'ho detto. Che non avevo fumato per tenere l'alito fresco per lui. Ci mancava solo che non glielo facessi notare.

Sai che ha fatto quel coglione? Ha riso. Ha riso, appoggiandosi al muro per non cadere.

Poi, fortunatamente per lui, mi ha invitato a uscire. Senno se lo beccava un pugno, faccino carino o meno.

Quindi, siamo usciti.

La serata più imbarazzante della mia vita. Prima ha pensato di farmi ubriacare per bene, il coglione. Non che sia molto difficile convincermi. Offrimi un drink e sarò tuo.

Insomma, ci siamo sbronzati, e poi mi ha portato in un karaoke. Un cazzo di karaoke, ci credi? Di tutti i posti più adatti per una specie di appuntamento... Io pensavo che stesse scherzando all'inizio. E invece ero lì, seduto a un tavolino da solo mentre ridacchiavo come un matto alle sue esibizioni. Esibizioni tremende, si intende. Però era divertente, quel demente di merda. Continuava a strusciarsi sull'asta del microfono, per poi fare piroette instabili e urlare parole sconnesse al microfono, senza rispettare i tempi della canzone o degnarsi di guardare il testo che scorreva sullo schermo.
Una coppietta ci ha guardati male per una manciata di minuti e poi è uscita sbuffando.

Credo di non aver mai riso così tanto. Forse non avevo neanche mai riso prima di allora.

Ma torniamo a noi.

Alla fine mi ha accompagnato a casa, e voleva anche fare il galantuomo e andarsene. Ma cazzo, io non ho evitato di fumare mezza sigaretta per una settimana per non ficcargli almeno la lingua in bocca. Così l'ho afferrato per quella stupida giacca sportiva che portava e gli ho ficcato la lingua in bocca. Lui mi ha fermato, e a quel punto stavo ragionando se picchiarlo o meno, ma voleva solo dirmi che si chiamava Jung Hoseok, visto che ancora non c'eravamo presentanti. Neanche ci avevo fatto caso.

Insomma, c'era qualcosa di molto più urgente in corso, non possiamo rimandare i convenevoli a dopo?

Non gliel'ho propriamente detto, non volevo risultare troppo scortese. Non credo avrebbe apprezzato, sembrava proprio un tipo gentile e con le più buone intenzioni.
Ma fanculo le buone intenzioni per un attimo, ok?

Così ho ricominciato a ficcargli la lingua in bocca, zittendelo e ricavandoci un po' di soddisfazione personale.

Come si dice, due piccioni con una fava? Che poi, i piccioni mangiano le fave? Vabbe, chissene fotte alla fine.
Di che parlavo?

Ah sì, ficcare lingue in gola.

Poi lui è salito su da me e ha ficcato qualcos'altro da un'altra parte, ma non c'è bisogno di scendere in dettagli, no? Ecco.

Però non è stato squallido, anche se il modo in cui lo racconto lascia un po' a desiderare.

È che sono fottutamente nervoso, sai? Forse è la nicotina. Dovrei proprio smetterla con queste sigarette di merda. Forse in un'altra vita, ormai è tardi, dico bene?

Passiamo oltre.

È anche restato la mattina dopo e mi ha preparato dei fottuti noodles istantanei. In casa mia c'è sempre solo quello, ma è l'unico modo per non bruciare l'intero palazzo. Io e i fornelli è meglio che stiamo lontani, è un dato di fatto.

Hoseok ha sempre detto che sono così pallido perché mangio solo merda inscatolata. Non che avesse tutti i torti.

Dicevo, mi ha fatto la colazione e me l'ha pure portata a letto. I cazzo di noodles più buoni della mia vita. A quanto pare non sono capace neanche a scaldare un po' di acqua e ficcarci della polverina chimica. O forse è solo che Hoseok è sempre stato più bravo di me in tutto.

Quindi. Arriviamo al punto.

Non tutti restano la mattina dopo, non è così scontato. Sai quante volte mi sono svegliato da solo? Troppe. Ma non biasimo nessuno, davvero. Non credo di essere una grande compagnia al di fuori delle lenzuola, sono piuttosto scorbutico quando mi ci impegno.
Anche quando non mi ci impegno, effettivamente.

