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Autore: Meramadia94    10/07/2018    2 recensioni
E' la rivisitazione del film Balto, con un' aggiunta: una ragazza amante degli animali e per certi versi diversa da tutti, che si prodigherà assieme a Balto per salvare i bambini di Nome dall'epidemia.
Più che una storia è un tributo. Al mio adorato cane che ora non c'è più, il mio amato Balto, e che in più di un' occasione si è dimostrato simile in tutto e per tutto al Balto Vero.
Riposa in pace amico mio.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balto, Jenna, Nuovo personaggio, Steele, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Susan e Balto continuavano a camminare nella tormenta, malgrado il freddo, la neve ed il vento li colpissero in faccia come lame di coltello.
Di tanto in tanto, erano costretti a fermarsi, al riparo di un albero per riparare gli occhi, e Balto ne approfittava per lasciare un segno sul  tronco che sarebbe poi servito loro per tornare a casa una volta trovata la slitta.
Si chiedevano se l'avessero vista, una volta trovata. Il vento impediva quasi di far vedere loro cosa avevano sotto gli occhi.
Ormai non sapevano da quanto tempo erano in giro per le foreste dell'Alaska... la cosa positiva era che non avevano incontrato altri orsi o bestie feroci.
La loro ricerca li portò fino ad un crepaccio, molto profondo.
La slitta era là in fondo.
- Bene...- fece Balto - Bisogna scendere.-
- Ho un'idea.- fece Susan afferrando due pezzi di corteccia d'albero. Salì su uno dei due ed invitò Balto ad imitarla.
Scesero in quel modo, come su uno slittino.
- Balto?!? Susan?!?- fece Star.
- E questi due da dove sbucano fuori?- fece Nikki.
- Come ci avete trovato?- concluse Kaltag.
- Ci sono feriti?- s'informò Balto.
Steele gli rispose con arroganza, senza nemmeno voltarsi - Stiamo tutti magnificamente.-
- A me era parso il contrario.- fece Susan sarcastica.
- Si, ma il nostro masher ha sbattuto la testa...- fece Star - non si è più rialzato.-
- Puoi farci niente?- fece Balto rivolto all'umana.
- Non so, vediamo.- fece la ragazza avvicinandosi all'uomo svenuto - Ha preso una bella botta in testa e la temperatura è bassa... credo abbia un principio di ipotermia. Ma se sta al caldo, e beve liquidi caldi in abbondanza starà di nuovo bene...-
- Ottimo.- fece Balto prendendo le redini della slitta - Susy, tu al posto di guida. Seguitemi. Vi riporto subito a casa.-
Steele si mise tra lui e la slitta - A noi non serve il tuo aiuto!-
- Steele, forse dovremmo ascoltarlo...- tentò Star per poi zittirsi vedendo lo sguardo minaccioso del capo muta.
- Ma come faresti a riportarci a casa?- fece Nikki.
- Ho segnato il sentiero sugli alberi...- spiegò Balto.
- Li riporterò io! Il capo squadra sono io, e sono io che comando!- fece Steele con rabbia.
Susy non ne potè più - Ehy, prima donna dei miei stivali: considerato che sei tu che ti sei perso, io bacerei da dove cammina visto che è venuto fin qui per salvarti. Prima cosa. Seconda cosa...-
- IO NON MI SONO PERSO!- sbraitò Steele - Mi sono solo... fermato un attimo, per riprendere fiato.-
- Sì, una settimana quasi.- fece Susan.
- Susan, lascia perdere non è necessario...- fece Balto - Steele, lascia che porti la medicina. I bambini stanno peggiorando... e c'è anche un adulto che si è ammalato, e rischia più di  tutti... -
Ma a Steele questo non pareva importare - Tu tocca quella cassa... ed io ti faccio a pezzettini, lupastro.-
I cani della muta iniziavano a pregustarsi un bello spettacolo.
- Steele.... io non mi muovo senza la medicina. Sono stato chiaro?- fece Balto con voce pacata.
