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Autore: nattini1    12/07/2018    9 recensioni
Long in cui Dean è sprofondato in un sonno magico in seguito a una maledizione lanciata da una strega, che ha decretato si svegli solo alla morte di Sam. Il fratello minore si prende cura di lui, fino all'estremo sacrificio. Entrambi si ritrovano così nell'incapacità di esistere da soli, Sam in Paradiso, Dean sulla terra, e cercano un modo per ricongiungersi. Una volta insieme, affronteranno ogni sfida. Aiutati dall'angelo Castiel, dovranno salvare il Paradiso e il mondo intero.
Hurt/Comfort come se non ci fosse un domani.
Potete leggere tra le righe una leggera wincest e una più evidente destiel.
Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge

 

11/26 PTSD - disturbo da stress post-traumatico

 

1. La diagnosi di PTSD si pone nel momento in cui una persona, esposta ad eventi traumatici, sviluppa duraturi sintomi intrusivi, di evitamento e di iperattivazione.

 

 

Sam, Dean e Cas decisero di passare il resto della notte al motel (anche se Dean trovava piuttosto inquietante l’idea di dormire con un angelo nella stessa stanza di cui sentiva lo sguardo addosso) e tornarono da Bobby il mattino dopo. Gli raccontarono la loro avventura e il vecchio brontolò qualcosa a proposito del fatto che «i guai li andavano a cercare anche quando non ci si ficcavano volontariamente in mezzo».

I giorni seguenti si impegnarono tutti nel cercare di completare un elenco di svariati ingredienti per la pozione: uno era la polvere spazzata dal pavimento di un luogo santo da un uomo santo; certi erano semplici, tipo alcune erbe che Bobby aveva promesso di riuscire a procurarsi in giro; alcuni erano davvero strani, come il crine di un cavallo carnivoro; altri improbabili, come il sangue di un vampiro donato con l’assenso; altri presupponevano una pericolosa ricerca, come il dente di un segugio infernale; altri sembravano impossibili, come una scheggia del manico della falce della Morte.

«Per prima cosa, pensate al crine di cavallo carnivoro» suggerì Bobby.

«Cavallo carnivoro? Ma non mangiano l’erbetta come Sam?» si stupì Dean.

Sam lo guardò storto e domandò: «Tipo le cavalle mitologiche di Diomede da cui si diceva discendesse il cavallo di Alessandro Magno?».

«Esatto!» confermò Bobby. «Si dà il caso che sappia esattamente dove trovarne di diciamo quasi addomesticati. Conosco due ex cacciatori in New Mexico, Jesse e Cesar. Si sono ritirati qualche anno fa e hanno comprato un ranch dove allevano cavalli. Ma non sono riusciti a restare del tutto lontani dalla vita di prima: alcuni colleghi si sono rivolti a loro in cerca di aiuto: il paese più vicino, Los Ojos, è a svariate miglia e conta 125 abitanti, quindi la loro terra sembrava il luogo ideale per chi avesse problemi di smaltimento rifiuti».

«Rifiuti?» chiese Castiel aggrottando la fronte.

«Sì, insomma… cadaveri di vario genere… licantropi, vampiri, mutaforma, mostri vari…» spiegò Bobby. «Così hanno deciso di tenere anche qualche cavallo carnivoro. Sono addestrati a mangiare solo il cibo che gli portano e non i visitatori, quindi penso che stavolta potreste farcela senza troppi problemi».

«Non possiamo farci spedire un po’ di crini?» domandò Sam.

«Potremmo, ma si dà il caso che io abbia della roba da consegnare a loro che sarebbe meglio non spedire… non posso continuare a seppellire cadaveri nella mia rimessa!» sbuffò Bobby.

Dean si alzò dal divano e posò la birra piuttosto allegramente perché era lieto della destinazione: «Va bene, prendiamo le nostre cose e partiamo». Poi si rivolse a Cas con sguardo ammonitore e puntandogli contro l’indice: «Stavolta andiamo in macchina! Da quando mi hai fatto fare quel viaggetto non riesco ad andare in bagno!».

«Secondo me dipende dai troppi hamburger che mangi!» lo punzecchiò Sam.

Sioux Falls distava più di 900 miglia da Los Ojos e le percorsero in una ventina di ore, comprese le soste per riposare e comprare un cappello da cow boy per Dean, che sembrava tenerci moltissimo, arrivando nel primo pomeriggio successivo (nessuno ebbe la curiosità di aprire la sacca nera che Bobby aveva messo nel baule).

