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Autore: Cry_Amleto_    13/07/2018    0 recensioni
Tratto dal testo: " Eccole, le sue ultime parole, quelle che lo illudono che sarebbe andata meglio.
«Nel peggiore dei casi, ce ne andremo. Insieme.»
Eccolo, il suo ultimo sguardo, quello che lo distrugge.
«Amami» gli ordinano quelle sfere calde, e lui non può che ubbidirgli, continuando ad amarlo anche quando non vuole che odiarlo.
Eccola, la sua ultima risata, quella sull’uscio della porta.
«Non vivrai che per me», traduzione delle limpide note che lasciano quelle labbra sulle quali è morto e rinato innumerevoli volte. Ancora una volta, silenziosamente, acconsente. "
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Ma ora non ha importanza'
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Ride. Brillano gli occhi nocciola, splendono. Getta leggermente in dietro la testa, accompagnando quel bianco balenare della dentatura perfetta.
 
Se gli chiedessero in che momento preciso si sia innamorato di Lui, dopo averci riflettuto un po’, descriverebbe quel momento, quell’istante lungo un battito di ciglia. 
Solo dopo passerebbe alla dolcezza del Suo abbraccio; alla dolce frustrazione causata dal doversi arrampicare per raggiungere le Sue morbide, invitanti labbra; alla Sua voce che non si stancherebbe mai di ascoltare. Quanto ama la sua voce, lui, una moderna Didone che non vuole che sentire la stessa storia raccontata dal suo Enea, solo per sentire le sue corde vocali vibrare e trasportarlo lontano. Che paragone infelice, eppure tanto calzante. 
Anche lui è caduto trafitto dalle frecce di Amore.
Anche lui è giunto a smarrire se stesso per Lui.
Anche lui è stato ucciso da Lui.
Ma non ha importanza.
Deve cacciare indietro quei fantasmi di un passato di cui non resta che cenere.
Troppo tardi, ormai infestano l’oscurità, proiettando ombre che no, non vuole rivedere.

 
Troppo, troppo tardi.

Eccole, le sue ultime parole, quelle che lo illudono che sarebbe andata meglio.
«Nel peggiore dei casi, ce ne andremo. Insieme.»

Eccolo, il suo ultimo sguardo, quello che lo distrugge.
«Amami» gli ordinano quelle sfere calde, e lui non può che ubbidirgli, continuando ad amarlo anche quando non vuole che odiarlo.

Eccola, la sua ultima risata, quella sull’uscio della porta.
«Non vivrai che per me», traduzione delle limpide note che lasciano quelle labbra sulle quali è morto e rinato innumerevoli volte. Ancora una volta, silenziosamente, acconsente.

Aia. Smarrito in quel turbine di pensieri, ha dimenticato di star impugnando un coltello da cucina, nel fiacco tentativo di prepararsi la cena. Come ipnotizzato, continua a guardare il tagliere sporcarsi di rosso. Percepisce il dolore al dito in maniera ovattata, come se non appartenesse veramente a lui. 
Quella scia vermiglia dipinge lettere nella sua mente. Compongono un nome, il Suo. 
Dopo così tanto tempo, eccolo che le proprie labbra si muovono per chiamarlo, anche se sa che non gli risponderà.
Cos’è questa sensazione di sollievo? È come se la sofferenza causa da quella piccola ferita abbia per qualche istante attutito quella del cuore.
Ma il sangue presto smette di scorrere, il taglio di pulsare. L’inenarrabile dolore al Muscolo torna ad affondare gli artigli, più crudele ed affamato di prima. 
L’unica cosa che sa è che vuole che la smetta, la smetta e basta basta basta, vi prego, fa male.
Le dita si serrano intorno all’impugnatura del coltello, aggrappandosi ad esso come ad un’ancora, bianco sulle nocche.
La lama corre lungo il suo braccio disegnando curve rosse. 
Rosse le stoccate voraci nel proprio ventre spogliato da Agosto.
Rosse le lacrime che non riesce a piangere. 
Rosse le proprie labbra che, veloci, non smettono di soffiare, bisbigliare, mormorare, pregare, supplicare, urlare, gridare, maledire, benedire il Suo nome.

 
Giace, infine.
E non può che vedere la Sua risata oltre il sipario che sempre più basso cala.
Sorride e continua ad amarlo.

[502 parole]
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Non lo so. Forse la mia testa mi sta dicendo qualcosa facendomi partorire roba del genere una dopo l'altra in lassi di tempo assurdamente ridicoli. Sarà che è Venerdì 13, o forse questo non ci azzecca niente. Bah.
   
 
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