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Autore: xingchan    07/07/2018    5 recensioni
"Sospirò, godendo il tepore che quella coperta così calda le stava generosamente regalando. Probabilmente gliel'aveva messa addosso Sesshomaru - era improbabile che Jaken avesse fatto un gesto tanto carino, anche se non poteva escluderlo - prima di allontanarsi: sicuramente la notte era stata fredda e umida, e con il cuore gentile che aveva nel suo forte petto il signor Sesshomaru doveva aver pensato a lei - perché lui in fondo pensava a tutti, ma era certa che innanzitutto pensasse a lei."
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kaede, Rin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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The day after

 

 

Quando Rin aprì gli occhi il sole era già sorto da un pezzo.

Si sentiva incredibilmente stanca, e la testa le faceva male come non era mai successo, così si concesse un altro po' di tempo per sonnecchiare prima di andare a cercarsi qualcosa da mangiare.

D'altronde, doveva essere ancora piuttosto presto, e se a quell'ora del mattino Jaken non le gracchiava nelle orecchie con quella sua vocetta irritante voleva dire che il signor Sesshomaru non era ancora tornato, oppure era semplicemente nei paraggi e non c'era bisogno che lei si alzasse di buona lena per seguire il gruppo.

Sospirò, godendo il tepore che quella coperta così calda le stava generosamente regalando. Probabilmente gliel'aveva messa addosso Sesshomaru - era improbabile che Jaken avesse fatto un gesto tanto carino, anche se non poteva escluderlo - prima di allontanarsi: sicuramente la notte era stata fredda e umida, e con il cuore gentile che aveva nel suo forte petto il signor Sesshomaru doveva aver pensato a lei - perché lui in fondo pensava a tutti, ma era certa che innanzitutto pensasse a lei.

Sorrise tutta contenta a quel pensiero mentre si tirava quella coperta sugli occhi per schermarli dalla luce. Ma con perplessità notò che al posto di un pezzo di tessuto qualsiasi sotto le dita sentì dei filamenti sottilissimi.

Li tirò comunque con forza per poterli portare all'altezza degli occhi, ma si fermò subito quando sentì un sonoro "Ahia!" in direzione dei suoi piedi.

"Ehi, tu! Se sei sveglia, potresti toglierti? No, sai, mi stai bloccando per i capelli..."

Alzò lo sguardo, ma solo in un secondo momento si rese conto di dove fosse.

Si trovava in una capanna - che riconobbe come quella della sacerdotessa Kaede - ed era parzialmente avvolta da una folta chioma bianca, di cui stava stringendo una ciocca ben corposa che le accese nella mente l'immagine di una sola persona.

Arrossì un poco, chiedendosi se quello fosse soltanto un sogno oppure un brutto tiro che la testa le giocava - da quando il signor Sesshomaru aveva quella voce da ragazzino? - ma aguzzando la vista si rese conto che quel Sesshomaru aveva abiti diversi - di un bel rosso acceso - e aveva un paio di orecchie da cane.

"Inuyasha, lasciala stare!" sentenziò la voce di una donna anziana che riconobbe come Kaede, e subito Rin comprese chi fosse, dando finalmente un nome allo strano personaggio che aveva scambiato per il suo signore.

"Lasciala stare?! Sono ore che mi sta inchiodando qui!"

E difatti Inuyasha era sdraiato, e stava provando disperatamente a mantenere alta la testa per poterla poggiare sul palmo della mano nonostante ci fosse lei ad impedirglielo.

"Cerca di capirla, ha avuto una nottataccia" mormorò con tristezza Kaede.

"Già..."

La voce di Inuyasha si fece più lieve e comprensiva e d'istinto Rin rilassò il corpicino, sistemandosi quel po' che bastava per sentirsi un po' più comoda. Se c'era Inuyasha voleva dire che Sesshomaru l'aveva lasciata indietro - probabilmente portando Jaken con sé - ma presto sarebbe tornato a prenderla, come sempre.

"Però questo non la autorizza a strizzarmi i capelli!"

Il suo tono era ritornato pesantemente ostile per i suoi gusti, così Rin si indispettì e uscì allo scoperto da quello che da invitante giaciglio era diventato un guscio soffocante.

Corse all'ingresso della casa scostando di fretta la tenda di paglia, incurante della voce di Inuyasha che le diceva di tornare indietro: il sole aveva quasi toccato il suo punto più alto, e Rin vide gli abitanti del villaggio umano dedicarsi alle loro faccende quotidiane mentre guardavano di sottecchi lei e qualcosa che le era accanto.

Volgendo lo sguardo a sua volta, Rin vide Ah-Uhn sonnecchiare placidamente. Fu come se qualcosa si accendesse nella sua testa, ma prima che potesse formulare l'idea di montare il drago a due teste per andarsene scorse una pesante corda che lo teneva legato ad un pilastro di legno della casa e le briglie e la sella slacciate dal dorso e poste accanto all'ingresso. E Rin interpretò quello stato di cose alquanto strano: solitamente Ah-Uhn era sempre pronto a spostarsi, e in tutto il periodo al fianco di Sesshomaru non l'aveva mai visto legato in quel modo.

