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Autore: Mikarchangel74    12/07/2018    1 recensioni
Dean si parò davanti al nephilim con le braccia incrociate, volendo riprendere il discorso
“Allora, va avanti. Come diavolo ha fatto Michele a farti veramente del male attraverso un sogno? Anche se credo che a questo punto non si tratti più di un semplice sogno”
Jack lo guardò imbronciato e sollevò leggermente le spalle “Non lo so lui ha detto qualcosa a proposito del collegamento tra tutte le creature extra terrene e che bastava trovare la … giusta frequenza”
Dean soffiò fuori l’aria con forza ed iniziò a passeggiare in su ed in giù per il salone del bunker pensando alle parole del nephilim.
“La giusta frequenza… intendeva tipo la radio angelica che sente Castiel?”
“Ha detto che vuole il mio potere e che tramite me potrà conquistare anche questo mondo” Proseguì Jack avvilito, sentendosi impotente non sapendo come fermare tutto ciò e male all’idea di essere usato come strumento per adempiere i maledetti piani di quell’arcangelo spietato. Sospirò incurvando le spalle.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Michael, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nuove avventure per Sam, Dean e Jack'
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~~Titolo:  “Andata e Ritorno”

Fandom: Supernatural
Ship: Nessuna
Warning: Attenzione possibile spoiler per chi segue la programmazione italiana.
Tags: Hurt & Comfort https://www.facebook.com/notes/hurtcomfort-italia-fanfiction-fanart/26-prompts-challenge/1761132400576945/
Partecipo alla Challenge #26promptschallenge 10/26 ‘Assenza’
2. Distrazione, momento di estraneità alle cose presenti. Sospensione temporanea, senza fenomeni convulsivi, della coscienza (dovuta anche ad episodi epilettici).
(capitolo 1)
Parole: 4420

Svegliati Jack!

“Jack! Jack! Hey!” Sam si abbassò di fronte al nephilim agitando la mano davanti ai suoi occhi preoccupato e non vedendo reazioni, lo afferrò per una spalla scuotendolo leggermente e finalmente il ragazzo dagli occhi azzurri sbatté le palpebre, chiuse la bocca fino a quel momento leggermente dischiusa e mosse gli occhi focalizzando il viso tirato e l’espressione allarmata di Sam.
“Sto’… Sto’ bene” Affermò titubante, non convincendo il cacciatore di fronte a lui.
“Cos’è successo? Sembravi sveglio ma non eri qui…” Chiese Sam
Jack corrugò la fronte cercando di capire cosa potesse esser accaduto, si ricordava solo di aver sognato di trovarsi ancora nel mondo parallelo, dove aveva conosciuto, aiutato e combattuto a fianco di Mary Winchester, la madre dei due cacciatori suoi grandi amici.
“Ero solo sovrappensiero” Si giustificò, ma Sam continuava a fissarlo incerto
“Eri molto più che sovrappensiero. Va’ tutto bene?”
Jack tornò a guardarlo negli occhi ed annuì con un accenno di sorriso.
“Certo, Sì. Tutto bene.”
Sam persuasosi delle sue parole, si rilassò, gli dette una leggera pacca amichevole sulle spalle e si rialzò
“Va’ bene allora” Gli restituì un piccolo sorriso e tornò sul tablet a leggere a proposito di un fatto insolito capitato ad uno dei poli della terra. Ma lanciando qualche occhiata furtiva di tanto in tanto a Jack, che stava guardando i cartoni animati alla piccola tv in cucina e che ogni tanto rideva divertito.

***

Jack aprì gli occhi guardandosi intorno stupito, era di nuovo nell’altro mondo.
“Eccoti figlio del demonio.” Una voce alle sue spalle lo fece sussultare e si voltò trovandosi di fronte l’arcangelo Michele e a due delle sue guardie angeliche che gli stavano ai lati con le armi pronte tra le mani.
“Tu…” Jack lo guardò torvo e confuso
“Ti avevo detto che non potevi nasconderti a lungo da me.”
