Videogiochi > Undertale
Segui la storia  |       
Autore: Sameko    14/07/2018    2 recensioni
Una Genocide rimasta incompleta.
Una Pacifist che si prospetta essere quella definitiva, quella che assicurerà il lieto fine a lungo sperato.
Ma gli ingranaggi erano già stati messi in moto da tempo. Fili che dal passato tendono verso il presente aspettano di intrecciarsi con un futuro ancora incerto. Ed è ora che iniziano le sfide più difficili, in cui anche una mano amica in più può fare la differenza.
L’importante è non perdere mai la propria determinazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 28: Riorganizzarsi 





Gli erano occorsi minuti fatti di pause sofferte, incoraggiamenti, tante, tante domande, ma… ma ce l’aveva fatta. Aveva raccontato ogni cosa a suo fratello, riempiendo di chiarimenti i silenzi che gli aveva rivolto il più delle volte al posto di risposte concrete e, soprattutto, dovute. Papyrus era stato al suo fianco per tutto il tempo, seduto pazientemente sul divano, a volte con aria tesa, a volte con aria confusa, senza dare tuttavia mai segno di volersi alzare e non lasciarlo finire di parlare – la sua paura più grande in questo momento, quella di essere abbandonato a metà discorso o peggio ora che si era finalmente deciso ad aprirsi.
Quando anche l’ultima sillaba dell’ultima frase aveva lasciato la sua bocca, Sans si era chiuso in un silenzio ansioso, attendendo la reazione di Papyrus, di suo fratello… qualunque essa sarebbe stata, si sarebbe sforzato di accettarla, sopportarla se fosse stato necessario. Era una libertà che non aveva avuto il coraggio di dargli fino ad ora, quella di permettergli di valutare da sé se vivere con lui era la cosa migliore per il suo avvenire. Sans aveva sempre creduto fosse così, ma adesso al suo fratellino – cresciuto e dotato di capacità di giudizio – doveva essere data la possibilità di scegliere.
« Sans… »
Il maggiore alzò la testa e lo guardò negli occhi, in quei suoi occhi sempre così vivaci, ma che ora erano invece così tristi.
« Paps…? »
Una fitta si diramò nel suo petto, sommandosi alla già presente ansia che aveva reso quell’appellativo vicino ad un mormorio.
« Pensavi davvero che… che ti avrei respinto? » Gli domandò Papyrus, la mandibola stretta in una smorfia amara.
Sans distolse lentamente lo sguardo, a fissare un punto indefinito davanti a sé, piuttosto che le proprie ginocchia come aveva fatto fino ad allora. Solo la verità – era così difficile tenerlo a mente, eppure doveva impegnarsi.
« L’ho pensato per molto tempo… » Confessò intrecciando le dita in grembo, un tentativo da parte sua di contenere la tensione. « Avevo paura… paura di perderti, di essere lasciato solo… t-ti volevo troppo bene per rinunciare a te, per mostrarti che cosa ero davvero, e ho preferito lasciarti vivere fino ad adesso senza… senza che tu sapessi un accidenti di me. »
« Ma perché? » Gli chiese Papyrus, con tono di voce quasi allibito – quasi, perché per suo fratello non doveva essere una gran sorpresa sentirlo parlare così; non era la prima volta che si sminuiva di fronte a lui, era soltanto una delle rare che si era permesso di avere negli anni. « Sai benissimo che ti voglio bene, che non ti lascerei per nulla al mondo… Perché? Io non lo capisco… »
Sans rilasciò un sospiro. Non rispose subito, perché prima doveva riordinare tutti questi pensieri pesantemente aggrovigliati nella sua testa, cosa che non gli risultò affatto semplice – erano rimasti in questo stato pietoso per anni dopotutto.
« Perché tu sei così buono, Paps, che pensavo ti avrebbe disgustato avere uno come me come fratello… che tu, che non faresti mai del male ad una mosca, non avresti mai accettato di vivere con un… un assassino… un falso… come me… »
Era stato tremendamente complicato e doloroso esternare quelle parole, tanto forti eppure così esplicative che Sans dubitava ne avrebbe trovate di più leggere, perché non voleva più indorare la pillola ad altri che sé stesso e finire col sottovalutare un’altra volta cose che non dovevano essere sottovalutate. Era essenziale che iniziasse ad imparare dai suoi errori, non ricascarci.
Il braccio di suo fratello gli circondò confortante le spalle e Sans si sentì tratto più vicino al fianco dell’altro scheletro, il profilo del body da battaglia contro la sua spalla fu capace di rilassare almeno in parte l’arco rigido della sua schiena.
« Sans, perché sono la persona che sono, secondo te? »
Lo scheletro più piccolo si ritrovò a corto di parole per rispondere. Fu a distanza di qualche secondo che lasciò i suoi pensieri liberi di scivolare fuori dalla sua bocca, intrisi da una forte rassegnazione e una… bizzarra accettazione.
« Perché alcune persone nascono in questo modo, belle e perfette… altre, invece, nascono impure e brutte… è solo la natura delle cose. »
La scienza diceva questo, lui diceva questo—
« Fortunatamente per te, è la risposta sbagliata. »
Sans sollevò la testa in direzione di suo fratello, a studiare con sguardo interrogativo la sua espressione serena. Venir contraddetto in modo così eclatante da Papyrus lo fece sentire come se avesse fornito la risposta più errata di tutte – e, forse, era davvero così: non se ne era reso conto sul momento, ma quell’interruzione gli fece realizzare che aveva inconsciamente pensato a Gaster mentre rispondeva, riversando nelle sue parole una parte del modo di pensare di quel farabutto. Ma allora… quale sarebbe stata la sua vera opinione su questo argomento, se non ci fosse stato qualcun altro ad inculcargli certe idee in testa? Sans non lo sapeva, per questo si stava adesso rivolgendo a suo fratello per una guida.
La compassione del sorriso di Papyrus gli preannunciò che non sarebbe stato lasciato a vagare da solo, col rischio di imbattersi nelle risposte sbagliate come gli era già successo.
« Sono la persona che sono grazie a te, Sans. Sei tu che mi hai cresciuto in questo modo, che mi hai insegnato l’importanza della bontà e della gentilezza. Hai sempre cercato di costruire un ambiente felice in cui potevo crescere, nonostante le difficoltà che tutto questo comportava e alle cose a cui hai dovuto rinunciare per me… »
« P-Paps… » Mormorò interdetto Sans e a malapena osava respirare udendo quelle parole, figuriamoci accontentare quella parte di lui che voleva interrompere e protestare, convinta che lui non avesse fatto nulla degno di lode o di particolari riconoscimenti… ma, in questo momento, non le stava venendo data l’attenzione che aveva sempre preteso, poteva solo agitarsi inutilmente e stare a guardare come il castello che aveva costruito stesse venendo colpito alle fondamenta.
Papyrus gli sorrise dolcemente, gli angoli della sua bocca inclinati verso l’alto, a mostrare ancora di più i denti già naturalmente sporgenti.
