Anime & Manga > Ranma
Ricorda la storia  |      
Autore: Xenebe    09/07/2018    6 recensioni
Ogni notte Akane faceva un sogno... sognava una sé adulta, una sé sposata, una sé che accarezzava felice la pancia quasi ancora piatta dove cresceva suo figlio, sognava una sé innamorata e ... una sé terrorizzata... il sogno era confuso nei particolari, eppure chiarissimo in queste sensazioni residue. [...]
Finché una notte l'Akane adulta non si rivolse direttamente alla diciottenne chiedendole di prendere il suo amato bambino.
- Salvalo ti prego! Io non sono abbastanza forte...-
- Sono forte come un gorilla! -
- Già, Ranma me lo diceva sempre... eppure... lui è molto più forte...-
[...]
Ranma si morse leggermente la lingua: fino a poche ore prima Akane portava il suo solito caschetto! Quello era certamente un mistero e si sarebbe subito messo a indagare se la rabbia non lo avesse bloccato.
Il corpo di Akane era completamente ricoperto da lividi violacei, neri, marroni e qualcuno verdognolo. Che diamine stava succedendo?
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Odio_amore
Ancora una volta affronterò dei temi non semplici, spero di non turbare o offendere nessuno.

Questa OS è un po' lunghetta, ma ho preferito postarla così come l'ho concepita.

Through the dreams





Ogni notte Akane faceva un sogno... sognava una sé adulta, una sé sposata, una sé che accarezzava felice la pancia quasi ancora piatta dove cresceva suo figlio, sognava una sé innamorata e ... una sé terrorizzata... il sogno era confuso nei particolari, eppure chiarissimo in queste sensazioni residue.
Nei suoi sogni c'erano tutti, la sua famiglia, Ranma, i Saotome, Happosai, Ukyo, Ryoga, Cologne... mancavano solo Shampoo e Mousse.
Per due settimane questi sogni continuarono.
Finché una notte l'Akane adulta non si rivolse direttamente alla diciottenne chiedendole di prendere il suo amato bambino.
- Salvalo ti prego! Io non sono abbastanza forte...-
- Sono forte come un gorilla! -
- Già, Ranma me lo diceva sempre... eppure... lui è molto più forte...-
Lui? Chi era lui? Akane diede voce ai suoi dubbi ed ebbe solo una risposta: l'altra sé si toccò la fede prima di voltarsi con uno sguardo terrorizzato e urlare -Ranmaaaa! -
Al suo risveglio Akane si ritrovò in lacrime e completamente dolorante mentre Ranma la abbracciava e le sussurrava di calmarsi.



Era una giornata banale in una settimana banale, come le altre che, da parecchio ormai, seguivano quello che, dal rientro dopo l'avventura sul Monte Hooh, era il secondo, anch'esso disastroso come il primo, matrimonio fallito di Ranma e Akane.
Akane se ne stava seduta, in silenzio, davanti al nuovissimo libro che si era fatta prendere in biblioteca quella mattina da Kasumi e Ranma iniziava a chiedersi perché non proferisse parola.
Le era sdraiato accanto ed era in preda all'irritazione. Praticamente dalla sera prima non parlavano davvero e non avevano neanche litigato, anzi Akane sembrava di buon umore, solo che era troppo distratta da quel dannato libro per dargli retta.
Lui aveva allora deciso di fingere di guardare la televisione, ma dopo un'ora di anime, un notiziario e un documentario stava per iniziare un programma di cucina e sapeva sin troppo bene che era meglio non far venire alla sua fidanzata la voglia di mettersi ai fornelli.
Aveva virtualmente finito le scuse per stare fermo in quel punto, con il braccio che sfiorava quello di lei... almeno le scuse plausibili. Gli toccava, per attirare la sua attenzione, usare l'unica cosa che normalmente avrebbe reputato troppo importante per essere usata come scusa: le arti marziali. Ma a mali estremi…
- Ehi, Maschiaccio? -, rimase fermo nella posizione fintamente rilassata che aveva, ma Akane non diede segno di averlo sentito.
- Akane? - ancora niente.
- Si può sapere che stai facendo? -, disse mentre, irritato, la raggiungeva per spiare da sopra la spalla cosa stava leggendo.
Questo la portò a riscuotersi finalmente. Con una velocità che non credeva le appartenesse, Ranma la vide chiudere una rivista e metterla nel golfino, mentre si alzava facendo cadere a terra il libro in cui fino a quel momento l'aveva nascosta. Ma ovviamente lui era più veloce.
Un attimo dopo infatti stava sfogliando incredulo l'ennesima rivista per viaggi di nozze.
Sin dall'ultimo matrimonio fallito, i compagni di scuola avevano iniziato a prenderli in giro inviando loro depliant e riviste per abiti da sposa, organizzazione del matrimonio e viaggi di nozze.
Inizialmente si arrabbiavano entrambi e trattavano male chiunque ritenessero responsabile, ora, dopo più di 2 mesi e mezzo, non facevano altro che buttarli via. Trovare però la fidanzata con quel catalogo gli sembrava una specie di tradimento.
Eppure, sotto sotto non gli dispiaceva che Akane stesse pensando al loro matrimonio. Ammise, sentendo le proprie guance arrossarsi.
Guardò la ragazza e la vide imbarazzantissima.
-Non è come pensi... Ricordi il film di ieri? -
Sì, ricordava il film d'amore che era stato costretto a sorbirsi con lei, i protagonisti avevano una situazione sentimentale che chiunque avrebbe definito ingarbugliata, ma non lui ed Akane. Aveva dovuto restare lì a guardare quella lagna fino alla fine, pur di passare il pomeriggio con la fidanzata.
Dall'ultimo tentativo di matrimonio, aveva iniziato a pensare seriamente all'idea delle nozze, soprattutto, doveva ammetterlo, grazie a sua madre che gli aveva chiesto come pensava di portare avanti una relazione adulta con Akane se riusciva a starle davvero accanto solo quando c'era un pericolo. Per questo si era ripromesso di passare più tempo possibile insieme, anche facendo cose noiose.
-Sì, certo. -, la ragazza iniziò a distogliere lo sguardo, mentre si stringeva nel golfino e quasi si ripiegava su se stessa.
-Ricordavo che uno dei vari cataloghi parlasse di quella città e così... -
Certo, ora aveva tutto davvero senso, ma un po' gli dispiaceva che Akane stesse pensando ad altro, del resto l'ultima volta ci erano andati davvero vicinissimi e sembrava che nessuno dei due fosse stato davvero costretto.
Beh, di certo per lui non c'era stato alcun obbligo, sua madre gli aveva addirittura chiesto se passare la vita con Akane lo avrebbe fatto felice. Non aveva risposto a parole, ma era certo che Nodoka avesse recepito il leggero cenno d'assenso. Però... forse era arrivato il momento di esporsi, almeno un po'.
Non fece neanche in tempo a pensarlo che, come al solito, la sua bocca stava già mettendo in pratica le sue intenzioni.
-Per un attimo ho creduto che stessi pensando al nostro futuro... viaggio di... di... di nozze. -
Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per sapere che doveva avere il viso dello stesso rosso della sua casacca preferita.
Ovviamente non era riuscito a guardare Akane in faccia mentre lo diceva, aveva piuttosto gli occhi puntati sul soffitto. Li spostò su di lei solo quando la sentì ricadere seduta.
-Beh, non sarebbe una cattiva idea-, ovviamente, come lui pochi secondi prima, neanche lei lo guardava, ma sapevano entrambi che tra i due era la più coraggiosa quando si trattava della loro relazione, infatti prima di aprire di nuovo bocca piantò lo sguardo dritto nel suo.
-Tanto dovremmo sposarci prima o poi, sarebbe una buona idea scegliere dove passare la luna di miele, prima che a farlo siano i nostri genitori o peggio... Nabiki. -
Era sorpreso che lei fosse riuscita a parlare così apertamente, mentre lui... ma Ranma Saotome non era il tipo da tirarsi indietro in una sfida, si disse, e se Akane poteva parlare del loro matrimonio, con quel suo piccolo viso a cuore arrossato e quello sguardo determinato, anche lui poteva riuscire a esprimersi, senza esporsi esageratamente.
- Forse... dovremmo pensare di non lasciare neanche... l'organizzazione a loro... le ultime volte non è andata bene... -
Akane spalancò gli occhi e gli sorrise mentre lui le sedeva accanto.
E così tra imbarazzo e piccoli, minuscoli passi, Ranma e Akane iniziarono a organizzare il loro matrimonio, con tutta l'ingenuità di chi non è niente affatto pronto a un passo del genere e una spensieratezza data sia dalla consapevolezza che quella fosse la scelta più furba per evitare improbabili risultati in futuro, che dalla certezza che fossero entrambi ancora emozionalmente distanti dal matrimonio in sé, ma sempre più vicini l'uno all'altra.