“Come hai fatto a trovarmi?”
“Noi creature celestiali siamo tutte connesse… basta trovare la frequenza giusta” ghignò
“Che cosa vuoi da me?” Jack immaginava già cosa l’altro potesse volere
“Vendetta. Contro quei dannati Winchester e tu e tuo padre… Ero tranquillo. Avevo già ripulito questo mondo, non restavano che pochi umani da catturare e schiavizzare… finché non siete arrivati voi!”
“Noi siamo tornati nel nostro mondo!” Ribadì Jack alterandosi, più per la paura che per la rabbia.
“Già! Portando via i miei umani! Uccidendo molti dei miei! E adesso che so che c’è un’altra copia di Lucifero e tu. … Tu, una creatura che non avrebbe mai dovuto nascere ed estremamente potente. Devi esser mio! Voglio tutto il tuo potere e tramite te conquistare anche il vostro mondo” E detto questo usò il suo potere scaraventando Jack indietro. Il ragazzo non ebbe il tempo di reagire un po’ per la paura, un po’ perché colto di sorpresa, si sentì sollevare da terra, volare in aria e atterrare duramente contro una roccia. Sbattendo violentemente la schiena e la nuca.
Alcuni speroni della roccia gli ferirono la schiena conficcandosi nella carne e creando delle ecchimosi e dei tagli, espulse tutta l’aria dei polmoni in un grido acuto e boccheggiò per riprendere a respirare. Il colpo alla nuca lo lasciò stordito per qualche secondo, si accasciò a terra, cercando di scuotere la testa e riprendere un po’ di lucidità.
Michael ci aveva messo un bel po’ di forza in quel gesto, ma non poteva lasciare che Jack usasse il suo potere. Sapeva quanto il nephilim fosse forte, anche se sospettava di non aver ancora mai visto tutta il suo effettivo, reale potere.
Quindi cercò di rinchiuderlo nella gabbia con le protezioni che avrebbero annullato il potere della creatura, ma Jack si riscosse abbastanza da capire le intenzioni dell’arcangelo e si afferrò alle sbarre della gabbia
“No! Non di nuovo!” Gridò disperato. Ma com’era possibile … Quello era solo un sogno. Doveva svegliarsi! Adesso si sarebbe svegliato ne era sicuro
“Svegliati Jack! Svegliati!” Si ripeté
“Jack?! Jack coraggio!! Svegliati! Riprenditi!” Una voce… No, due voci risuonavano nell’aria intorno a lui… Dean e Sam lo stavano chiamando, il risveglio era prossimo… Guardò Michele, il quale lanciò a terra la sua arma con frustrazione e disappunto e tutto il mondo apocalittico iniziò a dissolversi, ondeggiò davanti ai suoi occhi come una bandiera nel vento o le onde che si formano nello stagno dopo aver lanciato un sasso, per poi sbiadire ricominciando a prendere visione del mondo che realmente lo circondava.
Jack gridò terrorizzato, le iridi gli diventarono completamente arancioni brillanti.
Sam e Dean si allontanarono leggermente smettendo di toccarlo.
“Ehi! Ehi! Ehi! Calmati! Siamo noi!!” Gridò Dean
“Jack! Jack! Guardaci! Siamo Sam e Dean! Calmati. Va tutto bene. Sei qui con noi.” Aggiunse Sam deglutendo con la paura di esser come minimo, scaraventato via dal nephilim. Ma questo non accadde.
Jack realizzò finalmente dove si trovava, si calmò ed i suoi occhi ripresero di nuovo il loro colore azzurro chiaro e guardò sbigottito i due Winchester che gli restituivano uno sguardo pieno di preoccupazione e timore.
Erano passati solo tre giorni da quando Jack aveva avuto l’altro episodio di estraniamento dalla realtà. Anche stavolta sembrava esser sveglio e vigile con gli occhi aperti, ma non lo era affatto. Il suo sguardo diventava vitreo e assente.