Jesse si rivelò essere un uomo sui cinquant’anni, completamente pelato, ma con una barba brizzolata ben curata, apparentemente un po’ brusco, ma che non aveva paura a fissare negli occhi il suo interlocutore; Cesar sembrava più affabile, aveva forse qualche anno in più, pelle scura, occhi e capelli nerissimi, una voce dal tono ricco e profondo, e un leggerissimo accento che lo definiva come un latino americano. Li accolsero stringendo loro la mano e si dimostrarono piuttosto curiosi riguardo a Castiel perché non avevano mai visto un angelo. Quando seppero che i Winchester non avevano pranzato, offrirono loro una Tortas: un panino imbottito soffice, quasi un pan focaccia, farcito con avocado, pomodori, cipolle, formaggio, frijoles e carne. Un po’ pesante, ma decisamente gustoso.

Mentre preparavano, Jesse e Cesar discutevano animatamente: «Dammi un’altra cipolla!», «Ma quanta ne stai tagliando? Sono in tre, non in venti!»; «Dove hai messo il coltello grande?», «Al suo posto, dove vuoi che sia?!»; «Scalda il pane nel microonde per 30 secondi», «Guarda che ne bastano 20, vuoi che si bruci?!».

«Ve l’hanno mai detto che litigate come una coppia di fratelli?» ridacchiò Dean con la bocca piena.

«Più come una vecchia coppia sposata direi…» rispose Cesar con un mezzo sorriso.

«Oh, quindi voi due… Bobby non aveva specificato che foste una coppia!» chiarì Dean lievemente imbarazzato.

«Già! Non è che all’angelo questo dispiace?» volle indagare Jesse.

«Io sono assolutamente indifferente all’orientamento sessuale di qualcuno. L’amore è un sentimento puro e può essere donato a chiunque» assicurò Castiel.

«Ah! Questo dovrei proprio dirlo al predicatore della mia vecchia città!» esclamò Jesse battendosi il pugno sulla mano.

«Com’è stato sistemarsi con un cacciatore?» domandò Sam curioso.

«Inizialmente, puzzolente, sporco e con il doppio della preoccupazione di essere fatti fuori. Poi, da quando abbiamo appeso le armi al chiodo, è stato come festeggiare in una volta sola tutti i Natali arretrati, litigando ovviamente su chi dovesse aprire i pacchetti!».

«Come vi siete conosciuti?» chiese Dean.

Cesar guardò allarmato Jesse, ma lui sorrise e gli mise la mano sulla sua per tranquillizzarlo: «Va tutto bene adesso, sta tranquillo». Poi cominciò a raccontare: «Sono diventato cacciatore perché dei Bisaan, spiriti cicala originari della Malesia e per fortuna rari in America, presero mio fratello Matty. Avevo 22 anni. Matty era stato trascinato via sotto i miei occhi… ero corso disperatamente in giro, cercandolo per 10, 20 minuti. Tremavo ed ero in preda la panico e poi mi sono detto che dovevo trovarlo e l’ho fatto. I suoi occhi mi fissavano, non era umano, sono scappato senza voltarmi indietro. In città non mi credevano…».

«Non riuscivano ad accettare che fosse stato preso da un mostro…» intervenne comprensivo Sam.

«Non riuscivano ad accettare un sacco di cose…» continuò amaramente Jesse.

«Ma qui adesso stiamo bene: abbiamo anche potuto sposarci legalmente!» lo rassicurò Cesar.

Jesse gli diede un piccolo bacio sulla mano che continuava a stringere: «Ogni 27 anni i Bisaan escono dai loro nascondigli, si accoppiano, muoiono e il ciclo ricomincia. Avevo giurato di sterminarli tutti, ma l’attesa della vendetta non dà da mangiare e la vita da cacciatore è dura, quindi saltuariamente lavoravo come paramedico per guadagnare qualcosa. Un giorno, era passato un anno dalla morte di mio fratello, ho dovuto soccorrere un uomo che sanguinava da ferite che ho riconosciuto essere morsi di vampiro. Era Cesar. Quel giorno io ho salvato lui, ma nei mesi successivi è stato lui che ha salvato me e non ci siamo più separati!».

Dean guardò sorpreso il sorriso di Jesse: «L’ho visto accadere in continuazione: quando una persona perde qualcuno da giovane è una ferita che non guarisce mai, ma tu mi sembri stare bene».

