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Autore: Isidar Mithrim    08/07/2018    4 recensioni
Quando Teddy comincia a entrare nella pubertà, Harry si rende conto che essere un padrino può rivelarsi un mestiere parecchio imbarazzante.
Quando Teddy raggiunge l’adolescenza, Harry si rende conto che può essere anche un mestiere pericoloso, se i tuoi consigli non vengono colti appieno.
In sintesi, fare il padrino è un lavoraccio, soprattutto d’estate.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Harry Potter, Ron Weasley, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Padrino e figlioccio'
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Di pubertà, Glumbumble e sangue di Veela

Estate 2009

“Harry…”
“Dimmi, Teddy.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo che puoi.”
“Be’, ecco… è normale che ogni tanto… insomma, che... che il coso mi diventi più grande e… si alzi su? Soprattutto quando mi sveglio…”
“Ehm, sì, è normale.”
Teddy sembrò sollevato.
“Oh, ok… E anche che… che mi viene voglia di… di toccarlo? Intendo, non toccarlo una sola volta, ma fino a che… insomma, non torna normale.”
Al di là dell’ovvio imbarazzo che provava, Harry si sorprese sinceramente per quella domanda. Ovviamente, quando era capitato a lui non gli aveva mai nemmeno sfiorato la mente l’idea di parlarne con zio Vernon, quindi aveva semplicemente fatto quello che gli veniva voglia di fare senza porsi troppi problemi… Si chiese se magari Ron, avendo tanti fratelli più grandi, non avesse avuto un’esperienza diversa.
“Sì, be’, è tutto normale… E non preoccuparti se ogni tanto ti capita quando non vorresti… anche quello è normale, anche se a volte potrebbe essere un pochino imbarazzante.”
“Secondo te nonna si arrabbierebbe, se lo sapesse?”
“Ehm, no, credo di no… anche se, insomma, magari non andrei volutamente a raccontarglielo, ecco. E cercherei di non farmi vedere mentre lo tocchi, ok? Non sarebbe molto cavalleresco nei suoi confronti.”
“Ok, va bene. Ma, Harry… perché succede?”
“Be’, la mattina potrebbe essere perché devi fare pipì, oppure perché hai fatto un bel sogno… E altre volte, magari non subito, ma tra un po’, quando sarai un pochino più grande, potrebbe succedere perché vedi una ragazza che ti piace… O un ragazzo” aggiunse poi, un po’ imbarazzato.
“Oh. Ho capito, ma in realtà intendevo… cioè, a che cosa serve? Anche quella cosa che esce, ecco…”
La conversazione si stava facendo più difficile del previsto.
“Ehm… tu… sai cos’è il sesso, Teddy?”
“Quando due persone si amano e… be’, stanno nude nel letto, e a volte l’uomo mette un figlio nella pancia della donna?”
Harry imprecò tra sé e sé. Si corresse mentalmente: la conversazione si stava facendo molto più difficile del previsto.
“Sì, ma… sai cosa fanno esattamente?”
“Si baciano? E… magari… si toccano lì sotto?”
“Ok, diciamo che cominciano così, e poi… ecco, so che ora ti può sembrare strano, ma lì sotto le ragazze hanno… un’apertura, diciamo, dove i ragazzi possono mettere il loro…”
Harry mosse vago una mano sul suo basso ventre.
“I ragazzi mettono il pisello dentro un buco della patata?” domandò Teddy con occhi sgranati.
Harry rimase interdetto per un secondo. “Sì, in effetti sì” ammise infine. Era una descrizione poco galante, ma efficace. “E ce lo riescono a mettere solo quando… quando è diventato grande e sta su.”
“Oh… e… metterlo lì dentro ti fa sentire bene come quando lo tocchi?”
“Sì. Anche di più, in realtà.”
“Ok, ho capito. E… tu e Ginny… insomma, lo fate?”
Merlino!
“Ehm, sì, ogni tanto. Ma sarebbe poco carino dirlo a lei o a chiunque altro a parte me, ok?”
“Ok. Neanche a James e Albus?”
“Be’, sarebbe meglio di no, in realtà. Insomma, sono ancora troppo piccoli per capire.”
Teddy annuì, e Harry riprese a spiegare. “Comunque… è con quel liquido che esce quando lo tocchi, che l’uomo mette un figlio nella pancia della donna… Ma di questo è meglio che non ti preoccupi ancora per un po’.”
Harry non si mise a specificare che gli sarebbe venuta voglia di fare sesso molto prima di quanto non gli sarebbe venuta voglia di fare figli. Teddy ci sarebbe arrivato per conto suo al momento opportuno, e solo allora Harry si sarebbe preso la briga di spiegargli come fare una cosa senza preoccuparsi dell’altra.
“E… insomma, il buco della ragazza come si chiama?”
“Ehm, si chiama vagina. E quello che tu chiami pisello… be’, il vero nome sarebbe pene.”
“Pene?”
“Già” confermò Harry. Poi si disse che, visto che c’era, tanto valeva spiegargli tutto. “E quello che fai quando lo tocchi si chiama ‘masturbarsi’, ma tra ragazzi si dice… ‘farsi una sega’.”
“Oh, va bene.”
Harry si rese conto che urgeva fare una specifica. “Teddy, non sono parole da usare tutti i giorni e con chiunque, ok? Insomma, il fatto che vuoi toccarti è una cosa normale, ma privata. Puoi parlarne al massimo agli amici più stretti, va bene? Amici maschi.”
Teddy annuì, e Harry sperò vivamente che avesse capito davvero.

