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Autore: blankfaxed    03/07/2018    2 recensioni
Acciaio
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'ultima sistole della nostra storia
ebbe la violenza di un infarto
mi lasciò agonizzante a terra
sotto lo sguardo impassibile
dei tuoi occhi verdi e divertiti
che fissavano me
urlare, dimenarmi e poi arrendermi
come stretta tra le spire di un boa affamato.
Terminò ogni sinapsi
e rimasi mesi
a contemplare il vuoto della voragine
che, fuggendo, avevi lasciato in me.
Ingannata violata tradita
abbandonata
i miei nuovi nomi.
Battezzata dalle tue finte lacrime
dalle tue mani sporche
eri la mia unica dea
mia religione
mio credo
fasullo ed estremista.
Menzogne sigillate da baci.
Le mie labbra sottratte alla loro innocenza
incapaci di pronunciare una verità
assente nella mente
e respinta dal cuore.
Nelle mie vene veleno
nero, verde, rosso
ogni mese rompeva gli argini della pelle
per fluire libero lungo le cosce,
unico ostacolo i peli che guardavamo con disgusto.
Le mie mani
allora troppo strette attorno alle tue
adesso adatte a cingerti non la vita
ma il collo.
Il tuo seno pesante sul mio
domato dalle attenzioni che gli donavi.
Violata, tradita.
Abbandonata.
Non una parola
di conforto.
Non un amico,
mi avevi allontanata
mi volevi tutta per te
sotto controllo.
Mi rendesti un'isola
con un unico porto.
Non un confidente,
sarebbe stato un crimine
raccontare a qualcuno ciò di cui eri
capace,
mi avresti processata e condannata a
morte.
Non un briciolo di aiuto,

"non hai bisogno di aiuto".
"Smetti di fare la vittima".
"Sei solo un'egoista".
"Hai idea di cosa debba sopportare io in questa casa?".
"Perché non mi hai aiutata?"
"Perché non sei venuta a cercarmi?"
"Sei folle."
"Hai imparato a stare con me, adesso imparerai a stare con i miei amici."
"Non c'è spazio per te."
"Non sei capace di relazionarti con le persone."
"Pazza, pazza, perché ti fai del male?"
"Baciami, dimentichiamo tutto."
"Io ti amo."
"È colpa tua se mi comporto così."
Colpa mia, colpa mia, Dio maledica mia madre
per avermi generata.

Come fossi mia madre,
prenderei per mano la piccola me
violata, abbandonata,
e le mostrerei i colori del mondo,
la bellezza dell'amore,
la meraviglia della condivisione,
la gratitudine al dolore di un cuore che si fortifica.
Quando mi hai chiamata verme,
ho divorato le fondamenta della melma
sulla quale ti ergevi
e ti ho lasciata in bilico a tua insaputa.
Quando mi hai chiamata cane,
ho rinunciato a ciò che di più caro ti avevo donato:
la fiducia, la fedeltà.
Quando mi hai chiamata vipera,
ho spalancato le fauci e morso,
morso così forte da perdere i denti.
Quando mi hai chiamata vacca,
ho abbassato il capo,
caricato, sperando di distruggerti,
di infilzarti entrambi i polmoni.
Guardati adesso:
sei precipitata e hai battuto la testa sul fondo,
sei ferita e meriteresti di avere spezzate le ossa che ti rimangono integre,
come una vespa ti infili in ogni buco
per cercare un nido accogliente.
Non troverai
mai
anzi non capirai mai
l'amore.
Eppure ti amo adesso
perché mi hai resa spada
acciaio e veleno
flessibile ma indistruttibile
colma d'amore,
adesso ti perdono
e il perdono sarà la diastole.
   
 
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