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Autore: Harley Sparrow    12/07/2018    2 recensioni
ATTENZIONE: questa one-shot fa parte della long "This is Us", che trovate sul mio profilo o nel fandom di Harry Potter
Vi siete mai chiesti come sarebbero i personaggi della Disney a Hogwarts? Io ci ho provato.
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Dalla storia:
“Oh no, non ci credo!” disse Jasmine a bassa voce.
Aladdin la guardò come per chiederle quale fosse il problema.
“...Ho dimenticato il portamonete nel dormitorio…” rispose la ragazza rovistando nella borsa e nelle tasche e trovando qualche zellino, decisamente non abbastanza per comprare un solo articolo.
“Devo rimettere tutto giù, non riuscirei ad Appellare i soldi da qui…” disse la ragazza andando verso il ragazzo per farsi consegnare i vermi gommosi, le tazze magiche e il resto degli oggetti. Lui esitò a darglieli.
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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NOTA BENE: non cancello questa storia per rispetto verso chi ha recensito. Vi avverto che potete leggere la long da cui è tratta (pubblicata in seguito) QUI

Non ho mai pubblicato niente per questo fandom, quindi in pochi mi conosceranno. Negli ultimi mesi ho iniziato a scribacchiare con un'amica una Hogwarts!AU ambientata al terzo anno di Harry Potter in cui sono presenti alcuni personaggi dei Classici Disney, e in occasione della gita a Hogsmeade ho scritto questa parte interamente su Jasmine e Aladdin. Ho cercato di adattare al mondo di Hogwarts il modo in cui si fidanzano nel film, spero vi piaccia!
Un giorno pubblicherò una long su Elsa e Hans a Hogwarts :)

 
Qualche informazione in più:
Questi personaggi non hanno a che fare con Harry Potter e i suoi inseparabili amici. Sono invece molto legati a Fred e George, che sono i loro compagni di classe (quando Harry è al terzo anno, Fred e George sono al quinto, l'anno dei GUFO). In questa One Shot faranno la loro comparsa anche altri personaggi Disney.
Terzo anno:
Harry, Ron, Hermione & co.

Quinto anno:
Mulan, Jasmine e Megara (Hercules) appartengono alla Casa Serpeverde.
Sono molto amiche con Adrian Pucey, personaggio di Harry Potter che gioca nella squadra di Quidditch di Serpeverde.
Aurora (La bella addormentata nel bosco) è Tassorosso.
Fred, George, Lee Jordan e Aladdin sono Grifondoro.
Elsa è Corvonero.

Sesto anno:
Philip (fidanzato con Aurora) è Grifondoro.
Shang (quasi-fidanzato di Mulan) è Grifondoro.
Hans (Frozen): Serpeverde.

Settimo anno:
Marcus Flint (capitano della squadra di Quidditch Serpeverde)


 
 
TI FIDI DI ME?
 
 
Tra una lezione e l’altra, Halloween arrivò in fretta, e con esso la prima gita a Hogsmeade dell’anno. Molti professori avevano fissato la consegna di temi e compiti per il giorno prima, così, volenti o nolenti, i ragazzi furono occupatissimi a studiare e fare pratica per Incantesimi e Trasfigurazione. Le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure non richiedevano grandi sforzi: imparavano tutto a lezione e alla fine non c’era bisogno di perdere molto tempo sui libri. Lupin era diventato il professore preferito dalla maggior parte degli studenti. Mulan aveva un debole per lui.
Quando terminò Pozioni, l’ultima lezione del venerdì, Meg, Mulan e Aurora decisero di passare gran parte del pomeriggio in cortile, a prendere un po’ di aria fresca; erano state chiuse in biblioteca per giorni e non importava se aveva iniziato a far freddo. Adrian era impegnato a parlare di Quidditch con Flint e Hans, mentre Jasmine disse che li avrebbe raggiunti più tardi e andò a farsi un giro da sola.
Quando rientrarono dalla Sala Grande videro che i primi addobbi per Halloween erano già stati appesi; furono accolte da un allegro professor Vitious che canticchiava canzoni di Halloween su una scala traballante mentre incantava delle zucche ghignanti sospese sui tavoli delle Case.
Nel paiolo cuocerà… Pom pom pom” canticchiava allegro “una serpe acquatica pom pom buongiorno ragazze!” le salutò. Quando le tre gli passarono vicino dovettero trattenere una risata.
Jasmine era piuttosto nervosa quella sera. Quando aveva saputo che ci sarebbe stata la visita a Hogsmeade era sembrata entusiasta, ma man mano che si avvicinava il giorno era sempre meno contenta.
“Secondo te che cos’ha Jas, oggi?” chiese Meg a Mulan quella sera, quando la loro amica sparì nel dormitorio molto prima di loro.
“Secondo me non è molto felice di venire a Hogsmeade con noi…” sospirò la ragazza “e la capisco”
“Già, non credo che incasserete presto il vostro Galeone” s’intromise Adrian, che stava leggendo accanto a loro. Le due scoppiarono a ridere. All’inizio dell’anno le due avevano fatto una scommessa con i gemelli Weasley su quando Jasmine e Aladdin si sarebbero decisi a dichiararsi. Sembrava che Fred e Meg avrebbero perso, ma non era detto che George e Mulan avrebbero vinto. Il termine ultimo era Natale, poi avrebbero dovuto fare una nuova scommessa.

