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Autore: Spensieratezza    17/07/2018    5 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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A casa del preside, tra verità rivelate, minacce e poteri che fioriscono




Sam e Dean si erano presi un giorno di vacanza dalla scuola, per andare a trovare il preside nella sua bella casa e farsi raccontare il resto della storia, al riparo da orecchie indiscrete. Stavano attraversando il giardino rigoglioso in quel momento e nonostante tutto, i due ragazzi non poterono non fare apprezzamenti sulla bellezza della villa e del giardino e delle statue che circondavano tutto quel verde.

“Che bellissima, fontana, guarda, Dean.!”

Dean suo malgrado sorrise. Il suo dolce fratellino era così tenero e dolce. Lo attirò ancora più a sé e insieme a lui, suonarono il campanello.

“Buongiorno, ragazzi, accomodatevi pure. “ disse Albert con un sorriso.

“Dal lusso di questa villa, ci aspettavamo come minimo, che ad accoglierci sarebbe stato un maggiordomo.” Disse come al solito uno sfrontato Sam.
Albert ridacchiò.

“Ci sono, ma per oggi, non volevo orecchie indiscrete.” Disse, accomodandoli in salotto.
“Spero che vi piaccia il tè.” Disse, indicando il servizio sul tavolino.
“Non ci dispiace.” Dissero loro.
 
Albert vide che Dean fermò il braccio di Sam, dal bere il tè e sospirò.

“Un tale spreco. Va bene, voglio mostrarvi che potete al cento per cento, fidarvi di me. Ecco.” Prese una bottiglia che era posata al fianco del tavolino e versò il contenuto di tutte e tre le tazze, poi ne versò un’altra ondata per lui e bevve qualche sorso.

“Così forse vi convincerete che non è mio scopo avvelenarvi o farvi bere qualche strano intruglio che vi costringerà a dire la verità o vi frastornerà al punto che qualche forza oscura o criminale, vi catturi.”
“Noi non volevamo..” cominciò a protestare Dean.
“Va bene, va bene, non importa, ma mi preme iniziare il nostro discorso.” Disse Albert, che appariva però, seccato e ansioso di prendere a parlare. Versò dell'altro tè ai due ragazzi.
 
I due ragazzi finalmente accettarono di bere, più tranquilli.

“Voi due saprete sicuramente che da anni è sempre più fitta l’ossessione di dimostrare l’esistenza di altri mondi, paralleli ai nostri.
Sam e Dean annuirono.

“La teoria delle stringhe, la conferma che esistono altre galassie all’infuori della nostra, i buchi neri..l’Universo ci offre una miriade di possibilità, il fatto che sia così misterioso, è frustrante per tutti. La possibilità che ci sia una porta che può condurre ad un altro mondo là fuori, ma è..irraggiungibile, rende nervosi. Tuttavia, l’universo non è l’unico mezzo che molta gente ha cercato di usare per accedere ad un’eventuale PORTA. Molti ci hanno provato attraverso i sogni.
Sam e Dean restarono ad ascoltare attenti.

“Molti sostengono che i SOGNI siano una porta per altri mondi, da raggiungere attraverso l’inconscio. Vite passate, mondi paralleli, mondi possibili. Di tutto e di più, raggiungibili con la sola forza della mente e del desiderio.
“Che cos’ha a che fare questo con il coma di Sam?” chiese Dean che non era famoso per la sua pazienza.
“Ci sto arrivando. A quanto pare, negli ultimi anni, si sono registrati dei fenomeni strani tra alcune persone che tornavano dal COMA. Alcune di esse sembravano…cambiate.
“Cambiate in che senso?” chiese Dean.

“Come qualcuno che avesse passato una vacanza in Groenlandia o nel mar rosso e tornasse a casa stravolto, o come qualcuno che avesse affrontato un viaggio nel tempo perso nei ricordi di una vita che non era la sua. Queste persone ricordavano a malapena la loro vecchia vita e sembravano assumere strane…capacità. Vi ricorda qualcosa?”
 
“Quello che è successo a Sam.” disse Dean.
“Esatto. Negli ultimi dieci anni, il governo ha fatto di tutto per tenere la cosa nascosta, o per annoverare come pazzi, quelli che anche solo provavano a raccontare una simile follia, che erano stati in un altro mondo, anche perché queste persone non ricordavano quasi nulla di quello che sostenevano di aver passato in questo cosiddetto altro mondo."
“Aspetti un attimo, io ho sempre letto di persone che sostengono di aver visto l’aldilà mentre erano in coma!” disse Sam.
Albert sorrise al suo indirizzo.
“Sì, proprio così. “
“Ma allora cosa…le due cose sono collegate?” chiese ancora.
“Qualcuno di noi, sospetta che numerosi casi di persone tornate dal coma, siano stati per così dire..spinte a parlare di aldilà, per non parlare esplicitamente di un altro mondo.”
 
