Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: Vanessa1995    08/07/2018    3 recensioni
Post stagione 7
Una notizia inaspettata accoglie Jon quando ritorna a Grande Inverno dopo essersi inginocchiato a Daenerys. Presto il giovane si vedrà costretto a compiere una decisione dolorosa per salvare la sua famiglia, il Nord e soprattutto Sansa.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Il prezzo del tradimento'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Nota d'autore: ho messo tutta me stessa in ogni singola parola. È stata dura, ma sono abbastanza soddisfatta del risultato. Mi piace pensare che Sansa sia diventata molto forte con il passare del tempo. Sono consapevole che potrà sembrarvi OOC e probabilmente lo sarà, come del resto Jon, Daenerys e Arya, sebbene abbia fatto il possibile per rispettare i loro caratteri originali. Detto questo, buona lettura.
Ah, tanti auguri Giulia, spero che questo regalo di compleanno in ritardo ti piaccia.


Grande Inverno non sembrava cambiata negli ultimi due mesi che Jon Snow era stato via. Aveva convinto Daenerys Targaryen ad unirsi alla loro causa e a imprestargli i suoi draghi, sebbene per farlo aveva dovuto pagare un caro prezzo che non avrebbe mai voluto pagare, ovvero far perdere al Nord la propria indipendenza. Tuttavia non aveva visto altra soluzione. Era consapevole che i lord e le lady del Nord non l'avrebbero presa bene, ma mai avrebbe pensato che lo sguardo di disapprovazione negli occhi di Sansa lo avrebbe ferito così tanto.
« Bentornato Jon. » lo salutò, in piedi dietro al tavolo, in fondo alla sala principale del castello. Tutti i presenti si voltarono verso Jon e Daenerys. Centinaia di occhi lo guardavano storto e desiderava sprofondare sottoterra. Brienne di Tarth era in piedi alla destra di Sansa. Portava legata alla vita la sua fedele spada ed era seria e impassibile come al solito. Con suo enorme stupore si rese conto che al fianco di Sansa c'erano Bran e Arya. Quest'ultima giocherellava con un coltello.
« Sono contento di rivedervi. » disse, riferendosi a tutti e tre i fratelli. Il silenzio cadde nella stanza e poteva giurare che l'unico suono che sentiva era il suo cuore che batteva all'impazzata. Daenerys era in piedi al suo fianco e fissava dritto di fronte a lei; difficile comprendere cosa le stesse passando per la testa. Aveva come la sensazione che nessuno dei presenti sapesse cosa dire.
« Jon, puoi farmi la cortesia di seguirmi, per favore? » il tono della sorellastra era impassibile. Teneva le mani intrecciate sul ventre. Strano che Petyr Baelish non fosse lì a tramare nell'ombra come da sua abitudine.
« Va bene. » acconsentì. Sansa fece il giro del tavolo ed uscì dalla sala, servendosi della porta a destra. Attraversò la stanza in silenzio. Non aveva bisogno di guardarsi attorno per sapere che centinaia di occhi lo fissavano intensamente senza togliergli lo sguardo di dosso e fu sollevato quando uscì. La sua sorellastra lo guardava con i suoi freddi occhi azzurri. « Sansa, l'ho fatto per salvarti, per salvarci tutti. » affermò. Lo schiaffo arrivò inaspettato. La sua mano gli aveva colpito la guancia destra facendolo voltare. Rimase immobile, non osando guardarla in faccia.
« Come hai potuto inginocchiarti ai suoi piedi? Come hai potuto riconoscerla come nostra regina dopo tutto il male che la sua famiglia ha provocato alla nostra? » tuonò. Sapeva che l'aveva ferita, ma non avrebbe mai immaginato così tanto. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Allungò una mano per toccarle la spalla e tentare di calmarla, però la rossa sollevò le mani e scosse con forza la testa. « Non mi toccare. Io mi fidavo di te e tu mi hai tradito. Ci hai tradito! » esclamò. Una lacrima le scivolò lungo la guancia. Gli provocava un immenso dolore vederla soffrire e mai avrebbe voluto essere la causa della sua infelicità o vederla piangere per colpa delle sue azioni, per quanto giuste potessero sembrargli.
« Sansa… » disse piano. La porta alle sue spalle si aprì.
« Mia signora, è tutto a posto? » domandò Brienne con una mano sopra al pomo della spada. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Possibile che ritenesse di doverla proteggere da lui? Tutto questo era ridicolo, era la sua sorellastra e non avrebbe mai potuto farle del male. Lui… scacciò subito quel pensiero dalla testa.