Erano passati due mesi da quel giorno e praticamente Ranma e Akane avevano programmato tutto il loro possibile matrimonio.
Si erano addirittura occupati di questioni spinose come convincere Akane a non invitare Ryoga al matrimonio o a non parlarne a P-chan. Ovviamente per acconsentire a queste due richieste la ragazza aveva voluto qualcosa in cambio... Aveva voluto lezione di cucina.
Inizialmente Ranma aveva deciso di darle lezioni in versione ragazza, ma dopo le prime due lezioni e un paio di situazioni che sarebbero potute sembrare romantiche, aveva deciso di insegnarle a cucinare restando uomo.
Si erano addirittura divertiti, inaspettatamente.
Una mattina però Akane si presentò a colazione a dir poco assonnata e stranamente con la divisa scolastica nonostante fosse domenica, questo fece ovviamente scattare il radar del fidanzato che un attimo prima che tutti finissero il pasto la trascinò nel dojo.
-Che succede? -, le chiese a bruciapelo.
-Niente, io... dobbiamo andare a scuola...-
-Akane, è domenica -, il volto sorpreso della fidanzata fu l'unica risposta che ebbe prima di lasciarsi scivolare a terra e stendersi sul pavimento del dojo con il suo solito atteggiamento fintamente rilassato: in realtà stava cercando di nascondere la sua enorme preoccupazione, come sempre quando si trattava di lei.
-Allora? -
Akane si sedette accanto a lui e sospirò.
-Sono due settimane che non riesco a dormire, faccio degli strani sogni... -
-Per caso sogni Junseko e Safulan? -, Ranma era letteralmente saltato su a sedere.
-No, no... perché hai ricacciato quella vecchia storia? Non ci tengo a riviverla. -
-Beh, ovviamente neanche io, ma giusto l'altra sera pensavo che se tuo padre sapesse cosa è accaduto veramente... -
-Mi hai salvato, di nuovo. Ecco cosa è accaduto veramente. Conta solo questo. -
-Lo sai che non è così! -
-Tu sei solo un po' ansioso. -
Era vero. Stavano affrontando il loro ultimo anno da liceali. Alla fine della scuola Akane si sarebbe iscritta all'università e Ranma avrebbe ufficialmente ereditato la palestra da Soun. Significava anche che si sarebbero sposati presto, ma ormai non sembrava più un problema... mesi a organizzare tutto e sembrava che fossero quasi pronti, o almeno meno spaventati.
-Comunque non ricordo questi sogni nel dettaglio, ne ho solo delle potenti sensazioni. -
-Così potenti che ti impediscono di dormire. Che tipo di sensazioni sono? Positive? Negative? -
-Non lo so... Ci sono un sacco di sentimenti diversi, contrastanti. Non riesco a capire... -
Vedendola preoccupata, Ranma decise di sdrammatizzare.
-E dimmi, credi che ci sia anche io in questo sogno? -, vedendola annuire continuò, -Allora sicuramente ti devi essere arrabbiata. -
-No, non ricordo rabbia, ricordo dolore, tantissimo dolore. -
Ranma era preoccupato, ma prima che potesse ammetterlo li interruppe Nabiki.
Nei giorni a venire purtroppo Akane sembrò sempre più debole e assonnata. Tutti in casa sembravano preoccupati, persino Genma, persino Happosai, ma la ragazza continuava a minimizzare la cosa: era solo un po' di sonno perso, in fondo.
Persino Ukyo la prese da parte e le chiese cosa avesse che non andava. In realtà Akane non capì subito che le stava chiedendo la cuoca di okonomiyaki, pensava fosse l'ennesima sfida o stratagemma per avere Ranma o fermare Shampoo, solo dopo qualche secondo capì che l'amica (già, lei la considerava un'amica nonostante, o forse soprattutto per, tutto quello che avevano passato insieme) era preoccupata per lei.

Si era appena conclusa l'ennesima folle serata a casa Tendo. Ranma stava ancora riparando il dojo dopo l'ultima intrusione dei cinesi e Kasumi, appena finito di fare i piatti, si stava mettendo a letto, mentre gli altri già ronfavano.
Akane si era addormentata a metà serata e Ryoga, Kuno, Sentaro, Piccolet e Gosunkugi -già si erano presentati proprio tutti quella sera!- si stavano per azzuffare per decidere chi l'avrebbe portata in camera (e ovviamente stavano per prenderle tutti di santa ragione da Ranma), quando si intromise Soun Tendo, provvidenzialmente ripresosi abbastanza da ordinare a Ranma di portare la fidanzata a letto. Quello che Ranma non sapeva era che era stata la katana di sua madre lo strumento più efficace per evitare che qualcuno lo seguisse.
Mentre puntellava provvisoriamente le assi del muro rotto, Ranma ripensò a quando, un secondo prima di posarla sul suo letto, mentre ancora era tra le sue braccia, Akane aveva sorriso e aveva sussurrato il suo nome nel sonno.
Erano passate un paio d'ore e ripensandoci sentiva le sue labbra stirarsi in un sorriso ebete, ma beato.
D'improvviso un urlo di terrore sembrò lacerare la solita atmosfera surreale che abbracciava Nerima.
Ranma non sapeva neanche che fine avessero fato il martello e i chiodi che aveva in mano, quella era Akane: doveva raggiungerla al più presto.
La sua fidanzata aveva una voce strozzata dal terrore mentre chiamava il suo nome, ma non appena la raggiunse e la prese tra le braccia sembrò rilassarsi per un secondo, prima di risvegliarsi in lacrime mentre lui le sussurrava di calmarsi.
Dopo un paio di secondi la ragazza si calmò divenendo quasi apatica, fu allora che improvvisamente Ranma si rese conto della luce che dal corridoio entrava nella stanza buia. Affacciati alla porta c'erano tutti i componenti della loro assurda famiglia, preoccupati.
Ranma si allontanò per un attimo dal letto di Akane e raggiunse gli altri.
-Ha solo avuto un incubo, tornate pure a letto... appena sarà del tutto calma andrò anche io. -, tranquillizzò tutti, ricevendo un sorriso di apprezzamento da sua madre.
Quando finalmente restò solo con la fidanzata chiuse la porta e accese la luce.
Fu allora che l'aspetto di Akane lo colpì: sembrava più alta, il viso più dolce, il colore degli occhi più intensi, le labbra più rosse, tutto il suo corpo sembrava più affusolato, ma le sue forme più piene. Sembrava che fosse cresciuta in quella nottata, infatti il suo solito pigiama giallo le stava leggermente piccolo, creando un effetto molto sexy, anche grazie ai lunghi capelli che le arrivavano alla vita lasciata scoperta...
Ranma si morse leggermente la lingua: fino a poche ore prima Akane portava il suo solito caschetto! Quello era certamente un mistero e si sarebbe subito messo a indagare se la rabbia non lo avesse bloccato.
Il corpo di Akane era completamente ricoperto da lividi violacei, neri, marroni e qualcuno verdognolo. Che diamine stava succedendo?