Hoseok doveva essere un cazzo di angelo sceso in terra se riusciva a sopportarmi.

Sì sì, basta distrarsi. Dove ero rimasto? Hoseok. La mattina dopo. Io che sono scorbutico. Ok, ok, ci sono.

Aveva ottenuto quello che voleva, avevamo scopato, eppure non era scappato mentre ancora grugnivo come un porco perso nel mondo dei sogni. Non prendermi per uno sdolcinato, ma ero felice di averlo ancora tra i piedi.

Così gli ho chiesto il numero e lui me l'ha dato.
Il numero, intendo, niente battute a sfondo sessuale.

La prima volta che mi ha chiamato erano le cazzo di quattro di mattina e mi aveva chiamato per chiedermi che marca di noodles preferissi. Era un po' brillo e sentivo il rumore di qualche canzone tremenda di sottofondo, con delle ancor più tremende voci che strillavano il testo.

Il cazzo di karaoke. Ma ci viveva in quel buco o cosa?

L'ho mandato a cagare, e lui di tutta risposta ha suonato al mio campanello con qualcosa come quattro buste di noodles di marche diverse.

Ci sapeva fare lo stronzo.
E più io facevo finta di ignorarlo, più lui insisteva e ci provava.

Gliel'ho detto subito che non ero un tipo da coppietta innamorata, ma non sembrava aver recepito il messaggio. Mi invitava al cazzo di karaoke, mi nascondeva le sigarette, rimaneva interi weekend a casa mia.

A un certo punto gli ho anche dato le chiavi di casa, in modo che la smettesse di svegliarmi ad orari improponibili e facesse quel cazzo che gli pareva. Sì sì, avrebbe potuto entrare mentre io non c'ero e rubarmi anche le mutande. Ma che cazzo me ne fregava? Tanto non ho mai avuto poi così tanti soldi, non è che ci fosse chissà cosa da fottersi.

Oltre a me, intendo.

Ok, era troppo squallida?

Insomma, Hoseok in casa di qua, Hoseok in casa di là e in poco tempo eravamo una fottuta coppia a tutti gli effetti. Quel coglione mi aveva fregato alla grande, coi suoi modi di fare così sdolcinati.

L'ho già detto che una volta mi ha costretto ad andare al cinema a vedere una commedia d'amore? Gli ho anche pagato biglietto e pop corn.
Forse il coglione ero io, e lui era una cazzo di volpe. Mi aveva completamente rimbecillito.

Del tipo che ci eravamo presentati a vicenda i nostri amici. Sono passi importanti, cazzo. E io non ero mai stato così felice. Ero al fottuto settimo cielo.
Pensavo che avere qualcuno di fisso al proprio fianco fosse come rinchiudersi in prigione, invece non mi ero mai sentito più libero.

Uscivamo da soli, con i nostri amici, scopavamo come ricci. Era perfetto, no? Mi aveva anche concesso di fumare una sigaretta al giorno.
Anche se alla fine me ne fumavo sempre tre o quattro, nascondendo i mozziconi ovunque e lavandomi i denti per bene dopo.

Secondo me lo sapeva, ma non me l'ha mai fatto pesare. Capisci che cazzo di fortuna avevo?

Vabbe, andiamo al nocciolo della questione.

Eravamo felici e basta.

Passò ancora qualche tempo e decidemmo di andare a vivere insieme. Tanto aveva già le mie chiavi, no? Che venisse a stare da me e basta. Così mi sarei risparmiato tutti i colpi che mi prendevo quando me lo trovavo in casa senza che mi avvertisse.
Sarebbe stato più difficile nascondere la mia dipendenza da nicotina, però avrei scopato di più. Si poteva fare, era un buon compromesso, dico bene?

Così Hoseok si trasferì da me.
E ogni settimana facevamo la spesa al minimarket dove ci eravamo incontrati, e finalmente iniziai a non mangiare più solo noodles del cazzo. Era strano tornare a casa dal mio lavoro di merda e trovare la cena pronta, qualcuno che mi aspettasse.