Sam e Dean non lo conoscevano ancora così bene… Magari era uno stadio evolutivo.. Forse il nephilim si stava ancora evolvendo nella creatura potente e distruttiva che era destinato a diventare, per quanto loro si sforzassero con ogni mezzo di tenerlo dalla parte del bene, per quanto loro ci sperassero che prevalesse la parte umana, la parte buona di sua madre Kelly e dell’influenza di Castiel, forse si stavano solo illudendo.
Adesso erano veramente preoccupati.
Questa volta era successo in auto, stavano uscendo per andare a prendere un gelato tutti e tre insieme, ma una volta fermata l’auto Jack era rimasto seduto sul sedile posteriore con quell’espressione persa nel vuoto.
“Jack! Cosa ti sta succedendo?” Chiese Sam riavvicinandosi e passandogli una salvietta sulla fronte imperlata di sudore
Il ragazzo guardò in basso serio come se ci stesse riflettendo su “Non lo so.” Rispose sincero. Ed era vero. Quei sogni sembravano così veri e reali e se ne accorse non appena si mosse per uscire dall’auto. Sentì una forte fitta alla schiena che lo fece gemere e rinunciare a muoversi, rimanendo lì seduto.
Sam e Dean si scambiarono un’occhiata interrogativa poi si infilarono in auto in ginocchio sulle sedute anteriori, rivolti verso un avvilito e sbigottito Jack che spostava lo sguardo dall’uno all’altro, lasciando che Sam gli circondasse le spalle con le braccia e lo spostasse dolcemente dal sedile, tirandolo verso di se’ e Dean controllasse la schiena.
Il fratello maggiore non disse niente e non fece alcun verso strano anche se rimase sconcertato da ciò che vide, ma lo manifestò solo corrugando la fronte. La camicia del ragazzo era sporca di sangue fresco in alcuni punti e sollevandola vide le ferite anche se stavano rimarginandosi velocemente. Ma che diavolo stava succedendo? A meno che non fosse diventato di colpo come uno di quei fanatici religiosi del passato che si autoflagellavano per i propri peccati, stava capitando qualcosa di inspiegabile e, a vedere lo sguardo atterrito che aveva il ragazzo, era ovvio che nemmeno lui sapeva cosa gli stava capitando. Gli riabbassò la camicia, e quando incrociò lo sguardo di Jack lo osservò serio. Sam riadagiò con calma il ragazzo allo schienale posteriore il quale manifestò la sofferenza solo con una smorfia sul viso.
“Che cos’ha?” Chiese Sam preoccupato
“Torniamo al bunker” Enunciò Dean guardando sospettosamente intorno. Sam non insistette e si mise a sedere al suo posto preoccupato, aspettando che il fratello iniziasse a parlare.
Dean si mise alla guida serio e ad un certo punto guardò nello specchietto retrovisore incontrando gli occhi tristi di Jack.
“Allora, hai idea di come ti sia fatto quelle ferite dietro la schiena?”
Jack lo fissò per qualche altro secondo e poi annuì con la testa
“Ferite? Quali ferite?!” Chiese Sam allarmato voltando il busto indietro verso Jack che abbassò di nuovo lo sguardo e schiarendosi un po’ la voce iniziò a parlare
“Io … ehm… già da un po’ mi … E’ come se sognassi ad occhi aperti. Mi ritrovo nell’altro mondo… Quello dove abbiamo salvato vostra madre…” Spiegò a bassa voce quasi vergognandosi.
“Già da un po’? Da un po’ quanto?! Cosa aspettavi a dircelo?!” S’intromise severo Dean e Sam gli lanciò un’occhiata ammonitrice prima di tornare a guardare Jack il quale teneva il volto abbassato come un cagnolino bastonato.
“Ecco io …  All’inizio non capivo … questi chiamiamoli ‘black out’ erano rari di notte durante il riposo.. pensavo fossero semplici sogni, poi hanno iniziato di giorno, ma duravano pochissimo.. mi ritrovavo lì, ma non succedeva niente.. Ero solo.”
