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Autore: shira21    13/07/2018    0 recensioni
Questa ff si basa sulla puntata 3x20 con qualche piccola modifica Barned (Ted x Barney)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Barney Stinson, Ted Mosby, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno bellissimo con un cielo azzurro come il mare e un sole piacevolmente caldo e Ted era felice di passare del tempo con la sua ragazza Stella… a chi importava se aveva litigato con Barney? Appena la sua mente formulò quel pensiero lo scacciò immediatamente, doveva smetterla di pensare al suo ex amico. Eppure la sua testa continuava a riproporgli la conversazione avuta con Barney in quella macchina e ogni volta sentiva un fitta al petto, un dolore che sapeva di tradimento. E, per quanto si sforzasse di seguire il discorso della sua ragazza, riusciva solo a pensare al biondino e, per quello, quando lei gli chiese di andare insieme al matrimonio della sorella, lui rimasse spiazzato e l'unica cosa che riusciva a pensare erano le parole di Barney sugli impegni a lunga durata.
Si fece prendere dal panico.
Eppure mentre litigavano e si lasciavano Ted non era particolarmente distrutto e mentre raccontava tutto agli amici, prendendosi pure uno schiaffo da Lily, si rese conto di nominare più il nome di Barney che quello di Stella. Perché non riusciva a staccare la sua vita da quella del biondo? E perché era riuscito a perdonare Robin senza nessun problema ma non riusciva neanche a sentire la voce di Barney al telefono senza sentire il bisogno di spaccare qualcosa?
In realtà aveva già da tempo le risposte a queste domande ma era una verità che non si sentiva disposto ad ascoltare.
 Poi successe l'impensabile e il taxi su cui si trovava venne coinvolto da un incidente; prima di svenire, Ted vide passare davanti agli occhi tutte le persone più importanti della sua vita, anche Barney… soprattutto Barney.
Quando si svegliò scoprì che non si era fatto nulla, neanche un graffio, ma gli sembrò di essere stato colpito da una macchina per la seconda volta quando Lily chiamò Barney e lui le chiuse il telefono in faccia.
«Visto? Non siamo più amici...» Ecco, quella era la vita che gli diceva di dover pensare a Stella e non a quell'arrogante biondino che a… no, non avrebbe completato quel pensiero, non dopo che lui aveva appena dimostrato che non gli importava poi così tanto della loro amicizia.
Passavano i minuti e Ted stava solo aspettando l'okay dei medici per andare da Stella a chiarire, anche se quando l'aveva baciata non aveva sentito nulla, anche se quando se n'era andata aveva guardato il telefono sperando in un messaggio almeno, anche se non l'amava come avrebbe voluto. E poi il telefono squillò per davvero ma non era Barney, non nel senso stretto del termine.