Una folata di vento più freddo la costrinse a rifugiarsi dentro, ma lo fece con il preciso intento di chiedere spiegazioni. Però prima che riuscisse a parlare venne investita da un odore invitante che le ricordò con prepotenza di avere lo stomaco vuoto da tempo. Kaede aveva un pentolone sul fuoco - dettaglio che prima non aveva notato - e di colpo le tornò in mente quanto fossero buone le cose che cucinava lei: aveva avuto già modo di mangiare le sue pietanze quando Sesshomaru aveva lasciato il suo gruppo per inseguire Magatsuhi da solo.

Ma Rin non si lasciò vincere dalla tentazione, e si diresse a passo spedito verso Inuyasha. Non importava se la stava guardando con indifferenza e fosse di gran lunga più grosso di lei: non le faceva paura per niente.

Gli agguantò la casacca rossa, strattonandola con energia con entrambe le manine, e lo costrinse a guardarla negli occhi.

"Ehi, Inuyasha!"

"Cosa vuoi adesso? Se è per il demone drago, sappi che lo abbiamo legato per tranquillizzare gli abitanti del villaggio."

"Dove hai messo il signor Sesshomaru?"

Inuyasha la guardò come se fosse meravigliato del fatto che lei non ricordasse un accidente.

"Dove l'ho messo io? Sesshomaru se ne è andato via con quel demonietto di Jaken, non te lo ricordi?"

Andato?

Sconvolta, la bambina allentò la presa; e nell'istante in cui ponderò la possibilità che dicesse la verità le venne l'irrefrenabile impulso di mettersi a piangere. Di nuovo.

E di colpo ricordò ogni cosa.

Il giorno prima Sesshomaru l'aveva lasciata al villaggio umano, stavolta definitivamente. Lei aveva protestato, ma le sue lamentele non erano valse a nulla: Sesshomaru l'aveva guardata a lungo, con una nota malinconica negli occhi dorati, e le aveva promesso che presto avrebbe fatto ritorno da lei.

Quel pensiero la rincuorò immediatamente, ma il fatto che avrebbe dovuto aspettare - più del previsto - la fece ripiombare nell'angoscia. Senza di lui le sembrava di essere completamente esposta al mondo esterno - a quel mondo umano e demoniaco insieme che l'aveva condannata a morte - da cui si poteva sottrarre soltanto sotto la sua ombra fredda e protettiva.

L'idea dell'abbandono era lontana, come lo era lui in quel preciso momento; eppure Rin non voleva lasciarsi andare al pensiero di non poterlo vedere sempre di ritorno, magari dopo una lunga attesa sotto le stelle, con Ah-Uhn che affettuosamente le sbuffava accanto e Jaken, che un momento prima sembrava assecondare i suoi giochi e il momento più tardi si lamentava dei ritardi del padrone e del fatto che lo lasciasse solo con lei.

Sentì nuove lacrime pizzicarle gli occhi e inondarle le guance, così si affrettò a strofinarle con la manica del kimono, per poi provare inutilmente ad arginarle con le mani.

"Oh, basta! Non ti metterai a frignare di nuovo?!"

Non capiva - lo stupido - quanto fosse difficile per lei trovarsi in un villaggio di umani, senza la benché minima idea di dove andare a cercare il suo gruppo - di dove andare a cercare lui.

"Hai pianto per tutta la sera, ed anche quando eri addormentata ti lamentavi nel sonno" le disse Kaede. Aveva preso un attizzatoio e stava rimestando il fuoco sotto la pentola, riavviandolo.

Rin tirò su col naso, scoprendosi tremendamente imbarazzata, mentre nella testa scorrevano tutte le immagini e le sensazioni che aveva provato la sera prima: si era addormentata piangendo, cercando un mero rifugio in Inuyasha e dando la colpa a quella sacerdotessa che - era sicura - aveva fatto di tutto per separarla da Sesshomaru.

Rin la osservò meglio, soffermandosi sui suoi capelli inbiancati dall'età avanzata e dalla benda sull'occhio - il primo dettaglio di lei di cui si fosse incuriosita - che portava sempre. Fino a qualche ora prima l'aveva reputata buona, ed anche piuttosto simpatica. L'aveva perfino aiutata a preparare la cena. Ma ora non sapeva proprio cosa pensare.

Era certa che Sesshomaru non volesse separarsi da lei, così come Rin non voleva assolutamente stare senza di lui; eppure non credeva di aver visto Kaede scambiare più di qualche cenno con il signor Sesshomaru. Forse avevano parlato in privato - forse proprio mentre lei stava tentando di afferrare quello strano insetto verde.

"Già, e lo chiamavi come se avessi completamente perso la testa."

"Non preoccuparti, Rin. Anche Inuyasha si agitava nel sonno" le fece notare la sacerdotessa. "Probabilmente non te ne sei accorto, Inuyasha, ma hai invocato Kagome per tutta la notte, e in modo a dir poco disperato."