« Sì, io e Jon stavamo soltanto discutendo. » rispose tranquillamente la rossa. La bionda fece un cenno di assenso con il capo, rimanendo immobile. « Per quanto disapprovi quello che hai fatto, sei pur sempre mio fratello e non ho intenzione di mandarti via. » Jon provò un grosso sollievo nell'udire quelle parole.
« Per quanto riguarda Daenerys? » temeva la risposta a quella domanda.
« Può restare. In fondo abbiamo bisogno del suo aiuto, ma non ho alcuna intenzione di inginocchiarmi come hai fatto tu. » la Madre dei Draghi si sarebbe infuriata, però non ebbe la forza di ribattere, intuendo che sarebbe stato inutile. Si limitò a restare in silenzio e fissarla mentre rientrava in sala. Lo faceva sentire impotente. Tutto quello che aveva fatto era per lei, per il Nord. Desiderava soltanto saperla al sicuro e felice.

-***-

Nella sua camera da letto Sansa Stark era intenta a prepararsi per la notte. La ragazza era seduta alla toeletta intenta a spazzolarsi i lunghi capelli ramati. Indossava una camicia da notte di colore azzurro pallido che si abbinava perfettamente ai suoi occhi chiari, che aveva ereditato dalla madre.
« Non c’è qualcosa che vorresti dirmi? » chiese Arya. Era seduta al centro del letto con le gambe intrecciate, intenta a giocherellare con il suo coltello. Erano passati pochi giorni da quando aveva posto fine alla vita di Petyr con quella stessa arma.
« Non so a cosa ti riferisci. » rispose tranquillamente, senza smettere di pettinarsi i capelli. La bruna alzò gli occhi al cielo e scese dal letto, mettendosi alle spalle della sorella.
« Mi riferisco alla tua gravidanza. » la Stark posò la spazzola sul tavolino e chinò il capo.
« Come fai a saperlo? » non lo aveva detto a nessuno per il momento. Gli unici a saperlo erano lei, la sua serva personale e Sam. Era preoccupata all'idea che potesse rivelarlo a Jon adesso che era tornato. Gli aveva promesso di non dirlo a nessuno, tuttavia temeva che la sua fedeltà nei confronti del fratellastro avrebbero finito per spingerlo a tradirla.
« Non sarò un maester, ma non sono nemmeno stupida. » rispose. Era consapevole che l'avrebbe scoperto prima o poi, però sperava che sarebbe avvenuto tra molto tempo. Sansa si drizzò in piedi. Difficile capire se la notizia rendesse Arya felice o meno.
« Non voglio parlarne. » disse, distogliendo lo sguardo e dirigendosi verso il letto.
« Ti prego, dimmi che non è Baelish. » il suo tono era disperato.
« E anche se fosse? » esclamò. Era combattuta, una parte di lei era contenta che avrebbe avuto un figlio, però l'altra era terrorizzata. Non le importava quello che avrebbe detto la gente. Adesso che Jon aveva ceduto il Nord a Daenerys contava che i nobili del Nord l'avrebbero incoronata come loro regina e avrebbe potuto legittimare suo figlio.
« Sono felice davvero. » sorrise debolmente e abbracciò la sorellina. La bruna la strinse forte a sé. Pensare che fino a poco tempo prima la detestava e le dava della traditrice. Le veniva da piangere. Ruppe l'abbraccio e posò una mano sulla spalla destra di Arya.
« Ho bisogno del tuo sostegno. » adesso più che mai aveva bisogno del suo appoggio e di quello di Bran. Il giorno dopo sarebbe andata dal fratellino e gli avrebbe dato la notizia. Non sapeva come l'avrebbe presa, ma era sicura che sarebbe stato contento per lei.
« Avrai tutto il mio sostegno, te lo prometto. » dichiarò. Sorrise e l'abbracciò, consapevole che ne avrebbe avuto un gran bisogno. La bruna interruppe l'abbraccio dopo pochi secondi, improvvisamente seria. « Quando hai intenzione di dirlo a Jon? » a quella domanda Sansa si incupì subito e si risedette, ricominciando a pettinarsi i capelli.
« Domani parlerò con lui. » la sua suonava come una promessa. Aveva il diritto di saperlo. Sapeva che non avrebbe approvato la sua decisione di mettere al mondo un figlio illegittimo, ma non le importava. Arya le posò una mano sulla spalla.
« Va bene, buonanotte. » augurò, lasciandola da sola. Appena la porta venne chiusa, posò nuovamente la spazzola e scoppiò in un pianto silenzioso, coprendosi il viso con le mani. Era consapevole che avrebbe dovuto dire a tutti la verità e che sarebbe stato sbagliato tenere un simile segreto nascosto per tutta la vita, tuttavia non vedeva altra soluzione. Non poteva sopportare lo sguardo di disapprovazione di Arya, Bran e pure di Jon se avesse raccontato loro tutta la verità. Accarezzò il ventre, sforzandosi di sorridere.