Steele lo colpì con violenza - Ma chi ti credi di essere?!?-
- Balto...- fece Susan avvicinandosi all'amico a quattro zampe per poi lanciare un'occhiataccia a Steele - E tu invece, chi ti credi di essere?-
- Susy, lascia perdere...- fece Balto rimettendosi in piedi - Da quando in qua ci vuole un pedigree per aiutare qualcuno?-
Un altro colpo.
E poi un altro ancora.
Steele lo afferrò per la bandana che portava al collo, strattonandolo.
- Così non è leale!- fece Kaltag.
- Già!- si aggregò Nikki.
- Adesso basta, brutta bestiaccia!- fece Susan avvicinandosi a Steele. Il cane, individuata l'umana come un nemico le ringhiò contro, minacciando di morderla.
Balto tentò di avvicinarsi alla cassa, ma Steele se ne accorse e fece rovesciare la slitta.
- Preferisco distruggerla che darla a te!- ringhiò Steele contro Balto, per poi afferrarlo per le zampe posteriori lanciandolo contro un sasso.
Balto battè la testa e cadde a terra svenuto.
- Balto!- fece Susan tentando di svegliare il cane lupo, ormai svenuto - Rispondimi, per favore...-
Steele respirava ansimando, ma rideva di gusto, mentre quelli che fino a poco prima si gustavano lo spettacolo del loro capo che massacrava un mezzo lupo, ora lo guardavano inorriditi e spaventati. Sapevano che Steele era un pomposo, arrogante, vanitoso, che adorava essere visto come '' IL CANE'' di Nome... ma non avrebbero mai pensato che fosse disposto persino ad uccidere, pur di mantenere quel titolo e quel maledetto collare d'oro.
- Balto...- fece Susan continuando a scuoterlo, iniziando a piangere - ti prego, rispondimi....-
- Di che ti lamenti?- fece Steele con voce cattiva - è solo un mezzo lupo.-
Gli occhi di Susan si fecero di fuoco.
- Solo un mezzo lupo.... solo un mezzo lupo, dici?- fece la ragazza furiosa - Lui è un cane migliore di quanto tu non potrai mai essere! Aspetta di arrivare a casa e lo sapranno tutti, chi è il vero animale feroce tra i due!-
Steele le rise in faccia - Oh, e cosa farai? Dirai che puoi parlare con gli animali o che gli animali possono parlare con te? Ammesso che sia così fortunato da tornare sulle sue zampe... se dirai che lui parla con te lo rinchiuderebbero da qualche parte come fenomeno da baraccone.
Se invece dirai di essere tu a parlare con gli animali... o non ti crederanno o ti faranno rinchiudere in un manicomio per sempre.- rise Steele - In un modo o nell'altro... il vincente sono e sarò sempre io.-
Susan quasi ringhiò.
Questa poi, messa all'angolo da un cane.
Che però, nella sua arroganza aveva ragione. Non c'era modo di dire la verità senza che qualcuno pagasse uno scotto  più alto del necessario.
In quel momento, Balto si rimise in piedi, seppur a fatica.
Steele, incredulo, gli si avventò contro con ferocia inaudita. No, Balto non sarebbe tornato a Nome, riuscendo dove lui aveva fallito, venendo accolto da tutti come un eroe, ammirato da tutte le cagnoline della città, non avrebbe fatto breccia nel cuore di Jenna... facendo passare lui per quello che '' aveva fatto quanto poteva, non ce l'aveva fatta, ma era stato bravo lo stesso anche se non non quanto Balto''.
Gli si avventò contro, lo afferrò per il foulard di Jenna, ed iniziò a tirare sul ciglio del dirupo tentando di far finire di sotto il rivale... ma il nodo si sciolse, e fu Steele a cadere di sotto, anche se non morì.
- Oh mio Dio...- borbottò Susan - ma come può essere che un cane sia...-
-  Si, lo sappiamo.- fece Kaltag - è il più malevolo, il più disgustoso, il più ripugnante di tutti i cani di Nome.-
- Però so anche che vi date da fare per compiacerlo.- li rimproverò Susan, facendo chinar loro la testa.