« Gli altri possono dire quello che vogliono, ma per me, per me sei il miglior fratello del mondo. Farò il possibile affinché tu mi dia ragione un giorno. » E, con un sorriso speranzoso, aggiunse. « Non sarò l’unico a permetterti di vivere ancora nel passato. Sei svantaggiato rispetto a me, ma il fatto che tu ricordi tutto non rappresenterà più un ostacolo, faremo in modo che non lo sia. Abbiamo un futuro adesso a cui pensare. »
Sans lo guardò ammutolito, incapace di parlare, incapace di pensare o di dar retta alle sue insicurezze… e sentì i suoi occhi farsi lucidi in fretta.
Si costrinse ad abbassare lo sguardo per strofinarseli a dovere, non dedicando altro che un sorriso riconoscente al suo meraviglioso, stupendo fratellino quando rialzò il capo, perché quelle parole significavano tutto per lui, il pezzo di redenzione che ancora gli mancava e che non pensava avrebbe ricevuto.
« Grazie, Papyrus. Non immagini q-quanto… sentirti parlare in questo modo mi renda felice. » Disse, con una commozione tanto profonda che temette che la sua anima avrebbe potuto scoppiare.
Papyrus gli sorrise con ancora più dolcezza, i suoi occhi colmi in un attimo dell’affetto e del bene che suo fratello minore nutriva nei suoi confronti… lo stesso affetto e lo stesso bene in cui Frisk gli aveva detto di non smettere mai di credere con tutto sé stesso.
Si abbracciarono quasi nello stesso istante, come se dentro di loro fosse scattato un istinto che chiedeva null’altro se non la vicinanza e l’amore che erano sempre stati alla base del loro legame fraterno, la causa di grandi o piccoli errori, ma anche il motore della pazienza o del sacrificio per il benestare dell’altro.
« Ti voglio tanto bene, fratellone. » Udì Papyrus sussurrare, un sussurro che parlava direttamente alla sua anima.
Sans, il volto seppellito nel petto di suo fratello, si accoccolò meglio tra le sue braccia, un dolce calore era germogliato dentro di lui grazie a quelle bellissime parole.
« Ti voglio tanto bene anch’io, fratellino. Davvero tanto… » Era ormai a corto di voce dall’emozione. « Mi dispiace solo… non essere riuscito a raccontarti tutto di mia volontà… ero così dannatamente spaventato… »
Una delle mani guantate di suo fratello gli strofinò confortante una spalla nel momento in cui lui si era fatto piccolo e timoroso contro il corpo dell’altro scheletro. La tensione che aveva ripreso possesso per un attimo delle sue articolazioni si dissipò gradualmente con quel gesto.
« Non fa nulla… dispiace a me, di averci messo così tanto a crescere, di non esserci stato quando… quando avevi bisogno… » Gli occhi di Papyrus si fecero un accenno avviliti e rimproverevoli. Non erano occhi che stavano rimproverando lui, ma occhi con cui il suo fratellino stava rimproverando sé stesso. « Ho sempre saputo in un certo senso che stavi faticando tanto per me, ma non… non sono stato all’altezza per tanto tempo di farmi carico di un po’ della tua fatica. »
« Paps… » Lo chiamò e non fu difficile per Sans avere di nuovo l’attenzione di quegli occhi. « Mi bastava vederti sorridere per sentirmi meglio, lo dico davvero… e non… non mi importa di ciò che avrei potuto avere ma che non ho avuto, non finché so che proprio grazie a quello a cui ho rinunciato tu hai potuto vivere l’infanzia che meritavi di avere. Tu c’eri, ci sei sempre stato a modo tuo, e… e ci sei ancora, e sei niente di meno di ciò che desideravo tu diventassi. »
Guardò come un lento, imbarazzato sorriso si diffuse sul volto di Papyrus, di cui intuì l’impreparazione nel ricevere parole tanto ispirate e ammirate da lui, più profonde di un breve complimento.
Sans si interruppe, giusto il tempo per strofinarsi rapidamente un occhio ed essere sicuro di non far tremolare la propria voce.
« Forse, è tempo di lasciarci queste cose alle spalle e… smettere di pensarci. »
Ricevendo un cenno di consenso dal minore.
« Solo se sei disposto a renderla una promessa. »
Sans ridacchiò. Non poteva rifiutare di stringere una promessa con suo fratello, scaltro di un Papyrus.
« Andata. » Replicò e Papyrus divenne istantaneamente raggiante.
« Qua la mano allora! »
E Sans gliela diede la mano – letteralmente, visto che fece in modo che si staccasse dal suo polso con un POP! quando l’altro scheletro la afferrò.
Il minore gli rivolse uno sguardo di intensa stizza.
« Che c’è? » L’orbita di Papyrus si contrasse pericolosamente e fu un’impresa per lui non mettersi a ridere proprio ora. « Non avevi detto- »
« So cosa ho detto, Sans. » Lo interruppe lo scheletro più alto, denti serrati tra loro. Un sospiro fece tuttavia perdere via via tensione a mascella e mandibola di quest’ultimo, un sospiro colmo di pazienza, molta pazienza a giudicare da quanto forzato gli era suonato. « E sai un’altra cosa? Non mi interessa, sono troppo contento per quanto hai fatto oggi per lasciarmi angustiare da questioni tanto triviali! »
« Aw, Paps… » Gli sorrise lui, mentre Papyrus gli riavvicinava la mano al polso di modo che la magia potesse riagganciare tra loro le ossa. C’era un leggero sorriso pure sulla bocca del suo fratellino quando i loro occhi si incontrarono nuovamente.
« Dovrò ringraziare le ragazze al più presto per quanto hanno contribuito a fare. » Aggiunse, annuendo tra sé e sé in approvazione. « Magari con un bel piattone di spaghetti formato famiglia! Nye eh! »
Sans non poté evitarsi di ridacchiare leggermente, decidendo che sarebbe stato d’obbligo per lui correre in soccorso di Frisk e Chara, risparmiando loro un’altra sessione di tortura culinaria. Perché, nonostante Toriel stesse indirizzando Papyrus verso la strada del cuoco provetto, i suoi spaghetti erano rimasti gli stessi di sempre, collosi e bruciacchiati al punto giusto.
« Io punterei sulle lasagne invece, Paps. Hai visto quanto ne erano rimaste entusiaste l’altro giorno. »
« Hai ragione, fratello. Quella è ormai roba superata, all’antica! » Concordò Papyrus – salvataggio riuscito. « Or dunque, è tempo di mettersi all’opera per la cena di stasera! »
« Alle quattro del pomeriggio, fra’? » Domandò divertito Sans, un’arcata sopraccigliare alzata in direzione del volto solenne dello scheletro più giovane, che non si scompose minimamente di fronte alla sua considerazione.
« Sì! Undyne ha richiesto la mia presenza ad un meeting di estrema, estremissima importanza, sarà radunata gran parte della Guardia Reale e penso si protrarrà fino a dopo l’orario di cena. Pertanto, è meglio che mi metta subito al lavoro. Non fatico ad immaginare quale sarà l’argomento principale della riunione, le ragazze non devono aver perso tempo ad avvisarla. »
« Hanno fatto bene, Paps. Si sono comportate nel modo migliore. » Gli disse Sans, con un lieve sorriso spento sotto un’altra punta di amarezza. Ironico che fosse toccato alle più giovani della casa fare qualcosa di veramente concreto per capovolgere la situazione.