« Vedrai che andrà tutto bene. » sperava con tutta se stessa che fosse così. Tirò un sospiro, sollevando lo sguardo verso la finestra per osservare il cielo stellato, che era meraviglioso quella sera. Stanca decise di andare a nanna e si infilò sotto le coperte. Appoggiò la testa sopra il cuscino, chiudendo gli occhi.
« Sansa? » la voce di Jon le fece aprire gli occhi. Perplessa scese dal letto e si diresse verso la porta, aprendola. Indossava gli stessi vestiti che aveva portato per tutto il giorno, segno che non si era ancora cambiato per la notte.
« Jon, cosa c’è? Sono stanca. » protestò. Non aveva proprio voglia di ascoltarlo. « A meno che gli Estranei, Cersei Lannister o una qualunque altra minaccia stia marciando verso di noi, sono sicura che possiamo rimandare a domani. » esclamò e, nonostante le sue proteste, chiuse la porta.
« Sansa, per favore. Bran mi ha detto la verità. » confusa aprì la porta.
« Di quale verità stai parlando? » chiese intrecciando le braccia, convinta che qualunque cosa fosse potesse aspettare il giorno seguente. Bisognava ammettere che aveva proprio una brutta cera e abbassò le braccia, incominciando a preoccuparsi. « Jon, cosa c’è? » chiese perplessa.
« Daenerys è mia zia. » la sorellastra socchiuse la bocca. Non aveva capito bene.
« Come tua zia? » domandò infatti. Il bruno annuì, aveva un'espressione terribile.
« Lyanna e Rhaegar sono i miei veri genitori. Si erano sposati in segreto. Lui non l'ha rapita, sono scappati insieme. Sam ha scoperto un documento che lo dimostra. » raccontò. Si sarebbe aspettata tutto tranne questo. « Nostro padre mi ha mentito per proteggermi: aveva paura che Robert mi avrebbe ucciso se avesse saputo la verità. » aggiunse con la morte nel cuore. Era profondamente ferito da tutta quella faccenda. Gli posò una mano sulla spalla.
« Jon, mi dispiace. » nonostante il dolore che le aveva provocato era dispiaciuta per lui e per un istante dimenticò come mai era furiosa con il fratellastro, anzi cugino. Lo abbracciò infilando le dita della mano tra i suoi riccioli scuri. Aveva un odore buonissimo, profumava di bosco. Le era mancato quel profumo e i suoi riccioli erano talmente morbidi... « C’è una cosa che devo dirti. » gli avrebbe raccontato tutta la verità.
« Anch'io. Sansa, ho dormito con lei. » rimase ammutolita e sbatté le palpebre, non capendo che cosa volesse dire. « Ho dormito con Daenerys, ho fatto sesso con lei. » rimase a bocca aperta. Le gambe le si fecero molli e dovette appoggiarsi al muro per non cadere.
« Tu cosa?! » esclamò. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere. Sapeva che si era inginocchiato, però non avrebbe mai immaginato che fosse andato a letto con quella madre di lucertole sputa fuoco troppo cresciute. « Sansa, mi dispiace. » allungò una mano per toccarle il braccio, tuttavia lei indietreggiò e agitò le mani.
« Scusa, ma sono stanca e sono troppe notizie per una sera. » disse, chiudendo la porta. Posò una mano sul ventre e si coricò sotto le coperte. Poggiò per la seconda volta la testa sul cuscino, consapevole che difficilmente sarebbe riuscita ad addormentarsi quella notte.

Il giorno dopo

Jon non aveva chiuso occhio e aveva passato tutta la notte a rigirarsi sotto le coperte e pellicce del suo letto nel vano tentativo di addormentarsi. Era ormai l'alba quando era finalmente riuscito a prendere sonno. I suoi sogni si erano rivelati alquanto inquieti.
Un bussare alla porta lo destò dal sogno e si passò una mano sul viso. Si sedette, posando i piedi sul pavimento di legno. Era mezzo nudo e indossava soltanto dei calzoncini. Scese dal letto e aprì la porta.
« Buongiorno, Lord Tyrion. » lo salutò. Il Primo Cavaliere della Regina aveva le mani intrecciate dietro la schiena e lo fissava con i suoi occhi verde smeraldo.