Ted si alzò dal letto tanto velocemente da vedere le stelle ma nessuno l'avrebbe fermato da raggiungere Barney: quell'idiota non l'aveva ignorato, era corso da lui finendo investito da un pullman.
Quello stupido, stupido, stupido!
Quando entrarono videro che era in condizioni critiche, con più pelle fasciata che scoperta e il volto completamente immobile. Ted aveva ricevuto tante batoste nella sua vita e ogni volta era come prendere uno schiaffo in pieno volto ma niente, neanche l'esperienza di pre morte di poco prima, era paragonabile a quello che provò a vedere Barney incosciente e immobile su quello sterile lettino.
«Buongiorno, sono il dottor Ian Miller. Siete parenti?»
Loro quattro si guardarono in volto prima che Ted si facesse avanti «Ted Mosby, sono il suo contatto di emergenza» aveva la voce spezzata dalle lacrime trattenute e la frase gli uscì in modo diverso da quello che voleva, come capì quando Lily e Marshall si scambiarono un occhiata ma non voleva fermarsi a riflettere e ascoltò ogni cosa che gli disse il medico anche se non capiva tutto. «L'operazione quindi è andata bene ma ora il signor Stinson si trova in uno stato comatoso».
Ted non si accorse di barcollare fino a quando Marshall non gli appoggio una mano sulla spalla per sostenerlo. Fu Robin, sconvolta quanto lui, a fare la domanda «Ma starà bene? Quando si sveglierà?»
Il medico li guardo tutti in volto prima di esclamare «Purtroppo questa è una cosa che sa solo lui, noi possiamo solo aspettare» poi guardò Ted tanto sotto shock da tremare «Potete restare qui se volete; sentire accanto a lui persone a cui vuole bene può solo che giovargli».
Ted annuii un paio di volte prima di sedersi accanto al biondino e si rese conto che non riusciva neanche ad immaginarsi una vita senza di lui… non solo non ci riusciva ma non voleva neanche!
Il resto della giornata sfumò nella mente di Ted che si era completamente scordato di tutto e tutti, compresa Stella.
«Ted, è tardi… dovresti andare a casa», la voce di Lily era dolce e lo guardava con una compassione che non sapeva neanche di meritarsi. «Non capisci: io non posso lasciarlo solo… se lui dovesse… dovesse...» ma non riusciva a dirlo senza mettersi a piangere «le ultime parole che gli ho detto sono state che non siamo più amici e che non lo volevo più nella mia vita.» E qualcuno lassù doveva aver preso la cosa troppo alla lettera e ora Ted si sentiva distrutto, fatto in mille pezzetti. Si schiarì la voce e spostò lo sguardo su volto di Barney «E quando riaprirà gli occhi, perché io so che lo farà, voglio essere qui a dirgli che noi saremo sempre amici… sempre!»
Dopo quel discorso sentì Marshall avvicinarsi «Vuoi che restiamo?» Erano stremati, anche Robin che se ne stava raggomitolata su una sedia in un angolo della stanza e che da ore non distoglieva lo sguardo dal letto come sperasse di cogliere anche un minuscolo movimento; in quel momento Ted si rese conto che lui e Robin provavano la stessa cosa ma non l'uno nei confronti dell'altro ma per Barney.
«Andate pure… se cambia qualcosa vi chiamo». Il rumore dei loro passi e delle parole dette a bassa voce per qualche attimo riempirono le orecchie di Ted prima che il silenzio scendesse intorno a loro, spezzato solo dal ritmico bip del cuore di Barney. Ora che erano soli Ted smise di portare maschere, non solo quella che gli aveva impedito tutto il giorno di crollare ma anche quella che portava da anni anche con se stesso. La mano destra era fasciata ma la sinistra accanto a lui era libera per approcciarci dentro la sua, le dita che s'intrecciavano a quelle dell'amico… no, se doveva essere sincero lo sarebbe stato fino in fondo: stava tenendo la mano a una delle persone più importanti della sua intera vita. Gli raccontò tutto quello che si era perso in quei giorni in cui era stato lontano e parlò per ore, di tutto, anche quello che non gli aveva mai detto ma neanche una volta Barney diede segno di sentirlo.
«Ted, mi dispiace ma il mio turno sta per finire. Devi andare», Ted guardò la ragazza, una piccola fortuna che avessero fatto le scuole insieme e che avesse l'avesse lasciato stare lì per così tanto. «Devo?» Lei guardò la mano ancora ancorata a quella di Barney e fece un sorriso triste «Parlerò io con Giselle… vedo cosa posso fare».
«Grazie» ma la ragazza stava già andando via.
Ted guardò l'ora «Lo so che mi madre dice sempre che dopo le due non succede mai nulla di buono ma questo non vale mai per te, giusto? Allora fai qualcosa di bello anche per me e svegliati...» ed ecco alla fine quella lacrime che non erano ancora uscite bagnargli il volto e cadere calde sulle lenzuola. Singhiozzando come un bambino, Ted appoggiò la guancia contro il petto fasciato di Barney «Io non so se mi senti, non lo so ma lo spero. In questo momento mi stai davvero facendo del male perché ho paura. Ecco la verità, stupido egocentrico che non sei altro: non posso perderti e non lascerò questa stanza senza di te perché… dio, è difficile ma almeno non mi stai guardando con quegli occhi chiari che vedono fin troppo… okay, ecco cosa mi succede ed ecco perché ero più ferito da te che da Robin, ecco perché ogni mia relaziona non sarà mai la perfezione: Barnabus Stinson, sono innamorato di te e non ti posso permettere di morire in questo modo, in silenzio e immobile quando in silenzio e immobile tu non ci sei mai stato. Non voglio che ti svegli per potertelo dire ma perché voglio che tu sappia che ti ho perdonato e che non ti lascerò mai più in quel modo, non ora che so cosa significa rischiare di perderti. E ti giurò che sarò per te un ottimo amico, il migliore, e se davvero vorrai stare con Robin farò di tutto per aiutarti. Non solo ora ma per sempre farò di tutto per aiutarti ad essere felice, te lo prometto. Ma tu devi svegliarti...» Le ultime parole morirono in un singhiozzo e Ted rialzò la testa. Non avrebbe saputo cos'altro dirgli e, anche dopo essersi risistemato sulla sedia, gli pareva di aver lasciato il cuore su quel petto.

Ted alla fine si addormentò esausto su quella scomoda sedia ma alle prime ore dell'alba Barney fece quello che lui gli aveva chiesto così disperatamente e aprì gli occhi; la prima persona che vide fu Ted, che al rumore dei bip della macchina si svegliò. Quello che non seppe mai però era che Barney aveva sentito ogni parola ma che quando guardò il suo migliore amico con il volto ancora bagnato di lacrime decise di non dire nulla. Non sarebbero mai stati insieme ma potevano fare il possibile per rendere l'altro il più possibile felice.
   
 
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