Suo fratello minore gli posò una mano sulla spalla.
« Siamo davvero fortunati ad averle in casa con noi. » Affermò, il tono ricco di un orgoglio genuino, che Sans condivideva appieno. Rimase tuttavia interdetto nel notare un’esitazione nascosta nelle orbite dell’altro scheletro.
« Sans, posso chiederti ancora una cosa? »
Sans sbatté una volta le palpebre davanti al caricarsi di aspettativa del volto di Papyrus.
« Ovvio che sì, Paps. »
Non sarebbe stato necessario per lui indagare su quell’esitazione… molto probabilmente, ci avrebbe pensato lo stesso Papyrus a spiegargli il motivo dietro quel cambio di atteggiamento.
« Vorrei che, quando risolveremo tutto, tu… tu dedicassi un po’ più di tempo a te stesso, alle tue passioni, a ciò che ti fa stare bene, ecco. Quegli scarabocchi che facevi, quei calcoli e quei progetti tanto assurdi… ricordo ti piacevano molto… però, ad un certo punto, hai smesso di interessartene. » Papyrus distolse quindi lo sguardo. « Sempre se ti piacciono ancora queste cose, s’intende. »
Sans comprese la natura della timida richiesta di suo fratello. Papyrus non voleva un fratello che pensasse solamente a lui… Papyrus voleva un fratello più attento ai bisogni non solo della sua famiglia, ma anche ai suoi stessi bisogni, un fratello maggiore che era in grado di apprezzare davvero le sue qualità tanto quanto apprezzava le qualità altrui.
« Cercherò di… di fare il possibile. » Gli assicurò, con un lieve accenno di difficoltà nella voce. Sarebbe stato strano dedicarsi tutto a un tratto a qualcos’altro che non riguardasse il suo lavoro come sentinella, le sue dormite o le linee temporali… ma se Papyrus lo desiderava, beh, Sans non si sarebbe tirato indietro. « Sai, stavo pensando di provare ad insegnare alle piccole il Wingdings. Frisk soprattutto sembrava interessata… pensi che sia una buona idea per… iniziare? »
Era una cosa che lui e Frisk si erano già accordati avrebbero fatto, un po’ per curiosità da parte della piccola, un po’ per spronarlo a ritornare sui libri come faceva una volta… e, infine, per costruire un rapporto anche con Chara. Che coincidenza fortuita che suo fratello gli avesse adesso proposto una cosa simile.
Papyrus annuì con uno dei suoi sorrisi elettrizzati, segno che un qualche genere di complimento era in arrivo.
« Trovo che sia un’ottima idea, fratello. Ti avrei fatto io una proposta simile se non mi avessi preceduto! Fa imparare loro qualcosa questo pomeriggio, mi raccomando! »
« Ci proverò, Paps. » Lo rassicurò con un risolino Sans. « Ci proverò. »
 
 
« 👍🕆💧👍✋☠⚐. »
« Credo ci sia una C all’inizio e, uhm… forse una R da qualche parte…? »
« La C c’è, ma della R neanche l’ombra. »
« Oh… potresti ripetere ancora allora? »
« Certo che sì, piccola. »
Chara trattenne lo sbuffo che avrebbe volentieri fatto a meno di contenere in altre circostanze… ma, siccome sapeva comportarsi da persona civile, optò invece per una lieve smorfia infastidita, senz’altro più discreta della prima alternativa. Quella smorfia mutò in un’espressione tendente al rassegnato nel momento in cui suoni che Sans stava ripetendo per l’ennesima volta – la quindicesima, ventesima, forse? – andavano a coprire con precisione matematica la battuta pronunciata da Mettaton nel suo nuovo film televisivo. Si fosse almeno trattato di suoni piacevoli da ascoltare, ma nooo, la sua solita fortuna voleva che fossero più stridenti di un paio di artigli che grattavano su una lavagna – e lei ne sapeva qualcosa, visto che a volte Asriel si era divertito a farlo per indispettirla.
Sentendo Sans parlare per un po’ in Wingdings, aveva deciso di chiamarsi fuori da quell’attività, perché primo non aveva intenzione di imparare ad emettere suoni tanto sgraziati ( con Sans come insegnante oltretutto ), e secondo… l’alfabeto era, per mancanza di altri termini, un autentico bordello, simboli piazzati a caso e che, oltre a non richiamare neanche lontanamente la lettera che rappresentavano, erano anche difficili da riprodurre. Per una come lei, che aveva zero capacità artistiche, la cosa si faceva troppo ostica.
Era ormai straconvinta che sarebbe stato molto più semplice imparare il Morse che il Wingdings, eppure Frisk non aveva ancora abbandonato l’impresa – anzi, ogni qualvolta buttava un occhio dall’altra parte del divano, dove la sua amica e lo scheletro si erano accomodati, Frisk sembrava fosse sempre molto attenta alla spiegazione.
« Mh… credo di essere ancora ferma alla C. » Ridacchiò proprio quest’ultima, dopo alcuni secondi di apparente riflessione. Sans ridacchiò anch’esso.
« Sei proprio sicura di non volere neanche un piccolo piccolo suggerimento? »
Frisk scosse la testa.
« Un momento, sento che mi sto avvicinando. »
Al che, Chara decise di intervenire per il bene delle proprie orecchie.
« No, te ne prego, fatti dire la soluzione. »
Non ne poteva davvero più di sentire lo stesso miscuglio di suoni, che passassero ad un’altra parola perlomeno.
« Un pochino di pazienza in più, Chara. Vedrai, ce la farò. » Le rispose la più piccola e Chara non poté evitare ad una seconda smorfia di affiorarle in viso, lo specchio della sofferenza che sentiva dentro.
« Ma si può sapere che parola è? » Sbottò dall’irritazione e quando notò con la coda dell’occhio che Sans le stava indicando all’insaputa di Frisk uno dei cuscini del divano, la sua pazienza si esaurì definitivamente. « Cuscino? Hai ripetuto per mezz’ora CUSCINO?! »
E lei che pensava stesse dicendo chissà… chissà cosa!
… Fu solo udendo il gemito sconsolato dell’altra ragazzina e la risata maldestramente repressa di Sans che si rese conto del suo errore.
« Ah… scusa, Frisk. »
« Non importa. » Sospirò la minore, cancellando nel frattempo i segni in matita scribacchiati su uno dei suoi post it – appunti, che Chara fu in grado di leggere brevemente prima che la gomma potesse eliminarli; e pensare che a lei era occorso un singolo istante per vanificare i suoi sforzi. Un sorriso confidente fece comunque distendere il cipiglio di Frisk. « Mi andrà sicuramente meglio con la prossima. »
La più grande la guardò con un accennato sorriso di scuse, prima che la sua attenzione venisse catturata dai fogli pieni zeppi di simboli accatastati un po’ dappertutto dal loro lato del divano, fatto che non trovò così sorprendente se si teneva conto che l’insegnante era Sans e che a Frisk non era mai dispiaciuto più di tanto il disordine.
