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Autore: Manto    02/07/2018    5 recensioni
{Fine del Phantom Lord Arc}
A volte una sconfitta non segna la perdita di qualcosa, ma il ritrovarsi di sé stessi; a volte, basta solo un gesto di cura per sciogliere il dolore e consentire a un cuore di provare sentimenti dimenticati, o nati per la prima volta.
{Dedicato solamente a te, cara Ori_Hime ♥}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lluvia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi sotto presentati non mi appartengono. La storia è stata scritta senza scopo di lucro.


Dentro lei, l’Estate



{ Prompt utilizzati [grazie, serate sclero con menti altrettanto sclerate ♥]: Astronauta ~ Solitudine ~ Lacrima ~ Calore }



«Lo sai, mio tesoro? Nel grande universo vive un astronauta solitario: non si è perso, no… ha deciso lui di rimanere lassù, lontano dagli uomini e al di là del cielo, per amore di una stella.
La notò una volta, durante uno dei suoi tanti viaggi; la guardò meglio e subito provò tristezza per lei, poiché splendeva con tutte le sue forze ma nessuno si accorgeva della sua
meravigliosa luce, troppo lontana dalle sue sorelle e da occhi in grado di apprezzare la sua bellezza.
Perché non vieni con me? Ti farò conoscere al mondo, ti farò dimenticare la solitudine e porterò tanti amici. Stai soffrendo, lo vedo”, le disse il viaggiatore, sinceramente attratto dal dolce battito che proveniva da lei; ma quella scosse appena il corpo dorato, allontanandosi un poco. “Non posso essere amata, giovane gentile: la mia luce è forte, ma in mezzo alle altre stelle lo è ancora di più, così che finisce per cancellare la loro presenza.
Ho scelto io di abitare in questo buio e lasciar vivere le mie
compagne nella serenità; e anche se questo silenzio mi fa soffrire, posso sopportarlo.”
Ma non è giusto!”, gridò l’astronauta, divenuto ancora più triste dopo quelle parole, “perché nessuna ti ha seguita? Ti sei sacrificata per loro!”
L’universo ha paura di me”, fu la risposta, “e anche tu dovresti averne. La mia forza è pari a quella del Sole, prima o poi ti brucerà; quindi allontanati da me, non sono altro che un pericolo e una maledizione.”
Eppure il giovane paura non aveva, perché quella luce calda riusciva a portare la vita anche lì, nella culla delle ombre; perché era la più bella che avesse mai visto e perché, in qualche modo, gli ricordava sé stesso e il suo solitario, silenzioso peregrinare tra pianeti e freddi astri, senza nessuno ad attenderlo né una vera e propria meta. “Lasciami rimanere vicino a te comunque, anche se dovessi ridurmi in cenere. Io non sono una stella: non puoi cancellare la mia presenza, e sono equipaggiato per sopravvivere a lungo. Non voglio andarmene da qui, non voglio andarmene da te e lasciarti sola; la tua sorte può mutare
e farti sorridere, e quando lo farà io voglio essere lì a guardarti.”
Ora, piccolina, io non so se così sia successo o succederà; ma quell’astronauta è ancora là con la sua amata stella.»
«E come fai a saperlo, mamma? Lluvia è confusa.»
«Lo so perché questa non è una semplice storia di fantasia: un giorno scoprirai quanto sia vera, quando la vedrai accadere; e da allora toccherà a te raccontarla, forse prima di quanto tu possa immaginare.
Lo so perché un giorno ti cambierà la vita, rendendoti felice.»




Chissà perché, fra tutti i pensieri, è una lontana favola a prendersi la mente della maga; insieme al cielo privo di nubi, sono proprio quelle parole dolci a farle compagnia e risplendere sotto il sole.
Il sole: un desiderio a lungo soffocato sotto una corazza di disillusione e ostinatamente ricacciato in fondo all’anima, sotto l’incessante battere della pioggia che no, non si era mai fermata davanti alle sue preghiere; un sogno condannato a rimanere tale, perché per ogni
teru teru bozu[1] giunto a consolare il suo sconforto, il cielo aveva pianto ancora di più.
Il sole…

Il sole non guarderà mai Lluvia.
Quante volte l’aveva pensato? Eppure, ora è proprio quell’astro a schiudersi nei suoi occhi come un fiore e a spingerla a rannicchiarsi al suolo, dove il calore che sale dalla pietra è forte e lei può stringerlo a sé come il corpo di un amico.
«Quindi sono questi i colori del giorno. Lluvia è felice: ha sempre voluto vedere la realtà così in pace, ha sempre cercato qualcuno… che le
mostrasse tutto questo.» Qualcuno che le impedisse di cadere ancora nel buio, sotto un deprimente acquazzone senza fine; qualcuno che attendesse il sereno con lei, con un sorriso e senza rabbia.
Lluvia è finalmente tranquilla… il mondo, ora, non la sta più evitando: è calmo, privo di grigiore e di gelo, e la sta attendendo.