Il sabato mattina Pucey e Mulan furono occupati ad allenarsi a Quidditch, mentre nel pomeriggio Meg e Aurora si rinchiusero ancora in biblioteca e poi si presero un tè in Sala Grande.
Il sabato passò così lentamente che alla sera non vedevano l’ora di andare a dormire per cancellare quella noiosissima giornata.
Quando si misero a dormire le tre Serpeverde erano piuttosto strane, soprattutto Jasmine. Probabilmente Aladdin non l’aveva invitata a fare un giro con lui per il villaggio e la ragazza ci era rimasta male.
*
L’indomani i musi lunghi della sera prima si erano dissolti. Adrian aspettò le ragazze in Sala Comune e insieme andarono a fare colazione già pronti per uscire, con i mantelli pesanti. Jasmine continuava a lanciare sguardi nervosi verso il tavolo dei Grifondoro. Aladdin non c’era; Meg guardò verso il tavolo e vide Harry Potter che ascoltava il fratello di Fred e George con aria piuttosto abbattuta. Si chiese come mai in una giornata simile potesse essere così giù di tono, ma poi capì: a un certo punto Ronald e la Granger si alzarono per andare verso il cortile (i ragazzi del terzo anno dovevano trovarsi un quarto d’ora prima per consegnare le autorizzazioni dei genitori), ma Potter rimase fermo dov’era.
“Chissà come mai Potter non va” disse quando si alzarono tutti e passarono davanti al tavolo dei Grifondoro.
“Sarà per Black… Pare che sia stato avvistato in un villaggio vicino a Hogsmeade” disse Mulan, che leggeva sempre la Gazzetta del Profeta.
I ragazzi del quinto anno si ammassarono nel cortile. Quando arrivò il gruppo Serpeverde c’erano già i gemelli Weasley, Lee Jordan e le coetanee che chiacchieravano con alcuni Tassorosso. Poco più in là Philip abbracciava Aurora da dietro e ascoltava la sua ragazza che chiacchierava con un’amica. Meg rimase incantata dalla bellezza che i due emanavano. Invidiò un po' l'amica, avrebbe voluto sentirsi come lei, un giorno: amata e protetta da qualcuno come lo era Aurora. Mulan era troppo occupata a controllare che non ci fosse Shang per accorgersi di quello che stava succedendo nella mente dell’amica. Qualche giorno prima aveva litigato con il Grifondoro e non aveva per niente voglia di vederlo. Anche Jasmine si stava guardando intorno: Aladdin non era nemmeno lì. Era tentata di tornarsene nella Sala Comune, tanto era affranta, ma alla fine andò con i suoi amici.
Partirono quando Gazza disse loro che potevano andare. Attendendo Aladdin erano rimasti ultimi, quindi dovettero sorbirsi tutte le raccomandazioni del custode che vietava l'acquisto di qualsiasi aggeggio che avrebbe potuto arrecare disturbo alla quiete del castello.
“…Anzi, non andate affatto da Zonko!” urlò alla fine il vecchio bidello.
“Certo, certo” rise Mulan allontanandosi. Non c’era neanche bisogno di incrociare le dita sotto al mantello. Zonko sarebbe stata la prima tappa della loro gita.
Erano quasi a metà strada quando udirono una voce chiamare Jasmine. Si voltarono tutti e videro un imbarazzatissimo Aladdin correre verso di loro. Jasmine lo aveva udito per prima e si era fermata a qualche passo dagli amici.
“Lo aspetto io, voi andate pure” disse cercando di celare l’imbarazzo “…Ci vediamo là, magari!”
I ragazzi alzarono le spalle, salutarono e continuarono a camminare. Aladdin era lontano una cinquantina di metri e riprese a correre verso la ragazza dai capelli corvini. Quando la raggiunse portò una mano dietro la spalla, imbarazzato.
“Non sapevo se venire fino all’ultimo” disse muovendo gli ultimi passi verso di lei.
“Non ti ho visto in Sala Grande!” rispose lei rimanendo ferma e aspettando che il gruppo di amici si allontanasse ancora di più.
“Sì, infatti non ho neanche fatto colazione” rispose evasivo il ragazzo, pentendosi di quel che aveva detto non appena la ragazza gli propose di andare a fare insieme colazione da Mielandia.
“Ehm… Ne faccio anche a meno, tranquilla!” rispose evasivo senza guardarla negli occhi “Perché non facciamo una passeggiata?”