« State facendo progressi, vedo… »
Nonostante lo stato non ottimale della loro area di lavoro, era rimasta comunque meravigliata dalla quantità di fogli che avevano accumulato quando dapprima si erano concentrati sulla scrittura, mentre lei… lei, ecco, si era messa a sonnecchiare su un bracciolo, troppo annoiata per seguire dall’inizio alla fine il film di Mettaton e non sufficientemente volenterosa di continuare con la ‘lezione’. Adesso si sentiva un pochino… imbarazzata, sì, imbarazzata per aver fatto un pisolino mentre loro lavoravano assiduamente – che stringere la mano a Sans la avesse infettata con un po’ della sua pigrizia...?
Gli occhi ambrati della sua amica si accesero di entusiasmo in risposta alla sua osservazione.
« Oh sì! Ho quasi imparato tutto l’alfabeto! »
Frisk le passò subito tutta eccitata quello che, Chara supponeva, doveva essere stato il migliore tentativo della ragazzina di replicare i simboli del Wing Ding. Doveva aver riempito molti fogli prima di giungere al risultato che le stava venendo mostrato e la più grande stava guardando con un impressionato interesse alla tenacia con cui la più piccola si stava applicando. O imparare il Wingdings le interessava molto, o doveva rivalutare le doti da insegnante di Sans.
Gettò istintivamente uno sguardo in direzione dell’interessato… e no, non c’era modo che la seconda opzione potesse essere quella corretta.
Intuendo probabilmente i pensieri che le stavano attraversando il cranio, lo scheletro fece spallucce.
« Non sono un professore, ma stiamo procedendo molto bene. » E qui rivolse un breve sorriso e un occhiolino alla sua amica. « Frisk è parecchio dotata. »
« Adesso non esagerare. » Replicò quest’ultima, con un sorriso un poco più vispo del normale, quasi sul punto di divenire un risolino. « Non me la sto cavando tanto bene adesso, non riesco a riconoscere le lettere dal solo suono… »
Un’espressione di disaccordo fece tendere i lineamenti di Sans.
« Ehi, non è affatto semplice, ci vorrà ben più di una lezione per imparare. Come è giusto che sia, dopotutto. »
Frisk annuì convinta.
« Mh mh. Hai ragione. » Il sorriso incoraggiante che la minore diresse poi dalle sue parti le fece sbattere brevemente le palpebre. « Chara, perché non ti riunisci a noi? Io non posso riprodurre questi suoni, ma tu che hai la magia potresti riuscirci! »
La maggiore si ritrovò colta di sorpresa da quella proposta – e ulteriormente in imbarazzo per il semplice fatto che l’altra giovane stesse cercando di reincluderla mentre lei… lei non era tanto interessata alla cosa come lo era Frisk.
« Non credo faccia per me… » Rispose con un mormorio, sperando che la più piccola non ci sarebbe rimasta male. Accadeva di rado che Frisk avesse questo genere di reazioni, perché tentava sempre di essere rispettosa dei limiti altrui, ma non si poteva essere mai sicuri abbastanza. « Preferisco guardare questo. »
Gli occhi dell’altra ragazzina si spostarono verso lo schermo della televisione dopo la sua cauta aggiunta.
« Che film è? »
« Non ricordo il titolo… » Confessò, passando quindi a spiegarne a grandi linee la trama per compensare la sua lacuna. « La protagonista è una ballerina di classica molto famosa che si ritrova a dover far coppia con un altro ballerino per la realizzazione di un’opera. È palese che finiranno con l’innamorarsi. »
« Hai indovinato. » Le confermò Sans, che doveva per forza rendersi insopportabile, altrimenti non poteva sentirsi realizzato in altro modo.
« GRAZIE per lo spoiler. »
Il mostro indossò un sorriso da innocentino, uno di quelli che era maestro nel mettere in mostra quando faceva qualcosa di intenzionalmente dispettoso.
« Ma non avevi forse detto che era palese? »
Chara sbuffò a denti leggermente stretti e si stupì di vedere Frisk sospirare a sua volta, come in accordo con la sua attuale stizza.
« Ti capisco. A me-- » Il tono calcato di quelle due parole fu accompagnato da uno sguardo scherzosamente risentito dedicato allo scheletro dalla sua migliore amica. « -- aveva spoilerato il finale di Shining Cure - Friendship Max. »
« OH. » Esclamò Chara, rifilando subito un’occhiataccia allo scheletro sghignazzante dall’altra parte del divano. Ecco perché, giunte all’ultimo episodio della serie, lei ed Undyne erano praticamente sulle spine davanti al televisore vedendo le due amiche protagoniste sconfiggere il boss finale, Alphys era fierissima di vedere un simile trasporto da parte loro, mentre Frisk… Frisk non le era parsa infervorata quanto loro, ma aveva pensato fosse soltanto una sua impressione allora.
« Quello non era stato intenzionale, lo giuro. » Si difese Sans alzando le mani in segno pacificatorio, gesto che non servì a placare efficacemente la sua di irritazione – e come accidenti faceva Sans a conoscere il finale di Shining Cure - Friendship Max? Che Alphys lo avesse fatto vedere anche a lui in passato?
« Guastafeste come al solito, persino quando non sei presente di persona. » E prese il telecomando dal bracciolo per spegnere il televisore – non aveva più senso continuare a seguire un film di cui già conosceva il finale. « Mi stavo per addormentare di nuovo comunque. »
Non voleva certo rendere evidente l’interesse che, a dispetto della trama scontata, aveva nutrito verso quel film. Ora, non poteva nemmeno avere la soddisfazione di vedere le sue previsioni rivelarsi esatte, dannazione a lui.
« Non parlare di sonno, Chara. Sono troppo sensibile all’argomento… »
Il sospiro di Sans le fece intendere che, nonostante il tono volutamente melodrammatico, era davvero esausto come sembrava.
Chara mugugnò leggermente, non prestando del tutto attenzione al suo commento in un primo istante… questo, finché un senso di vuoto non cominciò ad appesantirle lo stomaco.
Si girò verso Sans, occhi un poco più larghi del normale.
« Da quanto è che non dormi? »
Frisk le aveva detto che Sans non poteva assolutamente chiudere occhio, ma non poteva essere davvero così, giusto? Tutti hanno bisogno di dormire, o sia fisico che mente potrebbero cominciare a deteriorarsi per quanto ne sapeva…? E Sans, in quanto scheletro, aveva solo la sua anima come elemento in grado di deteriorarsi
« Fra pochi giorni saranno tre settimane esatte… » Le rispose Frisk al posto di Sans, il quale sembrava essersi fatto improvvisamente silenzioso.
La giovane registrò con una certa distrazione la risposta della ragazzina più piccola, troppo concentrata sul suo attuale susseguirsi di pensieri. Se l’anima di Sans avesse cominciato a deteriorarsi, a non funzionare più correttamente… lui sarebbe potuto
Scacciò via quel pensiero. No, doveva prima assicurarsi della cosa con il diretto interessato, non saltare a conclusioni che potevano rivelarsi errate.