« Daenerys non è di buonumore stamattina. » osservò. Dopo che aveva appreso la verità sulle sue origini si era rifiutato di dormire con lei la notte precedente. Era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto raccontarle tutto, tuttavia non gli era parso il caso la sera prima. Inoltre non sapeva come dirglielo. Aveva il terrore della sua reazione se avesse scoperto che non era l’unica Targaryen in vita e che il trono in realtà apparteneva a lui, tecnicamente.
« Mi dispiace. » rispose. Determinato a parlare con Sansa quella mattina, si sarebbe inginocchiato supplicandola di perdonarlo, sebbene sospettava che sarebbe stato tutt’altro che semplice. L’aveva fatta soffrire parecchio e meritava il suo odio. « Scusate, ma devo vestirmi. Non vi preoccupate, può darsi che semplicemente non abbia dormito bene. » suggerì, augurandosi che la bionda non gli avesse confidato che l'aveva respinta. C’era rimasta male quando l’aveva rifiutata ed era sinceramente dispiaciuto per questo, tuttavia non poteva più continuare ad andare a letto con lei ora che sapeva la verità.
« Vado a parlare con Daenerys. » lo guardò sparire in fondo al corridoio, poi chiuse la porta e si vestì. Sarebbe andato a parlare con Sansa. Temeva che sarebbe stata dura recuperare i rapporti con i fratelli e riconquistare la fiducia di tutti i nobili del Nord. Tuttavia sospettava che sarebbe stato particolarmente difficile ottenere il perdono della rossa, la quale aveva tutte le ragioni per essere arrabbiata con il fratellastro, anzi cugino. Tuttora non riusciva a crederci.
Finito di vestirsi lasciò la camera, dirigendosi verso quella di Sansa. Una volta arrivato chiuse la mano in un pugno e fece per bussare, ma l'abbassò subito non sapendo cosa dire. L'aveva ferita profondamente, come del resto tutti quelli che avevano risposto la loro fiducia nei suoi confronti; insomma, era particolarmente difficile guardarla in faccia.
« Mia signora, forse vi conviene far realizzare un nuovo vestito. Questo comincia a starvi stretto. » quelle parole, pronunciate probabilmente dalla serva personale della fanciulla, lo distolsero dai suoi pensieri. Non gli era mai parso che le importasse granché del cibo. Possibile che avesse mangiato abbastanza da ingrassare?
« Prendi quello verde, dovrebbe essere più largo. » c'era del nervosismo nella sua voce e la sentì sospirare. « Nel giro di pochi mesi diventerò enorme. » il commento della cugina lo lasciò confuso ed entrò nella stanza senza bussare. Arrossì leggermente quando la vide: era in piedi di fronte allo specchio e gli dava le spalle. I capelli ramati erano stati sistemati su una spalla, lasciando la schiena scoperta. Era in grado di vedere le cicatrici sulla pelle pallida, un brutto ricordo del suo periodo passato nella capitale dei Sette Regni e nelle mani di Ramsay Bolton. Distolse in fretta lo sguardo, sforzandosi di concentrarsi sul vaso pieno di rose posto sul tavolo.
« Jon! » protestò la giovane, fulminandolo con lo sguardo. « Ti sembra questo il modo di piombare nella mia stanza? Senza nemmeno bussare. » aggiunse infastidita, poi si rivolse alla cameriera. « Trudy lasciaci, per favore. » la congedò. Trudy doveva avere sì e no vent’anni, era sposata con uno degli stallieri e avevano un figlio di un anno. Li aveva visti scambiarsi sguardi fugaci pieni d’amore. Erano una coppia meravigliosa e spesso si era ritrovato ad invidiarli per il profondo sentimento che li legava. La giovane accennò ad una riverenza ed uscì, chiudendo la porta.
« Vi ho sentite discutere dal corridoio. » affermò voltandosi, ma tenne gli occhi fissi sul suo volto per evitare che la sua attenzione cadesse sui suoi seni. Aveva la sensazione che fossero cresciuti dall'ultima volta che l'aveva vista.
« Sono incinta. » esclamò. Sgranò gli occhi. Si sarebbe aspettato tutto, tranne che una cosa del genere. Gli ci volle un attimo per comprendere il significato delle sue parole e i suoi occhi caddero sul suo ventre piatto. In effetti l'abito grigio che indossava le stava leggermente stretto. I lacci sulla schiena erano mezzi slegati e immaginò che Trudy non fosse riuscita a legarli.
« Chi è il padre? Baelish? » Petyr era ossessionato da Sansa, come lo era stato di sua madre. Lo aveva minacciato che se avesse provato anche solo a sfiorarla con un dito l'avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
« Può darsi. » rispose, intrecciando le braccia. Alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i capelli.