Il ragazzo aveva l’aria sbattuta, ma Jasmine capì qual era il problema: non aveva soldi per pagarsi la colazione e qualsiasi altra cosa. Decise che lo avrebbe assecondato, ma poi avrebbe trovato il modo per comprargli qualcosa.
Passeggiarono per la via principale discutendo sul dove andare. Aladdin aveva una gran voglia di prenderle la mano – e magari anche di baciarla – ma non riusciva a prendere coraggio. Era così impegnato a impedirsi di fare cose stupide che quasi non l’ascoltava nemmeno. Jasmine era incantata da quel posto, così diverso dall’Arabia, così nuovo, che dopo quasi tre anni girava ancora con gli occhi sbarrati dallo stupore. Lui la osservava e non poteva fare a meno di pensare quanto fosse bella.
“Sai, ho proprio voglia di una girella alla cannella, mi accompagni da Mielandia?” gli chiese vedendo il negozio far capolino in fondo alla strada.
“Certo, andiamo!” rispose il ragazzo lievemente imbarazzato.
I due entrarono e videro che c’erano molti studenti che avevano già iniziato a ingozzarsi di caramelle.
“Guarda quello dietro di me” disse Aladdin mettendosi davanti alla ragazza, la quale si sporse e vide dietro la spalla del ragazzo un ragazzino del terzo anno, un Tassorosso, mettere in bocca un boccone troppo grande di cheesecake e iniziare a tossire. Fortunatamente una pacca sulla schiena da parte di un suo amico lo fece riprendere.
Jasmine scoppiò a ridere e per tenersi mise una mano sul petto del ragazzo. Quando i loro sguardi s’intrecciarono, Jasmine fu la prima ad allontanarsi. Prese una ciocca di capelli fra le mani e se la lisciò.
“Prendo queste” disse allegramente Jasmine quando arrivò al banco dei dolci.
“Ne prendi due?” disse Aladdin sbarrando gli occhi e cercando di non essere scortese “ti ho detto che io non la voglio!”
“Beh, una adesso e una dopo, sono troppo buone per mangiarne una sola!” disse la ragazza alzando le spalle e cercando qualche spicciolo nella tasca. Aladdin alzò le spalle e dopo che la ragazza ebbe pagato le aprì la porta per farla uscire.
Decisero di andare a fare un giro da Zonko. Fortunatamente il gruppo degli amici di Jasmine era andato da un’altra parte, così rimasero da soli per tutto il tempo. Jasmine aveva intenzione di comprare una gran quantità di vermi gommosi da mettere nei letti delle sue migliori amiche quella sera, così trascinò il ragazzo anche se non era molto felice di entrare nel negozio e continuava a ripetere che avrebbe preferito farsi una passeggiata verso la Stamberga Strillante.
“Dopo ci andiamo, giuro!” disse la ragazza spingendolo dentro al negozio. Stare con lui la faceva diventare allegra, serena, spontanea.
Alla fine non prese solo i vermi, ma anche un paio di Tazze da Tè Mordinaso, mentre Al guardava malinconicamente tutti gli articoli esposti.
“Questa farà venire a Meg un infarto” gli disse sventolando davanti al naso del ragazzo una di quelle tazze che mordevano il naso al povero malcapitato. Aladdin finalmente scoppiò a ridere e si tranquillizzò.
“Come sei perfida!” disse ridacchiando.
“Lei sicuramente trasformerà un pupazzo in un demone, quindi saremo pari” disse Jasmine alzando le spalle.
Quando fu il momento di pagare sorse un grave problema. Jasmine guardò nella borsa e ne riemerse pallidissima.
“Oh no, non ci credo!” disse a bassa voce, ma il ragazzo, che stava tenendo in mano per lei tutti gli oggetti da comprare guardando con noncuranza una serie di pozioni colorate molto invitanti, la sentì e le chiese quale problema ci fosse.
“Ho dimenticato il portamonete nel dormitorio…” sospirò la ragazza rovistando nella borsa e nelle tasche e trovando qualche zellino, decisamente non abbastanza per comprare un solo articolo.
“Devo rimettere tutto giù, non riuscirei ad Appellare i soldi da qui…” disse la ragazza andando verso il ragazzo per farsi consegnare i vermi gommosi, le tazze e il resto degli oggetti. Lui esitò a darglieli.