Era notte fonda e Ranma era nella sala d'aspetto della clinica del dottor Tofu.
Solo pochi minuti e avrebbe saputo cosa stava accadendo alla sua Akane. Che avrebbe detto agli altri? Beh, il primo passo era riuscire a tornare a casa prima dell'alba, visto che quando era uscito non aveva avvertito nessuno.
Infatti, dopo aver notato i lividi di Akane, l'aveva vista iniziare a tremare per poi scoppiare in un pianto silenzioso e convulso. Appena si era calmata poi, l'aveva guardato negli occhi sussurrandogli di essere incinta, prima di ricominciare a piangere.
Troppo sconvolto per riuscire a capire e collegare tutto, si era affidato, come faceva sempre nel momento del bisogno, solo al suo istinto: aveva afferrato la coperta con cui poche ore prima aveva coperto la fidanzata, gliela aveva avvolta addosso ed era saltato, con lei tra le braccia, via dalla finestra verso la clinica.
Solo ora riusciva a riflettere quasi lucidamente, anche se una parte del suo cervello continuava a vedere la sua Akane in lacrime.
Qualunque cosa fosse accaduta era certo che fosse tutto collegato: i sogni, il cambiamento, il... bambino.
-Ranma...-, Tofu lo chiamò, aveva terminato la visita ad Akane.
Appena fu entrato nella stanza, il ragazzo trovò una Akane ferma, immobile, come gelata.
-Dottore, cosa? -
-Akane ha parecchie contusioni, un paio di costole incrinate e... È incinta. -
A quelle parole Akane si risvegliò guardandolo, giusto in tempo per vederlo stringere i denti e le mani, di conseguenza scoppiò a piangere.
Un attimo e Ranma era accanto a lei che cercava di calmarla, di asciugarle le lacrime, di parlarle, di guardarla negli occhi.
Ma Akane continuava solo a balbettare parole incomprensibili.
-Akane! -, non avrebbe voluto urlare, ma almeno la ragazza ora lo guardava e aveva smesso di piangere. Le asciugò le lacrime: -Ti prego, calmati. -
-Io... io... non dovrei essere incinta... io non ho mai...-
-Oddio, Akane! Sei preoccupata per questo? -
-Già, Ranma, la piccola Akane era terrorizzata dall'idea della tua reazione... -
Il ragazzo tornò a guardarla e finalmente si rese conto di quanto erano vicini mentre, seduto sul letto, si era proteso verso di lei e le teneva il volto: con la sua proverbiale velocità si allontanò e finì per sbattere sull'ecografo ancora fisso sull'ultima immagine catturata, il bambino di Akane.
-Questo è... -
-Sì, Ranma, è la bambina di Akane, è al quinto mese. -
-Wow-, rimase qualche attimo in silenzio di fronte al monitor mentre la fidanzata lo scrutava, -comunque, dottore, non è il caso di chiamarla piccola... Ha visto come è cambiata? Sembra avere 25 anni. Deve essere tutto collegato. Dobbiamo capire! -
Come al solito Ranma sembrava pronto ad andare in battaglia, chissà contro chi poi.
-Akane mi ha raccontato di alcuni sogni strani, ma pare che non ricordi molto... ora comunque vi lascio un po' soli e vado a dormire. Voi restate qui, sarebbe meglio non strapazzarla troppo, viste anche le contusioni... Riposate, domattina presto avvertirò io il signor Tendo. -
Appena Tofu li lasciò soli, Ranma tornò vicino alla ragazza.
-Pare che non potrò più chiamarti "maschiaccio"! -
-Non scherzare! Mi sembra di essere nel corpo di un'altra! -
Restarono in silenzio finché Ranma non scoppiò a ridere.
-Scusa è che la situazione... e poi questa sei evidentemente tu, solo un po' più grande e... -
-Più incinta! -, sbuffò Akane, - Ma davvero non ti dispiace che io... insomma. -
-Akane, guardami per favore -, lei aveva abbassato lo sguardo in grembo dove con le mani si copriva il ventre, così attese che lo guardasse prima di continuare, - non mi dispiace. Sono preoccupato, ma questo è ovviamente una specie di tuo corpo del futuro, per quanto ne sappiamo, ecco... la bambina... beh... noi... - 
Fece un grosso respiro per calmarsi e poi continuò chiedendole se secondo lei questo "scambio di corpi" potesse essere collegato agli strani sogni che aveva avuto.
Akane riabbassò lo sguardo per un attimo, quando lo rialzò aveva negli occhi la solita determinazione che l'aveva sempre contraddistinta. Per la prima volta quella notte, Ranma riuscì davvero a riconoscere la donna che amava.
-Stranamente ricordo vividamente il sogno di stanotte e sono certa che fosse diverso da tutti gli altri. Una me più adulta, - abbassò gli occhi per guardarsi, - questa me, mi ha chiesto di proteggere il suo amato figlio, di salvarlo da qualcuno, qualcuno molto più forte di lei... -
- Da chi? E perché hai detto al dottore che non ricordavi molto? -
-Perché quando le ho chiesto da chi dovessi proteggerlo in risposta… mi ha solo indicato la sua fede nuziale. -
Ci vollero un paio di minuti buoni perché il ragazzo capisse appieno.
- Credi che sia io quello che ti ha ridotto così... -, mentre lo diceva la sua voce era rotta dalla paura e il suo sguardo vacuo... Akane aveva paura di lui. Si alzò, allontanandosi un po' da lei e le diede le spalle.
Un attimo dopo davanti a lui c'era una venticinquenne con gli occhi lampeggianti della sua fidanzata e le mani in vita, contrariata. La prese in braccio e la riportò sul letto.
- Sei incinta, provata, hai il corpo pieno di lividi e due costole incrinate... non fare sciocchezze per favore! -
- E tu non giungere a conclusioni affrettate! Non ho paura di te, Ranma! Non avrò mai paura di te. Certo, non ti lascerei solo a badare a un bambino, perché sei un irresponsabile testardo... -
- Ehi! -
- Ma è impossibile che io abbia paura di te! Quindi mi chiedo... tutto il matrimonio che abbiamo organizzato, per te era solo un passatempo? Io credevo che stessimo davvero organizzando il nostro matrimonio, ma sono piuttosto certa che l'altra Akane non abbia paura di te, quindi... -
- Vuoi sapere se ho davvero intenzione di sposarti. -, concluse Ranma imbarazzato, lei annuì appena, più rossa di un pomodoro maturo, -Ce... cer... certo che ho intenzione di sposarti! Forse non in questo momento, perché dovremmo prima riprenderci il tuo vero corpo... E... tu? -
- Beh, certo che voglio sposarti! Mi sembrava ovvio! -
Rimasero imbarazzati e in silenzio finché non si addormentarono.

Il giorno dopo Ranma e Akane, con l'aiuto del dottor Tofu, dovettero spiegare tutto alla loro famiglia... beh, tutto tranne i particolari del sogno, sperando che non succedesse, come sempre nelle loro vite, una tragedia. Ma con Soun Tendo era difficile. Del resto però questo imprevisto era decisamente più grosso dei soliti combattimenti e sfidanti.
Ovviamente Akane smise di andare a scuola "per motivi medici" e vedendo il suo cambiamento evidente nessuno dei suoi insegnanti poté obiettare sulla decisione.

Quattro mesi dopo, con un cesario, Akane diede luce a una splendida bambina di 3.8 kg.
Era una bambina perfetta a detta di tutti, ma i suoi grandi occhi blu preoccupavano Ranma, non meno di quei capelli rossicci... quella bambina assomigliava incredibilmente alla sua forma femminile. Se avesse dovuto dirlo dall'aspetto... quella sembrava davvero sua figlia.
Ma questo pensiero, che poteva essere piacevole, ne portava anche uno terribile: se quella era sua figlia, lui era il marito di cui Akane era tanto terrorizzata... lui era il marito che l'aveva picchiata, la sua piccola Akane.
Certo il pensiero di permettere a qualcun altro di sposarla era assurdo...
Non riusciva a capire, si scervellava da 4 mesi, ma ora che vedeva la bambina, era spaventato dall'idea di essere lui ad aver fatto del male alla fidanzata.
Sospirò e si scompigliò i capelli, alzandosi. La sua Akane aveva appena partorito e ora stava dormendo, ma in quel corpo, anche ora, dopo 4 mesi, gli sembrava strano considerarla davvero la sua Akane.
Allungò la mano e l'accarezzò delicatamente. Era troppo stanca per svegliarsi.
Sistemò il futon accanto al letto: aveva comunque tempo per cercare di capire, si disse guardandola prima di stendersi e chiudere gli occhi.

Il giorno dopo quando Ranma aprì gli occhi si ritrovò il viso della fidanzata, sorridente e ammaccato a pochi centimetri dal suo.
Sorrise un momento notando che di fronte a sé aveva di nuovo i capelli corti e il viso da liceale, prima di concentrarsi sul livido che le copriva la parte bassa della guancia.
Allungò la mano a sfiorarla, ma non ci riuscì perché automaticamente Akane si tirò indietro quel poco che bastava per non essere toccata e ferire indirettamente i sentimenti di Ranma.
- Scusa...- provò a iniziare, ma lui si era già alzato e sfogava la sua frustrazione picchiando un cuscino con la stessa forza con cui avrebbe affrontato Ryoga.
- Ranma. -, provò a chiamarlo Akane.
- Ranma! -
- RANMA! -, urlò infine parandoglisi di fronte, esattamente nella traiettoria del suo ultimo pugno, che però rimase sospeso in aria, senza neanche sfiorarla.
- Io... -, sussurrò lui prima di indietreggiare, inciampare nel suo futon e cadere giusto nel letto ancora sfatto di Akane.
Non appena la sua schiena toccò il letto di lei iniziarono a scorrergli delle lacrime dagli occhi.
"Oddio che stavo per fare", era l'unica cosa che sussurrava, a ripetizione, come se sapesse dire solo quello.
Akane era impietrita: Ranma era sconvolto, ma lei davvero non ne capiva il motivo.
- Ranma... -
- NO! -, saltò lui a sedere, - Non ti avvicinare! Potrei farti del male... potrei...-, ma le lacrime erano troppe per permettergli di parlare.
Akane gli si avvicinò, si sedette accanto a lui e gli sollevò il visto tra le mani, per guardarlo negli occhi, ma lui provò ad allontanarsi da lei, alzandosi.
- Ti prego, Ranma... non mi allontanare, non mi respingere...- sentendo il suo tono triste il ragazzo tornò indietro e si inginocchiò davanti a lei, smettendo finalmente di piangere.
- Akane... potrei farti del male... e io...-
- Non è vero! -, quasi urlò rischiando di svegliare la bambina.
Fino a quel momento Ranma non si era reso conto che quello scricciolo fosse ancora lì, con il suo ciuffo di capelli rossicci e gli occhi ancora chiusi, ma che ricordava fossero dello stesso identico colore della sua versione femminile. Si avvicinò alla culla.
- Pensavo fosse andata via con il tuo altro corpo... cioè... hai capito. -
- No, il punto era proteggerla da chiunque fosse dall'altra parte, quindi... Ranma, perché non la prendi in braccio? Sei l'unico che non l'ha ancora fatto... -
Lui indietreggiò fino a lasciarsi cadere sul letto, seduto accanto a lei.
- Potrei farle del male...-, sussurrò.
- Ora basta, Saotome! Non farai del male a me o alla bambina! Prima mi sono allontanata come riflesso condizionato, ma solo perché il mio corpo sa che mi fa male il viso. Ma né in questo corpo, né nell'altro ho mai avuto paura di te. Mai. -
- Ma... -
- Ranma! -
- Ok, ok... è solo che la bambina... l'hai vista? -
- È nostra figlia. -, ammise arrossendo, - Sì, è evidente... ma questo non significa che fossi tu a picchiare l'altra me...-
- Anche in questo corpo, pare. -, Akane sembrava imbarazzata, prima di alzarsi in piedi e tirare un sospiro di rassegnazione.
- Sembra che in questo caso abbia cercato di risparmiare il mio viso...-
- E quel livido significa "risparmiare”? -
L'espressione incredula dell'artista marziale divenne prima imbarazzata guardando la fidanzata togliersi la maglia del pigiama e poi un misto tra disperazione e rabbia vedendo tutta la parte superiore del suo corpo quasi completamente coperta da lividi, tanto da non lasciare più di due centimetri di pelle chiara per volta su tutto addome e spalle, sperava solo che almeno il seno, coperto da un piccolo top, fosse libero da segni.
Ranma allungò la mano e ancora seduto attirò a sé la fidanzata abbracciandola delicatamente e appoggiando la testa al suo stomaco, mentre continuava a sussurrare: - Mi dispiace. -
A interrompere questa scena fu un forte rumore proveniente dal dojo, un rumore che conoscevano bene: come un muro distrutto o un soffitto crollato.
Ranma velocemente lasciò Akane e si mise avanti a lei, pronto a difenderla.
- Ranma, la bambina. -
A questo sussurro automaticamente il ragazzo, con la sua solita velocità, prese in braccio la bambina ancora addormentata e tornò esattamente allo stesso posto.
Passarono minuti, ma non si sentì più nulla. Ranma e Akane si guardarono e tacitamente decisero di andare a controllare.
Il ragazzo con il codino raccolse, con la mano libera, la maglia del pigiama della neomamma e gliela passò, appena fu rivestita lei prese una coperta e vi avvolse dentro la figlia, prendendola dalle braccia di quello che era sicura fosse il padre.
Pochi minuti dopo erano entrambi sulla soglia del dojo e osservavano un ammasso di muscoli e sangue rannicchiato senza sensi sul pavimento.
- Aspetta un momento...-, Akane passò la bambina a Ranma e si avvicinò al corpo, voltandolo per vedere bene il viso e confermare la sua ipotesi: coperto di sangue e con qualche cicatrice di troppo sul bel viso c'era un Ranma di qualche anno più grande di loro, svenuto.