- Ci dispiace.- fecero i tre cani in coro.
- Ne riparliamo poi. Ora diamoci da fare per uscire di qui...- nel dir così, la giovane, aiutata da Balto e dagli altri cani della muta riuscì a far accomodare il masher ferito nella slitta, coprendolo e legandolo per dargli stabilità, cercando di farlo stare il più comodo possibile per poi fargli bere il tè che si era mantenuto caldo nel termos che portava con sè.
- Allora, chi di voi ha fame ragazzi?-
- Io, io,io...- fecero tutti i cani in coro. La ragazza tirò fuori delle stringhe di carne secca, e le distribuì a tutti i cani, Balto incluso.
- Balto...- fece Nikki, una volta finito di mangiare - ecco, noi...-
- Vorremmo chiederti scusa, per tutti i dispetti e gli insulti che ti abbiamo fatto.- aggiunse Kaltag - lo sappiamo che non è una giustificazione, ma avevamo paura di Steele, di quello che avrebbe detto o fatto... e vorremmo ringraziarti, per essere venuto a salvarci.-
- Non ditelo nemmeno per scherzo.- fece Balto.
- Anche i nostri padroni non sono mai stati molto gentili con te... avresti potuto lasciarci morire assiderati quaggiù e prenderti una rivincita anche su di loro, attraverso i loro figli...- fece Star.
- Non dite sciocchezze.- fece Balto improvvisamente serio - Non c'è rivincita o astio che tenga quando in ballo ci sono delle vite. Specialmente quando si  tratta di bambini innocenti.-
I tre lo guardarono ammirati: Steele lo aveva sempre definito una bestia selvatica, indegna di essere considerata al pari di un cane... ma lo batteva di cento a uno.
- Balto...- fece Kaltag - Vorresti farci l'onore di essere il nostro capo muta?-
- Io?-
- Sarebbe un vero onore, per noi.- fece Nikki, mentre Star porgeva la briglia da capo muta a Balto.
Il mezzo lupo guardò Susy, quasi per chiederle parere sia per assicurarsi che non stesse facendo un bel sogno.
La giovane gli sorrise - Masher Susanne Collins ai tuoi ordini.-
Balto allora la indossò, aspettò che Susan prendesse posto sulla slitta e gridò - Marchs!-
..
..
..
Steele era riuscito a risalire appena in tempo per vedere l'odiato rivale guidare la SUA muta verso l'uscita dal dirupo.
Per terra vide della carne secca. Un gesto di pietà per lui.
La pestò con rabbia.
- Vai pure cane lupo... non arriverai mai! E' una promessa!- no, non avrebbe mai permesso a quella bestia selvatica di prendersi il SUO  trionfo, di soffiargli il posto di cane eroe... non importava cosa avrebbe dovuto sacrificare per tenersi tutto quello per cui aveva lavorato... o chi.
In fondo... morivano un sacco di persone, ogni giorno, in ogni parte del mondo, e a Nome non era cambiato nulla. La gente aveva ripreso a svolgere le proprie occupazioni e con il sorriso sulle labbra.
Aveva già un piano. Un'idea cattiva, che nessuno avrebbe mai potuto dire appartenesse ad un cane.
...
...
...
- Ehm... Balto?- fece Susan quando furono sul punto di inoltrarsi nella foresta -E' solo una mia impressione... o qui ci sono più segnali di quanti ne ricordassi?-
Balto non rispose, ma si trovò in confusione totale. Susy aveva ragione. Sì, i segni sugli alberi li aveva lasciati lui... ma in modo che segnassero un percorso ben lineato.
Lì invece erano presenti su tutti gli alberi della foresta, alla rinfusa, come per dire '' tutte le direzioni''.
Tentò di andare avanti basandosi sui suoi ricordi, ma l'unico risultato che ne uscì fu quello di girare in tondo per almeno cinque volte.