Dean gli lanciò di nuovo un’occhiata seria dallo specchietto
“ E da quanto vanno avanti questi .. ‘black out’?”
“Più o meno da una o due settimane dopo esser tornati qua.. Non pensavo fossero importanti .. O insomma non ritenevo fosse una cosa così importante da dovervelo dire… Non volevo farvi preoccupare .. Pensavo avrebbero smesso .. Pensavo di poter gestire da solo questa cosa, ma…” Fece una piccola pausa deglutendo e Sam allungò un braccio per stringere il suo, incoraggiarlo e dargli conforto, vedendo quanto era turbato. Jack sollevò un secondo lo sguardo su Sam per poi riabbassarlo e proseguire
“Ma sono aumentati … Sono più frequenti e .. durano più a lungo e questa volta c’era …” Deglutì nuovamente e rabbrividì impercettibilmente al ricordo
“C’era Michele.”
“L’arcangelo?” Chiese Sam e Jack annuì
“Ti ha ferito lui?” Chiese Dean di nuovo spostando lo sguardo dalla strada allo specchietto retrovisore e vedendo Jack annuire per la terza volta.
Arrivarono al Bunker ed aiutarono Jack ad uscire dall’auto. Una volta dentro fecero sedere Jack sul tavolo e Sam prese subito il kit di pronto soccorso per disinfettare quelle poche ferite che ancora non erano guarite, anche se si sentì un po’ stupido, visto che il corpo del nephilim si stava autoguardendo alla velocità della luce.
Dean gli si parò davanti con le braccia incrociate, volendo riprendere il discorso
“Allora, va avanti. Come diavolo ha fatto Michele a farti veramente del male attraverso un sogno? Anche se credo che a questo punto non si tratti più di un semplice sogno”
Jack lo guardò imbronciato e sollevò leggermente le spalle “Non lo so lui ha detto qualcosa a proposito del collegamento tra tutte le creature extra terrene e che bastava trovare la … giusta frequenza”
Dean soffiò fuori l’aria con forza ed iniziò a passeggiare in su ed in giù per il salone del bunker pensando alle parole del nephilim.
“La giusta frequenza… intendeva tipo la radio angelica che sente Castiel?”
“Ha detto che vuole il mio potere e che tramite me potrà conquistare anche questo mondo” Proseguì Jack avvilito, sentendosi impotente non sapendo come fermare tutto ciò e male all’idea di essere usato come strumento per adempiere i maledetti piani di quell’arcangelo spietato. Sospirò incurvando le spalle.
Sam gli appoggiò dolcemente una mano sulla spalla
“Ehi, coraggio, ci conosci. Vedrai che ne verremo a capo! Michele non riuscirà a realizzare il suo piano, troveremo il modo di bloccare tutto questo.. lo troviamo sempre.” Gli fece l’occhiolino e Jack gli rispose con un accenno di sorriso.

***

Il giorno seguente si recarono dalla sensitiva Patience Turner nipote di Missouri a Sioux Falls per spiegare il problema di Jack e magari col suo aiuto, capire cosa stava succedendo e se c’era modo di bloccare il tutto prima che fosse troppo tardi.
“E’ molto insolita come cosa.” Rispose la ragazza “Dovrei vedere cosa succede, perché non rimanete qui, così appena capita di nuovo vedrò di entrare in contatto con lui.” Propose Patience non molto felice dell’idea
“Non sarà pericoloso .. per te?” Chiese Sam “Se in qualche modo Michele sentisse la tua presenza …”
“Allora speriamo che non accada.” Rispose seria cercando di boicottare subito quella possibilità non volendoci nemmeno pensare, poi andò a prendere delle birre e le offrì ai tre.
Così iniziò l’attesa, Sam e Dean chiacchierarono un po’ con la giovane donna raccontandole sommariamente cos’era capitato da quando si erano visti l’ultima volta, di tanto in tanto sia Sam che il fratello lanciavano occhiate a Jack per controllare se fosse ancora lì presente.
