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Autore: Blackwell    08/07/2018    0 recensioni
Alexandria ha dichiarato guerra ai regni vicini. Per realizzare il suo piano di conquista, la regina Brahne si è dotata di un esercito di potenti creature magiche note come "Maghi Neri". Queste creature, golem senza cuore fabbricati con la "nebbia", sono 10 volte più forti di un essere umano ed esperte nell'uso della magia nera.
Un giorno però accadde qualcosa di inaspettato. Alcuni Maghi Neri presero coscienza e si svegliarono.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio riprese. La carovana di maghi neri attraversò la Piana di Eunorus, facendo attenzione a restare in prossimità dei boschi. Era il modo più sicuro per evitare di essere notati. Se gli umani si fossero accorti di loro, sarebbe stata la fine. Il n.288 seguì silenziosamente i suoi compagni appoggiandosi al bastone magico che aveva in dotazione. Per tutto il tempo si era domandato il significato del suo sogno. Ma cos’è un sogno? Il n.49 gli aveva spiegato che erano delle immagini che vediamo mentre dormiamo. Ma perché le vediamo? Cosa significano? Forse il n.49 lo sa. O forse l’ha già spiegato e lui non l’aveva capito? Mille dubbi tormentavano il povero 288, che si aggiungevano all’altro dilemma: il “risveglio”. Ah, già: il n.49 gli aveva promesso di spiegarli cosa fosse questo “risveglio”. Ma nel frattempo, bisognava camminare.
Il n.163, intanto, chiacchierava in compagnia del n.36 - Senti – esordì – Ma gli umani cosa sono?
- Sono quelli che ci obbligano a combattere – rispose il n.36.
- Combattere? – Domandò ancora il 163 -
Quando ti sei svegliato ti trovavi in mezzo al campo di battaglia, giusto? -
Si chiama così? Io ricordo solo un gran baccano e tanta gente buttata a terra.
- Non ricordi niente di prima, vero? – Il n.163 ci pensò un attimo, ma non riusciva ad andare indietro con la memoria oltre al giorno prima.
- E’ stato così anche per me. E anche per tutti gli altri. Ma col tempo capirai.