“Jas io… Mi spiace, vorrei poterteli pagare io ma…” farfugliò a disagio il ragazzo. Non voleva dirle che nelle sue tasche non c’era neanche mezzo zellino, ma al tempo stesso si sentiva in dovere di farlo.
“Ma no, figurati, non te lo permetterei” rispose lei ponderando bene le parole “Non te lo permetto” ripeté facendo finta di dare per scontato che il ragazzo avesse i soldi necessari. Rimasero a guardare il pavimento per qualche istante, poi Jas si mosse di nuovo verso di lui per prendere gli articoli da riporre degli scaffali, ma ancora una volta lui non le permise di riprendere gli oggetti.
“Che vorresti fare?” chiese incerta la ragazza soffocando una risata nervosa.
Il ragazzo tirò fuori la bacchetta con fare misterioso e iniziò a guardarsi le spalle. C’era una ressa di gente non indifferente, avrebbe aiutato molto.
“Ho avuto un’idea” disse abbassando la voce “Tu mettili in borsa, io Confondo il tizio all’uscita. Se facciamo in fretta non si accorgeranno di nulla”
“Al, non so se…” disse la ragazza sbarrando gli occhi, guardando a destra e sinistra e poi il ragazzo. Non si chiese se fosse giusto o sbagliato, o cosa sarebbe successo se li avessero beccati – probabilmente avrebbero fatto perdere un centinaio di punti alla loro Casa, come minimo, Piton poi avrebbe fatto espellere Aladdin dandogli la colpa di tutto – questi pensieri ormai erano stati allontanati con le parole “se ci prendono”. Quel che le premeva sapere era un’altra cosa.
“Lo hai già fatto prima?” chiese con un sorriso complice.
“Può darsi.” Le rispose alzando le spalle “…Ti fidi di me?”
Sul suo viso si distese un sorriso tranquillo, contagioso. Finalmente le porse quello che a breve sarebbe stato il loro bottino, stava a lei prenderlo.
Lei lo guardò di nuovo, forse lo vide davvero per la prima volta e in un attimo di follia pensò che se fossero usciti vivi da quella bravata, avrebbe dovuto baciarlo.
“…Sì.” rispose guardandolo negli occhi.
Prese gli oggetti e, guardandosi ancora alle spalle li mise nella borsetta. Aladdin puntò la bacchetta verso la borsa della ragazza, che non smetteva di guardarsi intorno e sussurrò “Protego”. La borsa si illuminò per un istante ma poi tornò arancione e azzurra come prima.
“Vado prima io. Aspetta che mi perquisisca, poi tu passerai senza farti controllare. Io saprò cosa fare. L’incantesimo non terrà per molto, hanno dei mezzi apposta per evitare furti di questo genere” disse prendendola per mano e conducendola verso l’uscita. Il cuore della ragazza iniziò a battere fortissimo, temeva che sul suo viso si leggesse la paura e che l’avrebbero scoperta subito.
Aladdin andò verso l’uomo che si trovava all’uscita, il quale lo perquisì. Non trovò nulla, dal momento che il ragazzo non aveva niente con sé, così lo lasciò andare. In quel momento il giovane Grifondoro tirò fuori la bacchetta e sussurrò “Confundus”. Mentre Jasmine si dirigeva quasi tremante verso l’uomo, vide che l’espressione di questi si era notevolmente instupidita. Passò oltre trattenendo il fiato.
“Hey!” disse la guardia guardandola incerto. A Jasmine si ghiacciò il sangue nelle vene. Lo guardò colpevole.
“Ma l’ha già controllata!” esclamò Aladdin tendendole la mano. Lei si fidò per la seconda volta e la prese. Il mago balbettò qualcosa ma la lasciò passare. Quando si trovarono fuori fecero un respiro di sollievo. Furono accolti dalla fresca aria frizzante del mezzogiorno. Camminarono velocemente verso una stradina laterale. Erano passati pochissimi istanti quando una voce fece loro rizzare i capelli sulla nuca.
“VOI!” urlò la guardia che si era svegliata dal torpore dell’incantesimo. Aladdin si guardò alle spalle e lo vide estrarre la bacchetta. Li avrebbe Schiantati? Avrebbe fatto apparire delle corde? Li avrebbe fatti cadere? Meglio non scoprirlo. Afferrò di nuovo Jasmine per la mano, la trascinò nella stradina e urlò “CORRI!”