Il ragazzo si stava annoiando di tutte quelle chiacchere e si sentiva osservato, ad un certo punto si alzò e si avvicinò alla finestra per guardare all’esterno e vide che c’era una cucciolata di cagnolini in una cesta, il suo viso s’illuminò “Sono tuoi? Quando sono nati?”
Si voltarono tutti verso di lui e Patience lo guardò un secondo confusa, non capendo a cosa si stesse riferendo.
“I cagnolini” Puntualizzò Jack
“Oh… no, sono di una vicina.” Sorrise
“Posso?..” Chiese Jack indicando fuori con il pollice
“Certo attento che la madre potrebbe essere un po’ protettiva verso i cuccioli”
Così Jack uscì di casa andando a giocare con i cuccioli e sedendosi sull’erba a gambe incrociate. Dean e Sam non volendo perderlo di vista si affacciano alla finestra, Dean si sorprese ancora a guardarlo. Sembrava un bambino spensierato che rideva circondato dai cagnolini, un’immagine in netto contrasto con ciò che veramente era.
E poi di colpo accadde di nuovo. Jack s’irrigidì era come una statua, il cucciolo che aveva tra le mani si divincolò e corse via uggiolando. Il suo sguardo fisso in avanti, perso e assente. Per fortuna accadde mentre i tre lo guardavano dall’interno.
“Hey, sta’ succedendo!” Disse Dean lasciando la finestra e correndo fuori seguito da Sam e Patience che consigliò ai cacciatori di non toccarlo o muoverlo
“Proverò a collegarmi” Disse sbrigativa e si inginocchiò davanti a lui, gli appoggiò i polpastrelli delle mani alle tempie, chiuse gli occhi e cercò di instaurare una connessione con il subconscio del nephilim.
Pochi secondi dopo si ritrovò in un paesaggio ostile, scuro, squallido, dove c’erano segni di distruzione ovunque, poco distante una costruzione in pietra, che sembrava una delle poche cose ancora in piedi, sentì un grido provenire dall’interno –Jack avanti dove sei?- Sì chiese, ma già immaginava la risposta e sì avviò verso la costruzione, per poi affacciarsi da una delle piccole finestre e controllare all’interno.
Jack era in ginocchio sul pavimento, la schiena inarcata all’indietro e le braccia aperte, e sul volto un’espressione di sofferenza, mentre una persona, che Patience ipotizzò trattarsi di Michele, stava probabilmente usando il suo potere sul nephilim.
“Dammi tutto il tuo potere. E’ inutile che resisti, riuscirò a prenderlo” Gli ripeteva Michele con voce bassa e profonda. Un braccio proteso in avanti verso il ragazzo che teneva gli occhi serrati e la bocca spalancata in un silenzioso grido.
Michele andò avanti per un po’ cercando di soggiogare Jack, ma le loro volontà ed il loro potere era pressoché identico e quindi si trovarono in una posizione di stallo.
“Bene, non posso piegarti così? … ma posso trattenerti qui annullare il tuo potere e visto che ami tanto le scimmie create da mio padre, ti farò sentire il dolore come lo sentono loro!”
Jack spalancò gli occhi, cercando di capire cosa intendesse, e si accorse che in quel frangente alcuni angeli lì presenti avevano segnato tutte le pareti della casa con tutti i simboli anti angelo.
Michele sorrise compiaciuto nel vedere la preoccupazione del nephilim
“Benvenuto. Adesso staremo assieme un bel po’.” Gli disse con un ghigno sul volto.
Jack provò immediatamente ad usare i suoi poteri ma ogni suo tentativo risultò vano. Michele gli si avvicinò e lo afferrò per il collo stringendo e sollevandolo. Jack boccheggiò e tossì emettendo un gemito rauco. Afferrò il braccio con entrambe le mani e lo percosse con i pugni nel tentativo di far perdere la presa all’arcangelo che adesso era il più forte.
Patience staccò il contatto spaventata e quando riaprì gli occhi si trovò i volti preoccupati di Sam e Dean davanti.