Camminarono per alcune miglia, risalendo il fiume Siber. Quando il sole era ormai sul punto di tramontare, il n.49 fece cenno di fermarsi e diede ordine di accamparsi per la notte. Si sistemarono nei pressi di una palude di cui si narrava fosse abitata da misteriose creature. Ma poiché non era prudente andare oltre decisero che per quella notte sarebbe stata la loro casa. Il n.111 si era offerto volontario per preparare il fuoco: il n.33 avrebbe raccolto la legna e lui l’avrebbe accesa con un Fire. Dopo essersi riuniti intorno al fuoco, il n.288 rimembrò la sua richiesta al n.49. Egli senza esitare iniziò il racconto: - Sono sei mesi oramai che vaghiamo in lungo e in largo per trovare un posto sicuro dove stare in pace. Ma pare proprio che un posto così non esista. Così dobbiamo confidare nell’aiuto reciproco e nel desiderio di sopravvivenza. Tu mi chiedevi cosa significa “svegliarsi”, non è una domanda facile cui rispondere. Vedi quel bozzolo attaccato in quella pianta? Dentro c’è una vita, che non sa ancora cosa gli sta per succedere, ma quando arriverà anche per lei il momento, l’involucro si aprirà e volerà via, librandosi in aria allegra e spensierata. Ecco, questo, più o meno, significa “svegliarsi”. Non è una cosa che decidiamo noi. All’improvviso prendiamo coscienza, e quando ciò accade, spacchiamo il guscio in cui eravamo rinchiusi e voliamo via. Gli umani hanno un termine particolare per tutto questo, loro lo chiamano “nascita”. Tu e il tuo amico ieri è come se foste nati.
- Tu sai tante cose – disse il n.163, meravigliato – come ci riesci?
- Non lo so – rispose il n.49 – Forse perché hanno scelto che io fossi così.
- Chi? – chiese il n.288 - Gli umani, no? Noi siamo stati creati da loro. Non te n’eri reso conto?
- Gli umani sono cattivi. Ci usano e ci sfruttano! – disse il mago nero n.78.
- Ci costringono ad uccidere i loro simili e a farci uccidere per loro. Malvagi e codardi! – gli fece eco il n.144.
- Ci siamo stancati di essere loro schiavi. Per questo non vogliamo più combattere per conto loro! – gridò il n.36.
Seguì un mormorio di malumori e rancore che si placò quando il n.49 fece cenno di fermarsi. Fece poi spegnere il fuoco e ordinò ai maghi di nascondersi dietro i cespugli. Non tutti capirono il perché ma eseguirono. La brughiera era avvolta dall’oscurità, il silenzio della notte era interrotto di tanto in tanto dal gracchìo delle rane e dai giunchi mossi dal vento. Non si vedeva nulla, eccetto i luminosi occhi gialli dei maghi neri, nascosti dietro la vegetazione, ma che da lontano sembravano piccole lucciole. Il n.36 e il n.49 fecero cenno di abbassare la testa e di non fare rumore. Nel frattempo, una pattuglia di maghi neri e di soldati stava attraversando la brughiera. - Ma quelli … - prima che il n.288 potesse finire la frase il n.49 gli fece segno di stare zitto. Quando videro che la pattuglia si era allontanata a sufficienza, poterono finalmente uscire dalla radura.
- Ma quelli … - Sì, lo so – disse il n.49
– Quelli erano maghi neri come noi.
- Ma perché seguivano gli umani? Loro ci sfruttano, ci maltrattano!
-  Perché non si sono ancora svegliati.
Il n.288 ebbe un come un sussulto.
- Hai visto i loro occhi? Non erano come i nostri. La loro luce era tenue, pallida. Mentre noi, siamo diversi.
- Ma, si sveglieranno anche loro un giorno?
- Può darsi. Come può anche darsi che rimangano in sonno, oppure che muoiano durante la guerra. Noi non possiamo fare niente per loro. Il risveglio è una cosa spontanea. Lo è stato per me, e lo è stato anche per te. Possiamo solo sperare che sempre più nostri fratelli prendano coscienza e si uniscano a noi. - Ma, anche se accadesse tutto ciò, cosa faremo?
- Spiegati meglio. - Io sto insieme a voi da poco tempo, ma ho già capito alcune cose. Vaghiamo lungo le lande di questo mondo cercando di sfuggire da chi ci costringere a vivere come schiavi. Pensi che potremmo vivere così per sempre? Sotto il terrore costante di essere scoperti? Il n.49 aveva ascoltato il discorso del suo amico in silenzio.
Dopo alcuni secondi di silenzio, infine rispose: - Sei molto saggio, n.288. Perfino più saggio di me. Il n.288 abbassò lo sguardo.
- Comprendo benissimo le tue preoccupazioni. Sono le stesse che abbiamo tutti. Non devi preoccuparti. C’è un motivo per cui siamo venuti qui.
- E quale? Mentre parlavano, uno strano esserino dalla pelle bianca e con un pompon rosso in testa svolazzò lentamente in direzione dei due maghi neri.
- Chi è? – chiese il n.288 intimorito.
- Non temere. E’ un nostro alleato.
- Salve, kupò – disse il piccolo moguri – tutto bene?
- Tutto bene, grazie – gli rispose il n.49 – il tuo maestro è presente?
- Certo, kupò! Mogutarò vi sta aspettando.
- Lo immaginavo. Vieni con me? – disse il n.49 rivolgendosi al n.288.
- Io? Perché? – perché voglio che ascolti pure tu, e anche n.36. Vallo a chiamare, per favore.



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( Buonasera a tutti! Torno dopo una lunga pausa a scrivere il secondo capitolo. Spero che vi piaccia e mi raccomando, recensite!)
   
 
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