« Sansa, ti prego, dimmi che non è lui. » il suo tono era supplichevole. In tal caso non avrebbe risposto delle sue azioni. La rossa rimase in silenzio guardandolo con aria di sfida e avanzò verso Jon, abbassando le braccia lungo i fianchi.
« Come osi venire qui e parlarmi così dopo che sei andato a letto con lei? » tuonò.
« La mia relazione con Daenerys non c'entra niente con questa faccenda. » ribatté. Un sorriso ironico comparve sul viso della Stark.
« Naturalmente voi uomini potete andare a letto con chi vi pare senza pensare alle conseguenze, ma se noi donne facciamo un errore, uno solo, veniamo macchiate a vita. » esclamò, sottolineando la parola "uno" sollevando un dito. Si portò una mano alla fronte scuotendo piano la testa e la riabbassò con veemenza.
« Non è questo il punto, lo sai. E poi io non ti sto giudicando. Ti ho semplicemente chiesto se Petyr è il padre. » protestò. Era deciso a restarle accanto, l'avrebbe aiutata in tutto e per tutto. Si sarebbe preso cura di loro due e non l'avrebbe giudicata, sostenendola nella sua decisione, qualunque essa fosse.
« Petyr non è il padre. Sei contento? » rispose. Si sentiva sollevato per questo, però la domanda restava.
« Allora chi è? » insistette. Riteneva che avesse il diritto di saperlo.
« Uno che mi ha tradita e che considera quello che abbiamo fatto un errore. Dubito che gli importerebbe del bambino, ma non importa, crescerà bene anche senza di lui. » la sua voce era decisa, eppure c'erano lacrime nei suoi occhi. Allungò le braccia per consolarla, tuttavia lei lo respinse. « Non mi toccare! » strillò. « Lasciami da sola. » aggiunse. Sebbene con la morte nel cuore se ne andò, intuendo che avesse bisogno di restare da sola. Non le avrebbe fatto pressioni. Era sicuro che sarebbe venuta a parlargli appena si sarebbe sentita pronta.

-***-

Nel tentativo di non pensare, Jon era andato al campo di allenamento e non aveva smesso un secondo di allenarsi da quando era arrivato. Tentava, invano, di sfogare la sua rabbia e nervosismo con l'allenamento e duellava con tre uomini. Assomigliava ad una bestia inferocita e ogni suo colpo pareva più forte e deciso del precedente.
« Jon, penso sia il caso che ti calmi. » disse all'improvviso Arya. Si voltò verso la bruna, passandosi un braccio sulla fronte per asciugarsi il sudore, per poi avanzare verso il recinto. Era cambiata dall'ultima volta che l'aveva vista anni addietro. Ormai era diventata una giovane donna ed era lieto di constatare che si era rafforzata. Portava legata alla vita Ago, la spada che le aveva regalato prima di partire per la Barriera. Conficcò la spada nel terreno con forza.
« Sansa si rifiuta di parlare con me. » disse. « Mi odia. » era furioso con se stesso per quello che aveva fatto, tuttavia era troppo tardi per tornare indietro e non c'era niente che potesse fare per rimediare.
« Devi darle tempo. L'hai profondamente delusa quando hai deciso di inginocchiarti a Daenerys. » chinò il capo e intuì che si stesse sforzando di mascherare la propria delusione.
« Io l'ho fatto per salvarci tutti. Per salvare il Nord Daenerys non ci avrebbe mai dato il suo aiuto se non mi fossi inginocchiato. » esclamò, stanco di ripeterlo. La Stark lo guardò dritto negli occhi.
« Non è me che devi convincere. » era chiaro dal suo tono che invece avrebbe dovuto. Senza aggiungere una parola se ne andò, dirigendosi verso il castello. Tirò un sospiro e ricominciò ad allenarsi. Aveva bisogno di sfogarsi ed era un bene che si mantenesse in allenamento, considerando la minaccia che incombeva su di loro.

Mentre Jon si massacrava con i duelli, la futura mamma era nella sua stanza intenta a ricamare una copertina per neonato. La terza testa di metà lupo era quasi terminata, aveva scelto di ricamarne cinque. Aveva iniziato la copertina pochi giorni prima ed era soddisfatta del risultato che stava ottenendo. Sentì bussare e infilò la punta dell'ago nella stoffa.
« Avanti. » disse indifferente. Daenerys Targaryen varcò la soglia della porta. Finora non le aveva rivolto la parola e non ci teneva particolarmente a farlo. I lunghi capelli bianco-argentei le cadevano lungo la schiena. Era normale, si ripeteva, che Jon avesse ceduto al suo fascino; era un uomo come gli altri in fondo e lei era bellissima.
