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Autore: padme83    05/07/2018    28 recensioni
1. Rapture (Se non dopo, quando?): "Ti è bastato un istante, durante la prima passeggiata in paese, per capire, per avere l'assoluta certezza che con quella massa scomposta di ricci scuri niente sarebbe stato facile – per te, più che per lui. Hai incrociato il suo sguardo per la frazione di un secondo, e ti sei sentito perduto."
2. Devotion (La collina di Monet): "Ti guarda divertito – la sua timidezza, così come l'impaccio iniziale, non sono altro che un vago ricordo – e il suo sorriso è un miracolo del quale ancora non riesci a capacitarti. Si erge rilassato fra le lenzuola, scivolandoti addosso con la grazia e l'eleganza di un cigno che volteggia sulle acque placide di un lago."
3. Annihilation (La sindrome di S.Clemente): "- Non ti staccare da me. - soffi sulle sue labbra - Per nessuna ragione al mondo. - Il "No" che ricevi in risposta è a malapena un sussurro, così flebile che non sei nemmeno certo di averlo udito davvero."
4. Choices (I luoghi dello spirito): "Ma, che ne sia conscio o meno, Apollo ormai vola con lui, ed Euterpe lo accompagna, donandogli ali di diamante, e un universo infinito da conquistare."
[Oliver's POV]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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( ... blessed be the... )
- Mystery of Love -




 

Summer 1983, somewhere in northern Italy


 


 


Egli mi costringeva ad amarlo senza guardarmi.
(Charlotte Brontë – Jane Eyre)


 



 

~ Rapture ~

 


 


 

"I think I'm drowning, asphyxiated
I want to break the spell that you've created.
You're something beautiful, a contradiction,
I want to play the game, I want the friction.

You will be the death of me.
Yeah, you will be the death of me.

Bury it, I won't let you bury it,
I won't let you smother it, I won't let you murder it.

Our time is running out, and our time is running out.
You can't push it underground. We can't stop it screaming out."

 

 

 

È seduto in giardino, accarezzato dalle fronde ombrose dei tigli, e legge un libro, come sempre.
Questa mattina, però, la lettura sembra appassionarlo ancor più del solito: ne sono testimoni il quaderno con gli spartiti e l'immancabile walk-man, che giacciono dimenticati ormai da tempo in un angolo del grande tavolo di pietra sopra il quale è sua abitudine studiare. La vecchia pendola, nel vestibolo della villa, ha già battuto dodici sonori rintocchi: tra poco Mafalda chiamerà tutti a raccolta per il pranzo, ma Elio non dà segno di curarsene, un lieve sorriso a illuminare il raffinato cesello del viso, gli occhi che si muovono voraci sulle pagine, assaporando parole, immagini, sogni.
Né tu, Oliver, vorresti scuoterlo dalle sue fantasticherie, perché – saresti uno sciocco a negarlo – da interminabili minuti lo stai osservando di nascosto, completamente rapito.
Ringrazi il cielo per questa inaspettata possibilità: scrutarlo in silenzio, mentre la sua mente vaga ignara per universi sconosciuti fatti di carta e inchiostro, è da giorni l'unico modo per avere un contatto con lui, seppur effimero. Dovresti sentirti un po' in colpa, per questo, lo ammetti. Poco meno di un ladro, di un impostore, ecco ciò che sei, Oliver. In realtà, se solo potessi, se davvero fossi tanto abile, protrarresti questi rari momenti di quiete il più a lungo possibile. C'è un limite alla tensione che un uomo può sopportare, diamine, e lo sa Dio a quali vette di tormento e frustrazione Elio Perlman è in grado di condurti, quando ci si mette d'impegno.
Per fortuna, oggi non è una di quelle giornate. Pensi che, qualunque sia l'autore capace di coinvolgere il ragazzo a tal punto – tanto da concedere a entrambi un'intera mattinata di tregua –, meriti come minimo la tua imperitura gratitudine – unita, naturalmente, ad una buona dose di pungente gelosia, come qualsiasi altra cosa che distolga da te le attenzioni di Elio, anche se solo per un poco.
La sua capacità di restare immobile per ore, con un libro aperto fra le mani eleganti, non manca mai di lasciarti profondamente stupito; alla sua età nulla riusciva a tenerti fermo, avevi l'argento vivo addosso, come era solita ripetere tua nonna, e correvi il rischio di romperti l'osso del collo almeno un paio di volte al giorno. Elio invece sembra sempre così calmo, distaccato, imperturbabile: come se non facesse davvero parte di questo mondo, come se nulla potesse toccarlo o ferirlo. Tuttavia, tu hai ben presente quanto le apparenze possano trarre in inganno, e la verità, nel caso del rampollo della famiglia Perlman, è assai più ambigua e complessa di quanto risulti ad uno sguardo distratto.
Elio è un idealista, un sognatore, su questo non hai alcun dubbio. È un introverso, anche, e sentirsi a proprio agio in mezzo alla gente e alla confusione non rientra certo fra le attività in cui eccelle. Eppure, tu hai visto cosa si cela dietro quel suo cipiglio serio e i suoi modi garbati; tu sai cosa dissimulano i suoi silenzi infiniti. C'è così tanto in lui, in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni nota che ruba al pianoforte quasi da essa dipendesse la sua stessa salvezza: un caleidoscopio di vibranti sfumature che ti irretiscono e, in egual misura, ti attraggono, ecco cos'è Elio Perlman. Un'anima antica, eterea solo in apparenza, un torrente di montagna in perenne subbuglio, una creatura incantevole resa ancora più preziosa da una fame di vita talmente urgente e bruciante da risultare a tratti dolorosa. Uno spirito indomito, a malapena tenuto a freno dalle briglie di un carattere fiero, appassionato, dolce e feroce ad un tempo.
Ti è bastato un istante, durante la prima passeggiata in paese, per capire, per avere l'assoluta certezza che con quella massa scomposta di ricci scuri niente sarebbe stato facile – per te, più che per lui. Hai incrociato il suo sguardo per la frazione di un secondo, e ti sei sentito perduto. Quegli occhi – ricordi di aver pensato quella sera stessa, avvolto dal profumo fresco e inebriante delle sue lenzuola – quegli occhi potrebbero strappare segreti alla più tenebrosa fra le anime dell'Inferno. Occhi che vedono, non guardano soltanto, occhi capaci di squarciare il velo impenetrabile dell'oscurità, di passare incolumi oltre il terribile confine che divide la pelle dal sangue che scorre impetuoso nelle vene. Occhi impossibili da dimenticare, di un punto di verde talmente insolito e intenso da sembrare irreale. Sfiorati da un caldo raggio di sole, avevano brillato, luminosi, come ossidiana bagnata, e ardenti, simili a lampi nel buio inviolabile di una notte priva di stelle.
Da allora non fai che struggerti al cospetto della perversa ostinazione con cui Elio si rifiuta di guardarti, occultando alla tua vista quel tesoro inestimabile che porta incastonato nel volto, e del cui immenso potere sembra essere totalmente inconsapevole – o magari no.
Ma, in fondo, forse – forse – è meglio così, anzi. Dovresti essergli grato, per la cura meticolosa con cui evita di indurti in tentazione. Il problema è che, per quanto si sforzi, Elio non può comunque nasconderti tutto se stesso: non è un ragazzo che passa inosservato in condizioni normali, figuriamoci davanti a te, che quasi sei consapevole della sua presenza – o assenza – anche mentre stai dormendo. Le sue labbra – due archi pieni e perfetti, rossi come pesche mature, e altrettanto invitanti –, quelle dannate labbra, ad esempio, sarebbero un motivo più che sufficiente per spingerti a stargli alla larga – sempre, ovviamente, che tu voglia continuare a conservare intatte tutte le tue facoltà mentali. Peccato che tu non sia affatto sicuro di volerlo. Non vuoi o non puoi, schiavo come sei di un incantesimo che non ti lascia alcuno scampo, nessuna possibilità di salvezza? Smarrito in una malia che intorpidisce i sensi, ti scopri incapace di opporti al capriccio sconveniente che ti tortura le dita, a quella voglia impudica che ti toglie il fiato. E ti infiamma il cuore.
Quando Elio è teso, ha l'abitudine di mordersi lentamente il labbro inferiore.
Come in questo momento.

