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Autore: DewoftheGalaxy    16/07/2018    3 recensioni
100 anni fa un'epoca, un mondo, una dinastia, finiva in una stanza oscura.
100 anni fa cinque martiri nascevano ad una vita migliore.
100 anni i Romanov sono stati assassinati.
Una storia su due camere e cinque ragazzi, per loro, per non dimenticare.
Perché qualunque sia l'ideale in cui si crede, non bisogna MAI esprimerlo con sangue d'innocenti.
Che NAOTMAA, e i servi fedeli morti con loro, possano riposare in pace. Sempre.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Russia.
Il grande impero degli Zar che si estende per miglia e miglia a perdita d’occhio e pare infinito.

 

Gli zar hanno tanti palazzi e in uno di questi palazzi vi è una stanza dorata.
Dorato è il pavimento e dorati sono i muri, dorati sono gli stucchi e dorati sono grandi lampadari, dorati sono i mobili e dorati sono i riflessi che brillano contro le grandi finestre che danno sul giardino.

 

Nella stanza si odono risate e profumo di fiori freschi, elementi di un magico mondo fatto di giochi e divertimento.
Un mondo immacolato e perfetto, dove vi aleggia ancora l’alone dell’infanzia, è quello della stanza dorata. Come un uovo Fabergé.

 

Però, collegata alla stanza dorata, vi un’altra stanza. Nessuno sa come sia o cosa ci sia al suo interno perché nessuno ci è mai potuto entrare.
La porta è sempre chiusa.

 

Ol’ga entra nella stanza dorata.
Sente il profumo di carta e inchiostro, di quei libri che adora leggere e suoi quali vi passerebbe delle ore, ode la musica di balli e feste e vorrebbe parteciparvi con tutta la sua splendente giovinezza.
La granduchessa Ol’ga Nikolaevna Romanova, la figlia maggiore dello zar, dai capelli dorati e la mente indipendente.

 

Poi succede qualcosa.

 

La meraviglia della stanza dorata comincia poco a poco a scomparire, gli stucchi cadono, la carta dei muri si stacca e i lampadari cadono dal soffitto.
Da fuori si odono urla di rabbia e odio.

 

E allora, cosa mai successa, l’altra stanza apre le sue porte pronta ad accogliere Ol’ga. Il suo interno è buio, senza finestre, lampadari o candele, solo la più completa oscurità.

 

E per salvarsi da quel decadimento, Ol’ga entra nella stanza oscura.

 

 

Poco dopo nella stanza dorata arriva Tatj’ana.
Trova la stanza come era prima, immersa nel suo splendore e nella sua bellezza.
Ode le risate divertite e serene dei suoi fratelli, i suoi adorati fratelli, che la chiamano “la governante” per la sua figura da leader. Con un alto senso del dovere e di voglia di aiutare gli altri.
La granduchessa Tatj’ana Nikolaevna Romanova, la secondogenita dello zar, dai caratteri esotici e grande altruismo.

 

Ancora una volta la stanza dorata decade e le urla arrabbiate la raggiungono.

 

E Tatj’ana, per salvarsi, entra, come Ol’ga, nella stanza oscura,

 

 

 

Poi arriva Marija.
Ammira estasiata la bellezza della stanza dorata, ancora una volta ritornata al suo stato originale, e sente le grida felici di bambini che giocano.
Marija adora i bambini, vorrebbe sposare un soldato e averne venti, lei che è l’angelo della famiglia, la più buona.
La granduchessa Marija Nikolaevna Romanova, la terza figlia dello zar, dai grandi occhi blu chiamati “i piattini di Marija” e un enorme cuore buono.

 

Di nuovo la stanza sembra scomparire nelle grida di rabbia e odio.

 

E per salvarsi da quell’odio e da quel decadimento Marija entra, come Ol’ga e Tatj’ana, nella stanza oscura.

 

 

Anche Anastasija entra nella stanza dorata. Ha uno sguardo birichino e monello, chissà quanti scherzi potrebbe combinare lì!
“Monella” o “Quella piccola” la chiamano i suoi cari, ed Anastasija si sente veramente così: un folletto combinaguai, piccolo e buffo, come quelli delle fiabe.
Anastasija Nikolaevna Romanova, l’ultima figlia dello zar, una futura leggenda, la principessa scampata alla morte, però ora sempre pronta a combinare guai.

 

Ancora tutto si rovina ed Anastasija ha paura, però non vuole entrare nella stanza oscura.
Decide di stare nascosta dietro le grandi e pesanti porte aperte di essa.

 

E per salvarsi Anastasija si nasconde dietro la porta, in bilico fra due mondi, fra luce ed oscurità.

 

 

Per ultimo arriva Aleksej.
La stanza gli ricorda quanto è bella la vita, un mare di luce, e lui se la vuole godere nonostante la sua malattia. L’emofilia, un difetto nella coagulazione del sangue, ogni ferita od urto può essere mortale.
Ma Aleksej non importa: l’Onnipotente non gli ha dato la vita per restare sempre a letto malato.
Gliela data per essere un grande zar, una zar che visto che sa cos’è il dolore conoscerà anche il dolore del suo popolo e farà sì che non soffra più.
Aleksej Nikolaevich Romanov, zarevič di tutte le Russie, l’unico figlio maschio dello zar arrivato dopo quattro femmine, dalla costituzione fragile ma dal carattere forte.



Anche Aleksej vede quel mondo perfetto che è la stanza dorata crollare e anche lui per salvarsi entra nella stanza oscura.

 

 

Ora che tutti se ne sono andati la stanza dorata crolla definitivamente.
Non ritornerà più come prima, non sarà più un covo di splendore e gioia.

 

Perché quel mondo se ne è andato per sempre, è diventato un mito, quasi un universo fiabesco e surreale.

 

Dalla stanza oscura si sentono pallottole e grida.
Tutto è finito.
E a pagarne il prezzo sono stati degli innocenti.

 

Perché quando la mente dell’uomo è troppo ebbra di nuovi ideali non ha più il cuore di guardare un ragazzo od una ragazza e di pensare che potrebbe essere suo fratello, sua sorella, suo figlio o sua figlia.

 

“Per impedire tutto questo vengo a chiedere la consacrazione della Russia al mio cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo un tempo di pace”. Aveva detto una Bianca Signora apparsa l’hanno prima a tre pastorelli in Portogallo.

 

E ora quella profezia pare avveratasi.

 

 

100 anni fa il mondo dorato di cinque ragazzi, cinque ragazzi come noi, con i loro sogni e le loro speranza, finiva.
100 anni fa in una stanza oscura è cambiata la storia.
100 anni fa sono nati al cielo cinque martiri.

 

 

100 anni fa sono state totalmente dimenticate le parole “innocenza”, “redenzione” e “perdono”.

   
 
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