« Buongiorno, Lady Sansa. Jon mi ha parlato molto di voi e mi ha raccontato la vostra triste storia. » triste era riduttivo per descrivere il suo passato e quanto aveva sofferto nelle mani di Joffrey, dei Lannister e in seguito in quelle di Ramsay. Avvertì un brivido lungo la schiena nel ripensare alla loro prima notte di nozze. Gli incubi la tormentavano ancora dopo mesi che era morto.
« Gli ultimi anni sono stati terribili. » confermò, facendole segno di sedersi. La considerava alla stregua di una nemica, per lei era soltanto una straniera che reclamava il Trono di Spade. Tuttavia le avevano insegnato ad essere gentile ed ospitale e finché Daenerys si sarebbe comportata bene e non avrebbe preteso di comandare a casa sua sarebbe andato tutto bene.
« Mi dispiace molto per quello che avete passato, ma vi prometto che Cersei Lannister pagherà pure per questo quando mi sarò ripresa il mio trono. » trattenne a fatica una risatina. Il suo trono? Quel trono tecnicamente apparteneva a Jon in quanto figlio legittimo di suo fratello Rhaegar; però tenne il commento per sé, era giusto che fosse il cugino a rivelarglielo.
« Vi ringrazio, però ci tengo a precisare che il Nord non vi riconoscerà mai come sua regina. Io e il mio popolo abbiamo sofferto molto per colpa di coloro che si sono seduti sul Trono di Spade e abbiamo tutte le intenzioni di restare indipendenti. » ci teneva a mettere le cose in chiaro. Avrebbe combattuto per la sua gente. Immediatamente l'espressione sulla faccia della bionda mutò completamente e socchiuse gli occhi con aria minacciosa.
« Vostro fratello si è inginocchiato e mi ha giurato fedeltà. » la Madre dei Draghi mantenne un'espressione impassibile, ma dentro di sé ribolliva di rabbia. Come osava quella ragazzina dai capelli rossi parlarle in quella maniera? Era la sua regina e avrebbe dovuto prostrarsi ai suoi piedi. La Stark rimase impassibile, ferma nella sua posizione. Posò la copertina sul tavolino e intrecciò le mani sul grembo.
« I lord e le lady del Nord non si inchineranno più davanti ad una regina o un re del Sud, e nemmeno io lo farò. Desidero che mio figlio cresca serenamente lontano dalla guerra e dai vostri stupidi intrighi. » esclamò fredda. La bionda si drizzò in piedi e la sedia cadde a terra con un grosso tonfo. Sansa si sollevò a sua volta, determinata a non farsi mettere i piedi in testa.
« Stando così le cose, immagino che sarete in grado di fronteggiare la minaccia che incombe su di voi senza l'aiuto mio e dei miei draghi. » affermò freddamente. Per quanto la riguardava, poteva benissimo tenerseli i suoi preziosi draghi.
« Bene, se questa è la vostra ultima parola penso che potete anche andarvene e lasciare Grande Inverno. » affermò seria. Senza proferire una parola, la donna uscì dalla camera sbattendo la porta. La ragazza tirò un sospiro, sentendosi improvvisamente esausta, e si lasciò cadere sulla sedia portandosi una mano alla fronte, augurandosi con tutta se stessa di aver preso la decisione giusta.
La reazione di Jon al suo gesto scellerato non tardò ad arrivare. Il bruno entrò come una furia nella sua stanza. La fanciulla era nella vasca da bagno, immersa nell'acqua calda, e Trudy sussultò spaventata.
« Come ti è saltato in mente di parlare in questa maniera a Daenerys? Ti rendi lontanamente conto di quello che hai fatto? » tuonò furioso.
« Vai pure Trudy, me la caverò da sola. » la serva parve decisamente sollevata e lasciò la stanza. « E tu come osi entrare nella mia stanza come una bestia inferocita? » notò, sollevandosi dalla vasca. Prese un lungo panno bianco sullo schienale di una sedia e se lo avvolse attorno al corpo per coprirsi. Imbarazzato, il bruno aveva velocemente distolto lo sguardo. Uscì dalla vasca da bagno. « Sono coperta. » annunciò, ritenendo il suo comportamento ridicolo.
« Sansa, non avresti dovuto farlo. Adesso cosa faremo? » il suo tono era più calmo. Riteneva che fosse stata un'incosciente.
« Non abbiamo bisogno di Daenerys per sconfiggere gli Estranei. » era convinta di questo, ma evidentemente il lupo no a giudicare dal suo sguardo. Si passò nervoso una mano tra i capelli neri.
« Parlerò con lei e cercherò di sistemare questo pasticcio. » disse, dirigendosi verso la porta.
