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Autore: pampa98    05/07/2018    3 recensioni
Dal testo: "12 giorni. Erano passati 12 giorni dalla sua morte e Mikoto sapeva che non avrebbe visto il tredicesimo. Era dispiaciuto, questo sì. Stava lasciando molto dietro di sé, tanti pezzi che chi era rimasto avrebbe dovuto rimettere insieme. L’Homra era rimasta in piedi, anche senza Totsuka, e di certo sarebbe sopravvissuta anche a lui. Kusanagi e Anna li avrebbero guidati."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izumo Kusanagi, Mikoto Suoh, Totsuka Tatara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per la challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo Facebook "Hurt&Comfort Italia - Fanfiction&Fanart".
Prompt: Assenza.
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-Mi dispiace, Mikoto. Ho una brutta notizia.-
Mikoto allontanò il cellulare dall’orecchio, senza nemmeno preoccuparsi di chiudere la chiamata. Tostuka era morto. Lo disse a voce alta e subito fu avvolto da fiamme scarlatte. Le fiamme del suo dolore e della sua rabbia, quelle fiamme che divampavano da anni dentro di lui e che lui aveva sempre temuto. Si sentì stringere da Anna e, per un momento, si concesse di trovare la pace tra le sue braccia. Ma non poteva durare, lo sapeva. Non ci sarebbe più stata pace per lui, o gioia, almeno fino a quando non avrebbe rivisto Tostuka.
 
Tatara aveva riempito il bar con così tante cianfrusaglie che era impossibile non pensare a lui entrando lì dentro. Kusanagi aveva minacciato per anni di sbarazzersene, ma ora che finalmente avrebbe potuto, non trovava la forza per farlo. Gli aveva voluto molto bene e di certo la sua morte lo aveva distrutto, ma non poteva mostrarsi triste o spaesato. Il resto del clan dipendeva da lui ormai. Doveva tenerli uniti e doveva prepararsi a fare le veci di Mikoto, anche, se necessario. Quando sarebbe stato necessario.
Il fatto che fosse stato un re ad uccidere Totsuka, aveva creato non poca agitazione tra i ragazzi dell’Homra, poiché tutti sapevano cosa sarebbe successo se il Re Rosso avesse ucciso il Re Incolore. L’unico a cui non importava, però, era proprio Mikoto. Non poteva vivere senza Totsuka, questo lo aveva capito sin da quando aveva visto il suo corpo esanime, e l’idea di morire per poterlo venidcare non lo spaventava affatto.
-Sai cosa accadrà.- lo aveva avvisato Kusanagi, -Lascia che sia qualcun altro a farlo. Sarebbero – saremmo – tutti quanti più che felici di…-
-No.- aveva risposto, con un tono che non ammetteva repliche.
-Scusami. Non posso.-
Non ne parlarono più. Gli stava facendo un torto, lo sapeva. Lo stava facendo a lui, ad Anna, Yata e a tutti quelli che credevano in lui e che avrebbe dovuto presto affrontare un’altra perdita. Non lo faceva per egoismo, o almeno, non esclusivamente per quello. Non sapeva come vivere in un mondo di cui Totsuka non faceva più parte. Ogni giorno faceva fatica ad alzarsi e a scendere in una stanza da cui non sentiva provenire la sua voce o il profumo dei suoi dolci. Non riusciva a stare seduto sul divano a guardare quella coperta abbandonata di fronte a sé, senza nessuno raggomitolato sotto a sonnecchiare beatamente. Non riusciva a non senitre una fitta al cuore ogni volta che si voltava e scopriva che Totsuka non era al suo fianco. Non riusciva nemmeno a vedere le sue foto appese alla parete del bar, ricordi dei loro momenti felici. Non riusciva a vivere senza il suo sorriso o la sua allegria. Totsuka era stato il primo a credere in lui, forse quello che ci credeva più di tutti, e senza di lui a ricordargli che i suoi poteri non erano un male, lui non sapeva che cosa farci.
Non sarebbe sopravvissuto alla sua perdita, quindi perché sforzarsi a rimandare l’inevitabile?
 
12 giorni. Erano passati 12 giorni dalla sua morte e Mikoto sapeva che non avrebbe visto il tredicesimo. Era dispiaciuto, questo sì. Stava lasciando molto dietro di sé, tanti pezzi che chi era rimasto avrebbe dovuto rimettere insieme. L’Homra era rimasta in piedi, anche senza Totsuka, e di certo sarebbe sopravvissuta anche a lui. Kusanagi e Anna li avrebbero guidati.
Lasciò il lavoro sporco a Munakata. Se ne dispiacque, ma era certo che il Re Blu avrebbe sopportato egregiamente quel peso. Fu più sollievo che dolore ciò che provò in quel momento. Prima di chiudere per sempre gli occhi, ebbe la sensazione di vedere le farfalle rosse di Totsuka volare intorno a lui. Quanto lo avevano preso in giro per quel piccolo trucchetto, eppure in quel momento, a Mikoto sembrava lo spettacolo più bello del mondo.
 
Quando aprì gli occhi, Totsuka era accanto a lui, sorridente come sempre.
-Buongiorno, Re.-
Mikoto lo afferrò per la giacca e lo tirò su di sé, stringendolo tra le braccia. Lo sentì ridacchiare, prima di sentire le sue braccia cingergli a loro volta le spalle.
-Sei piuttosto energico per uno che è appena morto.-
-Mi dispiace. Dovevo arrivare prima.-
Totsuka si scostò da lui quanto bastava per dargli un colpetto in testa, per niente paragonabile ai pugni che gli dava Mikoto.
-In realtà, Re, sei parecchio in anticipo.-
-Forse, ma va bene così.- rispose semplicemente.
Totsuka continuava a sorridere, ma la sua espressione tradiva un’evidente tristezza.
-Hai lasciato un bel po’ di casino, eh?-
-Già.-
-Kusanagi-San sarà arrabbiato con noi.-
-Quando mai non lo è stato?-
Tostuka rise, e ascoltare di nuovo quel suono fece sentire Mikoto ancora vivo. Allungò una mano ad accrezzargli il viso.
-Scusa.- disse, -Non riuscivo… a respirare, senza di te.-
Totsuka gli sorrise dolcemente, poggiando una mano sopra la sua.
-Mi sei mancato anche tu, Re.-





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Note: Era tanto che non scrivevo su di loro, ma questo prompt unito all'imminente uscita di K:Seven Stories, mi ha fatto riaffiorare tutti i feels *-*. Grazie di aver letto, spero che vi sia piaciuta :). A presto!
   
 
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