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Autore: Luna_Holmes    02/07/2018    0 recensioni
Nuova scuola, nuova città, nuovi amici. Che poi, ne avesse di amici. Era isolata. Per scelta. O per obbligo. Per lei era la stessa cosa. L'unico dettaglio che accomunava tutte le città in cui aveva vissuto era un segreto. Il suo segreto. Un segreto oscuro, se non pericoloso. Ma qui, in questa città c'è qualcosa di diverso. O meglio, qualcuno.
La storia è disponibile anche su Wattpad (sono LunaCraft Moon).
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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-Signorina Winther! – la chiama insistentemente il professore Antroni. Ash ha il viso nascosto tra le braccia, incrociate sul banco e sta dormendo profondamente. Nelle ultime settimane non ha dormito molto. L’incubo tornava, anche più volte. Quel giorno era quel martedì. Ripetizioni. Le sta perforando il timpano con quelle grida acute. Con un mugolio sommesso, Ashley alza la testa. –Ascoltare per lei è un optional? -  la rimprovera lui, con la sua voce fastidiosa. –Dorma di notte! – conclude, tornando alla cattedra. –Non sa quanto vorrei poterci riuscire. – sussurra una Ash assonata.

La lezione continua, noiosa come sempre del resto, e Ashley rischia di addormentarsi almeno dieci volte in quelle due ore snervanti. –Qualcuno lo spenga- prega a bassa voce. Gli umani sono veramente stupidi. Annoiarsi per sei ore al giorno tutte le settimane! Fortunatamente suona la campanella tanto attesa. Ashley si butta fuori dall’aula dimenandosi tra la folla urlante di ragazzi della sua età, che hanno solo voglia di scatenarsi. Di mangiare non aveva tanta voglia, ma si promette di sforzarsi. Si dirige nella mensa con le pareti macchiate dal cibo e dalle salse. Il colore originale non è più visibile. La ragazza si abbassa proprio quando un panino con quello che sembra essere insalata le vola sopra la testa. Si sentono delle risate, ma Ash le ignora, come fa sempre. Dopo aver preso una piadina al prosciutto cotto, l’unica cosa commestibile in quel posto, si gira, il vassoio in mano. Sempre che mangiare un pezzo di cartone con dentro qualcosa di non ben identificato sia mangiabile. Ashley fa passare lo sguardo su tutta la stanza e si accorge che ci sono solo due tavoli vuoti. Si dirige ad uno di questi. Ci sono quattro posti per tavolo. Ash si siede silenziosamente nel posto più vicino al muro, appoggiando la schiena ad esso. Sospira mentre si rigira il coltello tra le dita della mano sinistra. Chiude gli occhi un secondo, per concentrarsi. Il leggero peso del coltello sparisce. Li riapre. Il suo sguardo corre alla sua sinistra. Il respiro si fa ansioso, quasi ansioso. Un brivido le corre per tutta la schiena. Il cuore perde un battito. La posata cade a terra, con un suono metallico. Ashley non si muove, continua ad osservare la persona che ha davanti. Due occhi nocciola la scrutano, per capire il perché del suo strano comportamento. Ha il sorriso stampato in faccia, che però sta scomparendo, preoccupato per la ragazza. –Stai bene? Sei pallidissima! – le dice. Ash esulta mentalmente. Per fortuna la sua mano era sotto il tavolo quando stava giocando, nonostante si fosse ripromessa di non fare più cose del genere. La voce non accenna a tornare. Chris se ne sta lì, in attesa di un suo segnale. È seduto a cavallo della panca, i capelli neri illuminati dalla debole luce proveniente dalla finestra. In mano ha un vassoio pieno di cibo: un piatto di pasta abbondante, un pezzo di merluzzo (che Ashley sospetta non sia realmente pesce), degli spinaci, una mela e un panino, il tutto accompagnato da una lattina di Fanta. La ragazza non riesce a parlare perciò passò al piano B: alzarsi e andarsene. Si sta alzando quando il corvino parla: -Continui a scappare... – osserva. Ashley distoglie lo sguardo. -Quando ti fermi e ti accorgi che ci sono persone che ti vogliono aiutare?! -. Era esploso. Chris ne aveva abbastanza. Cercava di aiutare la nuova in tutti i modi, ma, qualsiasi cosa facesse, lei scappava via. Stavolta sarebbe stato diverso. Ashley si fermò, in piedi per metà, con gli occhi sgranati dalla sorpresa. Il calmo e placido Chris Andrea Davies che urlava davanti a tutti?! –Non c’è nessuno per me. Non per me. - rispose, sussurrando la ragazza mentre le bruciavano gli occhi. Non avrebbe pianto davanti a tutti. Lei non piangeva praticamente mai. Ma quello che il ragazzo davanti a lei diceva, le ricordava il suo passato, ma anche il suo futuro. Persino il suo presente. Non poteva scappare dai suoi problemi perché loro la seguivano dovunque andasse. Perché il problema era lei. –Adesso fai anche la melodrammatica? Complimenti. – dice con sarcasmo, il ragazzo. Ashley capisce che era inutile discutere. Probabilmente sarebbe arrivata alle mani senza esitazioni o peggio. Era già successo in una scuola: il periodo in Liguria, in Italia. Ash scaccia quel ricordo dalla mente e fa l’unica cosa che le riesce bene: scappare. Con un paio di gomitate si fa largo tra la folla di curiosi che si era radunata intorno ai due, per assistere. Sente Chris che la chiama, che le chiede di fermarsi. Più si allontana, più la voce diminuisce, spegnendosi appena Ashley si chiude la porta alle spalle. Non andrà alle ripetizioni, lo ha già deciso. Sorride tristemente alla pioggia. Uno dei bidelli borbotta qualcosa sul meteo: -Mai affidabili quei mangiasoldi! Era previsto sole tutto il giorno! -. Attraverso le porte a vetri, la ragazza vede il professore Antroni che si avvicina all’uscita. Sospira e ricomincia a correre.
   
 
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