Ma non strano-brutto. Più strano-fottutamente-magnifico.

Mentre io ero a lavoro Hoseok invece andava in un'accademia di ballo dove sudava sette camicie per essere notato e diventare un ballerino professionista. Ma dico io, era talmente bravo che si sarebbe meritato di stare su tutti i cazzo di palchi del mondo senza doversi sforzare. Non ci capivano un cazzo in quella scuola di merda, te lo dico io.
Quando potevo andavo a guardarlo durante le prove e cazzo se era bravo. Non prendermi per uno smielato, ok? È la pura verità.

Era come vedere un fottuto angelo. Sembrava addirittura fluttuare, sfiorare a malapena il pavimento. Forse ero brillo, non assicuro nulla, però una volta le sue braccia mi erano sembrate della ali.

Il che conferma la mia teoria che Hoseok fosse un angelo a tutti gli effetti, sceso per proteggere questo culo pigro che mi ritrovo.

Ma vabbé. Andiamo avanti. Non diventiamo troppo sentimentali o potrei addirittura mettermi a piangere come una ragazzina. Ultimamente non sono molto stabile, non garantisco nulla.

Che altro facevamo?

Beh, ogni sabato sera andavamo al karaoke col gruppo, facendo a gara a chi faceva il punteggio più basso. Erano tutti amici di Hoseok, io ero un tipo piuttosto solitario. Lo sono ancora.
Era riuscito persino a rendermi socievole. Circa.
Era una forza della natura.
Quanti eravamo... fammi contare. Jeongguk, il moccioso stronzetto. Taehyung, che parla solo del suo cazzo di cagnolino. Stava anche facendo venire idee strane ad Hoseok. Non so badare a me stesso, figuriamoci a un cane. Si poi... Jimin. Il ragazzino che sembra il più piccolo, con quelle guanciotte enormi, tutto occhi a cuore per lo stronzetto. E Namjoon e Jin, gli sposati. Non si staccavano un attimo. Però Namjoon mi è sempre stato più simpatico di tutti e Jin... è una mamma. Di quelle un po' schizzate. Quindi con me e Hoseok fa... sette, giusto?

Erano simpatici. Non li ho più sentiti, anche se hanno provato a cercarmi, finché non ho rotto il cellulare.

Ma torniamo al karaoke.

Hoseok vinceva sempre, aveva un talento spiccato per poter essere sempre il migliore, nel bene o nel male. Qualche volta era riuscito persino a convincermi a cantare qualche smielosa canzone insieme, mentre gli altri applaudivano e ci incitavano, facendo esaltare Hoseok ancora di più.
Quel karaoke del cazzo, Hoseok ne era ossessionato... però Dio, quella sì che era vita.
Non ho mai riso tanto.

Hoseok era il centro del mio mondo e della mia felicità e non sembrava neanche rendersene conto. Avevo completamente dimenticato come era vivere da solo, capisci? Hai mai incontrato quella persona? Era sempre così attento a prendersi cura di me, a rendermi felice, e lo faceva spontaneamente, senza neanche doverci pensare.

È più o meno in questo periodo che gli ho detto per la prima volta che lo amavo. Hoseok si sarebbe meritato una dichiarazione platonica, urlata al mondo.
Si meritava un cazzo di anello al dito, non quella schifezza mezza borbottata e imbarazzata che mi era uscita fuori, quella volta che mi aveva preparato il mio piatto preferito per il mio compleanno.

Ho sempre avuto problemi a esprimere i miei sentimenti. Insomma, non sono mica il personaggio di una delle commediole d'amore di merda che piacevano tanto a Hoseok, no? Non posso mettermi a cantare insieme ai fottuti uccelli su quanto amo il mio ragazzo mentre sforno torte alla mela.
Sarei risultato ridicolo, no?
Forse no. Forse Hoseok si meritava qualcuno che cucinasse per lui e lo trattasse come una cazzo di cosa preziosa. Anzi, togli quel forse. Hoseok si meritava questo e altro.

Lui me lo diceva continuamente che mi amava. Scherzosamente, seriamente, all'orecchio, tra i nostri amici, dopo un bacio particolarmente intenso, mentre facevamo sesso. Continuamente.