- Credi davvero che sia indispensabile legarlo? -, furono queste parole di Akane a svegliare il nuovo Ranma. Ma lui era troppo felice di sentire quella voce per badare al significato della frase... avrebbe amato sentire anche una sua dichiarazione d'amore a Kuno...
Aprì lentamente gli occhi trovandosi di fronte lo sguardo sospetto e tagliente di un se stesso più giovane. Si mosse leggermente per cercare il volto di Akane e si accorse di essere legato. Si agitò, cercando di slegarsi mentre sentiva il panico invaderlo: dov'era Akane e perché lui era così impotente?
Appena si rese conto dei suoi pensieri sentì due lacrime cadergli dagli occhi.
- Oddio, Ranma, slegalo, non vedi in che condizioni è? -
Con quelle parole fu in grado di individuare la ragazza, rompere la sedia a cui era legato e raggiungerla.
Arrivato di fronte a una Akane a dir poco sorpresa, si lasciò cadere in ginocchio prima di allungare le braccia e serrarle sulla sua vita, poggiando la testa sul suo stomaco, come meno di un'ora prima aveva fatto la sua versione più giovane.
Akane non ebbe il tempo di fare nulla, l'altro Ranma iniziò a singhiozzare mentre la stringeva.
Quando fu scosso da un singhiozzo più violento degli altri Akane trasalì dal dolore provocato dai lividi che nascondeva.
Un attimo dopo quel Ranma era volato dalla parte opposta del dojo, malamente spinto dalla sua controparte più giovane, che si ritrovò a essere felice di aver riportato dentro la bambina, non voleva quel tizio vicino a lei, anche se probabilmente era suo padre.
- Alza un solo dito su di lei...-
Il Ranma adulto guardò l'altro con volto smarrito, prima di atteggiarlo nel sorriso di superiorità che era tipico di entrambe le versioni.
- Credi davvero che potresti farmi qualcosa? Sono più forte, più veloce, più determinato e più disperato di te. -, sulle labbra affiorò una risata amara. -E ho ben meno di te da perdere... inoltre sono un assassino, Ranma. E sono te stesso. Ma sono tutto ciò che non vorresti mai vivere. -
- Non me ne frega un cazzo -, Akane sussultò sentendo il suo fidanzato usare un tale linguaggio, non era da lui e la scioccava molto più del tono minaccioso dell'adulto che vedeva sarebbe diventato, - di chi sei e cosa vuoi. Non credere che solo perché hai la mia faccia ti fasci fare ancora del male ad Akane! -
- Tu non hai idea di cosa io abbia passato, altrimenti saresti terrorizzato da me. -
Akane si sorprese a essere felice che sua figlia fosse al sicuro, in casa, con il resto della famiglia. Questo Ranma le faceva quasi paura, sembrava folle e davvero malridotto, pensò mentre si rendeva contro che non era un caso che la frangia fosse a destra così lunga da coprirgli l'occhio: in realtà dietro quei capelli non c'era un'iride blu, ma una orribile cicatrice che tagliava a metà in sopracciglio e arrivava fino al lobo dell'orecchio.
Fu automatico per lei avvicinarsi a quel ragazzo con il bellissimo volto del fidanzato e la disperazione che traboccava dalle parole.
Il Ranma più giovane la guardava attonito. Quella stupida si stava avvicinando a... quello! Era pericoloso!
Prima che potesse rendersi conto che, oltre che dalla preoccupazione, era stretto anche dalla morsa della gelosia, Akane aveva già attraversato il dojo e stava accarezzando il volto di quell'idiota con la sua faccia e i suoi vestiti. Tecnicamente, si disse, quella camicia non sembrava sua: era di un rosso più scuro di quella che indossava in quel momento e, sicuramente, era almeno di una taglia più grande per riuscire a coprire le spalle molto più muscolose dell'altro sé, che era rimasto fermo, inginocchiato a terra e con gli occhi chiusi mentre Akane gli sfiorava il volto.
Akane intanto stava osservando quella orribile cicatrice e tutto il resto che rendeva questo uomo così diverso dal suo Ranma.
Ovviamente non aveva bisogno di guardare dietro di sé per le comparazioni, conosceva a menadito ogni particolare del ragazzo che amava, ma il suo futuro sé... era certamente più muscoloso e, poteva scommetterci, più alto di almeno 7-8 cm (poteva dedurre nonostante non fosse in piedi), le spalle erano più robuste, come le braccia che si intravedevano dalle maniche rosso scuro strappate. Il suo volto era più maturo e aveva completamente perso quel che di androgino che rendeva riconoscibile Ranma in entrambi i suoi generi. Dalla camicia sbottonata si intravedevano numerose cicatrici, alcune decisamente nuove rispetto a quelle che aveva il ragazzo alle sue spalle. Senza pensarci allungò la mano a spostare la camicia, sul petto, all'altezza del cuore c'era un piccolo timbro, lo sfiorò con le dita, facendo fremere sotto il suo tocco il ragazzo: era una bruciatura. Si lasciò cadere in ginocchio per osservarla con attenzione. All'interno di un doppio cerchio era rappresentato un nodo.
Alzò poi lo sguardo sul volto rilassato di fronte a lei e vi trovò l'unico occhio buono chiuso e un'espressione intensa, a metà tra la dolcezza e la disperazione. Allungò le mani per sciogliere la corda che legava alla spalla sinistra del ragazzo una katana, che cadde rumorosamente a terra.
Un attimo dopo stava abbracciando la versione futura di Ranma, permettendo che piangesse tra le sue braccia.
Era così presa da lui, che non si rese conto quando l'altro ragazzo si avvicinò e la tirò a sé, lasciando che la sua controparte più adulta cadesse a terra, piangente.
- Ranma, che stai facendo? -, lo rimproverò, cercando di liberarsi.
- Che diamine stai facendo tu, Akane! Lui è quello che ti ha ridotto così, è quello che ti ha fatto del male! -
Dopo quelle parole Ranma si ritrovò bloccato al muro da tutto il peso del sé futuro. Alla gola la tagliente katana di sua madre.
- Io non le farei mai del male! -, stava ringhiando il Ranma adulto.
- Certo! E ovviamente tutti i lividi che riportava il corpo di tua moglie e quello della mia Akane erano lì per caso! -
- Ah, credimi, non c'era nessun livido sul corpo di mia moglie quando l'ho uccisa. -
A quell'affermazione, detta quasi con orgoglio e soddisfazione, seguì un attimo di silenzio prima che il liceale si lanciasse all'attacco. Purtroppo però i suoi colpi venivano parati prontamente. Frustrato, decise allora di cercare di capirci qualcosa, visto che sembrava non riuscire a uccidere quella feccia.
Tutto questo sotto lo sguardo attonito della ragazza dai capelli blu.
- Si può sapere perché diamine sei qui? -
- Sono venuto a riprendere ciò che resta della mia vita...-
- Vuoi uccidere anche la mia Akane? Non te lo permetterò! Piuttosto mi ammazzo, sei la mia versione futura, che succede se mi uccido? -
- La nuova linea temporale che abbiamo creato io e la mia Akane, quella che stai vivendo in questo momento, non avrà un suo Ranma nel futuro, ma questo non farà sparire me.-
Akane riusciva a stento a seguire le loro mosse, tale era la velocità dei due ragazzi, eppure poteva dire che il più grande si stava limitando.
- Non farai del male anche a questa Akane! Non lascerò che tu la uccida come hai fatto con l'altra! -
- Che diamine dici? Non avrei mai fatto del male alla donna che amo! -
- Hai detto che l'hai uccisa! -
- Ho ucciso mia moglie-, disse bloccando l'ennesimo colpo, - ma non era Akane.-
Dopo questo si sentì lo schiocco delle labbra di Akane che si aprivano per la sorpresa, prima che il Ranma futuro mettesse fine al quel combattimento lanciando via il sé più giovane e sospirando.
- Suppongo di dovervi raccontare come è andata. -


