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Autore: Giuls_BluRose    04/07/2018    1 recensioni
Fin da quando era piccola le era sempre stato insegnato che doveva essere forte, che non aveva bisogno di nessuno per stare bene; credeva fermamente in quelle parole, sapeva che lei non aveva bisogno di nessun principe azzurro che andasse a salvarla.
Non sempre era stato facile, ma aveva cercato di non farsi mai mettere i piedi in testa da nessuno e di mantenere la test alta e doveva ammettere che ce l'aveva fatta: era una donna rispettata da tutti, nessuno si permetteva mai di mancarle di rispetto. Era diventata la moglie dell'uomo più forte dell'universo e per quello avrebbe dovuto sentirsi lusingata, non è vero?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una donna forte


 


 

La casa era silenziosa, ormai Chichi non ci faceva neanche più caso.
Aveva provato a tenere il conto, ma non riusciva a ricordare da quanto tempo in quell'abitazione non si udisse più nessun rumore forte: nessun grido, nessuna risata fragorosa, nessun pianto di bambino.
Niente, quella era diventata una casa vuota e deserta.
La donna si era abituata a svegliarsi sola mattina dopo mattina, quasi non sentiva più il bisogno di braccia calde e forti che la abbracciassero, neppure di parole dolci di consolazione.
Fin da quando era piccola le era sempre stato insegnato che doveva essere forte, che non aveva bisogno di nessuno per stare bene; credeva fermamente in quelle parole, sapeva che lei non aveva bisogno di nessun principe azzurro che andasse a salvarla.
Non sempre era stato facile, ma aveva cercato di non farsi mai mettere i piedi in testa da nessuno e di mantenere la test alta e doveva ammettere che ce l'aveva fatta: era una donna rispettata da tutti, nessuno si permetteva mai di mancarle di rispetto. Era diventata la moglie dell'uomo più forte dell'universo e per quello avrebbe dovuto sentirsi lusingata, non è vero?
Chichi camminava lentamente nella cucina di casa, aveva preparato la colazione e si stava per dirigere in camera per sistemare il letto; passando per il corridoio il suo sguardo cadde, quasi per caso, sullo specchio al di sopra di una piccola scarpiera. Si fissò attentamente per alcuni minuti, senza proferire alcuna parola: i suoi capelli ormai erano diventati bianchi, il viso era segnato dall'età ed i suoi occhi, un tempo vivaci, adesso vagavano persi per le stanze di quella piccola dimora.
Una donna forte non piange, non deve piangere.
Questo era un po' il suo motto nella vita, aveva sempre avuto paura di mostrare il lato più fragile e delicato di se stessa: non voleva passare per quella debole, non voleva poter dare la possibilità agli altri di sottometterla in qualche modo.
E quindi anche in quel momento, anche se era sola, aveva molti problemi a lasciare cadere le lacrime, come se avesse il timore che qualcuno sarebbe potuto entrare da quella porta da un momento all'altro.
Eppure sapeva che quello non sarebbe successo, sapeva che i suoi due figli vivevano felicemente le loro vite in città e sapeva che il marito ormai tornava a casa dagli allenamenti soltanto di rado, ma aveva qualcosa dentro di sé che la fermava.
In qualche modo aveva sempre avuto sulle sue spalle il peso del mondo: un marito assente, figli che si erano creati la loro vita al di fuori della quattro mura domestiche, una campagna che era lentamente diventata la sua prigione.
Il ruolo della donna forte, della moglie fedele e paziente, della madre amorevole: questo era quello che aveva ricoperto nella sua vita, ma nessuno si era mai accorto che nei suoi occhi brillava una punta di malinconia che con il passere del tempo aveva oscurato la brillantezza delle sue iridi.
Tutto il dolore che aveva provato nella sua vita l'aveva scalfita, ma non era mai riuscito a spezzarla; poteva abbassare la testa, ma niente e nessuno sarebbe mai riuscito a distruggerla: era una donna coraggiosa, era una donna che avrebbe dato che la vita per quelli che amava e quello era ciò che forse aveva fatto davvero.
Chichi non rimpiangeva nulla della sua vita, nessuna scelta, ma era cosciente che aveva sacrificato se stessa alle volte per il bene degli altri, si era messa in secondo piano per il bene della sua famiglia.
Prese tra le mani una delle foto più belle che possedeva: erano tutti e quattro insieme e sorridevano, come se mai nulla di male fosse successo nelle loro vite. L'avevano scattata poco dopo la fine della lotta contro Majin Bu e lei ricordava perfettamente come il suo cuore fosse stato ancora cupo e pieno di preoccupazione, eppure sorrideva come se non niente fosse.
Sorrise appena accarezzando il lato della fotografia: avrebbe dato qualcunque cosa per vere di nuovo la sua famiglia tutta unita come una volta. Suo marito le voleva bene e questo lei lo sapeva, ma vedere come l'allenamento fosse un'ossessione così importante da metterla in secondo piano le spezzava il cuore e quelle poche volte che riusciva ad averlo in casa era come se tutto fosse un sogno e lei aveva il terrore di potersi svegliare da un momento all'altro e accorgersi che era tutto falso.
Alle volte si sentiva sola contro tutti, ma aveva sempre la forza di alzarsi nuovamente in piedi e di ricominciare da capo; era l'amore che la teneva ancora insieme e nonostante la sua apparente freddezza il suo cuore era straboccante di amore, un amore che aspettava solo il momento giusto per uscire fuori.
Posò nuovamente la foto al suo posto e asciugò frettolosamente una lacrima ribelle che le stava scivolando sulla guancia: non doveva piangere, non doveva mostrarsi debole. Arrivò velocemente nella sua stanza da letto e iniziò a sistemare il letto; fu solo dopo alcuni minuti che si rese conto che qualcuno era entrato in casa sua e la stava chiamando.
“Mamma! Mamma siamo noi, ti abbiamo fatto una sorpresa. Mamma, ci sei?”
Quella era la voce di suo figlio Gohan, che era andato a trovarla insieme a tutta la sua famiglia; la donna sospirò pesantemente, ma con il cuore alleggerito da quella gradita visita.
“Si tesoro, arrivo.”
Rispose e posò sulle sue labbra uno dei suoi migliori sorrisi mentre scendeva le scale per recarsi in soggiorno. Anche quel giorno sapeva che avrebbe sorriso e avrebbe fatto finta che non ci fosse stato nulla che non andava, doveva farlo per il bene dei suoi cari, doveva mantenere quella maschera che la proteggeva dalla cattiveria e dalla crudeltà del mondo.





Note dell'autrice
Salve e buon pomeriggio a tutti.
Oggi mi sentivo *stranamente* malinconica e ho deciso di buttarmi un po' su un personaggio che solitamente tando a mettere da parte, ma che può nascondere dei lati di nui non tutti parlano.
M farebbe piacere sapere cosa ne pensate voi, se la trovate un po' OOC o se potrebbe andare. Accetto ogni tipologia di critica.
A presto.

Giulia Pierucci

   
 
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