« Non potresti… non potresti effettivamente morire, vero…? » Domandò, con quanta più disagiosa incertezza avesse desiderato imprimere nel suo tono di voce. Avrebbe voluto atteggiarsi tranquillamente esprimendo quella domanda, ma… ma, in fin dei conti, come si può restare calmi di fronte ad una prospettiva del genere se riguarda una persona di tua conoscenza?
Vide gli occhi di Frisk allargarsi un poco – la sua amica non aveva preso in considerazione una simile possibilità prima di adesso?
Per contro, il silenzio di Sans divenne pesante, come se avesse in un certo senso previsto che lei sarebbe giunta a fare questo ragionamento sin da quando… sin da quando lui aveva smesso di aprire bocca. Frisk non scherzava quando diceva che questo sacco d’ossa, in qualche modo, era molto più sveglio di quanto le apparenze lasciassero intendere… e quante di queste apparenze erano reali e altre solo farse? Come faceva Frisk a godere della sua compagnia senza impazzire dietro a queste sottigliezze così snervanti una volta messe alla luce?
E la sua amica adesso non stava più fissando lei con quello sguardo smarrito, ma Sans. Il silenzio di quest’ultimo si era infittito sotto una colpevolezza che, se poteva essere percepita da lei, figuriamoci da Frisk.
Oh… dunque, lui non aveva mai fatto cenno a questa possibilità con la sua amica.
« Ci vorrà del tempo prima che ciò accada… » Disse, e Chara non capì se la sua fosse stata più un’affermazione, o una rassicurazione non così ben riuscita. « Ne risentirà prima Frisk di me da tutte queste… trasmissioni di DT… »
Frisk le sembrò subito molto più inquieta dopo quelle ultime parole.
« M-ma… ma io sto bene, non sono… »
« Non è vero, piccola… » La interruppe Sans, alzando gli occhi per la prima volta dopo parecchio tempo, e per un istante quelle luci bianche incontrarono anche i suoi prima di tornare in quelli di Frisk. « Chara l’ha notato… e lo ha fatto notare anche a me… cominci ad essere più stanca del solito. »
La sua amica non ribatté, né negò la realtà di quelle parole, segno che si era resa conto del mutamento in peggio che il suo corpo stava subendo, ma non aveva voluto confessare la cosa per timore di farli preoccupare – tipico di Frisk cercare di non divenire fonte di preoccupazione per nessuno
« Non hai ancora pensato ad una soluzione permanente, Sans? » Domandò dunque lei, sperando di sentire qualcosa che l’altra giovane non le avesse già riferito… lo scuotersi della testa del mostro fece morire prematuramente le sue speranze.
« È quello che ho cercato di fare fino ad adesso… non ne ho ancora trovata una e non posso… impedirgli di raggiungermi mentre dormo… ci sono troppe cose che io non so sul Void, sulla Sintonia… posso solo fare ipotesi, ma le ipotesi da sole mi portano davanti a sempre più punti morti… non so cosa darei anche solo per intravedere una pista decente… »
Chara strinse inconsciamente i pugni contro le sue stesse cosce. Questo rispondeva praticamente a tutti gli interrogativi pressanti che le erano sorti mentre Frisk la metteva al corrente di tutto ciò per cui doveva essere messa al corrente ( salvo i dettagli più personali che non avrebbe certo preteso di sapere, visto che lei non avrebbe voluto dover rivelare determinate cose del suo passato a parti invertite ). Tutti gli interrogativi comunque, meno che uno.
« Almeno Papyrus non è vulnerabile a Gaster? La sua magia è anche la vostra magia dato che siete suoi discendenti, potrebbe arrivare anche a lui in tal caso- »
« No, Papyrus è al sicuro… non importa che sia stato lui a generarci, noi siamo entità differenti da Gaster, non suoi prolungamenti… » Chara ebbe per un attimo la sensazione che Sans stesse allo stesso tempo cercando di convincere sé stesso mentre divulgava quelle informazioni. « Io sono… come dire… una lanterna che può seguire al momento opportuno solo per quel frammento della sua magia che vive ancora dentro di me, che mi rende il contenitore più compatibile che può sperare di ottenere. »
La giovane rilasciò uno sbuffo che era, però, a metà un sospiro sollevato. Almeno una buona notizia c’era… per quanto una buona notizia potesse essere consolante in mezzo ad un mare di cattive notizie.
Sia Chara che Sans si erano chiusi ormai da parecchi secondi in un silenzioso fitto, pensieroso, che a tratti stava cominciando a pesare sull'animo di Frisk. Aveva lasciato i due liberi di parlare e confrontarsi, ma adesso che l'argomento serio della conversazione li aveva lasciati con una sconsolazione evidente… lei sentiva che doveva far qualcosa per far rialzare il loro morale: intristirsi per una faccenda che non aveva momentaneamente soluzione era, a suo parere, controproducente.
« Troveremo quella pista decente, sono sicura ce ne sia una… Sans- » Lo scheletro alzò la testa, a guardarla con un velo di sorpresa, forse per il tono deciso con cui aveva pronunciato il suo nome. « -Gaster ti ha sempre lasciato aperta una via di fuga da ogni situazione difficile in cui ti poneva. Questa volta non sarà certo diverso. »
Doveva non essere diverso, non sarebbe altrimenti stato un gioco se non ci fosse stata una concreta possibilità per il loro team di vincere.
Vedendosi oggetto della completa attenzione di entrambi i suoi amici, colse l’occasione per tentare di ironizzare e fare il primo passo per ripristinare un’atmosfera più agiata.
« E poi, credo siamo di comune accordo sul fatto che dobbiamo risolvere, prima che la faccia di Sans diventi cinquanta per cento occhiaie. Stanno davvero peggiorando. »
Chara lanciò un’occhiata in direzione di Sans in contemporanea alla sua battuta, come se avesse voluto controllare che ciò che stesse dicendo non fosse vero. Le labbra della ragazzina più grande formarono una linea leggermente sbilenca quando tornarono su di lei.
« Direi che siamo già ad un buon… trenta per cento… » Commentò, cosa che stupì piacevolmente Frisk; non la avrebbe creduta intenzionata a cogliere la palla al balzo prima di Sans, specialmente di fronte a quest’ultimo. Sans le guardò entrambe con un leggero smarrimento, prima di sorridere in finto imbarazzo.
« Aw, ragazze… non rientro più nei vostri standard di bellezza ideale? »
« Chi ha detto che hai mai fatto parte dei miei? » Ribatté prontamente Chara a braccia conserte, con un tono a metà tra il piccato e l’ironico, davanti a cui gli occhi dello scheletro si intristirono in maniera disarmante – troppo disarmante per indicare che fosse rimasto realmente offeso dalla cosa.
Frisk rise sommessamente nonostante la sfumatura compassionevole che si insinuò nella sua anima nel vedere le pupille di Sans così adorabilmente brillanti, come se fosse in procinto di lasciarsi andare a dei grossi lacrimoni. Cavolo, quell'espressione era così stucchevole e sopra le righe da risultare in uno strano modo toccante.
« E io non ho detto questo, bambinone. » Affermò lei scherzosamente, come se stesse rimproverando il fratello che non aveva mai avuto occasione di avere. Magari, era così che aveva sempre inconsapevolmente visto il suo rapporto con Sans… chissà lui come la pensava in proposito – a giudicare dal suo sorriso sornione, quel nomignolo espansivo doveva essergli stato tutt'altro che dispiaciuto.