“Ma..ci sarà qualcuno che ricorda cos’ha vissuto veramente, cos’ha visto, se ne sono così convinti, sicuramente è perché..”
“Tu ricordi?” chiese Albert in tono gentile.
“Io..no.” disse Sam a malincuore.

“Tuttavia, hai dei poteri, ed è molto di più di quello che in passato, persone che sono uscite dal coma come te, hanno avuto. Molte di esse con la forza della mente, riuscivano a malapena a spostare una matita di un millimetro, tu riesci a fare cose straordinarie, ragazzo, e questo ti rende in gravissimo pericolo.”
“Perché?? Che cos’ha lui di così tanto grave, rispetto agli altri??” disse Dean quasi urlando.
 
Albert sospirò per un altro po’, poi parlò di nuovo.

“I tentativi da parte delle varie organizzazioni, di insabbiare tutto, si sono ritorte contro, alla fine, presumo. Sta girando una specie di profezia al riguardo.”
“Profezia??” dissero in coro Sam e Dean.

“Questa profezia dice che arriverà un giorno l’incarnazione del Male in Terra e che ci sarà bisogno dei cavalieri valorosi di un altro mondo, per fermarlo.
“L’incarnazione del male?” chiese Dean scioccato.
“Lucifero.” Disse semplicemente Albert.
“Il Diavolo??” disse Dean scioccato.

“Non proprio lui in persona.” Disse tranquillamente Albert. “Questa profezia, dice che il diavolo potrebbe servirsi di un ragazzo, un ragazzo che già in PASSATO è stato cercato e voluto dal maligno, lo userà per tornare sulla Terra in questo tempo e regnare.”

“E lei ci CREDE? Ci credete tutti?? Dove sta questa fantomatica profezia??” disse Dean.
“In pochi sono riusciti a leggerla, prima che hanno fatto in modo che sparisse.”
“E lei allora come fa a saperne il contenuto??”
“Dean, la mia onestà non è in discussione!
“Ah, certo, invece la nostra, quella di Sam, Sì???” gridò il biondo.

“DEAN!” questa volta fu Sam a richiamarlo.
 
“Perché ci sta raccontando queste cose proprio a noi?? Crede forse che Sam potrebbe ospitare il maligno??”
“Io no. “ disse tranquillamente Albert. “Ma qualcun altro potrebbe pensarlo.”
“Perché??? Mio fratello è il ragazzo più dolce e gentile che io abbia mai..”
“E proprio per questo potrebbe essere una preda succulenta per il diavolo! In quanto al perché, tuo fratello ha dimostrato di avere dei poteri magici molto potenti. Se lo vedessero ora, penserebbero che è lui, proprio LUI, non dico che sia così..” disse per tranquillizzare Dean. “Ma lo penseranno, è per questo che dovete essere preparati a sapere queste cose.”

“Tutto questo è..è assurdo. Sospettate di me da quando ho messo piede in questa scuola, vero?” chiese Sam.
“No, Sam, da prima.
 
“Cosa??” dissero in coro i ragazzi.
“Ve l’ho detto. Sapevo di te ed Alisea da quando vi siete risvegliati dal coma. Ho delle spie che incarico di tenere sotto stretta sorveglianza le persone che escono da un coma e riferiscono di aver visto o provato cose strane.
“Quindi se lo sa lei…anche altri..” a Sam mozzò il respiro.
“Ultimamente si adotta un’altra politica.” Lo rassicurò Albert. “la minaccia di un male che viene da un altro mondo è presa così seriamente, che si pensa che bisogna agire con cautela. Il Governo ha deciso di indagare in silenzio su chi possa essere il predestinato a portare il maligno sulla Terra.”
“E il cerchio è ristretto a chi è uscito dal coma?” chiese Sam.

“No. Purtroppo no. Non fanno menzione del coma. Ecco perché potrebbe essere chiunque, nonostante ciò, sono tenute sotto controllo le persone che vengono scoperte ad usare arti magiche.” Disse Albert.
 
Per un po’ piombò il silenzio sui due ragazzi.

“Prima ci ha parlato di Alisea..e poi lei sostiene che io e lei eravamo DAVVERO in un altro mondo..potrebbe essere dunque LEI?” chiese Dean.
Albert sembrava un po’ in conflitto.

“C’è qualcosa di strano nella signorina Alisea, sicuramente, ma non ha evidenziato arti magiche visibili, quindi non possiamo esserne sicuri. Tuttavia, il professor White sostiene di ricevere da lei, delle vibrazioni negative.”
 
“White?? È coinvolto anche lui in tutto questo??” chiese Dean.
Albert sospirò.

