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Autore: PathosforaBeast    14/07/2018    3 recensioni
È notte. Mycroft Holmes riceve una chiamata da suo fratello e si dirige a Baker Street.
Cos'è successo a Rosie Watson?
[established Johnlock] [Mystrade accennata]
[Questa storia partecipa alla challenge del gruppo: "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Goldfish.
 

 


 
I.


 
“Forse avrei dovuto chiamare davvero Molly”Sherlock tiene stretta la tazza  di tè mentre rivolge lo sguardo verso il soffitto. La vestaglia si sposta appena, lasciando intravedere il collo leggermente arrossato da graffi. Dallo stato della camicia Mycroft non può far altro che notare che suo fratello non è riuscito a chiudere occhio. Sensi di colpa. Tipico per qualcuno che si è sempre sentito dire quanto fosse buono e perfetto dall’infanzia, vivere dei contrasti mentre deve crescere una bambina.
Sarebbe tutto così stupidamente e facilmente risolvibile. Basterebbe un’unica e semplice parola ma è inutile mentirti. Conosci troppo bene i  limiti che può raggiungere la cocciutaggine di tuo fratello.
Sospiri.
 
“È da più di un’ora che John cerca di calmarla e metterla a letto ma-” sussulta appena sente la voce di Rosie alzarsi sempre di più “…i risultati, come hai potuto ben constatare, sono scarsi”.
“Dunque mi vuoi spiegare perché io mi trovi qui al posto della straordinaria, se non fondamentale, presenza della signorina Hooper?” incroci le braccia e non cerchi neanche di nascondere l’irritazione nella tua voce.
Anche tu hai una… vita e non puoi lasciare che queste piccole, risolvibili quotidianità; vadano a scalfire un periodo così delicato e difficile politicamente. Le ore di sonno le potresti contare sulle dita di una mano –“almeno la metà”, ti direbbe Anthea dopo tutte le notti passate in ufficio tra videoconferenze e relazioni- e le cose non si stabiliranno ancora per molto tempo. Perlomeno Sherlock ha avuto la decenza di non accoglierti in casa citando casualmente quanto fosse bello e importante avere Internet libero e lontano dal concetto di copyright.
 
Che situazione imbarazzante.
Ma questo non è il momento per le ripicche. Non oggi. Sherlock alza le mani al cielo in seguo di resa e ti guarda implorante. Un favore. L’ennesimo.
“Sherlock, dimmi che cosa hai combinato e cercherò di ovviare al problema”.
“No, Mycroft… non hai capito…” raddrizza la schiena e si fa immediatamente più serio. “Questa è una cosa che puoi risolvere solo tu. Nessun altro deve venirne a conoscenza”.
Irrigidisci la schiena e ti siedi sulla poltrona. “Allora sii veloce, prima esponi, prima cerchiamo una soluzione. Non ho né la forza né il tempo per  ascoltare tutti questi giri di parole”. Porti una mano davanti alla bocca. Un letto, solo un letto. Non hai bisogno di nient’altro nella vita.
“Non devi aiutare me ma una persona che mi è notevolmente vicina. Lo sai, ne abbiamo parlato. Non smetterò mai di dirti che siamo una famiglia e le gioie, tanto quanto i problemi, grandi o piccoli che siano, vanno condivisi gli uni con gli altri.”. Si alza e cerca la tua mano per stringerla. La sposti sulla coscia mentre cerchi di prestare attenzione ai suoi discorsi senza senso.
Il pavimento ti sembra quasi più interessante.
“So che è qualcosa che tu non hai mai raccontato a nessuno ma potrebbe essere la soluzione vitale in questa circostanza”.
Inarchi un sopracciglio. “Sherlock, cosa stai cercando di dirmi?”
Ritorna alla sua poltrona, poggiando le mani sotto al mento.
“È morto il pesce rosso di Rosie”
 
 
Ecco, ora lo strozzi.




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Questa storia partecipa alla challenge del gruppo: "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".
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prompt 10/26:    
/as·sèn·za/ Mancata presenza o lontananza da un luogo o da una persona con cui un individuo dovrebbe trovarsi o si trova abitualmente.

   
 
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