Un inatteso bussare alla porta di casa costrinse Sans ad alzarsi per andare ad accogliere il visitatore, molto probabilmente quello che lei e Chara erano state pronte ad incontrare per buona parte del pomeriggio.
« Toc! Toc! C’è qualcuno in casa? »
Il suono di quella voce oltre il legno della porta confermò definitivamente l’identità del visitatore. Sans, tuttavia, si fermò nei pressi dell’uscio per voltarsi verso di loro, il suo sorriso che aveva perso un poco di vivacità.
« Tutto ok lì, piccole? » Chiese in tono apprensivo, le luci nelle sue orbite si spostarono da lei a Chara e viceversa. « Siete pronte? »
Frisk si prese un istante per ponderare la domanda di Sans. Da parte sua, era esitante all’idea di incontrare Toriel dopo quello che era successo il giorno precedente, dove non aveva solo dato le spalle ad uno dei suoi migliori amici, ma aveva anche dato le spalle alla persona che più di ogni altra negli ultimi anni aveva rappresentato per lei una figura materna. Si sentiva in colpa per quel suo gesto dettato più dall’impulso che dalla ragione, che la aveva costretta ad ignorare i bisogni di coloro a cui teneva. Nello sguardo di Chara leggeva in questo momento un’insicurezza simile alla sua, quasi gemella… così come vedeva il loro comune concordare sul fatto che rimandare questo inevitabile confronto non avrebbe fatto loro alcun bene.
La più grande le fece un cenno col mento, come per darle silenzioso permesso di parlare per tutte e due; e così lei fece.
« Sì. Apri pure, Sans. »
Lo scheletro annuì, abbozzando comunque un sorriso di rassicurazione.
« Andrà tutto liscio, sapete come è fatta Toriel. »
Chara fece schioccare le labbra.
« È di mia madre che stiamo parlando, credo di conoscerla abbastanza-- »
Frisk punzecchiò il fianco dell’altra giovane prima che potesse aggiungere altro, facendola zittire immediatamente. Sans stava solo cercando di comportarsi in maniera gentile con entrambe, riconoscere lo sforzo ed essere almeno un pochino meno acida non le avrebbe fatto male.
Sans scrollò le spalle senza dare l'impressione di essere rimasto offeso, ma la ragazzina più piccola ritenne comunque doveroso rivolgergli un sorriso di scuse. Per fortuna, lui si dimostrava significativamente più tollerante di quanto Chara non fosse a parti invertite.
Aperta la porta e accolta Toriel in casa, Sans salì senza troppi preamboli al piano di sopra per lasciare a tutte e tre un po’ di privacy.
Un silenzio teso scese nel salotto in seguito alla sua uscita di scena… eppure, Frisk ebbe la sensazione quasi disarmante che la maggior parte della tensione provenisse dalle parti dell’ex regina invece che dalle loro, perché Chara almeno apparentemente sembrava rilassata quanto lei.
A prendere parola, dopo un minuto o poco meno, fu una profondamente mortificata Toriel, che aveva preso una sedia dal tavolo del pranzo per sedersi di fronte a loro.
« Chara, Frisk, bambine mie… vorrei scusarmi con voi per il mio-- il nostro comportamento di ieri… » Gli occhi dell’ex regina si tinsero di severo rimpianto, un respiro pareva essere in procinto di lasciare le sue labbra. « Non avremmo dovuto… »
« Non sapevate fossimo in casa, mamma. È tutto a posto. » La interruppe Chara, che stava evidentemente cercando di consolare Toriel, di far sparire quel dolore dai suoi occhi vermigli, che già ne avevano visto troppo in passato per meritarne altro nel presente e in futuro. Nonostante il dispiacere che le avevano suscitato le parole dell’ex regina, Frisk si ritrovò ad essere silenziosamente orgogliosa della crescita che la più grande aveva attraversato e stavo continuando a portare avanti – non aveva esitato nell’intervenire per alleviare il rammarico di sua madre, la Chara dei primi tempi non sarebbe stata tanto rapida, forse nemmeno lo avrebbe fatto.
Toriel scosse inflessibile la testa.
« No, Chara. So che non è tutto a posto e proprio per questo sono venuta qui per parlare con voi… per tranquillizzarvi. » Disse, con una rudezza non rivolta alla ragazzina maggiore, ma verso sé stessa. « Non avreste dovuto assistere ad una scena simile. Ora che il danno è fatto, è il caso di cercare di rimediare. »
La capra si fermò, inspirando leggermente col naso, le narici fremettero forse nel contenere un possibile nervosismo.
« Asgore ed io abbiamo deciso di… tentare una soluzione pacifica, se così può essere definita. » Riprese, guardando prima lei poi Chara. « Cercheremo di instaurare un rapporto civile per il tempo a venire, di modo che certi spettacoli degradanti non accadano mai più, soprattutto in vostra presenza. »
Frisk, seppur esitante nel parlare, alzò lo sguardo dall’intreccio delle proprie dita sulle sue ginocchia, le parole che avevano faticato a lasciare le sue labbra. La direzione che quella conversazione stava prendendo non la stava mettendo del tutto a suo agio.
« Non dovete farlo per noi, Toriel… » Si interruppe solo per gettare un breve sguardo a Chara e assicurarsi che lei fosse d’accordo con ciò che stava cercando di esprimere. Vedendo sottile approvazione negli occhi dell’altra, proseguì. « Alcuni rapporti non possono più funzionare come un tempo per vari motivi… non dovete sentirvi obbligati a farlo. »
Sarebbe stato ingiusto spingere i due regnanti a tanto… non voleva costringerli a ricordare un tempo perduto in cui la loro famiglia era stata unita, Frisk aveva notato come gli sguardi di Toriel ed Asgore a volte si distanziassero in presenza sua e di Chara, come se al suo posto vedessero accanto alla sua migliore amica qualcun altro. Non poteva fare loro questo, non sarebbe stato corretto nei loro confronti, tanto quanto non lo sarebbe stato nei suoi confronti… lei non voleva essere una sbiadita sostituzione, prendere il posto di una persona che non aveva cessato del tutto esistere, non ancora, perché in qualche modo dovevano recuperare Asriel, sia dalle grinfie di Gaster, sia dalle grinfie di Flowey. Ogni membro della famiglia reale dell’underground era ancora qui, in questo mondo, soltanto divisi l’uno dall’altro da barriere che potevano – o forse non potevano – essere scavalcate.
Un sorriso mite si fece spazio sul muso incorniciato da candido pelo bianco di Toriel.
« Avete ragione, bambine mie. Ma se siete infelici voi, siamo infelici anche noi. Il benessere dei più giovani viene prima di tutto il resto. »
« Ne… siete convinti? » Domandò Frisk, sbattendo sorpresa le palpebre. Chara, al suo fianco, si era sporta leggermente in direzione della dolce capra, come se stesse faticando a comprendere il significato delle parole che stava udendo.