“E va bene. Scopriamo tutte le carte. White e io facciamo parte della stessa organizzazione, che si basa su larga scala, che sta indagando su questo fenomeno di scala mondiale.”
 
Sam e Dean si alzarono in piedi e il maggiore si pose immediatamente a scudo su Sam.


“Non avete niente da temere su di noi.”
Lei ci ha mentito?? Ci ha detto che voleva proteggerci!!”
Ed è così! Ascoltate, è un’eredità che ha radici lontane nella famiglia, non mi aspetto che comprendiate, ad ogni modo, io e White eravamo poco più che inservienti in questa grande organizzazione, quasi invisibili, poi sono avvenuti dei cambiamenti."
“C-cambiamenti? Che genere?”

“Ricordi. Di un’altra vita. Ancora molto confusi per parlarne. All’inizio avvicinare White, fu difficile, lui non voleva neanche parlare con me, o parlare di questa COSA…diceva che ci avrebbero ucciso se avessimo osato contrastare o mettere in dubbio quello che ci ordinavano di fare, ma poi lui..ha cominciato a sognare.
 
“Sognare??? Sognare cosa??” chiese Sam.
 
 
 

Il sogno di White 

Oscurità…..oscurità completa. …non si pensa mai che il principio è SEMPRE buio….come la fine…. .tutti dicono che quando si muore si vede una gran luce bianca…non è vero..quelle sono favole. È il buio la prima cosa che vedi. E tutto quello che ti accompagnerà dopo. Come potrebbe esserci luce dopo il buio?
 
 
"Avrei dovuto saperlo….. "sussurri. Cammini ancora un po’, come un automa. Ti fai strada verso…
  "Aspetta….è un corridoio?....."
 

Continui a camminare….
 
"Il corridoio di una scuola….ma è tutto buio….non vedo niente…."
 
All’improvviso il corridoio si ilumina in maniera violenta, come se qualcuno avesse acceso di colpo decine di riflettori all’interno…ma non erano riflettori.
 
 
“Sono LAMPADE. Sono lampade antiche appese ai muri” esclami con stupore nella voce.
 
“Allora….allora non è vero che c’è solo oscurità e che non esiste la luce.”
 
"Si vede quel che ci si aspetta di  vedere….anche se non corrisponde al vero".
 
  “Aspetta….io non capisco più niente…c’è una tale confusione nella mia testa…credo di non riuscire a ricordare neanche più chi sono. Sono maschio o femmina? Io…non lo ricordo più” dici toccandoti la testa.
 
“Che importanza ha? Si nasce androgini, poi l’uomo nega la sua parte femminile. Il format esterno sentenzia: maschi di qua, femmine di là.
IDIOTI.”
 
Tu sobbalzi.
 
"Vogliono dividere L’UNO, ma non possono dividerlo."
  "Io non capisco…."
  "Non importa. C’è uno specchio là in fondo. Puoi guardarti, se vuoi".
Ti avvicini lentamente e guardi con timore dentro lo specchio. Con timore e con una certa soggezione.
 
Riconoscimento. Era tutto quello per cui lottano gli esseri umani dal momento in cui vengono al mondo a quando muoiono. Per tutta la vita cercano di riconoscersi, di capire chi sono e non riuscendoci, cercano di riconoscersi negli occhi degli altri, incorrendo in un’illusione dopo l’altra…dopo l’altra….
 
"Io…sono davvero io?"
"Ne hai forse qualche dubbio?"
"Non riconosco la persona che è nello specchio".
“Quella persona non sei tu. È solo un’immagine illusoria”.
 
 
Ti giri con aria sprezzante
 
 
“Adesso NE HO ABBASTANZA di questi giochetti. DIMMI CHI SEI.”
  
“Come, con tutta questa luce non riesci a vedermi?”
 
“Sei avvolto da una nebbia” rispondi con aria dura.
Ti sbagli! Non c’è nessuna nebbia. Tu la vedi intorno a me perché i tuoi occhi non sono ancora pronti a riconoscermi.
 
“Aspetta….io ti conosco già???” Sgrani gli occhi. Non capisci. Sarebbe servito a qualcosa dirti che una volta ti chiedevi continuamente come facevano le persone a meravigliarsi sempre di tutto, anche delle cose che in fondo sapevano già? Adesso tu stavi facendo lo stesso.
 
Non rispondo. Faccio un sospiro. Ti prendo una mano.
  “Voglio solo che tu sappia una cosa. Non ho mai voluto  farti del male. Lo sai, vero?”
“L’hai fatto?” Dici con voce strozzata.
“No! Volevo dire che…non ho mai avuto intenzione di farlo. Neanche quando….c’è stato il grande crollo di tutto.”
 
“Io non capisco quello che tu dici”.
“Si invece, lo rifiuti solamente. Vedi,” dico stringendoti ancora di più la mano.
 