I due iniziarono a correre rischiando più volte di investire qualche ragazzo. Fortunatamente il gran numero di ragazzi che si era riversato per le strade bloccò quasi subito i tentativi del commesso di raggiungere i due ladruncoli.
Corsero a perdifiato per qualche minuto, allontanandosi il più possibile dal centro della città – da Zonko – e alla fine rallentarono con il fiatone, Jasmine teneva stretta la borsa con una mano e con l’altra si massaggiava un fianco.
“Ci è mancato poco” disse fra respiro e l’altro. Poi scoppiò a ridere divertita come non mai.
Aladdin, che era impallidito parecchio, sia per lo spavento, sia per l’idea di averla messa seriamente in pericolo, aveva cercato di riprendere il fiato silenziosamente, guardandola intimorito dalla scenata che avrebbe potuto fargli. Quando la ragazza scoppiò a ridere iniziò a riprendere colore anche lui. La risata di Jasmine scaldava il cuore, forse perché di solito sorrideva tanto ma rideva poco, quindi quel suono argentino era quasi una novità, forse perché semplicemente era la donna della sua vita. Iniziò a sentire caldo e quando lei sollevò lo sguardo per guardarlo negli occhi, lui non riuscì più a trattenersi. L’attirò a sé per le spalle e la baciò, facendole sbarrare gli occhi pieni di lacrime per il gran ridere.
Dopo qualche istante di confusione anche lei li chiuse e si godette quel momento perfetto, portando a sua volta le braccia a cingergli le spalle e abbandonandosi a lui.
Quando si staccarono sembrava che non fosse passato il tempo e che allo stesso tempo fossero insieme da una vita. Jasmine sorrise radiosa e lo baciò di nuovo, poi lo abbracciò.
“Era da una vita che ti aspettavo”
Si strinse a lui.
“Anche io” rispose lui, poi distolse lo sguardo “ma avevo troppa paura che non mi volessi a causa della mia…” si bloccò. Fece per allontanarsi ma lei lo tenne stretto.
“La tua cosa!?” sbottò la ragazza scurendosi in volto.
“…Sono povero” concluse il ragazzo evitando a tutti i costi il suo sguardo.
“Pensi che io sia così superficiale? È questo che pensi?” esclamò lei dandogli uno spintone e allontanandosi di qualche passo.
“No, certo che no” rispose lui accorgendosi di essere stato un autentico idiota a pensarlo.
“E invece che lo pensavi” disse lei dandogli le spalle, arrabbiata. Poi si voltò di nuovo verso di lui.
“…Perché non me l’hai detto?” chiese guardandolo negli occhi “…Ti avrei dato la mia risposta mesi fa, forse anni fa”
“Quale risposta?”
Aladdin era completamente a disagio, avrebbe preferito andare dal commesso di Zonko per farsi arrestare piuttosto che rimanere lì con una Jasmine che lo odiava.
“Che non m’importa, m’importa solo stare con te, al diavolo il resto” rispose facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
Vedendola così indifesa, così bella, Aladdin capì che era stato davvero uno sciocco a pensare che lei non lo avrebbe voluto. Capì che cosa doveva fare, così coprì la distanza che li separava e la baciò di nuovo.
“Non succederà più, te lo prometto” sussurrò Aladdin tenendola stretta a sé.
“Lo spero per te” rispose lei rimanendo seria per un attimo, poi gli sorrise dolcemente e lo baciò di nuovo.
Avevano molto da di cui parlare. Si sedettero su una panchina isolata che si affacciava sulla campagna brulla e deserta e rimasero lì abbracciati, la testa di Jasmine appoggiata al petto del ragazzo che le accarezzava i capelli. Mangiarono insieme i due dolci e decisero di non farsi vedere in centro per le ore successive.
Jasmine non vedeva l’ora di dirlo alle sue amiche, era così felice che sentiva il cuore a un passo dallo scoppiare.
Non immaginava che, mentre lei e Aladdin se ne stavano lì a parlare e a scambiarsi dolci parole d’amore, Fred e George stavano raccontando a Mulan, Meg e Adrian di aver visto lei e Aladdin correre mano nella mano per le strade di Hogsmeade.
   
 
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