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Autore: missiswolf03    04/07/2018    0 recensioni
10 Agosto 2022, la mia ultima notte di San Lorenzo in Italia.
L'ultima occasione di stare con i miei amici e con Luca, il mio ragazzo prima di partire per l'Inghilterra, senza sapere quando tornerò.
L'ultima occasione per sistemare tutto.
Non ho nulla da perdere.
Nulla.
Eccetto lui.
L'ultima notte insieme.
Troppe cose da dire.
L'ultimo incontro prima dell'ultimo addio, stavolta per sempre.
L'ultima volta che potrò pronunciare il suo nome.
Kilian.
10 Agosto 2022.
Non c'è un modo diverso per dire le cose.
C'è quella notte.
C'è un prima.
C'è un dopo.
E poi c'è quella cosa, quella cosa strana, che a ripensarci adesso, assomigliava alla felicità.
[Prima]
Una canzone non è solo un insieme di note e parole.
Una canzone è un momento, un frammento di memoria trasformato in melodia.
Una canzone è il ritratto della persona a cui, inconsciamente, la dedichiamo.
E, pensa un po', io te ne ho dedicato un intero elenco.
[Dopo]
Sbagli.
Sbagli.
Ancora sbagli.
Ecco come posso riassumere il nostro rapporto.
Errori su errori.
Non impariamo mai.
C'ho provato, te lo giuro.
Ma no, è più forte di me.
E ora è troppo tardi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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10 Agosto 2022

 

Prima

 

- Gio, hai finito di preparare le tue cose per domani? La sveglia è all'alba, non avrai tempo per finire prima di uscire di casa!

Sbuffo, infastidita. La mamma me l'avrà chiesto minimo sette volte solo nelle ultime tre ore.

- Si, mamma, si!! Smetti di chiedermelo!!-, rispondo, visibilmente alterata.

So badare a me stessa.

E poi è una valigia più bagaglio a mano, per la miseria.

Il resto arriverà in Inghilterra con la ditta dei traslochi.

- Okay amore, scusa, sai com'è, lo stress...

Mia madre entra in camera mia senza bussare, come ormai fa da sempre. Ho smesso di dirglielo tre anni fa, era una causa persa.

- Si mamma, lo so che sei stressata per il trasloco e tutto il resto, ma non potresti sederti un attimo e farti un riposino? Stai diventando asfissiante.

Mi lancia un'occhiata truce, alla quale rispondo con un sorrisino angelico.

Sospira.

- Beh, hai ragione, penso che ci proverò... Piuttosto, hai finito di stilare le canzoni da mettere nella playlist per il volo? So bene che senza musica non dormi, ma se non ti sbrighi a consegnare la lista al babbo, dovrai riuscirci.

Rabbrividisco al pensiero di un viaggio in silenzio o, peggio, con le canzoni dell'aereo.

- Adesso ricontrollo la lista, così quando torna gliela do.

Mamma annuisce piano.

La guardo, sbattendo gli occhi e sorridendo.

Lei, ovviamente, non coglie il mio velato invito ad uscire, così sbuffo, alzando gli occhi al cielo, e le indico la porta.

- Ah! Certo tesoro, scusa. Vado a riposarmi.

Mi lascia un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza.

Senza chiudere la porta.

Roteo gli occhi, ma mi scappa un sorriso. Sapevo che sarebbe successo. La conosco troppo bene.

Mi alzo, chiudo la porta e torno a buttarmi sul mio letto-divano.

Con la mano, cerco di arrivare al pomello del cassetto che si trova sotto di me, incorporato nella struttura.

Dopo svariati tentativi andati a vuoto, riesco finalmente ad aprirlo e, a tastoni, cerco la famosa lista.

Quando la trovo e la tiro fuori, noto con orrore che è tutta stropicciata in un angolo e che, dietro, mia sorella dodicenne Ilenia ci ha amorevolmente disegnato un prato fiorito. Con i pennarelli.

Risultato: il colore è passato davanti, rendendo pressoché illeggibile la lista per chi già faticava a decifrare la mia scrittura.

Combattuta tra il desiderio di affondare la testa nel cuscino per la disperazione e l'impulso di andare a decapitare la minore delle mie due sorelline, alla fine mi alzo e, in due passi, arrivo alla scrivania.

Mi lascio cadere in maniera molto poco aggraziata sulla sedia di plastica rosa, raccatto un foglio dal blocco accanto a me e prendo l'unica penna che mi è rimasta nel portapenne, affollato di cianfrusaglie varie.

Ovviamente, non scrive.

Sempre più convinta che oggi il mondo sia contro di me, esco da camera mia e comincio a bussare alla porta di mia sorella Cecilia.

Dopo un'eternità di attesa, mia sorella apre, stizzita, con le cuffie nelle orecchie.

- Che vuoi?

Ah, i sedicenni, sempre così bendisposti...

- Una penna che scriva.

Mia sorella esprime tutta la sua frustrazione afferrando la prima penna che trova e, per usare un eufemismo, lanciandomela amorevolmente.

Poi mi sbatte la porta in faccia.

Quanto affetto.

Però in fondo ci vogliamo bene.

Ritorno trionfante alla mia scrivania e comincio a trascrivere le canzoni.

O meglio, vorrei.

- E a voi chi vi c'ha messo in lista?-, esclamo, dopo aver trovato un paio di titoli che devo aver inserito sovrappensiero, o per fare numero. Ma cento tracce sono anche troppe per due ore di volo circa.

Faccio una piccola revisione, cancellando alcuni titoli e aggiungendone altri. Alla fine, sono contenta del risultato.

Scorro l'elenco con gli occhi, e ora che non sono più concentrata lascio che la mia mente vaghi, riportandomi ai momenti speciali che ognuna di loro ha significato per me...

E, guarda caso, il protagonista è sempre lui.

 

   
 
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