- Tutto è iniziato tra sei mesi rispetto al vostro presente, non so precisamente come, ma io e Akane ci eravamo avvicinati molto e tutti erano ormai consapevoli che avrei sposato lei. -, fece una pausa, sospirando, -Sono stato un idiota. - concluse abbassando lo sguardo e le spalle, mentre lentamente scuoteva la testa.
Erano seduti tutti e tre nel dojo in cerchio, dietro alla versione più adulta di Ranma c'era il resto delle famiglie Tendo e Saotome, compresi Tofu e Happosai, che quel Ranma aveva accolto con rispetto e deferenza, mancava solo Kasumi, che era rimasta in casa con la bimba.
- Che intendi figliolo? -, chiese Nodoka mentre osservava una katana, gemella di quella che aveva con sé, accanto al ragazzo, l'unica differenza era che questa non era lucida e pulita, ma piuttosto malridotta e con diverse macchie di sangue sull'impugnatura.
La versione adulta di suo figlio la guardò un attimo prima di scuotere la testa, mettere le mani sul pavimento, dietro la schiena e appoggiarvisi appena, buttando all'indietro la testa.
- Avrei dovuto sapere che mostrando i miei sentimenti stavo mettendo in pericolo il nostro rapporto. Avrei dovuto ascoltare Nabiki. Lei ce lo aveva detto, ci aveva avvertiti, ma Akane… - dopo aver pronunciato il suo nome le lacrime che stava a stento trattenendo iniziarono a bagnare il viso del ragazzo.
Akane ovviamente si mosse per consolarlo, ma fu bloccata da suo fidanzato che la attirò a sé, facendola sedere avanti a lui, abbracciandola da dietro e posando il mento sulla sua spalla, per sussurrarle: -Ti prego resta qui. -
L'altro Ranma si era intanto ripreso e li osservava.
-Mi riferivo proprio a questo. Noi, non ci eravamo neanche resi conto di quanto avessimo iniziato a mostrare i nostri sentimenti... non che fossimo riusciti a dichiararci, ovviamente. Comunque Nabiki era preoccupata, credeva che Shampoo avrebbe potuto far del male alla sorella, ma lei... -
- Andiamo! Shampoo è nostra amica! -, interruppe l'erede dei Tendo, mentre il suo fidanzato stringeva ancora di più la presa su di lei, ma non abbastanza da farle male, dosando bene la forza per non essere troppo irruento, considerando che il corpo della fidanzata era coperto di lividi.
- Appunto... Non sai quanto sei in torto, am... -, si fermò, stava per chiamarla "amore mio". Ma quella non era il suo amore, non era la sua Akane... ma in un certo senso era sempre lei, si disse mentre la osservava con il viso rosso per le attenzioni inaspettate che il fidanzato le stava riservando.
Sospirò e si concentrò sulla sua storia piuttosto che sulla liceale.
- È ormai accaduto più di sei anni fa, ma ricordo ancora tutto come se fosse accaduto ieri.
Ryoga era tornato dal suo ennesimo vagabondaggio e stavolta aveva buone notizie: aveva vinto a un festival due biglietti per la Cina e saremmo potuti entrambi guarire dalla maledizione. -
-Ryoga? -
- Sì, Akane, Ryoga. In realtà P-chan è la sua forma maledetta, ma avevo giurato sul mio onore di non rivelare la cosa a nessuno, per questo non lo sapevi e per questo io posso permettermi di dirtelo, perché non sono più legato a quel giuramento. -
- Perché non hai più onore: sei un assassino! -, sibilò il giovane Ranma, attirando su di sé tutta l'attenzione e l'incredulità della sua famiglia, soprattutto di Nodoka e Nabiki, che sembravano sconvolte dalla rivelazione.
- Hai ragione, lo sono, ma non è per questo che sono libero di parlarne. Comunque lasciamo perdere...
Partii immediatamente, non prima di essere andato a salutare Cologne per chiederle se volesse qualcosa dalla sua terra d'origine: da poco più di un mese aveva deciso di rimandare a casa Shampoo e Mousse perché si era accorta, come tutti gli altri, che non la avrei mai sposata.
Ero già per strada quando il maestro Happosai mi raggiunse chiedendomi di tornare presto perché al mio ritorno avrei ereditato il titolo di Gran Maestro e portandomi questa-, disse prendendo in mano la katana che, notò improvvisamente Nodoka, aveva una piccola gemma extra attaccata all'impugnatura.
- È diversa...-, disse ad alta voce sollevando la sua. Il Ranma adulto la guardò un attimo e poi piantò gli occhi in quelli di Akane mentre apriva quella gemma e ne faceva uscire un anello di fidanzamento.
- Questo era per Akane, ovviamente. -, fu poco più di un sussurro, prima che rimettesse tutto a posto e si schiarisse la voce.
- Il viaggio come previsto fu semplice e riuscimmo a bagnarci e tornare normali velocemente... ma non avevo fatto i conti con i sentimenti della persona di cui mi stavo fidando. Stavo raccogliendo dell'acqua per portarla a mio padre, quando Ryoga mi soffiò addosso una strana spezia. Prima che perdessi i sensi mi chiese scusa, ma, mi disse, io non ero degno di Akane, si sarebbe preso lui cura di lei. -
- Davvero... davvero Ryoga? -
- Sì, Ranma. Siamo due idioti! Ma Ryoga ha pagato per tutte le sue colpe, tutte. -, la sua versione più giovane lo guardò nell'occhio per la prima volta e finalmente gli credette, annuendo poi, per chiedergli di continuare.
- Mi risvegliai in una cella, insieme a Mousse. Il piano per togliermi di mezzo ovviamente non era di Ryoga, lui stava solo collaborando. A tirare le fila c'era Shampoo. Mousse mi chiese più volte scusa per non essere riuscito a impedirle di organizzare quello che era un vero e proprio rapimento. Ma, mi disse, era riuscito a bruciare le istruzioni per alcune delle pozioni di Cologne: per Shampoo sarebbe stato più difficile obbligarmi a sposarla senza quelle, ci avrebbe messo molto per trovarne di efficaci essendo anche stata esiliata dalla sua tribù. Ed aveva ragione... ci ha messo esattamente 4 anni. -
Tutti nel dojo trattennero il fiato. A parlare stavolta fu un'Akane in lacrime.
- Sei stavo chiuso in una cella con Mousse per 4 anni? -
- No. Appena quella vipera ha capito cosa aveva fatto il suo amico... lo ha ucciso davanti ai miei occhi, mentre lui la implorava di lasciarmi andare. Mousse è morto dopo 4 mesi. Il buono e leale Mousse... mi ha confidato che una parte del piano prevedeva che Shampoo mandasse Taro a rivendicare come suo il titolo di Happosai e il dojo. In questo modo Ryoga avrebbe dovuto sostituirmi e diventare il nuovo erede della scuola di Arti Marziali Indiscriminate. Ho scoperto poi poco più di un anno fa, che questa parte del piano era andata in fumo perché Taro non aveva nessuna intenzione di aiutarli, ma che, soprattutto, c'era chi aveva continuato a cercarmi. Precisamente Happosai e Nabiki. -
I due in questione annuirono lentamente.
- Ha senso: è impossibile che Ranma lasci la mia sorellina. -
- E il titolo di Gran Maestro! - concluse il vecchio.
Sul viso sfigurato del Ranma adulto passò il fantasma di un sorriso, poi continuò:
- Intanto la scuola aveva bisogno di un erede. Così mio padre e Soun decisero di allenare Ryoga e fare di lui il nuovo maestro del dojo Tendo. -
- No! - urlò Soun, - Non acconsentirei mai ad affidare il dojo a una persona così scorretta! -
- È questo il punto... voi non lo potevate sapere: credevate che io me ne fossi andato, che avessi abbandonato Akane. -
- Come se questo fosse possibile! -, commentò per la prima volta la sua versione più giovane, nascondendo il volto e il rossore nei capelli della fidanzata, ancora stretta a sé.
- Eppure a un certo punto lo ha creduto anche lei... dopo un anno, ma nonostante tutto non ha accettato di sposare Ryoga se non un anno e mezzo fa. -
Vide le mani del Ranma liceale staccarsi dalla fidanzata, poggiarsi a terra e stringersi a pugno, con forza.
- Non sei stato tu... non sono stato io, ma lui? È stato quel... sempliciotto di Ryoga? -, l'altro annuì prima di continuare.
- Shampoo intanto mi diede una "scelta": amarla e giurarle fedeltà o affrontare le conseguenze. Ma io non potevo... non potevo amare lei. Mi trovai così ad essere una cavia dei suoi esperimenti per provare a fiaccare la mia resistenza psicologica, ha anche provato, senza successo, a utilizzare un vecchio artefatto cinese con cui mi ha "marchiato". Alla fine due anni fa è riuscita nel suo intento: mi ha drogato e obbligato a sposarla. -
Stavolta fu Akane a trattenere il fiato furiosa.
- E così, senza neanche saperlo, a distanza di pochi mesi l'uno dall'altra io e Akane abbiamo sposato Shampoo e Ryoga.
Ma la vita di Akane non era poi così negativa. Ryoga era gentile e paziente con lei. Invece gli esperimenti di Shampoo erano atroci. La cucina di Akane a confronto è un'esperienza piacevole. -, si lasciò andare ad una risata, mentre vedeva la diretta interessata mettere il broncio.
Dopo pochi secondi però dovette tornare serio per continuare il racconto.
- Alla fine, Shampoo riuscì a creare un potente condizionatore mentale, mischiando un allucinogeno e un paralizzante. Ricordo che vedevo tutto quello che mi accadeva intorno, ma senza riuscire a muovermi consapevolmente. Mimavo semplicemente le azioni che Shampoo mi ordinava di compiere.
Ma a quella strega non bastava. Voleva che fossi consapevole, che mi innamorassi di lei, che la guardassi come guardavo Akane. Provò anche a provocare la mia ira, ma ero poco più che un burattino. Eppure, e questo la mandava su tutte le furie, non riusciva a capire perché anche in quello stato non lasciassi mai andare la spada. Una sera aveva deciso di volermi sedurre per provare a rendermi più partecipe.  Ma anche mentre lei si spogliava per me non cambiava nulla, allora fece una scenata: era stufa del mio sguardo vuoto... se non riuscivo a guardare la mia sposa come avrei dovuto, potevo anche fare a meno degli occhi. In quel momento allungò la mano ed estrasse la mia spada dalla sua elsa e, con un movimento fluido, mi privò di un occhio con un colpo secco.
Il dolore e lo shock mi fecero tornare in me. Un momento dopo Shampoo era morta, ma io ero ancora intrappolato nella mia cella. Rimasi lì, con il corpo della cinese davanti agli occhi, per altri 2 mesi. Finché Happosai e Cologne non vennero a liberarmi.
Shampoo si faceva aiutare da una sua vecchia amica d'infanzia, per questo riusciva a entrare e uscire senza portare con sé le chiavi. Cologne l'aveva obbligata a parlare dopo che Happosai l'aveva convinta che dovevo essere stato in qualche modo bloccato dalla nipote.
Tornai a casa, ma ad accogliermi trovai che Ryoga e Akane erano sposati. -
A queste parole Akane sussultò.
- No, ma io...-
- Akane, - il Ranma adulto la bloccò e finalmente la guardò, sorridendo appena, - non è colpa tua. Davvero tu... non preoccuparti. -, vedendola ancora mortificata le fece segno di avvicinarsi per sussurrarle qualcosa nell'orecchio, poi si allontanò abbastanza da guardarla mentre gli chiedeva "Ne sei sicuro?" e le si avvicinò ancora per sussurrarle qualcos'altro sorridendo furbo.
Quando tornò docilmente e quasi inconsciamente tra le braccia del suo fidanzato, Akane aveva il viso di un rosso acceso, quasi luminoso. E la cosa non migliorò quando si rese conto che le braccia che la cingevano in vita stavano stringendola molto più di prima. Passò una mano su quelle del fidanzato mentre si girava appena per chiedergli di lasciarla un attimo: si sentiva decisamente accaldata.
Ma proprio in quel momento il Ranma liceale stava per chiederle qualcosa all'orecchio. Il risultato fu dunque che si ritrovarono con le labbra a pochi millimetri l'uno dall'altra mentre anche il ragazzo arrossiva in modo incredibile.
- Che... che ... cosa ti ha detto? -, riuscì a stento a bisbigliare senza muoversi di un millimetro.
Sentiva il respiro di Akane infrangersi sulle sue labbra, sarebbe bastato un minimo movimento e avrebbe potuto baciarla, finalmente.
Smise di fissarle le labbra e spostò lo sguardo sui suoi occhi, ma presto si accorse di aver decisamente sbagliato. Se le labbra di Akane erano socchiuse per la sorpresa di averlo trovato così vicino a lei, i suoi occhi sembravano invece in attesa, come se volessero che lui annullasse del tutto la minima distanza tra loro.
Fu un colpo di tosse di Nabiki a ricordare loro che avevano un cospicuo pubblico.
Ranma mise tra loro un paio di centimetri mentre Akane tornava a dargli le spalle e lui appoggiava la fronte sulla sua spalla.
Mentre sentiva l'altro Ranma ridacchiare per il suo imbarazzo, si fece però più curioso e, stringendo la mano che la fidanzata poco prima aveva messo sulle sue, le chiese, testardo: - Allora, che ha detto? -
La ragazza si sentì investire da un'altra ondata di calore, ma sapeva che avrebbe dovuto rispondergli. Si guardò un attimo intorno e, sempre rossa come un pomodoro maturo sussurrò uno "Scusatemi" prima di trascinare fuori dal dojo il ragazzo.
Mentre li guardava allontanarsi mano nella mano, il Ranma adulto si rese conto di quanto tutt'a quella vicenda doveva aver modificato il rapporto tra i due adolescenti. Il sé di quel periodo non si sarebbe mai sognato di tenere Akane stretta a sé in quel modo, se non inconsapevolmente, tantomeno di farlo di fronte alla loro famiglia. Invece, complice sicuramente la paura e la sensazione di pericolo che avevano affrontato con quello scambio di corpi, oltre che la mancanza di fiducia verso di lui e la gelosia di Ranma, i due ora sembravano davvero uniti e molto dolci.
Sorrise silenziosamente all'idea della conversazione che dovevano star tenendo i due ragazzi a pochi metri da lui, intanto sentiva alle sue spalle il resto della famiglia parlottare: sembrava che nessuno sapesse cosa aspettarsi, come reagire. In un altro momento sarebbero stati già pronti a organizzare il matrimonio, ma la situazione confondeva anche loro.