Che poi, che cazzo amava di me? Non so fare un cazzo, in confronto a lui.
Non so cucinare, non ho un talento particolare come il suo, non so socializzare e tenere su una conversazione, non so essere gentile con niente e nessuno, non riesco a smettere di fumare...

Non riesco nemmeno a dire più spesso alla persona più importante della mia vita che lo amo. E Dio se lo amo. Lo amo più della mia stessa vita, e non è una frase così per dire. Non dico mai le cose tanto per dirle.
Ironico che me ne sia reso conto solo ora, no? In realtà l'ho sempre saputo, ma avevo paura di ammetterlo. È spaventoso, essere così dipendenti da qualcun altro.

Non l'ho mai meritato.
E quindi perché, perché se non l'ho mai meritato, adesso fa tutto così schifo, ora che lui non c'è più?
Perché tornare a casa e non sentire il suo canticchiare mentre cucina è così straziante?

Perché non sono contento di poter finalmente fumare tutte le cazzo di sigarette che voglio?

Perché i noodles sanno più di merda del solito?

Perché non gioisco di non dovermi ridicolizzare davanti a cinque persone con un microfono in mano?

Perché?»

Si asciuga una lacrima con stizza, sfuggita al suo controllo. Quindi prende l'ultima boccata dalla sua sigaretta, per poi spegnerla e buttarla di sotto.

Si gira verso il tizio, che lo guardava con due piattini al posto degli occhi. Lui invece non lo vedeva nemmeno.

«Che..che fine ha fatto?»

«Jung Hoseok?
È morto.

Non posso neanche dare la colpa a qualcuno. Un fottuto arresto cardiaco.
Come un cazzo di ottantenne.
La sera, prima di andare a dormire, mi aveva detto che mi amava, per la milionesima volta.
La mattina era morto»

Si alza in piedi, iniziando a passeggiare sul cornicione, le braccia spalancate per tenersi in equilibrio.

 

«Dicono tutti che non è facile andare avanti, però si può fare, devi solo aspettare.
E allora ho aspettato.
Sono passati esattamente 459 giorni, 3 ore e una manciata di minuti.
Ma una volta che Jung Hoseok entra nella tua vita, non puoi farne a meno.

E prima di mettere fine a questa pagliacciata volevo almeno comprarmi una confezione di noodles nel cazzo di minimarket dove ho incontrato quello stronzo di Jung Hoseok per la prima volta, la stessa che mi aveva preparato la mattina dopo aver scopato per la prima volta. Tornare all'inizio del cerchio, no?
Solo per scoprire che è stato chiuso, e ora c'è quel merdoso negozio di telefonini. Ma a che cazzo servono, se non posso chiamare Hoseok per avvertirlo che vado a prenderlo a lezione? Che finalmente ho cucinato io? Che lo amo?

E allora mi sono fumato una sigaretta, probabilmente facendo incazzare a morte quella donnetta mancata. Mi aspetta una bella ramanzina, dico bene?»

Fa un sorriso triste, i piedi sull'orlo del baratro, rivolto verso il vuoto.

«Scusa per il trauma amico. Almeno hai avuto la tua sigaretta»

Un passo avanti, nel nulla, e Min Yoongi si ricongiunge finalmente con la sua fottuta croce.














 


Annyeong haseyo, Jichan imnida
e mi scuso infinitamente

Mi scuso perché volevo pubblicare
prima, ma mi vergognavo un po'

È la prima volta che cerco di scrivere
qualcosa di triste.
Non so se sono riuscito
a trasmettere qualcosa ahh

Il titolo è una canzone
degli Epik High.
(Sì, lo so, di nuovo.
Giuro che la smetto!)
Ho scritto questa ff ascoltandola.
È una delle canzoni tristi più
belle che io abbia mai sentito,
non potevo non dedicarle qualcosa
(anche se è questa cosa)

Beh, fatemi sapere cosa
pensate di questo tentativo.
Continuo o meglio troncare
la mia carriera da drammaturgo? xD

twitter: @frappetts

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Jichan