*

“Ron… posso farti una domanda un po’ imbarazzante?”
L’amico lo guardò preoccupato. “Quanto imbarazzante? Insomma, senza offesa, ma se non ti si tira più su non credo di –”
“Certo che mi si tira su!” s’indignò Harry.
“Oh, ok. Cosa c’è, allora?”
“Be’, diciamo che Teddy mi è venuto a domandare delle cose…”
Ron sembrò di nuovo preoccupato. “Ti prego, dimmi che non mi stai per chiedere di parlarci io…”
“Ma no, ti pare. Mi domandavo solo… insomma, tu con tuo padre ne hai mai parlato? Cioè, considerando che hai così tanti fratelli…”
“Oh” mormorò Ron, e Harry distolse lo sguardo, perché non riusciva a sopportare la sua espressione compassionevole. “Ehm, fratelli. Cioè, ovviamente Fred e George mi prendevano in giro e mi dicevano le cose più assurde, tipo che se lo toccavo troppo sarebbe caduto, così Percy è intervenuto per spiegarmi perché succedeva e, be’, farsi spiegare il sesso da Percy è una cosa che non auguro a nessuno, ma per rispondere alla tua domanda… sì, fratelli.”
“Quindi… credi che James e Albus verranno da me? O ne parleranno con Teddy?”
“Be’, non te la prendere, amico, ma… Teddy, decisamente Teddy.”
Harry annuì. In realtà, un po’ era sollevato dalla cosa, soprattutto dopo le rassicurazioni di Ron sul ruolo dei fratelli maggiori. “Be’, tutto sommato non mi strapperò i capelli all’idea di non fare mai più quella conversazione” ammise scherzoso, anche se temeva che le spiegazioni di Teddy ai suoi figli sarebbero state ben più esplicite e volgari della sua. 
“Aspetta, il fatto che chiederanno le cose a lui non ti risparmia di fargli tu il discorsetto serio sul sesso, eh!” si raccomandò Ron. “Insomma, quella roba tipo l’Incanto Anticoncezionale, e il trattare bene le ragazze, eccetera, eccetera.”
“Sì, lo so. Grazie al cielo a quello con Teddy ancora non ci sono arrivato, comunque.”
“Ma gli hai spiegato cos’è il sesso, vero?” si allarmò Ron. “E non dico con la storia del Glumbumble e l’albero!”
“Del che?!”
“Andiamo, davvero non l’hai mai sentita?” si stupì Ron. “La sanno pure i bambini! Il Glumbumble si posa nel cavo dell’albero, e produce la melassa…”
“Ma certo, ora me la sono ricordata! Zio Vernon me la raccontava tutte le sere” disse Harry, cercando di restare serio.
“Tuo zio ti raccontava le favole?!” esclamò Ron, incredulo.
“Ti sto prendendo in giro, idiota. I Babbani usano la storia dell’ape e il fiore, e non sanno assolutamente cosa sia un Glumbumble.”
“Oh, certo, non ci pensavo. Ma quindi a Teddy non l’hai mai raccontata?”
“No, Andromeda gli ha detto che i bambini li portava il Jobberknoll, e io mi sono attenuto a quello” spiegò Harry.
“Sì, be’, è un’altra opzione, ma io preferisco il Glumbumble. Rende meglio la metafora, no? Insomma, deposita la melassa nel cavo dell’albero…” ribadì Ron, con un’occhiata eloquente.
“Merlino, non so proprio come avrei fatto a cogliere l’allusione, se tu non avessi fatto questa specifica” commentò Harry con sarcasmo.