Fuori dal dojo intanto Akane stava trascinando il suo Ranma lontano dalle orecchie indiscrete della loro famiglia: era certa, dopo la sua insistenza, che avrebbe voluto sapere davvero cosa le aveva confidato la sua controparte più adulta, ma non sapeva come dirglielo. E non era proprio capace di mentirgli.
Era quasi arrivata in casa, quando si ricordò della presenza della bambina. Di certo non voleva che si spaventasse per la reazione di quello zuccone che aveva per mano.
Si fermò ad ascoltare la voce di Kasumi che cantava a quello scricciolo, probabilmente per farla addormentare. Sorrise: era la loro bambina, ora ne era davvero certa.
- Akane! -, complice il suo stesso pensiero e la mano che ancora stringeva quella del fidanzato, la ragazza di ritrovò ad arrossire.
Interruppe allora bruscamente il contatto e si voltò a guardarlo, mettendo tra loro un po' di distanza e sperando che il ragazzo non se ne accorgesse.
- Non possiamo stare qui, sveglieremmo la bambina. -, si guardò intorno, il cortile di casa sua era grande, ma lei non voleva correre il rischio che qualcuno potesse anche solo intuire le sue parole dal dojo.
Compreso, stranamente, il suo disagio, Ranma la prese fra le braccia e saltò sul tetto, proprio in corrispondenza della finestra della camera di lei, dove spesso sostava per riflettere o per assicurarsi che non le accadesse niente di male.
Appena Ranma le lasciò toccare "terra" la ragazza si allontanò di nuovo, ma stavolta il ragazzo se ne rese conto e si riavvicinò, letteralmente invadendo il suo spazio personale.
- Smettila. -, gli disse con il volto a fuoco, mentre lui sorrideva furbo.
- Di fare cosa? - aveva un tono scherzoso e strafottente, ma quando lei si voltò per dargli dell'idiota i suoi occhi erano serissimi.
- Questo tuo atteggiamento possessivo ci metterà nei guai. -
- Ah, sì? -, detto questo il ragazzo con la treccia si avvicinò ancora di più e le strinse la vita.
Akane si sentì di nuovo andare a fuoco come poco prima nel dojo, ma si impose di restare calma: Ranma non stava facendo sul serio, era solo preoccupato, geloso e possessivo, anche se dopo le parole dell'altro, forse... si riscosse dai suoi pensieri e gli diede una piccola spinta che non lo fece muovere di un millimetro.
- Stai facendo l'idiota. L'altro Ranma non mi farà del male. E invece il tuo atteggiamento potrebbe metterci nei guai. -, inaspettatamente il fidanzato le sorrise e l'abbracciò, - Ranma! - le era uscito un urlo stridulo, lo sentì infatti ridacchiare prima di avvicinare le labbra al suo orecchio.
- So che non ti farà male, Akane. L'ho capito da un po'...-
- E allora smettila! -
Ranma si allontanò da lei, tenendola sempre stretta, abbastanza da guardarla negli occhi e, per la prima volta da quando erano su quel tetto, Akane lo vide serio e preoccupato.
- Ti faccio male? -, Akane spalancò gli occhi, perché capiva sempre il contrario di tutto? Scosse la testa per negare e lo vide annuire piano prima che tornasse a guardarla, stavolta un po' imbarazzato.
- Non vuoi che ti stia così vicino? -, sbuffò: era proprio un baka.
- Sei proprio un baka, lo sai? Non mi fai male e non ho paura di te. -, lui divenne ancora più serio.
- Non ti ho chiesto questo. -
- Ranma, io davvero non so cosa tu voglia da me, so solo che con questo atteggiamento rischiamo di finire all'altare in 2 ore! -, sbottò con il viso rosso peperone, lui le sorrise appena e la riabbracciò, prima di sussurrarle:
- E perché sarebbe un problema? -
- Ranma! -, stavolta la spinta era stata abbastanza forte da farlo finire a terra.
- Diamine, Akane! Sei sempre un gorilla! Potresti anche essere un po' più carina ogni tanto! E pensare che io... -
- Tu cosa, eh, Ranma? Hai deciso di "salvarmi" anticipando il matrimonio, vero? -, Akane sembrava a dir poco furiosa e indignata e questo lo fece andare su tutte le furie.
- Perché, dimmi, non vedi l'ora di sposare Ryoga ed essere per sempre felice e contenta con lui? Tu, lui e i tuoi lividi! Bella storia d'amore, eh! Ma se è questo che vuoi, mi farò da parte! -, nell'urlare Ranma si era rialzato e riavvicinato alla fidanzata, ma di certo non si aspettava il ceffone che ricevette.
- Sei il solito idiota! -, aveva sussurrato Akane piangendo, - Abbassa la voce, sveglierai la bambina...-
- Uff... non ti preoccupare, se ha il sonno pesante come suo padre la piccola Hibiki non ci avrà neanche sentito. -
Ranma aveva parlato con una cattiveria palese nella voce e non sapeva neanche perché. Obiettivamente quella bambina sembrava somigliargli, con i capelli rossi e quei grandi occhi blu. Del resto, in uno dei libri che Akane gli aveva fatto prendere durante la gravidanza, aveva letto che appena nati quasi tutti i bambini avevano gli occhi blu e che poi sarebbero cambiati con il tempo.
Era cattivo rinfacciare alla sua fidanzata un futuro che forse ora non si sarebbe neanche più realizzato, ma non capiva perché lei non volesse sposarlo. Pensava che avessero raggiunto un accordo in proposito e oramai lui era certo 1) dei suoi sentimenti e 2) che non le avrebbe fatto del male.
Mentre rifletteva si era però distratto e non si era accorto che le lacrime non rigavano più il volto della sua Akane, che richiamò la sua attenzione con un semplice sussurro incredulo.
- Sei geloso di Ryoga. -, avrebbe potuto negare tutto e insultarla, ma a che scopo? Si lasciò cadere seduto e le diede le spalle.
- Ranma... -, lo chiamò diverse volte, prima di sbuffare e andare a sedersi accanto a lui, al lato opposto rispetto a dove si trovava pochi minuti prima, per essere certa che la guardasse.
- Non... devi essere geloso di Ryoga... io...-, la sua faccia era a dir poco color porpora, - la bambina... la bambina... è... tua... ecco... tua figlia. -
Ranma continuava a non guardarla, lo sguardo basso, ma vide le sue spalle rilassarsi appena.
- Come... come lo sai? -, fu un sussurro, ma Akane lo sentì bene... non sapeva come dirglielo, sicuramente non con lo stesso tono malizioso che aveva usato l'altro Ranma! Prese un bel respiro...
- Me lo ha detto l'altro Ranma... nessuno ha mai... Può essere solo figlia sua. -, pensava che fosse abbastanza esplicita come dichiarazione, ma quando il fidanzato alzò il volto aveva un'espressione interrogativa e ancora diffidente. La ragazza sbuffò ancora, diventando, anche se non credeva fosse possibile, più rossa.
- Ryoga non ha mai toccato l'altra Akane... -
Ranma la interruppe con una mezza risata amara.
- Certo! Come no! E allora sono stato io a farle, a farti questi lividi? -, si ritrovò di nuovo a urlare.
- Ti ho detto di non urlare, baka! -, per la prima volta lo colpì con un martelletto di plastica giallo e rosso, sicuramente venuto da un altro universo*, - Sveglierai nostra figlia! - a queste parole entrambi arrossirono ancora, ma Akane si impose di continuare, doveva fargli capire, - Vediamo di spiegarci, Ranma... -, disse cambiando posizione, avvicinandosi a lui e mettendosi in ginocchio. Ranma di riflesso le poggiò una mano in vita: la vedeva in una posizione più precaria, così automaticamente la avvicinò ancora più a sé.
- L'altra Akane non è stata con nessuno... fisicamente... voglio dire... l'unico che l'ha toccata... come dovrebbe fare solo un marito... è stato il suo Ranma... e lui ne era certo perché... lei... era... v... -
Non riuscì a finire perché si ritrovò le labbra del fidanzato delicatamente premute sulle sue.
Fu un bacio casto, un semplice contatto di labbra, eppure quando il ragazzo si staccò da lei per poggiare la fronte alla sua, avevano entrambi il respiro accelerato.
- Non c'era nessuno a vederci -, disse dopo diversi minuti Akane, allontanandosi appena, ancora incredula per quello che era accaduto, ma molto più felice di quanto mostrasse, - perché l'hai fatto? -
Ranma la guardò inebetito un attimo e poi piegò appena la testa in un gesto tenero che ricordava molto la sua versione neko, ma Akane non glielo avrebbe mai detto.
- Ho capito che i tuoi atteggiamenti sono per potermi salvare spingendo i nostri genitori a farci sposare così starò lontana da Ryoga... -
Un secondo e Akane si ritrovò il volto del ragazzo a pochi millimetri dal suo.
- Non hai capito niente Akane baka! Non lo faccio per "salvarti". Decisamente non è questo quello che mi spinge. -, ma prima che lei potesse dire una sola parola la baciò ancora, seriamente stavolta.
Akane ci mise qualche momento a rendersi conto che non stava, ancora una volta, sognando. Ranma la stava davvero baciando e stavolta non si trattava solo di un timido sfioramento di labbra: il suo fidanzato stava baciando, mordendo e praticamente divorando le sue labbra.
Quando però lo sentì leccarle il labbro inferiore fu presa comunque completamente alla sprovvista. Nella sua sorpresa Ranma prese la palla al balzo per approfondire di contatto.
Akane sentiva che quel bacio la stava da un lato sciogliendo e dall'altro elettrizzando. Era una sensazione strana e impossibile da categorizzare, eppure era tutto quello che aveva sempre sognato.
Per un solo attimo si chiese come avesse imparato a baciare in questo modo il ragazzo, concludendo che probabilmente, come per tutto ciò che richiedeva un certo istinto, doveva essere semplicemente portato.
Sentì la mano di Ranma sfiorarle il collo, lasciando scie bollenti sulla sua pelle, e arrivare sulla sua nuca, intrecciarsi ai suoi capelli un attimo prima che la attirasse ancor più a sé.
Mugolando decise di lasciarsi completamente andare e gli gettò le braccia al collo, mentre lui, alzandosi in piedi e portandola con sé, la stringeva ancora in più, facendole passare la mano libera in vita.
Continuarono a baciarsi per molti minuti, staccandosi per poi riprendersi, ancora e ancora. Sembrava volessero recuperare gli anni in cui tra loro l'unico contatto era stato una valanga di litigi.
In realtà entrambi si sentivano semplicemente intossicati dalla presenza dell'altro. Sembrava che non riuscissero a fare a meno l'uno dell'altra e viceversa.
A separarli fu la voce del Ranma più adulto, uscito dal dojo per recuperarli e continuare il suo racconto: aveva davvero bisogno di tornare a casa.
Quando sentì quella voce leggermente più profonda di quella del ragazzo che stava baciando, Akane si ritrovò a essere ricatapultata nella realtà, una realtà dove tutto questo non era previsto che accadesse, una realtà dove lei avrebbe sposato un altro.
Si staccò dal ragazzo che amava e abbassò il capo, evitando accuratamente il suo sguardo, mentre lui urlava uno scocciato "Arriviamo subito!".
La ragazza fece per allontanarsi da lui, che invece la tenne stretta a sé, mentre la chiamava per nome, implorandola implicitamente di guardarlo negli occhi.
- Che... ti succede, Akane? -, la sua voce era roca e quasi più bassa dell'altro sé che li aspettava in giardino.
- Io...-, ma prima che potesse rispondere, Ranma la zittì con un altro bacio, per poi chiederle scusa ed esortarla a parlare.
- Hai sentito... devo sposare Ryoga... -
- Che diamine stai dicendo? -, negli occhi blu un mare burrascoso.
- Hai sentito...-
- Tu invece no. Quello è quello che è successo nel suo futuro, se ho capito bene cambiando gli eventi, quei due hanno creato una nuova linea temporale. -
Akane non era ancora totalmente certa e la preoccupazione la portò un attimo a mordersi le labbra.
Quando si accorse però di potervi ancora sentire il sapore di quelle di Ranma, arrossì e smise, notando invece cosa era successo e soprattutto il suo rossore, il fidanzato le accarezzò il labbro inferiore con il pollice prima di baciarla ancora una volta. La strinse poi ancora più a sé, tanto da farle un po' male a causa dei lividi, e saltò giù dal tetto. Prima di lasciarla andare si guardò intorno e vedendo che nessuno poteva ancora vederli, la baciò ancora, velocemente, prima di trascinarla per la mano.
Poteva già scorgere l'altro Ranma, quando si bloccò e si voltò verso la sua fidanzata.
- Akane, ti giuro che a noi non accadrà. A costo di sposarti immediatamente, nel giro di un'ora. Ma non per salvarti. Perché non voglio neanche pensare che tu possa stare con qualcun altro. -
Quando arrivarono all'entrata del dojo, Akane era rosso pomodoro ed entrambi avevano le labbra gonfie e arrossate. Il Ranma ventenne sorrise agli immensi cambiamenti che questa storia stava portando a quegli adolescenti. Lui ci aveva messo cinque anni in più per trovare il coraggio di baciare la sua Akane!
- Volete sapere come finisce la storia, no? -
- Preferisco tornare dove eravamo. -
- E soprattutto a fare quello che stavate facendo, vero? -, ridacchiò l'altro facendoli arrossire.
Un attimo dopo erano di nuovo tutti nel dojo. I due Ranma seduti l'uno di fronte all'altro e Akane accanto al suo fidanzato.
- Dove eravamo rimasti? Ah, stavo dicendo ad Akane che lei e Ryoga non avevano mai consumato il matrimonio. Il problema fu però che l'eterno disperso non voleva che mi avvicinassi alla moglie, mentre io avevo bisogno di parlarle, così ci incontrammo di nascosto al locale di Ukyo, che ci lasciò usare il suo appartamento per parlare in privato.
Fu quello che cambiò tutto. Probabilmente se Ryoga non si fosse messo in mezzo e ci avesse lasciato parlare... invece da soli, con la disperazione maturata in quegli anni... beh, io e Akane iniziammo una storia segreta. Divenni, in tutti i sensi il suo amant. -, a quelle parole tutte le donne presenti, anche Nabiki, arrossirono, capendo al volo il significato di quelle parole.
- Quattro mesi dopo il mio ritorno, scoprimmo che Akane era incinta. Ryoga ovviamente uscì di testa e si decise a prendere un intruglio fornitogli da Shampoo all'inizio di questa storia per potenziare le sue capacità in caso non fosse riuscita a bloccarmi e avrebbe dovuto tenermi lui lontano. -, sospirò. Questa era la parte più difficile.
- Purtroppo, credo che quella roba fosse scaduta o fatta male... diciamo che Ryoga perse del tutto la capacità di pensare, era spinto solo dalla rabbia e dalla gelosia. Iniziò a picchiare la mia Akane, che aveva paura che potesse far male a nostro figlio. Intanto io e lei iniziammo a litigare perché lei non voleva lasciare la palestra per scappare via con me, anche perché questo avrebbe arrecato disonore a tutta la famiglia appena si fosse capito che il bambino non era di suo marito.
Come mio solito, perché nonostante tutto resto sempre un baka geloso, non mi feci vedere per qualche tempo dopo la nostra lite: esattamente 2 giorni. Ma tanto era bastato ad Akane per ideare un piano con l'aiuto di Cologne e Happosai. E questo piano consisteva in uno scambio di corpi con una sé del passato. Per il resto...-, senza rendersene conto iniziò a piangere, - Quando, dopo aver partorito, il suo corpo è tornato a lei ad aspettarla c'era un Ryoga furioso. Nella sua mente ormai distorta il corpo dell'Akane adolescente non aveva colpa, era stata l'adulta a tradirlo. Per questo si è limitato nel colpire leggermente questo corpo. Ma lo stesso non è accaduto con l'altro. L'ho dovuto uccidere per farlo smettere... pochi istanti dopo la donna che amavo è morta tra le mie braccia. -
Si asciugò le lacrime che ormai scendevano copiose anche dagli occhi del resto dei presenti.
- E ora sono qui per riprendermi il mio bambino. Vi prego, dove si trova? -
A queste parole Akane si alzò e lo prese per mano, portandolo dalla figlia, seguita a ruota dal Ranma adolescente.
- Ti presento tua figlia. -