“C’è un problema.” Disse e poi iniziò a raccontare tutto ciò che aveva visto e sentito
“.. quindi dobbiamo trovare un modo per aiutarlo…”
Nel frattempo videro formarsi un taglio sulla guancia di Jack
“Puoi farci ‘entrare’ in contatto con lui?” Chiese Dean deciso e pronto a combattere e a Sam di colpo venne un’idea “Dean, ti ricordi quel siero degli uomini di lettere? Quello che ti iniettò Toni Bevell per collegarti con mamma quando…” s’interruppe deglutendo al ricordo sgradevole di quel che era accaduto, tanto non c’era bisogno di specificare, anche Dean aveva già capito perfettamente a cosa si stava riferendo suo fratello.
“Già, ma non lo abbiamo e non c’è tempo..” Dean indicò grave Jack, ancora immobile nella solita posizione ma un nuovo taglio si era aperto sul suo petto “Dio solo sa’ che cosa gli stanno facendo là. Non possiamo perdere tempo e lasciare che Michele lo torturi a suo piacimento. Dai Pat, facci andare da lui. Cosa dobbiamo fare?”
La ragazza li guardò preoccupati, c’era un rituale che Missouri le aveva lasciato dentro un libro, l’aveva trovato per caso anni prima, ma non lo aveva mai fatto… Non si sentiva tranquilla, lei non era brava come sua nonna… Aveva da poco iniziato a scoprire i suoi poteri e accettato questo suo destino, ma da lì a dover connettere tre persone insieme a livello inconscio ce ne voleva!
“Non so se sono in grado…” Li guardò tormentandosi le mani
Sul corpo di Jack nel frattempo comparivano nuovi sfregi.
“Patience dobbiamo tentare, cosa succederebbe se lui morisse …”
“Morirebbe realmente” Concluse lei sgomenta e dopo un altro secondo di silenzio ed indecisione decise di provarci. Corse in casa, prese il necessario.
Disse ai due cacciatori di distendersi accanto a Jack, di toccarlo per avere una collegamento. Dette loro alcune gocce di sonnifero per aiutarli ad addormentarsi e lei avrebbe fatto il resto. Quindi si sedette di nuovo dietro al nephilim stavolta, appoggiò la fronte alla parte posteriore della sua testa e le mani sulla fronte dei due fratelli e poco dopo si trovarono tutti e tre nel mondo apocalittico.
Ciò che udirono subito furono le grida di dolore di Jack.
Dean emise un suono basso di rabbia “Adesso vado a spaccare il culo a Michele” ma Sam lo trattenne sbarrandogli la strada con un braccio davanti al petto “Ci vuole un piano Dean, credi che Michele si lascerà prendere di sorpresa e salviamo Jack con un entrata teatrale?”
Dean si morse il labbro nervosamente poi rinunciò sospirando e si misero a pianificare una strategia il più velocemente possibile.

Jack era stremato, il sudore gli imperlava la fronte, la testa reclinata, penzolava appoggiata al petto, la gola gli doleva per il continuo gridare.
Michele lo aveva legato ad una croce di Sant’Andrea di legno. Aveva iniziato a tagliarlo con la lama angelica sul viso e su tutto il corpo, al solo scopo di divertirsi e stremarlo.
Il nephilim era spaventato e stavolta si sentiva veramente perso, non aveva idea di come svegliarsi. L’unica consolazione era l’aver fiducia nei suoi unici amici, sapeva che Sam e Dean probabilmente si erano già mobilitati per cercare di aiutarlo.

Michele aveva già avvertito la presenza dei tre, ma aspettava divertito che mettessero in atto il loro misero tentativo di salvataggio. Si avvicinò a Jack, gli afferrò i capelli con una mano tirandogli su la testa e facendogli emettere un altro piccolo gemito.
“Lo sai che i tuoi patetici amici sono già qui fuori, pronti ad aiutarti? … Credi che ce la faranno? Perché non diamo loro un caloroso benvenuto?”