“Be’, non si sa mai, ok? Tornando a noi, hai detto o no a Teddy cos’è il sesso e a cosa serve?” chiese Ron, indagatore.
“Sì, gliel’ho detto, ma senza parlargli dell’Incanto Anticoncezionale e di quella roba là” spiegò Harry.
“Va bene, per quello è presto” concordò Ron.
“E a che età dovrei parlargliene?” s’informò Harry.
“Mmm… mi pare che papà mi ha fatto il discorsetto quando avevo quattordici anni…”
“Così presto?” si stupì Harry. Lui a quattordici anni pensava al massimo a quanto fosse carina Cho…
“Sì, ma forse era per via del Ballo del Ceppo. Magari pensava che mi sarei comportato come un maniaco con la mia dama, chissà.”
“Invece non te la sei filata di pezza” lo canzonò Harry.
“Senti da che pulpito!” s’indignò Ron.
“Almeno io l’ho invitata di persona” lo continuò a prendere in giro lui.
“Sì, be’, dettagli” tagliò corto l’amico. “Dicevamo, meglio andare sul sicuro e spiegarglielo a quattordici anni.”
“Che quattordici sia, allora” convenne Harry. “Non vedo l’ora…” aggiunse tetro.
“E ricordati che dovrai farlo per tre volte” ghignò Ron. “Ma puoi consolarti pensando che almeno Al e James non chiederanno a te cos’è un clitoride” lo rincuorò Ron, sornione.


******


Estate 2012


“Senti, ora che stai per tornare a Hogwarts… c’è una cosa di cui dovremmo parlare, Teddy.”
“Cosa?” si preoccupò lui.
“Ecco… ti ricordi quando abbiamo parlato di come si fanno i bambini?” indagò Harry.
“Oh, ehm, sì” ammise Teddy.
“Ecco, tra un po’ di tempo ti accorgerai che avrai voglia di fare sesso, ma non di avere bambini… e c’è un modo per evitarlo. Un incantesimo, in effetti.”
“Davvero?” si stupì Teddy.
“Sì. Si chiama Incanto Anticoncenzionale, e le parole sono Haud Concipio. Ripeti.”
Teddy eseguì.
“Bene. Bisogna farlo con la bacchetta puntata verso la ragazza, e saprai che è attivo se vedi uscire delle stelline dorate dalla bacchetta, ok?”
“E la ragazza non può farlo da sola?” chiese Teddy, perplesso.
“Be’, potrebbe farlo, ma quando capiterà, tra qualche anno” – Harry ci teneva a ribadire quel dettaglio – “dovrete essere tutti e due responsabili. Insomma, non è che è un problema della ragazza solo perché porta lei il bambino in pancia, ok?”
“Ok” annuì Teddy.
“E dovrai sempre comportarti bene con le ragazze, e non dovrai mai fare qualcosa che loro non vogliono, né insistere finché non si sentono obbligate a dire sì, va bene?”
“Va bene” confermò il ragazzo, e Harry sapeva che aveva capito davvero, almeno in teoria.
“Perfetto, allora. Tutto qui” gli disse Harry con un sorriso.
Sperava che la questione fosse chiusa così, ma Teddy tentennava.
“Harry, se… se per caso un giorno volessi qualche consiglio... posso chiedertelo?” azzardò.
“Certo, ma... insomma, è una cosa naturale. Si migliora con l’esperienza” spiegò Harry.
“Oh, ok.”
“Questo non vuol dire che devi cominciare ora a fare esperienza, eh!”