- Balto!- si risentì  Kaltag - si può sapere che combini?-
- Non so... è come se... io...- poi gli venne un'idea - E' stato Steele.- probabilmente li aveva preceduti, ed aveva imitato i suoi segni apposta per mandarli fuori strada.
Balto non poteva credere che quel cane lo odiasse fino al punto di condannare a morte dei bambini, i suoi stessi compagni pur di non far vedere alal città che qualcuno poteva fare meglio di lui.
- Forse era meglio se era lui a guidarci.- fece Nikki.
- Sì, per finire in un altro crepaccio... no grazie.- fece Susan.
- MARCHS!- fece Balto iniziando a correre, senza nemmeno sapere dove stava andando. La sua unica strada era stata contaminata dalla gelosia e dall'odio di Steele, l'unica cosa di cui poteva fidarsi ora era il suo istinto... che però era influenzato da angoscia, paura ed incertezza.
Confuso ed impaurito, si ritrovò sull'orlo di un dirupo. I cani scivolarono, il masher ferito scivolò via e persino Susan cadde. Si fermarono appena in tempo, prima di cadere nel vuoto in un crepaccio ancora più profondo di quello in cui avevano trovato Steele e la muta.
Susan puntò il piede destro contro un sasso per frenare la sua caduta.
- Attenzione!- fece Nikki.
Le corde che fissavano la cassa con il siero alla slitta cedettero. Balto si liberò delle briglie appena in tempo per saltare e prendere la cassa.
- SEI GRANDE!- fece Star - Bella presa Balto...-
- Shh...- supplicò Susan - non si grida in alta montagna...- fece la ragazzina sporgendosi per tirare su la cassa... ma era tardi.
A causa dell'eco dell'urlo di Star, si creò una piccola valanga che fece precipitare prima, e seppellire subito dopo il cane lupo, la ragazza e la cassa.
...
...
...
- No!- gridò Nick in un sonno interrotto, che non gli dava alcun ristoro - SUSAN, NO!- fece saltando a sedere sul letto.
Suo zio lo prese per le spalle, tentando di calmarlo, terreo in volto.
- Cosa c'è figliolo!?!?- fece il religioso.
Nick aveva le lacrime agli occhi - Susan... è caduta... il burrone... devo andare... lasciami, la devo salvare..-
- Cerca di calmarti adesso... dottore!- fece il parroco cercando di tenerlo fermo.
Il medico arrivò subito, con una siringa contenente un potente sedativo,  trovò una vena adatta nel braccio del giovane e gli somministrò il calmante.
Nicholas si adagiò sul letto, sprofondando lentamente in un sonno profondo.
Il medico gli tastò la fronte.
La febbre era aumentata ancora.
- Povero ragazzo...- commentò il medico con una nota di malinconia nella voce - e poveri piccoli...-
- Non dobbiamo perdere la speranza.- fece il parroco - Se ci mostriamo deboli e angosciati con loro, penseranno di essere condannati a morte.
Se diamo loro una speranza, anche se piccola... li proteggiamo contro l'angoscia.-
- Sì, lei ha ragione...- fece il medico - Ma devo essere onesto con i familiari: manca davvero poco allo stadio finale della malattia e non so fino a quando riusciranno a resistere senza anti-tossina...-
- E Nicholas....?- chiese il parroco vicino alla crisi isterica.
- Potrebbe essere il primo ad andarsene.- fece il medico - è più grande, più forte di tutti i bambini messi assieme.... ma su di lui i sintomi sono molto più forti.-
Padre Tomas abbassò il capo, riprendendo posto accanto al nipote, ormai in fin di vita... come tutti i bambini ospiti di quell'ospedale, pregando -'' Signore... Tu che hai fermato la mano  di Abramo mentre stava per sacrificare il suo unico figlio...
Ti prego. Ferma tutto questo. Salva queste giovani vite.
E proteggi Susanne.''
...
...
....
Si diceva che la speranza era l'ultima a morire, che fino a quando c'era vita allora c'era speranza...