«Quando ci siamo incontrati stavo malissimo, ma Cesar mi ha aiutato! Ho sempre pensato di essere una persona forte: dovevo sempre lottare contro il mondo che mi odiava solo perché ero gay. Invece, dopo la scomparsa di Matty, non ce l’ho fatta a elaborare quello che era successo. Facevo incubi ogni notte, rivivendo quel giorno e giuro che ogni volta che sentivo le cicale cantare mi si gelava il sangue. Ero ipersensibile a ogni tipo di rumore, dormivo pochissimo, ero sempre irritabile…».

«Adesso invece non ti arrabbi proprio mai…» interruppe Cesar.

Jesse continuò, ignorandolo: «…ero ansioso e aggressivo, sempre all’erta. In effetti, questo nel nostro lavoro non era poi del tutto negativo all’inizio, ma a lungo andare avrebbe distrutto il mio fisico, la mia mente e avrebbe messo a repentaglio anche la mia vita. Mi sentivo costantemente in colpa per quello che era successo: avrei potuto fare qualcosa di più per salvare mio fratello?».

Sam e Dean conoscevano bene quella sensazione.

Jesse sospirò: «Non riuscivo nemmeno a parlare di quello che mi era successo, come se la memoria di ciò che era avvenuto e quello che avevo provato fossero disconnessi… Volevo dimenticare tutto il dolore che avevo provato e fuggire via, ho anche pensato più volte a uccidermi e ci ho quasi provato. È stato Cesar, a quel punto, che mi ha fatto capire che, per riuscire ad andare avanti, sarebbe stato importante affrontare e gestire ricordi ed emozioni».

«Dean probabilmente ti avrebbe picchiato, legato a una sedia, poi ti avrebbe preso il viso tra le mani e ti avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene» si lasciò sfuggire a mezza voce Sam.

Dean lo fissò sbigottito.

«Cioè, immagino che questa potrebbe essere una razione tipica di te…» cercò di giustificarsi Sam, terrorizzato al pensiero che Dean avesse capito che lui non aveva alcun problema di memoria riguardo alla faccenda dello spillone della bambola voodoo.

Jesse riprese: «Naturalmente non potevo andare da uno psicologo a raccontare che i mostri sono veri e per colpa di uno di loro ero sotto shock…».

«Lo sappiamo, ci abbiamo provato» confermarono insieme i Winchester: avevano dovuto affrontare un caso all’interno di un ospedale psichiatrico e per farsi ricoverare avevano semplicemente detto la verità su quello che facevano.

«…quindi è stato Cesar ad accompagnarmi in un lungo viaggio dentro a me stesso, che mi ha portato a capirmi. È come se dentro di me ci fossero stati tanti Jesse, ognuno dei quali viveva in una piccola stanza da cui si rifiutava di uscire. Uno pensava che se non fosse riuscito a vendicarsi, la sua vita non avrebbe avuto nessun senso. Un altro credeva di doversi guardare da ogni altro uomo. Un altro ancora si rimproverava per non aver fatto di più e credeva di essere inadeguato. Piano piano, ogni piccolo Jesse ha iniziato a fare conoscenza con gli altri e a elaborare gli eventi per come erano davvero avvenuti».

«Abbiamo anche fatto molti esercizi di rilassamento» scherzò Cesar con uno sguardo chiaramente ammiccante.

«Credo che respirare lentamente e profondamente possa essere molto utile» disse ingenuamente Cas.

Gli altri quattro risero ad alta voce.

Jesse ricordò con aria malinconica: «È stata una notte in particolare quella che ha segnato un punto di svolta. Fino a quel momento Cesar aveva sopportato i miei scatti d’ira e il mio nervosismo senza dire nulla e quando mi svegliavo spaventato controllava sempre che non avessi armi a portata di mano. Eravamo accampati in Messico, in una zona desertica e avevo faticato tanto ad addormentarmi, mi ero rigirato per ore e ore nel sacco a pelo finché il fuoco non si era spento. Poi alla fine la stanchezza aveva preso il sopravvento. Ma appena ho chiuso gli occhi mi sono ritrovato nel bosco dove ho perso Matty. Ero solo, con nelle narici l’odore del sangue e nelle orecchie il canto delle cicale. Sentivo i rami secchi spezzarsi sotto i miei piedi, l’aria calda e soffocante immobile sul mio viso, la luce mobile che creava illusioni di ombre in movimento e mi ipnotizzava… poi ho visto gli occhi che una volta erano di mio fratello venire verso di me… Mi sono svegliato urlando, in un bagno di sudore. Volevo picchiare i pugni contro la terra, avrei picchiato anche Cesar se avesse deciso di affrontarmi direttamente. Ma lui mi ha dato spazio, pur facendomi sentire che era lì vicino a me. Non ha cercato di contenermi, né mi ha urlato contro. Si è seduto vicino a me e ha cominciato a cantare:

Oh, why you look so sad, the tears are in your eyes,

Come on and come to me now, and don’t be ashamed to cry,

Let me see you through, ’cause I’ve seen the dark side too.