Kaede doveva averlo colto alla sprovvista, perché Inuyasha dimenticò presto di deriderla e cominciò ad agitarsi, diventando paonazzo.

"Stai sognando, vecchia!"

La bambina lo vide stringersi nella sua posizione seduta così tanto che sembrò quasi di vedere la sua spada Tessaiga scomparire fra le pieghe della sua veste, e qualcosa si mosse dentro di lei - forse della tenerezza, o forse la consapevolezza che non fosse la sola a soffrire per la mancanza di qualcuno - invitandola a tirare le labbra in un leggero sorriso.

"Oh, no affatto!", e la cadenza divertita nella voce della donna in qualche modo le fu d'aiuto. "Eri anche peggio di Rin."

"Peggio...?"

Inuyasha doveva sentire la mancanza di Kagome tanto quanto lei sentiva quella di Sesshomaru, ed era inutile che lo negasse. Probabilmente sentire piangere qualcuno per tutta una sera lo aveva ricondotto al momento della sua separazione con Kagome. E di conseguenza ciò lo aveva intristito parecchio.

"Finiscila, Kaede! E pure tu, smettila una volta per tutte" brontolò nella sua direzione. "Cosa ci trovi di speciale in uno così?!"

Inuyasha fece finta di rabbrividire come se stesse parlando di un pezzo di ghiaccio, e Rin si sentì così offesa - ma cosa più importante, aveva offeso Sesshomaru - che gli diede un calcio sul ginocchio. Inuyasha imprecò, guardandola con esasperazione rabbiosa.

"Non lo sai? Te lo dico subito" disse lei indispettita. "Sesshomaru è buono e gentile, ecco perché!"

"Sesshomaru è scontroso e violento."

"Non è vero!"

Sbatté un piedino a terra, ma era così ridicolmente piccola di fronte ad Inuyasha che, doveva ammetterlo, doveva fargli paura tanto quanto doveva fargli paura un misero ragnetto. In fondo, però, non aveva tutti i torti: Sesshomaru non faceva di certo complimenti di fronte ad un nemico, ma Rin si fidava completamente del suo giudizio, soprattutto dal momento in cui aveva fatto di tutto per salvare Kohaku e tutti gli altri.

"Quanto sei rompiscatole! Ecco perché ti ha mollata qui!"

"Eh?"

Tantissime volte aveva pensato di essere di troppo, o di essergli di disturbo: anche se non sapeva contare Rin avrebbe potuto indicarle una per una; le stesse che irrimediabilmente venivano spazzate via non appena incrociava sul suo cammino qualcosa che attirava la sua attenzione, anche se piccola e apparentemente insignificante. Le sue grida di gioia forse erano fastidiose, e non ci vollero molti secondi prima che le sue labbra tremassero per il nervosismo e emettessero alcuni singulti.

"Inuyasha, guarda cosa hai fatto! Lascia perdere quel maleducato, Rin: in questo momento è troppo nervoso per poter consolare qualcuno. Gli ci vuole qualcuno che consoli lui, piuttosto!"

Rin alzò ancora una volta lo sguardo verso Inuyasha, vedendolo scuotere la testa con una nota di rassegnata tristezza.

"Se vuoi, ti posso cantare qualcosa" propose lei, sperando di avere un cenno di assenso. "Cantavo sempre qualcosa a Jaken quando lui era in pensiero per il signor Sesshomaru" spiegò.

"Cosa?"

Inuyasha la guardò per qualche istante con un'espressione sconcertata. Probabilmente non credeva possibile che il piccolo kappa la stesse ad ascoltare - e difatti neanche lei pensava che Jaken apprezzasse - ma voleva aiutarlo, e lo avrebbe fatto con il mezzo migliore di cui disponeva.

"Sei davvero una brava bambina, Rin" sospirò la donna. "Vedrai che Sesshomaru tornerà davvero da te."

Rin annuì, incoraggiata da quella sacerdotessa così misteriosa. E così prese a cantare: e doveva essere una canzone davvero sciocca, che parlava di fiori e di montagne, perché Inuyasha ricominciò a blaterare su quanto fossero insofferenti le sue orecchie a quel genere di nenie; finché lei non riafferrò con vivacità la sua chioma, avvolgendola ancora una volta intorno a sé.

Inuyasha mugugnò qualcosa in segno di protesta fra le parole della canzone, e lei gli strinse i capelli con più forza, accoccolandosi esausta - e un po' di proposito - contro la sua schiena. Non importava se Sesshomaru detestasse quel fratello di cui parlava malvolentieri: Inuyasha era quanto di più simile a lui ci fosse nei paraggi, e non era affatto intenzionata a mollare la presa sui suoi capelli.

Non subito, almeno.

 

 

 

 

 

NDA

Perdonate l'originalità stratosferica del titolo, ma tant'è. Questa sciocchezzuola in parte è uscita di getto, quindi vogliate perdonare eventuali orrori di varia natura. Mi ispiravano Inuyasha e Rin in ambito fluff. E sì, rimarrò con la fissa che Rin crescerà con Ah-Uhn anche se non è così. Pardon.

   
 
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