« Certamente, Frisk. Non dovrete preoccuparvi di nulla, penserò a tutto io. » Le rispose con un caldo sorriso l’ex regina. « Pensate solo a divertirvi con i vostri amici, a godervi tutto ciò che questi posti meravigliosi hanno da offrirvi. Dopotutto, si è giovani una volta sola. »
Il simpatico occhiolino che seguì quell’ultimo incoraggiamento sembrò sciogliere via persino gli ultimi rimasugli di tensione rimasti nell’aria, adesso rasserenata da un’atmosfera più semplice e familiare.
« Ora, chi vuole un bell’abbraccio da questa sciocca, vecchia signora? » Scherzò Toriel, alzandosi in piedi con le braccia aperte ad accogliere entrambe le ragazzine.
Frisk non se lo fece ripetere due volte.
« Io! » Replicò mentre afferrava la sua perennemente recalcitrante amica per spronarla a partecipare a quel tenero momento familiare, invece di restare sul divano e sentirsi così tagliata fuori a causa della propria timidezza.
L’abbracciò di Toriel avvolse sia l’una che l’altra in una stretta di ineguagliabile calore, il senso di pace che quel gesto d’affetto le lasciò nell’anima quando si separarono sarebbe probabilmente rimasto ad aleggiare dentro di lei per parecchio tempo, per tenerle compagnia anche quando Toriel non sarebbe stata lì fisicamente. Era come se le anime della specie di Toriel avessero questo magico effetto su quelle altrui, intuizione che Frisk non se la sentì di scartare o respingere, visto quanto ancora poco riteneva di sapere sul popolo dei mostri nonostante tutte le linee temporali vissute.
Quando non vi fu più la veste dell’ex regina ad occultarne il rossore più grande che le avesse mai sfiorato le guance, Chara si coprì con un braccio il viso.
« Mi mettete sempre in imbarazzo, tutte e due… » Mugugnò a bassa voce, ma già mentre la maggiore parlava Frisk notò il sorriso che era affiorato spontaneamente sulle sue labbra, davanti a cui sia lei che Toriel risero. L’effetto benevolo che quell’abbraccio aveva avuto su di lei doveva averlo avuto anche su Chara, al punto che la sua amica non era propriamente in grado di nasconderlo.
L’ex regina lanciò dunque un’occhiata verso il piano di sopra, un leggero sogghigno le fece arricciare gradualmente le labbra.
« Meglio che non vi trattenga oltre, o il vostro professore potrebbe mandarmi una nota disciplinare a casa. »
« Non sarà mai severo quanto te, mamma. » Commentò subito Chara, con un labbro leggermente all’insù.
La dolce capra rise di gusto, la zampa posata sul petto che enfatizzava il suo attuale divertimento.
« Ci sarà tempo più avanti per farvi studiare come si deve. Sei al sicuro per ora, bambina mia. » La tranquillizzò scherzosamente Toriel, dopo che le sue risa si furono definitivamente placate. « Temo sia giunto il momento per me di avviarmi, piccole. »
« Così presto? » Non poté trattenersi dal sussurrare Frisk. Sperava che Toriel sarebbe rimasta con loro più a lungo, magari per una merenda veloce… tuttavia, il discorso era sempre lo stesso: ognuno aveva i propri impegni, e non potevano trattenerla se aveva delle faccende da sbrigare.
Toriel la guardò intenerita, prima di poggiarle una zampa sulla testa ad accarezzarle dolcemente i capelli.
« Ci vedremo presto, Frisk. Magari per un tè e una delle crostate che vi piacciono tanto, va bene? »
La ragazzina annuì sorridente, contenta quando simili gesti di affetto le venivano riservati – era andata avanti per lungo tempo senza di essi, ora non poteva fare a meno di sentirsi estremamente grata di riceverli, ogni volta senza eccezione.
Fu poi il turno di Chara di avere quello stesso trattamento, a cui la più grande reagì con uno sbuffo che servì a malapena a celare la serenità che quel gesto doveva averle donato.
« Mamma, non sono più una bambina. » La udì protestare debolmente mentre si riavviava con dita tese e frenetiche la frangia.
« Ai miei occhi lo sarai sempre, Chara. » Le rispose con velato pizzico di nostalgia Toriel, che comunque non bastò ad intaccare il suo amorevole tono gioviale. « La mia bambina sempre speciale e determinata. »
La sua amica arrossì un poco, stirando stizzita un labbro ed evitando di guardare in faccia sia sua madre che lei. Come sempre, Frisk si ritrovava a chiedersi cosa di queste situazioni la imbarazzasse tanto – sapeva per esperienza che una madre che si rispetti era incline a rapportarsi in questo modo con i propri figli... era così che la sua di mamma si era sempre comportata con lei d’altronde.
Salutate loro, l’ex regina salutò anche Sans, il quale scese dal piano di sopra per offrirsi di aprirle in maniera scherzosamente galante la porta di casa.
Il gesto con cui Toriel lo ringraziò della gentilezza fu un’affettuosa carezza sulla spalla, a cui lo scheletro rispose con un imbarazzato sghignazzare – sghignazzi che comunque terminarono quando Toriel lo ‘riprese’ per la confusione di post it e fogli per appunti che regnava sul povero divano di casa.
L’espressione truce che Frisk vide apparire sul viso di Chara quando la porta si richiuse raggelò la stanza peggio di una tormenta.
« Oh NO. Non con mia madre, tu brutto…! »
« Calma, peste dai bollenti spiriti. Non c’è nulla per cui ti debba preoccupare, o per cui tu debba demolire il soggiorno. » La frenò Sans, alzando una mano in segno di resa, un sorriso a metà tra il nervoso e l’incredibilmente divertito. « Siamo solo amici. »
Chara lo fissò con gli occhi ridotti a due fessure di nero, un palese Ti tengo d’occhio che persino lo spettatore più disattento avrebbe potuto leggere nel suo sguardo.
A tempesta evitata, Frisk inarcò perplessa le sopracciglia in direzione del suo amico scheletro.
« Davvero? Per tutto questo tempo, io sospettavo il contrario. »
Sans scoppiò a ridere, nel medesimo istante in cui le parve di avvertire una ricaduta di umore dalle parti di Chara. Le venne il dubbio che, forse, avrebbe dovuto filtrare cautamente il messaggio, visto quanto suscettibile si stava dimostrando l’altra giovane.
« Oh, andiamo, perché tutti questi film mentali con me? Non pensavo di essere al centro di questo genere di attenzione! »
Frisk non poté far altro che soffocare un risolino imbarazzato per il grosso abbaglio che aveva preso, a cui non tardò a seguire uno sbuffo da parte di Chara.
« Devi solo provarci a fare coppia con mia madre. » Parlò quest’ultima, e la più piccola si trovò in difficoltà a determinare se quello fosse un tono scherzoso o meno. « Devi solo provarci. »
La punta di agitazione che aveva stirato il sorriso di Sans le comunicò che lo scheletro era arrivato ad una conclusione ben prima di lei.
 
 
Interessante… davvero interessante come, per quanti legni e pietre stesse continuando a gettare nel medesimo specchio d’acqua, le onde che venivano generate finivano tutte col placarsi contro un unico potente argine.
