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Autore: mystery_koopa    16/07/2018    6 recensioni
Con l'Impero Bizantino dell'VIII secolo sullo sfondo si svolgono le vicende dell'ammiraglio della flotta imperiale Konstantinos Ampatis, dei nobili della città di Bisanzio e delle province e del basileus Leone III l'Isaurico. La storia, che segue la vita dell'ammiraglio, inizia con la fine del secondo assedio arabo di Costantinopoli nel 718 e continua per alcuni altri anni successivi a questo evento, coinvolgendo i personaggi in battaglie, intrighi, cospirazioni e storie d'amore.
Dal II capitolo: "Ormai la solitudine era diventata un’abitudine che era parte integrante della sua vita quotidiana, e difficilmente avrebbe rinunciato al tempo che utilizzava per riordinare i suoi pensieri, che correvano nel tempo senza che lui se ne rendesse conto e potesse fermarli"
REVISIONE COMPLETATA
Genere: Introspettivo, Storico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Fenice Purpurea'
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XIII – PUNTI DI ROTTURA
 
Un’ora dopo, Palazzo Cazaretian

Demetrios Xanthe entrò a passo spedito all’interno del salone principale dell’abitazione; nonostante sapesse benissimo i motivi per cui era stato inviato lì in tutta fretta non poté fare a meno di rimanere stupito di fronte allo sfarzo che gli si parava davanti, partendo dall’immensa scalinata di marmo posta di fronte al portone fino ad arrivare ai minimi dettagli, agli arazzi appesi e alle piccole cornici dorate poste intorno alle ampie finestre.
“Degli armeni hanno avuto denaro sufficiente per fare tutto questo?” pensò, senza fare nulla per nascondere il proprio stupore a Chryssa Maria Aristis, la cognata della vittima più illustre, ovvero l’unica persona che pareva nelle condizioni di poterlo ricevere; gli fu detto che Leonora giaceva nel letto di una delle camere degli ospiti in un pessimo stato emotivo, mentre i membri della servitù presenti all’interno del palazzo erano stati allontanati e i diretti dipendenti della famiglia strettamente controllati da un guaritore.

L’uomo seguì la donna lungo i corridoi del piano terra e una seconda scalinata in pietra, molto più modesta di quella principale, fino ad arrivare alla porta della stanza dove era avvenuto il primo omicidio, che era stata sigillata in attesa del suo arrivo; Chryssa la aprì con una vecchia chiave e, subito dopo, distolse lo sguardo appoggiandosi con la schiena alla parete esterna. Tutto era esattamente come quando Konstantinos vi era entrato scoprendo il cadavere, e il maggior ufficiale della guardia imperiale iniziò a ispezionare il luogo, capendo immediatamente perché fosse stato scelto per ricoprire anche quell’incarico: quel duplice omicidio era indubbiamente collegato a quello di Heliodoros Thamen, avvenuto dopo la nomina del consigliere. Un titolo che, in quel momento, rimaneva ancora una volta senza alcun legittimo possessore.

Chryssa, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente, pensò all’ammiraglio: non appena gli aveva consegnato tra le mani il biglietto ritrovato nel proprio baule egli era immediatamente corso fuori del palazzo, chiedendo a una guardia di comunicare l’accaduto al basileus e scomparendo poi nel nulla; aveva dovuto sapere tutto sull’accaduto da una sconvolta signorina Yael, che tra uno svenimento e l’altro riempiva pochi minuti con parole dettate unicamente dal più recondito terrore, ma non aveva avuto il coraggio di vedere di persona i due cadaveri, trovandosi improvvisamente sola.

Era ansiosa, preoccupata, dentro di lei l’angoscia cresceva sempre di più con lo scorrere del tempo: ormai non avrebbe potuto dire con certezza nemmeno di essere al sicuro, ma non poteva nemmeno mollare tutto e fuggire in Sicilia; doveva sapere, ed era l’unica cosa che importava in quel momento, più di ogni altra cosa. Ripensò per l’ennesima volta a Konstantinos, che pareva essere fuggito dopo i due omicidi: e se fosse stato lui, l’assassino? No, non poteva essere, lui era così… non sapeva come definirlo, ma solamente dopo aver accennato questi pensieri sentì una fortissima fitta allo stomaco e iniziò a sudare freddo, mentre il respiro le si affannava, sempre più veloce.

