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Autore: AlessandroConte    11/07/2018    0 recensioni
Storie varie brevi e lunghe, in prosa e versi
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ ELEZIONE
 
Ho vinto! Ho vinto!
Sì, mi sento come Maga Magò in ‘La spada nella roccia’, lo avete visto miei cari elettori?
Calma. Sono solo davanti allo specchio come uno che prepara il discorso alla Camera.
Però ho vinto sul serio? Ho fatto i conti con la calcolatrice e sto quasi al 6% di gradimento. 703mila e passa ‘like’ sulla mia pagina facebook. Però in web ci stanno tutti quelli che vogliono essere eletti. Io con tutti i gruppi di appartenenza ho avuto tanti ‘mi piace’, ossia nel mio caso e rispondendo al mio quesito, significa: ‘Sì, ti vogliamo in Parlamento.’
Sarà sufficiente per il signor Cavalletta? È lui che dà l’assenso. E poi sarà lui che mi governerà a bacchetta, lui che in bocca mi metterà tutte le parole e, di dietro…
Ma non pensiamoci. Con più di settecentomila gradimenti penso proprio di aver vinto un seggio parlamentare. Che desiderare di più? Un bel destino da signorone, riverito e rispettato.
Ho vinto! Ho vinto, signori e senza nemmeno un comizio o un euro di manifesti. Mi vedo già deputato.
A far che? Numero e basta. Sai che ammosciamento? Lì fermo ore e ore a sentire cose che non capirò mai. Io ho interrotto il ginnasio perché leggere troppo non mi andava.
È vero che c’è lo smart e con quello un po’ di tempo passa. Ma mi permetteranno almeno un solitario sul telefonino senza mettermi in cronaca con una bella foto? I giornalisti stanno sul loggione apposta per questo, per contarti anche i peli che hai nel… Ci siamo capiti.
E tutti i soldi che dovrò versare al Movimento? E l’ostilità crescente verso la politica? Stai per fare l’elemosina? Basta uno scatto e si leggerà: ‘Il neoeletto che ruba dal cappello di un mendicante!’
Comincio a pensare che questa vittoria è l’azzeramento della mia vita e di tutte le mie ambizioni. C’è un altro avvenire per me nel salumificio di famiglia.
Ora un altro sfottimento di co….ni. Mi tocca chiamare tutti i gruppi e avvisare di cambiare il ‘like’ in un bel grasso e deciso ‘non mi piace più’ e Cavalletta vada pure affan …!
 
Alessandro Conte
 
 
IL  DOLCE  SENTIRE  
 
Sai cosa sento adesso? Tanti grilli
in gran concerto e pur c’è qui vicino
lo scabordìo del mare a frastornarmi.
Il rombo d’una moto è un gran fracasso
a vincer tutto ma va via in un poco,
e accese le tivvù si fanno udire
col richiamar dei cani l’un con l’altro.
Il sibilìo del vento percepisco
e il cinguettar dei passeri fra i rami.
Se pongo mente a tutti questi suoni
m’accorgo che la vita mi circonda:
tutto ciò che mi è a presso m’accompagna
facendomi sentir la sua presenza.
Sentivo un tempo pure nel silenzio
delle cose di cui non ho più nota;
non più le avverto e molto ne risento:
le tue carezze. Quelle più non sento.
 
Alessandro Conte
 
 
LA  PRECEDENZA                            
 
“Eh no, non ci siamo, mio caro.”
“Ma che dici? mi hai detto di concludere o no? ‘Ci sono, ci sono, mi fai morire’ eri tu a dirlo o chi?”
“Sì, però non basta.”
“Tu sei matta, ragazzina.”
Enrico è spazientito e si alza dal letto nudo e roseo come un neonato.
“Ma dai, Erry. Con te non si può neanche scherzare.”
“Debby, sei venuta o no?”
“Per non farti arrabbiare ti dico ‘sì, certamente, sì sì’. Se invece vuoi essere comprensivo e tornare a letto a fare il tuo dovere un  ‘mica tanto’ è quello che ci andrebbe meglio.”
“Sì o no?”
“Mezza mezza. Sì ma non bene, occhèi?
Dai vieni qua e parliamone. Lo so che puoi fare di meglio e se non lo fai, mio bel signore, ti assicuro che quando vuoi tu non ti faccio fare più niente.”
La coppietta sta a questo punto quando la serratura, due scale sotto, si fa sentire. Debby rimugina sull’allerta:
“I coinquilini a fianco non ci sono, così credo. A Marcella l’ho detto che venivo qua in compagnia. Deve essere Giuse, il fratello più grande e questa cosa mi scoccia tanto: comincerà una pippa e non la finirà più. Però se è venuto al mare fuori stagione è per fxxxxxe pure lui. Pazienza, Erry; aspettati un cazziatone.”
Poco dopo due urletti quasi si sovrappongono:
“Debby!”
“Mamma!”
La signora Dolores è esterrefatta: la cuccioletta di casa a letto con ... quel coso.
“Ma lo sa lei quanti anni ha questa ragazza?” inveisce verso Enrico.
“Sedici mi ha detto” fa Erry serio serio.
“Fra un mese” precisa Debby.
“Ne ha quindici, caro lei” si risponde Dolores. “E allora?”
L’accompagnatore della mamma, restato per le scale, fa capolino e per Enrico è gioco facile chiedere:
“Il suo compagno a quest’età ci arriva?”
“Non sono cxxxi suoi con chi vado e gli anni che ha!” sbraita la signora mollando tutti i gàngheri. “Questo non è suo figlio e neanche le è nipote, anche se, alla sua età, potrebbe fargli benissimo da nonno. Però si dà il caso che Deborah sia mia figlia.
Io sono vedova da una vita e non violento nessuno se vado con i ragazzini. Lei, signore, è da denuncia penale.”
“Faccia come crede, signora” replica Enrico, seccatissimo. “Ci vedremo in tribunale.
Ora, se vuole attendere il suo turno in strada, Debby e io stavamo risolvendo una faccenda in sospeso.”
“Lei è matto! Esca subito da questo letto che, non so se ha capito, è mio!”
“Mamma” interviene Debby, “stiamo qui per divertirci tutti quanti, no? Fàttene una ragione e ti renderai conto che quello che chiedi è assurdo: ci stavamo prima di te.
E non perdere tempo con le denunce perchè anche io devo dire la mia: ho dovuto sudare sette camicie per portarmelo a letto, Erry qui, che amo tantissimo.
Quello che faccio con lui da due mesi lo facevo coi miei amichetti già due anni fa. Non te n’eri accorta, forse?”
La signora Dolores raccoglie il suo ragazzetto e indispettita corre giù. Non riesce a scegliere se è meglio andarsene o restare per cercare di avere l’ultima parola. Nell’indecisione rimane rosicandosi il fegato per mezz’ora fumando di tabacco e di rabbia.
I due scendono, infine, abbracciati e raggianti e per Dolores la cosa più dignitosa è fingere di fregarsene. Però avviandosi di sopra col suo lui non resiste e dice, gelida:
“Debby, parleremo a casa” ottenendo in replica:
“Ah, sì sì, bella mia: anch’io voglio sapere tutto tutto.”
 
Alessandro Conte
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, 18 luglio, con altre storie)
   
 
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