Tra l'immensità del cielo e della terra .
Lungo l'inevitabile percorso.
Tra le gioie e le difficoltà,
Date da questa consapevolezza .
Urlando invano in un mondo di sordi ,
Nel tentativo di far cogliere lo spegnersi della nostra luce.

Lungo il cielo è la terra .
Facendo risuonare la mia voce .
Per soffrirne assieme .
E Non essere il solo a piangere il morire della luce .

Mi fermò D'un tratto un ascoltatore.
Al quale ribadii del cessare dei giorni e dello sporgersi incombente della notte .
Nella nostra placida ed illusoria esistenza .

Esclamai tutto ciò con foga,
Agitando le braccia e perdendo la voce,
Dinnanzi ai suoi limpidi occhi voraci e colmi d'interesse,
Felice che qualcuno finalmente ascoltasse .
Continuai il mio sproloquio .

Anche io, dissi ,
Cercavo un senso a tutto questo .
Per essere capace di amare chi bene mi voleva nel loro distorto modo .
Impiegai lunghi anni e stregue fatiche nella comprensione della realtà allo scopo di sentire l'animo delle persone ed anche il mio.

Ma più profondamente scorgevo la realtà 
Più comprendevo che Alzare la voce non dirà al sole di sorgere ed anche della futilità del mio stesso desiderio. 

Più parlavo meno mi agitavo e meno avevo bisogno di capire.
Come se il solo fatto di potermi svuotare di questo peso mi potesse concedere una tregua dal mio incessante pensare.

La guardai convinto di trovare rassegnazione nel suo animo, come nel mio ma invece lei mi sorrise e d'un tratto una luce si accese e si fece strada nel mio oscuro mondo .

È la prima volta che mi capita , prima ero sempre distante dalle cose della vita,
e poi ho sentito un emozione farsi strada nel mio petto; Senza spegnere la luce .

Non più tra il cielo e la terra ma da un battito di cuore a quello successivo .
Non sentendo più rassegnazione ma solo vita dentro di me .

Finalmente ora il senso era suo. 
La vita ora ha un motivo e questo motivo sei tu .
Era come se fosse riuscito a imbottigliare la luna e le stelle.

Sorridendo al morire della luce.