******


Estate 2014


“Harry...”
“Sì, Teddy?”
“Senti... cosa ne penseresti se ti dicessi che... che c’è una ragazza con cui vorrei fare sesso?”
“Oh. Ehm, ti direi che… che a sedici anni è normale. In effetti, sarebbe strano il contrario.”
“Tu... tu a che età...”
Dannazione, perché andavano sempre così sul personale quelle conversazioni?
“Be’, a diciassette anni.” In realtà all’epoca ne aveva praticamente diciotto, ma era abbastanza certo che se non fosse stato per la caccia agli Horcrux sarebbe successo prima.
“E... com’è stato?” azzardò Teddy.
Harry deglutì. “Molto bello.”
“Davvero?”
“Sì” confermò Harry con un sorriso.
“E... ti ricordi che mi avevi detto che potevo chiederti dei consigli?” azzardò il ragazzo.
“Certo, ma... lo sai, è una cosa naturale, non devi preoccuparti troppo” spiegò Harry.
“Sì, lo so, ma... insomma, non mi farebbe schifo qualche consiglio, se ti va.”
“Oh, ok. Be’, prima di tutto, ti ricordi l’incantesimo per evitare che –”
“Sì, me lo ricordo” lo interruppe Teddy, un po’ a disagio.
“Perfetto. Non dimenticare mai di farlo” si raccomandò Harry.
“Va bene. E poi?”
“E poi... be’, all’inizio le cose potrebbero essere un po’ imbarazzanti, perché le donne sono più complicate di noi e non è così facile... insomma...”
“Farle venire?” suggerì Teddy.
“Già” mormorò Harry, che non desiderava affatto che la conversazione diventasse tanto esplicita.
“Quindi... come si fa?”
Harry decise all’istante che non sarebbe entrato nei dettagli.
“Be’, in realtà la cosa migliore è chiederle cosa le piace. Cioè, farsi insegnare da lei.”
“Oh. Non ci avevo pensato” ammise Teddy.
“E poi… be’, anche fare le cose un po’ alla volta potrebbe aiutare. Insomma, non dovete per forza arrivare subito al dunque.”
“Intendi tipo… toccarsi lì sotto?”
“Sì” ammise Harry a malincuore. “Ti aiuterà a capire cosa piace a lei, e rende le cose un po’ più facili per il dopo.”
“Ok” annuì Teddy. “Grazie.”
“E... senti... posso chiederti chi sarebbe questa ragazza?”
“Oh, sì, be’... ecco...” balbettò il figlioccio.
Harry rimase sorpreso dal quel tentennamento. Perché Teddy si faceva tanti problemi a dirlo? Era forse qualcuno che conosceva anche lui? Poi un enorme dubbio lo assalì.
“Teddy... lo sai che non ci sarebbe niente di male se... se invece fosse un ragazzo...”
“Eh? No, no, è una ragazza! È solo che... be’… sarebbe Victoire...”
Harry lo guardò basito, e a Teddy non sfuggì.
“Già, immaginavo” mormorò abbattuto. “Lo so che ha quattordici anni, ma...”
Quattordici, Teddy.” Harry immaginò Lily fare sesso a quell’età e rabbrividì. “Quattordici” ribadì con decisione.
“Ho detto che lo so!” s’irritò lui. “Ma... io la amo.”
Harry stava per lanciargli un’occhiata tra lo scettico e il divertito, prima di rendersi conto che ora Teddy aveva la stessa età che aveva lui quando si era messo con Ginny la prima volta. Forse non era il caso che lo prendesse in giro.
“Be’, se la ami veramente, allora riuscirai ad aspettare” rispose infine, senza osare dirgli che più si amava una persona, più era difficile starle lontano.