When the night falls on you, you don’t know what to do,

Nothing you confess could make me love you less,

I’ll stand by you!

Vi garantisco che è stonato come una campana, ma aveva letto che fare dei respiri ritmici avrebbe aiutato…».

«Come dicevo io!» aggiunse trionfante Cas strappando un’altra risata agli altri.

Cesar si intromise nel discorso: «…e dopo un po’, come speravo, Jesse si è unito a me. Vi assicuro che non ha il minimo senso del ritmo! Probabilmente abbiamo spaventato tutti i coyote nel raggio di un miglio! Poi l’ho rassicurato dicendogli che non gli sarebbe successo nulla di male, che gli sarei stato accanto e l’avrei protetto ed è stato in quel momento che ho tirato fuori l’idea del ranch! Gli ho detto che ero certo che ce l’avrebbe fatta a stare bene, che sarebbe riuscito a vendicarsi con il mio aiuto e che avremmo potuto costruire una vita insieme. Gli ho detto che avremmo preso della terra in New Mexico, avremmo costruito una fattoria e ci avremmo allevato dei cavalli. Avremmo fatto lunghe passeggiate e al tramonto ci saremmo seduti sotto il portico insieme a bere una birra ghiacciata».

Jesse riprese: «Quando siamo arrivati alla parte che dice:

So if you’re mad, get mad, don’t hold it all inside,

Come on and talk to me now.

Hey there, what you got to hide?

I get angry too, well, I’m alive like you.

When you’re standing at the cross roads,

And don’t know which path to choose,

Let me come along, ’cause even if you’re wrong

I’ll stand by you

ho cominciato a piangere come non avevo mai fatto prima. Non erano lacrime di disperazione; con loro se ne sono andati via un po’ alla volta le memorie tragiche ed è rimasto il ricordo di Matty che era un fratello meraviglioso.

Non è passato tutto quella sera, ma è stato un inizio e da quel momento è andata sempre meglio. E adesso siamo qui».

 

***

 

Più tardi, Dean, Sam e Dean si appoggiarono alla staccionata guardando Jesse dava da mangiare ai cavalli aprendo la sacca nera di Bobby davanti a loro e, intanto che erano distratti, Cesar ne approfittava per tagliare una ciocca dalla criniera.

Continuando a guardare avanti, Sam chiese al fratello: «Pensi che potrebbe capitare anche a noi? Due cacciatori che riescono a tagliare il traguardo?».

Dean strinse le labbra in una smorfia autoironica: «Scusa, hai presente chi siamo? Facciamo davvero pena nella vita domestica. Fallimento totale. Guarda le nostre vite: quanti colpi possiamo ancora sopportare? A noi non è mai concessa una tregua, potrà essere diverso? Non mi farò mai illusioni per essere poi preso a calci nei gioielli!».

«Non avresti mai voglia di qualcosa di più con qualcuno che capisca questa vita?» insisté Sam.

Dean buttò un braccio sulla spalla del fratello e l’altro oltre le spalle di Cas e li strinse entrambi: «Ho già voi due! E l’unica cosa di cui ho voglia è fare un giro su un cavallo, uno di quelli normali eh!».

 

 

 

NdA

 

Ciao a tutti! Quanto avrei voluto questo prompt più avanti perché avrei voluto descrivere un Cas privo di grazia e sconvolto confortato da Dean! Ma a questo punto della storia il loro rapporto è ancora un po’ in via di costruzione, quindi non ho potuto farlo e ho dovuto optare per altro. Non so se ricordate Cesar e Jesse (episodio 11x19), la coppia di cacciatori che salva Dean durante una caccia. In questa mia versione, le loro strade si incrociano quando Cesar e Jesse vivono già insieme felici e contenti nel loro ranch; ho dato agli ex cacciatori una decina di anni di più di quelli che hanno nella serie per adattare i personaggi alla storia che ho immaginato per il loro incontro. Volevo lasciare un po’ in pace i Winchester e Cas. Quasi tutto quello che so del PTSD l’ho letto in questi giorni, ho cercato testimonianze di persone che sono guarite e articoli medici, ma se trovate inesattezze fatemi sapere!

La canzone è I’ll stand by you, The Pretenders, la stavo ascoltando in questi giorni.

Vi lascio il link del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/.

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