Michele preparò due corte lance infuocate pronte ad esser lanciate non appena i cacciatori fossero entrati.
Jack cercò di fare una cosa che non aveva mai fatto, instaurare un contatto telepatico con i due ragazzi per metterli in guardia, ma era stremato e non riusciva a concentrarsi, forse anche a causa di tutte quelle protezioni che lo indebolivano.
Dean e Sam alla fine non avevano trovato altri ingressi o altra soluzione che entrare ad armi spianate, lasciando fuori Patience non immaginandosi che Michele li stesse aspettando. Sam fu colpito di striscio ad una spalla da una delle due lance, che gli lacerò gli indumenti e la pelle, lo sbilanciò facendogli fare una piroetta su se stesso e cadde a terra, l’altra per fortuna scansò Dean di poco al volto. Ma i due rimasero momentaneamente spiazzati quando si resero conto che il loro piano era saltato ancor prima di iniziare. Sam si coprì la ferita sanguinante e maledettamente dolorosa con una mano rimanendo seduto a terra per qualche secondo, Dean invece si riprese immediatamente cercando di attaccare l’arcangelo, ma venne scaraventato contro una parete e tenuto lì. Sam allora si rialzò e tentò di colpire Michele a sua volta con una lama angelica, ma anche lui fu riscaraventato giù a terra davanti a Jack.
“Sam!” Gridarono in contemporanea Jack e Dean, dimenandosi nelle loro costrizioni.
“Maledetto vigliacco! Tutto qui quello che sai fare?!” Urlò Dean provocatorio come al solito e Michael lo guardò inclinando leggermente la testa e sollevando un angolo della bocca in una specie di sorriso sbieco.
“Oh no … so fare molto di più e adesso lo vedrete” Disse calmo
Patience all’esterno della casa stava cercando disperatamente un modo per aiutarli. Qualcosa che poteva fare lei, lei non sapeva combattere … Ma poteva interagire con il sogno… con la mente di Jack, doveva riuscire a far uscire tutti di lì. Si disconnesse risvegliandosi e corse in casa a cercare qualcosa.
Nel frattempo Michele liberò Jack che cadde in ginocchio a terra e scatenò tutto il suo potere sul nephilim prendendo possesso della sua volontà.
“Ma cosa…” Mugolò Jack sentendo che il suo corpo si muoveva indipendentemente, senza che lui potesse comandare più nemmeno un dito “Cosa mi stai facendo?!” Gridò impaurito, ma non ricevette risposta. L’arcangelo lanciò un pugnale davanti al figlio del diavolo e lo obbligò a raccoglierlo e puntarlo verso il petto di Sam.
“Uccidilo. Pugnalalo al cuore” Ordinò l’arcangelo, ma Jack sussultò orripilato e cercò con ogni mezzo di ribellarsi e liberarsi dell’influenza di Michele. Era veramente orribile non avere il controllo sul proprio corpo ed avere però la mente lucida e presente.
“Ti prego…” Supplicò Jack con gli occhi che divennero lucidi sentendosi impotente, non avendo la facoltà di contrastare l’ordine imposto dall’arcangelo. Lui non voleva essere malvagio.
Fare del male a qualcuno per lui era sempre stato traumatico anche se lo aveva fatto per salvare la vita di qualcun altro … Ma adesso se avesse ucciso Sam .. l’unico che aveva creduto in lui fin dal principio. L’unico che era sempre stato gentile, l’unico onesto, l’unico con cui nel profondo sentiva un legame particolare… Non se lo sarebbe mai perdonato. Non poteva. Non per mano sua.
E Jack gridò di rabbia, frustrazione e disperazione, cercando di fare appello a tutta la sua forza di volontà ed al suo potere, ma niente sembrava funzionare.
Nel frattempo Dean cercava disperatamente di liberarsi, ma lo trattennero anche i due seguaci di Michele che erano presenti e si godevano divertiti il tutto.