« Jon! » lo chiamò un istante prima che mettesse anche soltanto la mano sulla maniglia della porta e si voltò. Mosse nervosamente le mani, non sapendo cosa dire. « Stai attento. » disse alla fine. Era deluso, probabilmente sperava in cuor suo che lo dissuadesse dall'andare. La vecchia Sansa lo avrebbe fatto, forse, però quella Sansa era morta da tempo. Lo guardò lasciare la stanza e istintivamente si portò una mano al ventre.

Il giorno dopo

Aveva passato la notte a rigirarsi sotto le coperte, non sapendo cosa dire o fare. In cuor suo Lady Stark sapeva che la cosa più giusta da fare sarebbe stata andare da Daenerys e chiederle scusa, però questo avrebbe significato dover rinunciare al Nord e non avrebbe mai potuto tradire la sua gente. Tuttavia era anche vero che non avrebbe potuto governare se sarebbero morti tutti.
La ragazza percorreva il corridoio. Appena alzata si era messa alla ricerca di Daenerys. Sapeva perfettamente che l'avrebbero odiata tutti per quello che stava per fare, però si era resa conto che era la cosa giusta da compiere. Si bloccò in mezzo al corridoio quando vide Tyrion che veniva verso di lei.
« Lord Tyrion, dov'è Daenerys? » aveva il fiatone talmente aveva camminato in fretta. Il suo cuore batteva all'impazzata nel petto.
« La regina Daenerys è con il vostro fratellastro nella sala principale. » rispose.
« Grazie. » disse, precipitandosi verso il luogo indicato.
Arrivata alla sala entrò senza pensare e li vide in fondo, in piedi di fronte al tavolo principale. Daenerys era visibilmente contrariata e le lanciò un'occhiataccia appena si rese conto della sua presenza, e senza dire una parola lasciò la stanza.
« Le hai detto la verità? » chiese avanzando verso il cugino. Il bruno tirò un sospiro e annuì.
« Abbiamo raggiunto un accordo. Il Nord resterà indipendente e ci aiuterà a sconfiggere gli Estranei. » sorrise al settimo cielo, ma il suo sorriso svanì quando notò l'espressione cupa sulla sua faccia.
« Jon, è una notizia meravigliosa, però non mi sembri entusiasta. Cosa c'è? » domandò in ansia, immaginando chissà quale scenario terrificante.
« Stai tranquilla, andrà tutto bene. Domani partiremo. Ho sentito che la Barriera è crollata e dobbiamo sbrigarci, abbiamo meno tempo del previsto. » annuì comprensiva. Temeva quello che la Targaryen poteva avergli chiesto in cambio, eppure adesso la minaccia degli Estranei era più importante.
« Va bene, vado a dire agli uomini di prepararsi. » disse, dirigendosi verso il portone.
« Sansa. » la chiamò quando era a metà strada e si girò. Le mancò il fiato; in cuor suo sperava che le facesse una rivelazione importante. « Ti voglio bene. » era delusa, tuttavia sorrise come se niente fosse.
« Anch'io. » rispose, lasciando la stanza. Bisognava organizzare la partenza dell'esercito ed era necessario farlo in fretta se intendevano partire il giorno seguente. Sarebbe rimasta da sola a Grande Inverno con qualche servitore e Bran. Arya e Brienne probabilmente avrebbero insistito per restare per proteggerla, ma non glielo avrebbe permesso. La sicurezza del Nord e dei Sette Regni in generale era più importante.

Il giorno dopo

Tutto era pronto per la partenza. Migliaia di persone si stavano preparando per partire per la Barriera, pronti a dare la loro vita per il Nord. Sansa e suo fratello Bran erano dinanzi al portone d'ingresso che fissavano i cavalieri e i guerrieri. Alcuni parlavano tra di loro, altri invece finivano di sistemare la armi o le armature.
« Pensi che ce fa faremo? » domandò nervosa. Era terrorizzata alla prospettiva di quello che aspettava loro, soprattutto nell'eventualità che non ce l'avrebbero fatta. Tremava al pensiero di quello che sarebbe accaduto se gli Estranei avessero vinto e invaso il regno. Un grosso pericolo incombeva su tutti loro e quelle donne e uomini nemmeno si rendevano conto del pericolo che correvano.
« Bisogna essere positivi. » il tono cupo di Bran non era incoraggiante. Jon venne verso di loro con addosso l'armatura, pronto per la partenza. Portava la sua fedele spada legata alla cintura.
« Tutto è pronto per la partenza. » le comunicò. Istintivamente si gettò tra le sue braccia, stringendolo forte a sé.
