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Autore: Evola Who    10/07/2018    2 recensioni
"Ormai erano passati poco meno di due mesi da quando Amy aveva preso il cristallo e salvato tutti loro, entrando a fare parte dalla ribellione....Per quanto Amy non forse ancora abituata a quella situazione e a quell'universo parallelo, si stava comunque adattando alle missioni, mangiando le stesse cose con loro, conoscendo varie razze e pianeti diversi; si era persino vestita come loro... Non si sarebbe mai abituata in quella situazione..."
Genere: Angst, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte 4
Ci sono anche io
 

Amy era corsa seduta rannicchiata su se stessa, finché non sentì il suo nome pronunciato da qualcuno che si trovava dietro di lei.

Si girò e vide che si trattava di Luke, che aveva lo sguardo basso e l’aria un po’ incerta.
 
“Luke” Rispose “Sei venuto a dirmi che dobbiamo andare?”
 
“Beh… sì. Ma prima volevo chiederti se ti sentivi bene.”
 
Il ragazzo si sedette accanto a lei a gambe incrociate, guardandola.
 
“Mi chiedo se sto bene. Perché mi sono emozionata per una cosa che non ho mai visto come un tramonto blu? Sì, sto bene” Rispose ironicamente senza staccare gli occhi dal cielo.
 
Luke rise, dicendo: “Capisco che per te è ancora tutto nuovo e ti emozioni facilmente. Anche se a volte è bello vederti emozionata per cose che per noi sono la banalità.”
 
“Oh, sono felice che una piccola nativa come me vi faccia ridere quando chiede, ad esempio, ‘come funzione un robot?’.” E risero divertiti insieme.
 
“Ma, comunque, come stai?” chiese lo Jedi smettendo di ridere e guardandola con aria seria.
 
Amy girò la testa verso di lui per guardarlo negli occhi.
 
“Insomma… ormai sei qui da un po’, stai affrontando la situazione in un modo davvero coraggioso, risolvendo molte missioni, allenandoti duramente e…”
 
“Mi stai chiedendo se mi sento a mio agio in questo momento?” concluse Amy, sapendo che cosa stava per dire Luke.
 
“Beh… Sì.” ammise Luke con tono impacciato, passandosi la mano dietro la testa. “In fondo, so che tutto questo è molto complesso, ben più di quanto noi possiamo immaginare.”
La ragazza non rispose, ritornando a guardare in basso.
 
“Ma… se ti consola, è complicato anche per me.”
 
A quel punto Amy lo guardò con aria perplessa.
 
“Io sono crestuto in un deserto quasi desolato per 19 anni, e ormai sto in mezzo in prima linea in una battaglia, scoprendo un mondo sconosciuto anche per me. E forse è così anche per Han e Leia, in un certo senso.”
 
Spiegò Luke. “Quindi, è vero che non possiamo capirti fino in fondo, ma fino ad un certo punto possiamo eccome” E fece un piccolo sorriso dolce e rassicurante.
 
Amy lo ricambiò, dicendo: “Che possiamo dire? ‘Siamo stranieri in terra straniera*. Ma nel nostro caso, siamo esseri viventi, in una guerra più grande di noi” disse e poi ritornò a guardare le stelle.
 
 “Però, voi siete abituati a certe cose. Come le navi volanti e i robot. Io no. Voi siete abituati alla guerra. E io no. E forse, a questo non mi abituerò mai. Mi sto solo adattando. Ma non è la stessa cosa.”
 
Rimasero in silenzio per qualche secondo, finché Luke iniziò a guardare in alto anche lui verso le stelle. Non sapeva se le parole di Amy fossero una cosa buona o meno. Ma voleva stare accanto a lei, facendole capire che le era vicino, sapendo che poteva fare la differenza la sua compagnia.
 
Quando Luke sentì Amy ridere, si girò con la testa per guardarla con aria incuriosito, dicendo: “A che cosa stai pesando?”
 
“Niente.” Rispose l’amica ridacchiando. “Solo che… mi è venuta in mente una strofa di una vecchia canzone che ascoltavo da bambina.” E sorrise con aria nostalgica.
 
“E come faceva?” chiese lui incuriosito.
 
Amy rise un po’ divertita, dicendo: “Allora, diceva…Seconda stella a destra, questo è il cammino…” Amy iniziò a cantare, alzando il braccio per indicare le stelle. E Luke seguì il suo dito con aria stupita.
 
E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te. Porta all'isola che non c'è*” Continuò a cantare, finché non iniziò a ridere, trovava buffo e strano di aver cantato proprio quella vecchia canzone, a voce altra e davanti a qualcuno.
 
Ma Luke era sbalordito da quella parole e chiese: “Che cosa è un’isola che non c’è?”
 
“È un’isola immaginaria, tratta da un libro per ragazzi. Ma a volte la usiamo come metafora per raggiungere luoghi o sogni impossibili.”
 