“E... quanto dovrei aspettare?”
“Mmm... due anni?” rispose Harry, titubante.
“Due?!” esclamò Teddy, basito.
Harry annuì. In effetti, gli sembravano anche pochi: non era così difficile tenersi al ribasso con le figlie degli altri, ma se si fosse trattato del ragazzo di Lily avrebbe suggerito che gli anni di attesa dovessero essere almeno tre. Sei, possibilmente.
“Ma sono un’eternità!” si lamentò il ragazzo.
“Lo so.”
“E... se fosse lei a chiedermelo? Insomma, prima che siano passati due anni...”
All’improvviso, Harry ebbe il sospetto di essersi perso un dettaglio fondamentale. “Aspetta... questa è una conversazione ipotetica, giusto? Cioè, stiamo parlando del fatto che ti piaccia e che ti vorresti mettere con lei, no?”
“Certo che no, stiamo insieme da cinque mesi!”
Merda.
“Oh... questo mi era sfuggito.” Bill mi ucciderà. O lo ucciderà. O ucciderà tutti e due. “E… i suoi lo sanno?”
“Be’… non so se lo sanno adesso, ma Victoire voleva dirglielo prima della Coppa del Mondo, così lì possiamo stare insieme…”
Merda. Ma forse era pur sempre meglio che stessero insieme alla luce del sole, invece che essere obbligati a farlo di nascosto, a pensarci bene…
“Quindi? Cioè, cosa dovrei fare se lei mi dicesse che vuole farlo?”
“Lei ti ha detto così?!” si stupì Harry.
“Ehm, no, non ancora, ma... be’, credo che prima o poi potrebbe farlo...”
“Credi o speri?” indagò il padrino, con un sopracciglio sollevato.
“Tutte due?” chiese Teddy, esitante.
Harry fece un respiro profondo.
“Be’, direi che per... un anno? Sì, diciamo che per un anno dovresti essere tu a cercare di tenere a freno le cose; magari a un certo punto potreste cominciare a … a toccarvi un po’, senza esagerare… e se dopo un anno anche lei davvero volesse... be’ immagino che rifiutarsi sarebbe poco carino, alla fin fine.”
Finalmente, Teddy accennò un mezzo sorriso.
“Però quando succederà non farti beccare da Bill, ti prego. E ovviamente non azzardarti a metterle le corna nell’attesa.”
“Non la tradirei mai!” s’indignò Teddy.
“Bene, perché Bill ti spezzerebbe le gambe.” Harry ci pensò un attimo. “E poi io ti spezzerei le braccia, se Bill non mi ha ammazzato prima.”
Teddy gli lanciò un’occhiataccia, ma Harry gli fece un sorrisetto, e alla fine anche il figlioccio ricambiò.
“Comunque... perché Bill non dovrebbe essere contento che io e Victoire siamo innamorati?”
“Be’, credo che sotto sotto lo sarebbe ma... diciamo che i padri sono un po’ suscettibili quando si tratta dei ragazzi delle loro figlie.”
“Ma credevo che a Bill stessi simpatico...”
“Certo che gli stai simpatico, lo sai che Bill ti vuole bene. Pensa che anche Ron ci ha messo un po’ a digerire che io stessi con Ginny, ma non perché non la volesse vedere con me... è proprio che non la voleva vedere con nessuno. Niente di personale, insomma.”
“Ok, ho capito. Grazie.”
“Prego. Lo sai che per te ci sono sempre” sorrise Harry. “Però, davvero, puoi imparare tutto anche senza il mio aiuto.”
Teddy lo guardò riconoscente, e Harry si disse che forse non faceva poi così schifo come padrino.