 
*
 
Quando ormai il cielo era illuminato solamente dagli ultimi bagliori del tramonto, Konstantinos ritornò al palazzo; non appena ebbe aperto il solido portone, senza nemmeno avere il tempo di richiuderselo alle spalle, Chryssa gli si era portata davanti con un’espressione che a prima vista appariva completamente sconvolta.
“Dove sei stato, dimmelo!” gli chiese lei, furente e devastata, aggrappandosi con le mani alle sue braccia e stringendole con tutta la forza che aveva in corpo.
“Non mi pare che tu sia mia moglie, tutto ciò che faccio io non ti può assolutamente riguardare!”
La strattonò via, salendo poi velocemente le scale, mentre la sua interlocutrice cadeva violentemente a terra cercando di farsi ascoltare, inutilmente, ancora una volta:
“Xanthe mi ha detto che vogliono arrestare Leonora, ma che non ha alcuna prova!”
“E non sei contenta?”
Le rispose lui, sprezzante, dalla cima delle scale.
Chryssa si portò una mano sul braccio, segnato da un taglio provocato dal primo scalino durante la caduta, e pianse amaramente, come non ricordava di aver mai fatto; non lo faceva per il dolore né fisico né interiore, ma lo faceva per lui. Forse, quasi arrivata ai quarant’anni, capiva per la prima volta che cosa potesse significare amare, senza alcuna logica e nessuna via di scampo: era vero che “l’Amore e la Fine non sono complementari né facce della stessa medaglia, sono la stessa cosa”. Capiva Leonora, davvero, e non poté fare altro che abbandonarsi alle lacrime seduta sulle scale, mentre la presenza della morte aleggiava sull’intero palazzo.

 
*

Dieci giorni dopo, sala da pranzo

I due non si erano più parlati da quel giorno, cercando solamente di evitarsi per tutto il tempo trascorso: erano praticamente costretti a convivere nello stesso, seppur immenso, edificio, ma non avevano nessuna intenzione di pestarsi i piedi a vicenda. Era forse la prima volta che si ritrovavano per più di un minuto nella stessa stanza, e solamente per un evento eccezionale come la lettura dei testamenti delle due vittime. Chryssa non si capacitava di come un rapporto di fiducia come il loro fosse terminato a seguito di un’unica frase, di un unico gesto, ma dopo tutto ciò che era venuto a galla su Theodora non avrebbe mai pensato che l’ammiraglio si sarebbe lasciato cadere ancora di più, invece di provare a combattere: lei l’avrebbe anche aiutato con tutte le due forze, pur di vederlo felice…

Chryssa si guardò intorno: Konstantinos sedeva in fondo alla sala, al fianco del basileus Leone, mentre di fianco a lei sedevano Leonora, con le mani in grembo e velata di nero, Agata Yael, Philoteos Theron e il cocchiere della carrozza della famiglia, ancora nella sua tenuta da lavoro. A leggere Demetrios Xanthe, mentre l’esterno della stanza e del palazzo era presidiato da un ampio numero di guardie vista la presenza dell’imperatore in persona. L’incaricato prese in mano la prima pergamena e iniziò a leggerla:

Testamento di Ambrosios Cazaretian
Con la presente nota da me firmata, apribile solo nel caso della mia morte, dispongo le volontà sulla suddivisione del mio patrimonio personale.
  • Lascio al mio unico consanguineo vivente, mio figlio Vassilis Cazaretian, tutte le mie proprietà terriere nel Ponto e a Trebisonda, nonché tutto ciò che non sarà destinato ad altri;
  • Lascio al mio fedele segretario Philoteos Theron una somma di 1500 solidi¹ e le mie stanze nel Palazzo dei Cazaretian a Costantinopoli, eccetto espressa rinuncia del citato soggetto.
  • Lascio il contenuto della busta allegata a Leonora Aristis in Cazaretian, mia nuora.
In fede, Ambrosios Cazaretian”
 
Demetrios consegnò a Leonora la busta di pergamena, contenente un anello decorato da un’imponente pietra incastonata sulla sua sommità. Chryssa intravide un’incisione al suo interno, ma Leonora le coprì la visuale mettendoselo al dito. Intanto, Xanthe aveva davanti anche la seconda e ultima lettera, che dichiarò valida in quanto la morte del signor Ambrosios Cazaretian era avvenuta precedentemente a quella del figlio.

Testamento di Vassilis Cazaretian
Con la presente nota da me firmata, apribile solo nel caso della mia prematura morte, dispongo le volontà sulla suddivisione del mio patrimonio personale.
Non avendo alcun figlio…”


“Si fermi!”
Leonora scattò in piedi, tremando.
“Sono incinta”.




SPAZIO AUTORE:
Passo per aggiornarvi sulla raccolta spin-off "Le campagne di Messina". Vi segnalo che è stata completata in 6 capitoli, come preannunciato, ma non ho ancora pubblicato gli ultimi tre perché ho avuto un problema di caratterizzazione di un personaggio nel quarto, che sarà il più importante per capire la vita delle due sorelle. Spero di riuscire a risolvere e pubblicare comunque il prima possibile. Un saluto!
EDIT: Capitolo Revisionato.
  
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