Un invito esplicito.
Impudente.
Irresistibile.
Dio, cosa non faresti a quelle labbra!
- Ragazzi, avanti, venite a tavola, il pranzo è pronto. -
Un sospiro, l'ennesimo, e ritorni tuo malgrado alla realtà.
Les jeux sont faits, rien ne va plus.
- Arriviamo, Signora Perlman. -
Per quanto tempo ancora combatterai contro te stesso, Oliver?



 

"I wanted freedom, but I'm restricted.
I tried to give you up, but I'm addicted.
Now that you know I'm trapped sense of elation.
You'll never dream of breaking this fixation.
You will squeeze the life out of me.

Bury it, I won't let you bury it,
I won't let you smother it, I won't let you murder it.

Our time is running out, and our time is running out.
You can't push it underground, we can't stop it screaming out.
How did it come to this?

You will suck the life out of me..."


 

 



 

{Words Count: 1032}

 

 

 



 

Nota:

Buonasera a tutt*!

Chi non muore si rivede ^^'

Cosa volete che dica a mia discolpa? Doveva essere una flashfic (anzi, è nata come una drabble, giusto così per togliermi il prurito dalle mani), ma poi giuro che non so cosa sia successo, e questo è il risultato.

"Chiamami col tuo nome" (sia il magnifico libro di Aciman che il film di Guadagnino) è al momento quasi un'ossessione per me, e se da una parte avvertivo il bisogno di scrivere qualcosa al riguardo, dall'altra ora mi sento molto, moooolto inadeguata – e anche abbastanza stupida – per essermi accostata a qualcosa di assolutamente perfetto, e che di certo non necessitava del mio contributo.

Insomma, crush nuova, dilemmi vecchi, siam sempre lì XD

Spero di essere riuscita a restituire un ritratto perlomeno accettabile di Oliver, personaggio per il quale confesso di avere ben più di un debole.

La colonna sonora (Mystery of Love, Sufjan Stevens), immancabile as usual, è forse in questo caso scontata, ma altresì doverosa.

-- EDIT: dato che, da One-Shot, questa storia si è trasformata in una raccolta (ed è a questa nel suo insieme che fa riferimento Mystery of Love), ho pensato che anche "Rapture" meritasse una ost tutta sua, esattamente come gli altri capitoli. E cosa c'è di più assolutamente perfetto di Time is running out dei Muse? L'ho riportata tutta perché, davvero, si adatta come un vestito fatto su misura all'intero testo. --

Ringrazio come sempre chi vorrà leggere, e magari lasciarmi un piccolo commento :)

Vi aspetto su Lost Fantasy, se vi va (per raggiungermi in fretta, basta cliccare sull'icona con i due gioppini vicino all'immagine del profilo) ;)

A presto! (leggete il post scriptum di cui sotto per capire quanto purtroppo sia tragicamente improbabile un mio prossimo ritorno)


Baci :*


padme



 

P.S: il 17 giugno 2018 è nato il #PiccoloPadawan_n2! :D

   
 
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