Aveva sperimentato col corpo del principe per giorni, testandone i limiti, la tempra, i tempi entro i quali quel contenitore tangibile e materiale avrebbe potuto sopportare di essere riempito con un qualcosa di immateriale e refrattario come la sua essenza… o, per precisione, ciò che di essa era rimasto. Sapeva ora quanto quel corpo temporaneo poteva sopportare se completamente a riposo, se compiva questo o quel movimento, se danneggiato superficialmente o irrimediabilmente... ogni calcolo compiuto nelle settimane precedenti era stato condotto con la minuziosità con cui avrebbe assemblato un macchinario… il risultato era stata una padronanza assoluta sulle potenzialità del suo attuale contenitore e una conoscenza ai limiti del maniacale in merito al lasso di tempo in cui avrebbe potuto agire fuori dal Void. Non avrebbe potuto pretendere risultati meno soddisfacenti dalle sue sperimentazioni...
Non era stato solo il corpo del principe a risultargli incredibilmente utile… la DT di cui era stato intriso, che aveva dapprima riportato in vita l’erede dei Dreemurr, era stata persino in grado di donare a lui il potere necessario per far scendere Sans – suo figlio – dal deludente piedistallo che credeva di essersi costruito per sé, oh così troppo sicuro e arrogante per dare ascolto alle sue parole, per restare vigile e tentare di tenersi fuori dalle spire che stavano strisciando fuori dal Void per propagarsi nel suo mondo… povero, patetico, innocente Sans, che aveva dapprima creduto di essere al sicuro nei suoi sogni, al riparo dal suo tocco durante il loro primo rincontrarsi dopo un periodo di lunghissimo silenzio… quando quella prima certezza era venuta meno, aveva fatto in modo che qualunque altra sua sicurezza facesse la stessa sfortunata fine… vederlo così in difficoltà nell’indossare, togliere, portare con sé le sue maschere sempre più fragili gli aveva fatto provare una soddisfazione piena, una soddisfazione che non aveva sentito da molto tempo… e poi… quella meravigliosa impotenza irradiata dalle espressioni di entrambi i suoi figli, i suoni morenti del suo secondogenito che riempivano la sua mente affamata di rumori, tutte le urla e i pianti soffocati del suo primogenito, la sua anima che batteva e batteva incessante per liberarsi dalla sua presa… inebriante.
Avrebbe potuto continuare ancora, risentire quelle sensazioni e le emozioni che avevano risvegliato in lui, sperimentarne di nuove… se solo quella ragazzina, con la sua aura di buonismo e gentilezza, non avesse fatto delle sue trame un groviglio… se solo non avesse raccolto attorno a sé un folto gruppo di valenti alleati. Se solo quella ragazzina avesse avuto meno determinazione, un folto gruppo di alleati non ci sarebbe stato fin dal principio. Se solo quella ragazzina avesse avuto meno determinazione, non sarebbe riuscita a risollevare nemmeno sé stessa dal fango dell’autocommiserazione, figuriamoci suo figlio, Chara, o qualunque altro mostro
Vedersi ostacolato in questo modo da quella singola variante da lui non pienamente considerata gli aveva permesso non solo di identificare il vero primo ostacolo di cui doveva occuparsi, ma lo stava elettrizzando quel tanto che bastava per solleticare gradevolmente la sua mente e spingerla a considerare nuove, mai viste variabili. Altre linee d’azione, altre pianificazioni, altri scenari… le possibilità erano quasi infinite… e lui poteva sceglierne solo una da realizzare... uno spreco… uno spreco necessario, purtroppo.
« Vogliamo guardarci un film tutti assieme questa volta? » Propose Frisk, il suo sorriso uno che era consapevole del fatto che i suoi due interlocutori avrebbero senz’altro accettato fintanto fosse stata lei a muovere quella proposta – che manipolazione sottile la sua, ammirevole.
« A patto che Sans non spoileri nulla se lo ha già visto. »
Suo figlio mise su un sorriso arricchito da una punta di sfacciataggine.
« Non posso promettere niente in tal caso-- »
« Farai del tuo meglio, visto che neanche a me piacciono gli spoiler. »
Chara sghignazzò silenziosamente vedendo il sorriso di Sans farsi molto meno sfacciato; la raccomandazione giocosa ma, allo stesso tempo, parecchio esplicita di Frisk aveva sortito l'effetto sperato.
Ridacchiò anche lui osservando quello scambio. Quanta spensieratezza… così semplice da rovinare, sfasciare irrimediabilmente… le cose considerate belle sono sempre tanto facili da rompere… le cose considerate già rotte sono sempre tanto difficili da rimettere insieme.
Beh… era tempo di prepararsi a gettare altri legni e altre pietre in quello specchio d’acqua, per creare altre onde, onde di mareggiata… e spezzare quell’argine una volta e per sempre. Chissà quali animi avrebbe potuto spezzare dopo, quali pedine mettere l’una contro l’altra, quali discordie creare, prima di assaporare il momento in cui avrebbe riavuto indietro la sua anima e il suo corpo intatti, nonostante le aspettative ottimiste dei suoi avversari.
Avrebbe aspettato per ora che il suo contenitore guarisse completamente dai danni e dalle ferite subìte durante la quasi riuscita del suo precedente piano… nell’attesa, avrebbe osservato lo svolgersi degli eventi, il tentare dei suoi oppositori di renderlo inoffensivo, il loro sorridere incuranti di ciò che sarebbe accaduto… e avrebbe aspettato il momento di debolezza che, se sfruttato, avrebbe giocato a suo favore, consentendogli di colpire a fondo e con letale precisione…
Sorrise tra sé e sé.
La sfida era ben lungi dall'essere terminata.
 






Sameko's side
Ehilà, era da un po’ che non ci si vedeva! Vero, è passato un bel po’ dall’ultimo aggiornamento, ma almeno avevo avvisato che i tempi d’attesa sarebbero stati più lunghi del solito ( molto più lunghi di quanto anche io avessi programmato in verità ). Avevo bisogno di una pausa come avevo già detto. ^^
Mi scuso tuttavia per la confusione che è questo capitolo, mi rendo conto che ho cercato di far venire al pettine troppi nodi in una volta sola… ma, siccome questo era il tassello mancante per completare questo arco narrativo, ho preferito chiudere finalmente il tutto servendomi soltanto di un aggiornamento. Ho paura che anche il prossimo capitolo avrà un po’ questa sensazione di “ammassamento”, scusate quindi in anticipo se sarà così. Dopo i mesi in cui sono stata assente, trovo comunque sia meglio andare più spediti dove posso cavarmela con un ‘passabile’.
Piccola nota prima di concludere! Shining Cure - Friendship Max è un titolo parodia delle Pretty Cure che mi sono inventata di sana pianta ( molto cringe, già ). D'altronde, se ad Alphys piace la parodia delle Tokyo Mew Mew, non vedo perché non dovrebbe piacerle anche quella delle Pretty Cure, visto che queste due serie fanno parte dello stesso genere! ^^
Sperando che ci siano ancora abbastanza lettori qui a seguirmi, ci vediamo col prossimo capitolo. :)
Baci!
 
Sameko
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: Sameko