Ma la speranza pareva aver abbandonato del tutto la città di Nome.
Il telegrafista aveva promesso di tenere accesa una lanterna, per dare ai cani un segnale per indicar loro la città e non l'avrebbe spenta fino a quando ci sarebbe stato anche un solo barlume di speranza.
Ma dopo aver ricevuto la conferma definitiva che non sapevano più dove sbattere la testa per cercare la muta... si era arreso. Aveva spento la lanterna fuori dal suo esercizio lavorativo, e con essa la speranza dei genitori dei piccoli pazienti.
Anche tra i cani la speranza scarseggiava.
Steele, dopo aver messo in atto il suo piano per mandare Balto fuori strada, era tornato a Nome, raccontando una colorita storia in cui figurava come un eroe che aveva lottato disperatamente contro un'infelice Madre Natura per salvare i suoi compagni, ma che aveva fallito ed era stato costretto ad assistere, impotente, alla dipartita dei suoi amici.
Inoltre aveva detto a tutti che Balto, in uno slancio di protagonismo maniacale nel tentativo di farsi bello agli occhi di Jenna, aveva preso la cassa con la medicina con la forza e con essa era caduto in un dirupo, morendo e distruggendo la cassa, a causa delle pessime condizioni metereologiche.
- La povera Susan... ha tentato disperatamente di aiutarlo... ma quella bestia feroce l'ha afferata per il cappotto e sono caduti entrambi di sotto...- concluse Steele fingendo di essere sul punto di scoppiare in un pianto disperato.
Il tocco di classe fu mostrare a tutti il foulard di Jenna, asserendo che Balto lo aveva con sè e che il mezzo lupo glielo aveva donato chiedendogli di prendersi cura della cagnolina.
Jenna sulle prime cadde nello sconforto, ma poi iniziò a pensare. Non riusciva a credere che Balto... il suo Balto avesse rischiato la vita, mettendo a rischio quella delle uniche '' persone'' che gli avevano sempre mostrato stima e affetto per mettersi in mostra.
Come non credeva che avesse chiesto al cane che racchiudeva in sè tutto quello che odiava di prendersi cura di lei, la '' donna'' che amava.
E per finire... era presente sia la sera dell'intrusione di Steele in macelleria, quando aveva fatto ricadere su Balto la colpa di un furto, sia quando lo aveva fatto passare per un animale feroce che poteva rivoltarsi in qualunque momento dopo che aveva vinto la gara che lo avrebbe nominato capo muta per diritto.
Insomma, sapeva che Steele non era esattamente un tipo sincero ed affidabile. Non credette quindi ad una sola parola di quel racconto, ma per rovescio della medaglia nessuno credette a lei, a causa del fatto che tutta la comunità canina di Nome era a conoscenza del fatto che Jenna provasse qualcosa per Balto.
La cagnolina uscì fuori, malgrado il tempaccio. Ne era certa, Balto era vivo e presto sarebbe tornato.
- Ma come farà a sapere di essere arrivato con questa bufera...- fece Jenna vedendo la lampada ad olio del telegrafista, ormai spenta.
Se solo ci fosse stato un solo umano a Nome con il quale poteva parlare, senza temere di essere rinchiusa come fenomeno da baraccone, avrebbe potuto trovare il modo di farla riaccendere... ma Rosy, la sua padroncina, stava malissimo, Susan era con Balto, dispersa chissà dove... non c'era nessuno in città di cui poteva fidarsi.
Ma forse poteva fare lo stesso qualcosa, senza l'aiuto di nessuno.
Una cosa che le aveva insegnato Balto.
- Il sole.- fece Jenna prendendo una lanterna accesa - le calotte polari- e prese dei cocci di bottiglia.
Indirizzò la luce della lanterna verso i cocci...  e ne uscì una piccola aurora boreale.
Avrebbe fatto capire a Balto dov'era la città e che lei lo stava aspettando.
- Torna da me... ti aspetto.- fece Jenna.
  
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