“E, adesso, dove è la tua isola che non c’è?”
 
Amy era stupita da quella domanda, il suo sguardo diventò malinconico e, guardando in basso, rispose senza pensarci: “Casa.”  
 
Il giovane pilota rimase sorpreso ma, ben presto, cominciò a sentirsi in colpa per quella domanda.
 
“Mi manca. Mi manca tutto…” Amy iniziò ad elencare: le mancavano la sua città, le sue strade, i negozi, la scuola, la sua routine, le giornate di pioggia. Ma la cosa che le mancava più di tutte era sua madre. Le mancavano il suo volto, i suoi consigli, i loro litigi, i pettegolezzi inutili del vicinato, i suoi abbracci e il suo affetto.
 
“E… ogni tanto credo che non ritornerò mai più a casa.” Confessò con amarezza.
 
 “In fondo, come faccio a ritornarci se sono bloccata qui? Che cosa ci faccio qui? Perché il cristallo mi ha scelto? Perché devo combattere per una guerra non mia? Che senso ha tutto questo, se non c’entro niente? Non sarò mai in grado di abituarmi a questa cosa.”
 
Guardò in basso, con aria triste, stringendo le gambe verso di sé e pensando a quello che aveva detto. Era vero che, certe volte, pensava di non risonare più a casa.
 
Luke le mise una mano sulla spalla in segno di conforto dicendo: “Questo non è vero”.
 
Amy alzò lo sguardo verso di lui, perplessa per le sue parole.
“Certo, non appartieni al nostro mondo, ma se il cristallo ti ha scelta, allora vuol dire che sei destinata dalla forza a essere qui. E io penso che sia stata la forza a farci incontrare… anche se tu non credi nel destino.”
 
Luke sorrise in un modo dolce e gentile, ricambiato da lei.
 
“Non sarà la tua guerra, ma lai stai combattendo nel modo più coraggioso che io abbia mai visto. E ci hai dimostrato più di una volta – anche oggi – che tu meriti molto più rispetto alla Ribellione.”
 
“Quindi… pensi che io sia una di voi? Una Ribelle?” chiese Amy.
 
“Lo sei sempre stata, fin da quando ti ho vista.” Rispose lui sincero, e i due si scambiarono un sorriso sincero. “E ora, tu fai parte di questa galassia più che mai. Insieme combatteremo fianco a fianco io e te. Per ripotarti a casa. Perché noi abbiamo la speranza di riuscire.”
 
Amy abbracciò Luke con gioia e lui ricambiò il gesto. Quelle parole le davano la speranza di farcela e di non essere da sola. Aveva ormai capito che anche lei era lì, in quella galassia. Era pronta a combattere e a dimostrare che ne faceva parte e che valeva molto più. Voleva farlo insieme al più grande gruppo di amici che aveva sempre voluto avere.
 
“Grazie, Luke.”
 
“Di niente. Del resto, ormai ci sei anche tu qui. Accanto a noi.”
 
I due amici sciolsero l’abbraccio guardandosi felici negli occhi.
“Allora? Iniziamo a partire?” chiese Amy.
 
“Sì, dovremmo. Ma prima restiamo ancora un po’ qui.” Rispose Luke, sorridendo luminoso e guardando il cielo.
 
Amy si mise a gambe incrociate e posò la testa sopra alla spalla del suo amico. 
 
Rimasero a guardare entrambi le stelle insieme, vicini. Prima di combattere in un'altra avventura insieme alla ribellione.
 
E per la prima volta da quando Amy si trovava lì, si convinse del tutto di far parte anche di quella galassia. E nessuno poteva convincerla del contrario.


 


 


"...E so che non è una fantasia
non è stata una follia
quella stella la vedi anche tu

perciò io la seguo ed adesso so
che io la raggiungerò
perché al mondo ci sono anch'io"

883- "Ci sono anche io"




 

 


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Note:
E finalmente! Ho completato questa storia!
Vi chiedo scusa e mi dispiace davvero tanto
per avervi aspettato così tanto per questa storia.
Ma, l'amica che mi aiuta a coreggere i capitoli,
ma doveva fare cose inportante e chi ha messo tanto. 
Qundi, mi scuso tanto per l'atessa. 
Ma, spero vivamente che questo capitolo e questa 
storia vi piaccia. A me mi è emozionta a scriverla. 
E sopratutto, mi sono ispiritata alla canzone
"Chi sono anche io" degli 883. Tratto dalla canzone
del film diseny "Il pianeta del tesoro" (Che vi
consiglio di vederle!). 
E ci vediamo alla prossima storia!
Che: Uno non so quando la pubblicerò.
e due: sarà una storia ambietata dei mitici anni 80 ;)
Grazie mille per le recesioni e le letture recesioni!
A presto
Evola. 

P.s
* è una citazione che ho sentita dal film "Un'avvettura nello spazio e del tempo"
**  è la canzone "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato :) 

   
 
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