Ranma non poteva crederci. Davvero in un universo alternativo lui doveva aver sofferto tanto, ma soprattutto era davvero sopravvissuto alla morte della sua Akane.
- Io... io... - tentò di parlare, ma solo l'idea del corpo senza vita di Akane, tra le sue braccia, di nuovo, gli toglieva il fiato. Era certo che sarebbe diventato più folle di Ryoga se avesse dovuto vivere tutto quello.
Invece guardava l'altro Ranma, l'adulto, che sorrideva guardando sua figlia. Sentì montare in lui una rabbia cieca ed irrazionale.
- Smettila. FINISCILA! - l'altro sé capì immediatamente di essere il destinatario di quelle urla e passò la bambina a Kasumi. Erano intanto stati raggiunti da tutti, ma i due Ranma non vedevano altro che l'altro se stesso.
- Devi calmarti, Ranma. Io so cosa stai provando...-
- Lo sai? - disse colpendolo e scaraventandolo in giardino.
Riuscì a stento a sentirsi chiamare dalla fidanzata mentre furioso correva fuori pronto a pestare quello che si augurava non divenisse mai il suo futuro, che si era già ripreso e lo attendeva vicino al laghetto.
- Ranma devi calmarti, te lo ripeto. -
- Stavi sorridendo, tu! Come osi, come? Sorridere davanti a me! Dopo tutto quello che ci hai raccontato! Dopo che... tu! Tu! -, in effetti sembrava davvero impazzito mentre tentava di colpirlo.
- Ranma, lascialo stare, perché fai così? -, Akane stava piangendo e questo bastò a fermarlo. Le si avvicinò, il volto rosso e gli occhi quasi neri e disperati.
- Ti... ti prego, Akane... Non piangere. -, fu un sussurro disperato, mentre non riusciva neanche a guardarla in viso, neanche a stare in piedi.
Lì, in ginocchio di fronte alla promessa sposa, Ranma sembrava completamente sconfitto.
La sua versione più grande si sedette sull'erba a pochi passi da lui.
- Non sei stato tu a perderla, non sei stato tu a deluderla o ad abbandonarla nel momento in cui aveva più bisogno di te... sono stato io, Ranma... -
Tutti trattennero il fiato, mentre alle lacrime silenziose dell'uomo si contrapponevano i singhiozzi del ragazzo.
- Come hai potuto permettere che morisse? Perché? E come puoi sorridere ancora? -
Era stato appena un sussurro: se non fossero stati tutti in silenzio nessuno lo avrebbe sentito a parte Akane, che ora si era accoccolata accanto a lui e lo stringeva come se fosse un bambino, cullandolo appena lentamente.
- La vedi quella bambina? -, richiamò la sua attenzione il ventenne, - Lei è tutto ciò che mi resta di Akane, ma è anche la cosa più preziosa al mondo perché è il simbolo del suo amore per me. E lei ha bisogno di un padre, di suo padre. E allora sorriderò, come se ne andasse della sua vita, come se questo potesse riportare la donna che amo da me, sorriderò fino a spaccarmi i denti e a lacerare la mia pelle se servisse. Perché quella bambina è la mia vita, perché è tutto ciò che Akane amava... è lei stessa e me e il nostro amore assurdo e complicato e infantile e totale.
Piangerò poi, quando la mia piccola Manako** non avrà più bisogno del mio sorriso. -