I singhiozzi non la lasciano quasi respirare, si legano alla lingua e sfuggono dai suoi occhi; sono lacrime che non fanno male, che invece di
venire inghiottite dal vuoto infrangono il silenzio.
Che sia stato un nemico
⸺ ma davvero può definire così chi le ha donato il cielo terso? No, non può chiamarlo in quel modo ⸺ a mostrarle la bellezza, quello non ha importanza: la sua mente non è intrisa di sconcerto per la sconfitta, perché anche lei ha ottenuto una vittoria.
Respinta da tutto e tutti, per molto tempo aveva pensato che dissimulare la neutralità dell’anima e il distacco avrebbe compensato la mancanza di contatto e di una vera relazione; il sacrificio,
allora, nemmeno contemplato, come l’amicizia. A cosa sarebbe servito mostrare la tempesta di emozioni, il bisogno di mutare un disegno sempre uguale, tutte le sue richieste d’aiuto? Non sarebbe mai stata ascoltata: agli occhi di tutti lei era solo la Donna della Pioggia, la portatrice di malinconia, fastidio e negatività; una figura da cui allontanarsi, a cui interessarsi solo minimamente e lasciare a pulsare nella sua tristezza.
La severa Phantom Lord l’aveva accettata e resa una delle sue punte di diamante solamente per i suoi p
articolari poteri, ciò era sempre stato troppo facile da comprendere e difficile da illudere, anche se a volte farlo era stato necessario per resistere; anche tra i suoi stessi nakama, la freddezza aveva fatto da padrona nei rapporti e nei pensieri, contribuendo a infittire l’intrico di rovi intorno al cuore.
Legame, sintonia,
famiglia: aveva quasi perduto il significato di quelle parole… fino a quando quella mano non aveva afferrato la propria nel suo ultimo precipitare; una presa decisa che le aveva chiesto di resistere, perché dallaltra parte nessuno avrebbe accettato di lasciarla andare.
Le dita si erano riscaldate a quel contatto, come il corpo aveva fatto già pochi minuti prima; ma quello che avevano percepito si era rivelato
completamente diverso, più intenso, profondo e benefico. Un solo attimo, e il vuoto era stato inondato da stupore e dalle poche parole ⸺
Non ti lascerò
cadere!
⸺ che avevano fatto tacere chi, dentro lei, una voce non l’aveva mai persa: i demoni del pianto e della solitudine.
A
liberarle lanimo da ogni maschera aveva pensato lo squarcio azzurro che aveva fatto fuggire le nubi; ma erano state le azioni del giovane avversario a spezzare la sua armatura e penetrarvi allinterno, senza fare male ma, anzi, lambendo con calma la carne ferita da tanto buio e colandovi sopra come un balsamo.
Il ghiaccio del mago aveva congelato l
e spine fino a spezzarle, gentilmente ma inesorabilmente; così le aveva concesso di respirare di nuovo e di recuperare i sentimenti più vitali, gli stessi che ora la luce abbraccia.
Hai allontanato Lluvia dalla morte, dolce fiore… l’hai salvata da sé stessa. Dentro di lei c’è calore, ora.
Giovane mago… sei tu l’astronauta innamorato d
ella stella solitaria, quella figura speranzosa che mi ha fatto compagnia in tante notti? Se è così, allora che Lluvia divenga quello splendido astro, anche solo per un secondo: tutto, pur di sentire ancora la tua presenza.
Un respiro profondo, il corpo
che sembra voler racchiudere dentro di sé lintero mondo; l’onda delle sensazioni è ancora forte, ma non impedisce alla maga di alzarsi in piedi, ancora più vicina all’occhio dorato del sole e alla sua benedizione. «Lluvia verrà a cercarti», sussurra, non riuscendo a non sorridere, «verrà, perché grazie alle tue azioni non è più sola.»
Nell
aria che profuma di mare e riappacificazione, la ragazza che avanza lentamente, prendendosi il suo tempo, non è più quella che era giunta per portare scontro e distruzione; una nuova strada si è aperta davanti a lei, la tristezza non cè più e tutto si deve ancora avverare deve scegliere solo quando e come adesso , ma nulla la ostacolerà più.
Non è rimasto nessuno a scegliere per lei o decidere della sua vita, dei suoi sogni, della sua essenza; e ci potrà essere una casa, una famiglia, pronta ad accoglierla e tenerla stretta. Forse il suo salvatore la sta pensando, come lei stessa sta facendo; e a questo punto, non c
è più niente da attendere.
Mi stai aspettando, mio fiore? Perché Lluvia ti sente ancora, e lo farà per sempre: in lei è rinata l
estate, e questa realizzerà i suoi desideri.
Da questo momento, Lluvia non potrebbe essere da nessun
altra parte, se non dove sei anche tu.







NOTE




[1] I teru teru bozu sono bambole di stoffa o carta che, secondo la tradizione giapponese, allontanano la pioggia e fanno tornare il bel tempo. Nell’episodio 25 si vede come Lluvia continui a tesserli, nel tentativo di liberarsi dall’inseparabile compagna.

   
 
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