Sam cercò di rialzarsi ed indietreggiare, ma anche Jack si alzò a sua volta, succube del potere dell’arcangelo sentendosi una marionetta manovrata da fili invisibili e sollevò il braccio destro con la mano che stringeva l’arma e lo guardò disperato “Sam scappa! Non riesco a trattenerlo!” gridò con gli occhi sbarrati dalla paura
Sam non se lo fece ripetere e cercò di correre verso l’uscita, ma mentre tentava di aprire la porta però sentì la lama conficcarsi tra le scapole profondamente. Venne spinto contro il battente, gridò e gettò la testa indietro, Michele aveva fatto lanciare il pugnale a Jack e poi passo dopo passi, fatto avvicinare e sfilare il pugnale. Uno schizzò di sangue seguì il movimento della lama ora sporca di sangue fresco, mentre la camicia del cacciatore velocemente si chiazzava di scuro. Sam gridò forte stavolta e si voltò per cercare di affrontarlo e ripararsi ma non fece in tempo, per la seconda volta la lama del pugnale calò veloce ed entrò dritta e precisa raggiungendo il suo obbiettivo fino a che l’elsa non ne fermò la corsa. Sam sbarrò gli occhi fissi in quelli inorriditi del nephilim lì davanti a lui. Del sangue fuoriuscì anche dall’angolo della bocca del più giovane dei Winchester che tremò e tossì, schizzando il volto di Jack, prima di scivolare a terra e rimanere pressoché immobile poi ebbe un paio di contrazioni e morì.
Dean urlava, si contorceva, gridava come un forsennato incurante della perversa soddisfazione dei tre esseri celestiali presenti.
Jack respirava affannosamente sotto shock tremando come una foglia.
Michele si godette il momento poi tornò serio e guardò Dean “Non preoccuparti, adesso tocca a te, raggiungerai presto tuo fratello” E quindi spostò lo sguardo sul nephilim che non poté essere altro che uno spettatore di tutto quello che era e che stava per accadere di nuovo, mentre il suo corpo si muoveva ancora comandato da quella forza invisibile.

Patience non aveva trovato altra soluzione che pensare di dare una forte scarica elettrica a Jack, tramite lui l’avrebbero presa tutti e comunque il cervello e le attività neurologiche si sarebbero interrotte inducendo Michele ad interrompere il contatto col Nephilim.
Aveva un teaser in casa da quando aveva scoperto e combattuto creature di cui ignorava l’esistenza, lo regolò su una frequenza abbastanza alta ma non letale e nemmeno tale da provocare danni cerebrali, quando tornò in giardino notò Sam e le ferite che aveva. Si coprì la bocca con una mano capendo all’istante cos’era successo, il cacciatore non respirava più, era morto. Controllò di corsa Dean e si calmò un po’, vedendo che il suo petto si sollevava ancora ed anche quello di Jack, ma doveva sbrigarsi, se l’archangelo aveva già fatto fuori uno dei due cacciatori, probabilmente avrebbe rivolto presto l’attenzione anche all’altro, doveva agire subito prima che fosse troppo tardi.

Jack si trovò presto di fronte a Dean. Il cacciatore cercò di incitarlo a ribellarsi e scuoterlo “Jack ascoltami. Sei più forte di lui! Puoi combatterlo! Jack ascoltami ti prego!” ma Jack ormai non riusciva nemmeno più a capire dove si trovava. Era sconvolto, aveva ancora il volto di Sam ormai privo di vita davanti agli occhi e la consapevolezza che fosse morto per mano sua.
Sentiva la voce di Dean come provenire da lontano. Lui non poteva fare niente era solo un fantoccio in mano a Michele. Alzò di nuovo il braccio con l’arma pronto ad affondarlo nel petto dell’altro cacciatore, ma di colpo un lampo accecante. Un dolore tremendo ovunque. Un dolore che avvertirono tutti, Michele, Dean e persino i due angeli. L’ambiente si riempì di urla, ma durarono pochissimo perché poi ogni cosa svanì.


(To be continued…)

   
 
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