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Autore: Tima_Las    13/07/2018    0 recensioni
Gerald ed Ethan.
Un viaggio di sei mesi per gli Stati Uniti d'America, la speranza di ricordare e dimenticare il dolore di un amore perso troppo presto, lo stesso amore autore delle tappe del percorso intrapreso.
Avventure e disavventure caratterizzeranno il percorso, ricordi che lasciando un sorriso triste sulle labbra. L'amore trovato davvero perso solo per colpa dell'uomo.
Due ragazzi persi sullo sconfinato suolo americano con in mente un solo nome. Travis. Il loro angelo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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20 DICEMBRE 2016

Newburgh, Hudson Valley

 

"Ethan?" domandò Gerald aprendo la porta della camera da letto trovando il moro seduto sul bordo, mani unite, le braccia appoggiate alle gambe, gli occhi lucidi di un pianto silenzioso. Non si era mai permesso di piangere e quelle poche volte in cui era accaduto era sempre stato un pianto silenzioso così che nessuno potesse udirlo. Era cresciuto così.

"Hey..." sussurrò il ragazzo avvicinandosi all'altro posandogli un braccio sulla spalla sedendosi al suo fianco.

"Perdonami..."sussurrò Ethan guardando a terra.

"Non è facile neppure per me, ma non possiamo...continuare così..." disse sospirando alzando il viso scrutando lo squarcio di paesaggio che la finestra di fronte a loro proponeva. Un paesaggio pallido, perfino i tetti rossi delle case apparivano sbiaditi ai loro occhi, l'erba di un tenue grigio, i muri bianchi sporcati da una tenera fuliggine, il cielo carico di nubi, pesante e greve.

"Manca..." sussurrò talmente flebilmente il moro che Gerald quasi credette di aver percepito un suo pensiero più che le sue parole.

"Andiamocene via, non rimaniamo qui."

"Ma è Natale Gerald..." rispose deglutendo cercando di trattenere le lacrime "Ci vorranno a casa, ci assilleranno...sapevano...tutto...e ora più che mai non ci lasceranno andare da nessuna parte. Tu i tuoi io i miei..."

"E noi invece non ci andremo da loro..." disse spostandogli il viso delicatamente con le mani così che potesse vederlo negli occhi "Non ci andremo perchè staremo male, perchè ad ogni angolo ci sembrerà di vederlo entrare, sentiremo perfino la sua voce, sentiremo pronunciare i nostri nomi e sentiremo le sue risate, fino a quando non calerà il sole e il buio peggiorerà ogni cosa...non passeremo un giorno a piangere perchè si sarebbe arrabbiato tantissimo se solo fosse venuto a conoscenza di una cosa simile." disse concludendo con un piccolo e triste sorriso.

"E...che faremo allora?" domandò Ethan.

"Prendiamo la macchina e andiamo..." rispose il ragazzo.

"E dove?" domandò allibito il moro "Partiamo così solo perchè non riusciamo a sopportare di passare questi giorni con nessuno? Dai Gerald..."

Gerald si alzò aprendo la cassettiera, al fondo della camera da letto, frugando nel primo cassetto mostrando, voltandosi, una cartellina di cartone color azzurro, tornò a sedersi sul letto aprendola sul materasso.

"E'...da un po' che la tengo...non...sapevo se mostrartela o no." disse lasciando che le carte si spargessero sul letto e un diario dalla copertina di pelle marroncina toccasse la coperta "Voleva...fare questo viaggio da anni. Non ci siamo mai riusciti..."

"Gerald..."

"Facciamolo noi per lui! Voleva dirtelo...voleva dirtelo quando sarebbe stato sicuro di partire, ti voleva con noi." disse il ragazzo prendendo una mano del moro nelle sue "Facciamolo per lui...a suo nome..."

"No...io...io non so seme la sento..."

"Guarda! Ti prego..."disse mettendogli in mano un foglio ricoperto da una fine calligrafia, alcune parole evidenziate e sottolineate con i più disparati colori: rosso, verde, giallo, azzurro e fucsia decoravano la pagina, nomi in grassetto e appunto ai lati "Leggi...è...tutto pronto. Aveva..." si fermò riprendendo fiato ricacciando le lacrime che anche lui minacciava di versare "Aveva pensato ad ogni cosa...è un viaggio di sei mesi..."

"Sei? Gerald come faccio col mio lavoro?" domandò il moro.

"Ho io i soldi permantenere entrambi."

"No..."

"Si! Perchè ti voglio con me, io parto...il 24 dicembre metterò le valige in macchina e la mattina del 25 partirò, vieni con me Ethan."

"Io..."

"Questo è il suo sogno..."

"Era il suo...non il nostro."

"Lo facciamo a nome suo..."

"Gerald..."

"A nome di chi abbiamo amato e che con noi avrebbe voluto fare questo viaggio. Lo porteremo con noi...e lo...lasceremo andare..."

"Sei mesi?"

"Si...sei mesi...per tutti gli Stati Uniti. 188 giorni per la verità. C'è un percorso, motel, luoghi da vedere, ristoranti da provare e...foto da fare..." disse trovando un foglietto scritto in una bellissima calligrafia fine ed elegante con un pennino ad inchiostro.

"Voglio farne una al Grand Canyon."

Ethan sorrise appena sfiorando con le dita quella corta scritta.

"Partiamo in macchina?"

"Se per te va bene o potremmo prendere un camper..."

"Mi sentirei più tranquillo." rispose Ethan "Cosa dico ai miei?"

"Nulla. Lascia una lettera, capiranno. Se dicessimo ai nostri di questo viaggio ce lo impedirebbero."

"E' da pazzi..."

"No...è da Travis."rispose sorridendo facendo tornare per pochi attimi il sorriso anche sul volto dell'altro.

   
 
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