***

“Ehy, Bill!” esclamò Harry, sorpreso dalla visita.
Poi vide la sua espressione e ringraziò il cielo che solo la sua testa fosse arrivata nel suo camino.
“Ho appena beccato il tuo figlioccio insieme a mia figlia.”
“Oh... be’, stanno insieme, no?” domandò Harry esitante, un rivolo di sudore sulla nuca. 
Bill non accennò a sorridere.
“L’ho appena beccato con... le mani nel sacco, se capisci cosa intendo.”
“Oh” mormorò Harry. Merda.
“E sai la sua giustificazione qual è stata?” si adirò Bill.
“Ehm... che sono innamorati?” tentò Harry
“NO, che tu gli hai dato il permesso!”
“Cosa?!”
“Che diavolo stavi pensando, Harry? Mia figlia ha quattordici anni! Quattordici!”
“Lo so! Lo so, e gliel’ho detto chiaro e tondo che doveva tenere le mani a posto!”
“Be’, deve essergli sfuggito qualche dettaglio, perché è convinto di non aver fatto nulla di male, visto che Victoire voleva! Voleva, capisci?! A quattordici anni!”
“Io gli ho detto che doveva aspettare almeno un anno!”
In realtà gli aveva detto che doveva aspettare un anno a fare sesso vero e proprio, realizzò con orrore, ma questo non l’avrebbe specificato.
“Oh, be’, quindici anni vanno benissimo, allora” disse Bill, sarcastico.
“Be’, no, in generale no! Ma se stanno insieme da tanto...” azzardò Harry.
“Certo, e secondo te aspetteranno un anno se sono già arrivati a questo punto dopo neanche due mesi?!”
“Sette” lo corresse Harry, prima di riuscire a trattenersi. “Ma fa lo stesso” si affrettò ad aggiungere, colpevole.
“Senti, lo sto per spedire diretto da te, e vedi di dirgli che deve stare lontano da mia figlia. Ho tollerato il suo comportamento durante la Coppa del Mondo, ma questo è troppo.”
“Il loro comportamento” si risentì Harry. “Non mi pareva che Teddy stesse obbligando Victoire a baciarlo. Forse anche tu dovresti dirle di stare lontano da lui.”
“Non vorrai mica dare la colpa a mia figlia?!” s’indignò Bill.
“No! A tutti due, ma… be’, Victoire è in parte Veela, no? Come pensi che un ragazzino innamorato di sedici anni possa resisterle, se lei –”
Harry capì subito di aver esagerato, perché Bill era furibondo come forse non l’aveva mai visto.
“Stai forse dicendo che mia figlia è una –”
“No! Sto solo dicendo che se anche lei è innamorata e vuole stare con lui, io non posso fare molto per tenerli lontani, a maggior ragione quando saranno tornati a Hogwarts!”
“Troverò il modo, te l’assicuro!” esclamò Bill, e detto ciò, scomparve dal camino.