Il giorno dopo, grazie ad una crepa dimensionale aperta dalla Cologne della sua realtà (come avevano pattuito, esattamente 24 h dopo il suo arrivo in quel passato che ormai non era più il suo) il Ranma venticinquenne e sua figlia riuscirono a tornare nella loro dimensione, considerevolmente meno luminosa senza Akane.
I due adolescenti invece terminarono gli studi e misero fine ai loro tempi supplementari sposandosi lo stesso giorno del diploma, in segreto, per impedire a chiunque di intromettersi tra loro.
Una storia decisamente meno complicata e più piacevole della tragica alternativa.




*Sì, mi riferisco a quello che usa Sana con Heric XD
**Manako= Amore brillante (Mana, affetto, amore + Akane, rosso brillante, ak sta per brillante)






Spero che il rapporto tra il futuro del Ranma 25enne e quello che hanno creato lui e la sua Akane sia chiaro: si è creata una vera e propria realtà alternativa, un po' come in Dragon Ball Z quando Trunks viaggia nel tempo e crea un futuro alternativo in cui Vegeta, Goku e Gohan sono vivi etc...
Fatemi sapere cosa ne pensate. Ho scelto una fine semplice, quasi banale, ma credo che conoscendo il futuro che avrebbero potuto vivere e dopo tutto il caos del loro passato questi due si meritassero un po' di calma.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Xenebe