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Autore: bambolinarossa98    04/07/2018    0 recensioni
[Collegata alla storia "The Lady of the Ring"]
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Si dice sopratutto che la speranza sia un mero desiderio a cui aggrapparsi. Quando si ha paura o non si hanno vie d'uscita. Quando, semplicemente, si ha bisogno di illudersi di qualcosa per riuscire a restare in piedi.
Un muro di illusioni che impedisce di crollare, semplicemente questo.
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[KatekyoHitmanReborn/Miraculous - Marinette, Superbi Squalo - Marinette!Centric - collegata al capitolo 17 di "The Lady of the Ring" - possibile SPOILER!]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Chronicle's of Mafia Family'
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Ispirata a "Lithium - Evanescence" suggerita da "AlexSgrilli97"
Questa storia partecipa a "A World full of songs" indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP.
🌟 Fandom: Miraculous Ladybug - Katekyo Hitman Reborn
🌟 Personaggi: Marinette, Superbi Squalo
🌟 Parole: 604
🌟 Genere: Introspettivo, Sentimentale, Malinconico
🌟 Avvertimenti: Crossover, Missing Moments
🌟 Note: Tanto lo so già che mi odierò per questo.
Possiamo considerare questa storia un missing moments sul capitolo 17 di The Lady of the Ring che, benché sia ancora in fase di stesura, questo argomento è già stato bello che trattato sotto alcuni aspetti: semplicemente sarà un approfondimento dei pensieri di Marinette dopo la partenza di Squalo per l'Italia (che avevo già accennato nel capitolo 16 quindi, per quelle povere anime coraggiose che seguono la storia, non è spoiler!). Andiamo, lo avete capito tutti che il loro è un rapporto molto più profondo di quello che vogliono far vedere, quasi fraterno in un certo senso: Squalo potrebbe iniziare a chiamare Sabine "mamma" e nessuno lo troverebbe strano!
Seghe mentali a parte, appena ho sentito questa canzone mi sono venuti in mente loro due e non ho saputo resistere alla tentazione di dedicare qualcosa alla mia bromance preferita u.u
Ne approffitto per spammare la mia pagina facebook Multiverse e il mio sito Web.
Buona lettura!





 
Dedico questa schifopera storia alla mia compagna di scleri Sofie
e alla mia crush Caroline94,
shippatrici incallite della MariSqualo.
Poi dite che non vi penso :v







Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti. In fin dei conti, l'attesa non è poi cosí semplice da gestire, sopratutto se ci separa da qualcosa di molto importante: che sia un evento, un cambiamento, un giorno o una persona.
Si dice anche che la fiducia sia riservata agli stolti. Il saggio non si fida mai troppo, prende in considerazione ogni probabilità e agisce di conseguenza. Non è poi cosí sbagliato: in questo modo, almeno, se si viene delusi non si resta mai feriti. In un certo senso, lo si aspettava.
Si dice sopratutto che la speranza sia un mero desiderio a cui aggrapparsi. Quando si ha paura o non si hanno vie d'uscita. Quando, semplicemente, si ha bisogno di illudersi di qualcosa per riuscire a restare in piedi.
Un muro di illusioni che impedisce di crollare, semplicemente questo.

Marinette si sentiva cosí incredibilmente stupida mentre fissava il telefono, aspettando una chiamata che non sarebbe mai arrivata, con il cuore in gola. Lui non l'avrebbe richiamata, lei sapeva che non lo avrebbe fatto... però ci sperava lo stesso.
Illusa.
In fin dei conti quella telefonata non era dipesa da lui, non aveva alcun motivo per contattarla. Continuare ad aspettare era inutile, Marinette sapeva benissimo anche questo, eppure non riusciva a togliere gli occhi da quello schermo, aspettando di vederlo illuminarsi da un momento all'altro. Quell'attesa la stava uccidendo, non sarebbe riuscita a reggere a lungo.
Debole.
Marinette sapeva che era solo questione di secondi, prima di prendere mano al telefono e fare la cazzata di chiamarlo lei. Se non lo aveva ancora fatto era solo per Radi che le impediva di alzare la mano e comporre il numero.
Non si era intromesso, non aveva commentato o dato il suo parere: era rimasto ad osservare in silenzio la sua pro-pro-pro nipote deprimersi ogni giorno di più, senza neanche tentare di consolarla, ed ora aveva impunemente preso possesso del suo corpo impedendole di allungare il braccio e chiamare Squalo.
Non poteva neanche togliersi l'Anello, lui non gliel'avrebbe permesso.
Aveva provato a protestare e l'uomo non le aveva risposto, aveva provato a raggiungerlo "fisicamente" provando ad addormentarsi ma non ci era riuscita. Era in una situazione di stallo: non poteva fare nulla se non continuare a fissare quel telefono nella speranza che lui la chiamasse... e che Radi le permettesse di rispondere.
Marinette sospirò. Voleva solo sentirlo, sapere che stava bene, che non l'avesse cancellata dalla sua vita appena messo piede fuori casa, si accontentava anche di sentirlo imprecare contro i suoi stessi compagni di squadra per l'idiozia sempre più latente che dimostravano o per un lavoro particolarmente noioso... le andava bene tutto! Purché potesse parlare ancora con lui.
Si sentiva decisamente patetica a sperare in un segno di vita da parte sua con cosí tanta ansia e trepidazione. Si sentiva cosí dannatamente stupida a illudersi di ritrovarselo sulla porta di casa da un momento all'altro.
Perché sapeva che sarebbe tornato, lui gliel'aveva promesso... e lei si fidava di lui.
Stolta.
Forse non sarebbe ritornato, forse sarebbe rimasto in Italia ancora per mesi, forse si sarebbero rivisti solo quando lei sarebbe ufficialmente salita ai vertici della Famiglia Vongola e per quello ci sarebbe voluto ancora molto, troppo tempo. Si sentiva male solo a pensarci.
Chiuse gli occhi e si appoggiò alla parete, sentendo il profumo ormai familiare dei biscotti che suo padre stava preparando spesso in quei giorni. Macaron, i preferiti di Squalo.
Strinse le labbra, il cuore pesante e il groppo alla gola che si facevano sempre più fatidiosi. La consapevolezza di non riuscire a mostrare ciò che non provava grande quanto un macigno che le pesava sullo stomaco.
Non riuscirei a nascondere il vuoto che crei.
Aprí gli occhi.
Il telefono continuava a tacere.
   
 
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