Un attimo dopo vi comparvero fiamme verde smeraldo, e Teddy spuntò nel suo salotto, con un’espressione mortificata.
“Quando ti avevo detto che dovevi aspettare, dicevo sul serio” lo rimproverò Harry, duro. “E anche quando ti ho detto che non dovevi farti beccare da Bill, dannazione.”
“Mi dispiace...” mormorò Teddy, lo sguardo basso.
Harry sospirò. “Lo so” disse, questa volta con più dolcezza.
“Non so cosa mi è preso, ma quando lei...”
“Va bene, non mi servono i dettagli” tagliò corto Harry.
“Ho fatto un casino, vero?”
“Temo di sì. Bill non era affatto contento, Teddy. In effetti... be’, mi ha detto di convincerti a stare alla larga da lei” ammise Harry.
“Cosa?!” esclamò il ragazzo.
“Hai sentito bene. Il fatto che me l’abbia chiesto, però, non vuol dire che io abbia intenzione di farlo.”
Teddy tirò un sospiro di sollievo. “Grazie, Harry. Grazie mille.”
“Nonostante ciò, credo che Bill lo farà con Victoire, quindi... be’, se lei dovesse cambiare idea su voi due, non azzardarti a insistere, ok?”
Teddy lo guardò mogio. “Ok” mormorò.
“E se invece lei non dovesse cambiare idea... mi dispiace, sfogati quanto vuoi quando sei da solo, ma tieni le mani a posto, anche se Victoire ti chiede di non farlo.”
In realtà Harry era abbastanza convinto che quella raccomandazione sarebbe andata presto a farsi benedire, ma più di quello non poteva fare.
“Ok” accettò Teddy, dopo un lungo silenzio. “Non lo dirai a nonna, vero? Mi ucciderebbe...”
Harry sospirò. “No, non glielo dirò, ma non posso escludere che lo faccia Bill.”
“No, certo” annuì Teddy, accasciandosi sul divano, accanto al padrino.
Harry provò pietà di lui, vedendolo così rattristato. Gli diede un colpetto con il gomito, e Teddy si girò a guardarlo, mogio.
“Almeno ne è valsa la pena?” indagò, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito.
Teddy ridacchiò. “Sì, direi proprio di sì” disse sogghignando. “Tu lo sapevi che lì sotto le ragazze hanno una specie di –”
Questa è una conversazione che noi due non avremo” lo interruppe Harry, con gli occhi sgranati.
Teddy lo guardò malizioso. “Allora lo sai” lo pungolò.
“Certo che lo so, idiota, sono sposato da dieci anni” rispose Harry, bonario. “Mi sorprende che lo sapesse lei, però.” Provò un moto d’orrore all’idea che a quattordici anni Lily l’avrebbe già saputo.
“Oh, infatti non lo sapeva” ribatté Teddy con un sorrisetto soddisfatto.
Harry si portò la mano sul volto, scuotendo la testa sconsolato. “Bill mi ucciderà.”



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Ciao a tutti ^^
Eccomi di nuovo qui con un pezzetto senza infamia e senza lode scritto per il mero gusto di divertirmi un po’ a mettere Harry in imbarazzo (e nei casini ^^).
Ci tengo a specificare che non ho figli e sono una ragazza, quindi – pur essendomi ducomentata – non è detto che le varie tappe siano trattate in modo adeguato per età/contenuti: in caso ci siano imprecisioni, battete un colpo ;) Magari non potrò correggere, ma potrò almeno farlo presente nelle note!
Per quanto riguarda la presunta inesperienza di Victoire, sta a voi decidere se è vera o presunta ;)
Poi, il Glumbumble è davvero (e con davvero intendo: c’è su Animali Fantastici) un insetto che produce melassa in luoghi tipo i cavi degli alberi, ma è una mia invenzione che sia una storiella usata per spiegare come nascano i bambini. Il Jobberknoll invece è un uccello, che nella mia mente paragono alla cicogna.
Le parole e l’effetto dell’Incanto Anticoncezionale sono una mia invenzione (Haud significa non, concipio richiama concepire).
Infine, la storia tiene conto degli eventi della Coppa del Mondo 2014 (in cui Victoire e Teddy stanno già insieme), più che dell’Epilogo (che avviene qualche anno dopo). 
Si accettano suggerimenti per migliorare il titolo xD [Edit: che è già al secondo tentativo]

Come sempre sarei ben felice di sapere cosa ne pensiate ^^
Alla prossima,
Isidar

   
 
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