« Fai attenzione. » tutto l'odio che aveva accumulato nei giorni e nelle settimane passate era improvvisamente svanito. L'altro le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sulla guancia, ignaro che sua zia li stesse guardando visibilmente contrariata. Da quando era arrivata la pretendente al trono aveva sospettato che a legarli non ci fosse un semplice affetto fraterno e gli sguardi che si stavano lanciando le davano l'impressione che i suoi sospetti non fossero del tutto infondati. Strinse con forza le redini del cavallo.
« Jon, è ora. Dobbiamo andare. » lo chiamò infastidita. Il nipote si voltò.
« Arrivo. » poi si rivolse nuovamente alla rossa. Sansa era bellissima e non poteva evitare di chiedersi se non ci fosse stato qualcosa tra loro in passato. Fissò la pancia della giovane, nascosta dalla stoffa del vestito verde che portava. Il bambino era di Jon? No, impossibile, non sarebbe mai andato a letto con colei che credeva essere sua sorella.
« Buona fortuna Jon. Fai attenzione, ti prego. » lo supplicò Sansa. Temeva che non l'avrebbe più rivisto, che sarebbe morto per salvarli tutti.
« Ci rivedremo Sansa, te lo prometto. » rispose. Gli diede un secondo abbraccio. Moriva dalla voglia di confessargli quello che provava per lui.
« Pregherò per te, per Arya, per tutti voi. » era una codarda, e non era la sola. Pure Jon moriva dalla voglia di confessarle il suo amore e aveva il terrore di farlo.
Partirono per la Barriera. I due fratelli guardarono il gruppo allontanarsi. Molti di loro sarebbero morti e la giovane non era sicura che erano pronti per quello che li aspettava, sebbene cercasse di essere positiva. Portò una mano allo stomaco e lo accarezzò, abbassando lo sguardo verso di esso.
« Andrà tutto bene piccolino. Vedrai che torneranno sani e salvi. » disse piano. Una lacrima le scivolò lungo una guancia. Bran le strinse il polso destro e si voltò verso il fratellino, che la guardava intensamente.
« Vedrai che li rivedremo. » affermò. Sorrise debolmente.
« Spero che tu abbia ragione. » rientrarono nell'edificio. Aveva incominciato a nevicare e si moriva dal freddo, più del solito.

Sette mesi dopo

I conflitti svolgevano ormai al termine. C'era soltanto un piccolo gruppo di Estranei, secondo i loro informatori, che resisteva. Il corvo arrivò all'accampamento in una mattina di pioggia. Il cielo era color grigio scuro e i lampi lo squarciavano.
L'ex-Re del Nord era nella sua tenda in compagnia della zia e di Lord Tyrion, quando un soldato entrò con un messaggio.
« Vostra maestà, un corvo da Grande Inverno. » sollevò il capo e si drizzò in piedi immediatamente. Prese il messaggio, aprendolo con trepidazione, e lo lesse velocemente.
« Cosa dice? » domandò il Folletto. Daenerys rimase impassibile.
« Sansa ha partorito due gemelli! » annunciò eccitato Jon. « Li ha chiamati Eddard e Robb. Sam dice che stanno benissimo tutti e tre. » rispose, trattenendo a fatica il proprio entusiasmo. La Madre dei Draghi si alzò dalla sedia con aria scocciata e lasciò la tenda. Perplesso il nipote la seguì fuori. « Daenerys, è una splendida notizia. » la donna lo fulminò con lo sguardo ed intrecciò le braccia ad altezza del petto.
« Per te sarà una splendida notizia. » esclamò fredda. « Non ti scordare il nostro patto Jon. Ho concesso a tua cugina di diventare la regina del Nord a una condizione. » aggiunse con voce ferma.
« Non potrei mai dimenticarmene quando me lo ricordi ogni giorno. » notò freddamente. « Presto avrai tutto quello che vuoi e per il quale hai combattuto: il trono e perfino me. » aveva accettato di sposarla a condizione che lasciasse in pace Sansa e i suoi cugini. La prospettiva non gli piaceva, però non aveva viso altra scelta. Avrebbe potuto rivendicare il trono, però non gli interessava. La bionda socchiuse gli occhi con fare minaccioso.
« Non lo dimenticare. » disse torva e si allontanò con passo deciso. In breve Missandei le fu dietro. Tirò un sospiro, consapevole che lo aspettavano anni duri e difficili al fianco di quella donna, però era un piccolo prezzo da pagare per permettere a Sansa e ai suoi figli di vivere in pace. L'amava, era innamorato di lei da quando l'aveva rivista alla Barriera. Sorrise ironico, rendendosi conto che aveva il coraggio di combattere contro un esercito di Estranei, tuttavia non aveva avuto il coraggio di dire a Sansa che l'amava.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Vanessa1995