“Io…non riuscivo a capire come potessi decidere di buttare tutto all’aria, tutto quello che avevamo, per colpa di un branco di ragazzini….non riuscivo ad accettarlo…io…”
 
“Lasciami la mano!”
 
“Non potevo accettarlo!! Tu volevi proteggerli, ma non  è… non era nella nostra indole farlo….”
 
Momento di silenzio.
 
“Nostra?” Dici con voce strozzata. Percepisco la paura nella tua voce.
Ti lascio la mano.
 
"Basta cosi. Questi ricordi sono troppo dolorosi e poi comunque quando ti risveglierai non ricorderai più niente…e neanch’io.
“Aspetta, cosa vuoi dire?”
 
Mi limito a sorridere.
 
Non ha importanza.
In quel momento, di nuovo il buio.
 
 
 
  
Sam e Dean rimasero basiti a sentire di quel sogno.
“Il…corridoio di una scuola?” chiese Sam allibito.
Albert annuì.
“Ho ragione di supporre, teoria poi confermata da White stesso, che lui ha sognato QUESTA SCUOLA.”
 
Il grande crollo di tutto?” domandò Sam.
“Sì e su questo possiamo fare varie ipotesi. Chi potrebbe parlare così? Qualcuno che parla di un impero? Quindi forse UN RE? Cos’è crollata? Una città? Un impero?”
“Perché non Atlantide.” Disse Dean sarcastico. “Immagino che il signor White non ricordi chi sia la signorina misteriosa.”
 
“Sbagliato. La ricorda e l’ha sognata prima di incontrarla. È Ariel, la nuova professoressa.”
 
Sam e Dean rimasero basiti e a bocca aperta.
“La donna che ci ha aiutati quando abbiamo soccorso quegli animali prima di andare a scuola??” chiese Sam.
 
Albert annuì. “Sì. White sostiene di averla sognata ancora prima di incontrarla.”
“E lei gli crede??”
 
“Sì. Non ha ragione di mentire. Per qualche ragione, lui e questa donna sono collegati, lui deve averla delusa..ferita..forse gli ha spezzato il cuore..anche se non sono del tutto sicuro che fossero amanti.”
“I due ragazzi lo guardarono con curiosità.
 
“White mi rivelò che lui sognò di lei più come se fosse…famiglia.
 
“Mmm..ha parlato di un branco di ragazzini..” disse Dean.
“Sì e questo ovviamente mette in mezzo anche voi, mi dispiace tanto.”
 
I due ragazzi lo guardarono ancora più sorpresi.
 
“Se White ha parlato di ragazzini e ha sognato la scuola, è molto probabile che il suo sé di prima si riferiva a ragazzi di questa scuola e se la mia teoria è giusta, che in quel momento non era lui a parlare, ma una sua precedente incarnazione,  i ragazzi di cui parla, potrebbero trovarsi qui in QUESTA SCUOLA,potrebbe essere chiunque, perfino voi due, o i vostri amici.”
 
“Quindi White..potrebbe avercela avuta con noi in un altro mondo?”chiese Dean.
“Questo spiegherebbe il suo comportamento nei nostri confronti, ma cosa c’entra Dean in tutto questo? Lui non è mai stato in coma.” Disse Sam.
 
“No, è vero, eppure viene come influenzato da te, è ancora un mistero il come, ma a quanto pare non sei l’unico a possedere la magia, Sam, anche se nel caso di Dean è ancora più affascinante, nel suo caso, Dean la usa per proteggere TE.”
 
Sam si voltò a fissare Dean.
 
“Quindi mi sta dicendo che anche io sono stato in un altro mondo magico e per chissà quale ragione, sono il custode di mio fratello?” chiese sarcastico, ma Sam gli lanciò un’occhiata tanto dolce che gli fece tremare le gambe.
 
“Sembrerebbe di sì.” Disse Albert sorridendo. “Ti va di provarlo?”
“Come?” chiese Dean.
 
Albert li invitò a seguirli in una stanza. All’interno c’era un fondale finto di una foresta amazzonica.
 
 
 


“Questa stanza è insonorizzata e costruita con un materiale che dovrebbe essere resistente a ogni forma di attacco. Forse avrete voglia di mostrarmi che cosa siete in grado di fare.” Disse Albert.
“C-che cosa? Non funziona così! Crede che possiamo comandare questa cosa a bacchetta?” chiese Sam.
 
“Cosa?? Pensi di non riuscire a controllare quello che è dentro di te??”
“No!”
Allora sarai una facile preda per il demonio!!!” gridò Albert.
“NOOOO!” gridò Sam.
 

Una specie di cascata proruppe, immergendo Albert e cominciando a bagnare tutto il pavimento, ma non era stato Sam a provocarla.
Ma Dean.

“Non…non deve parlargli in questo modo..lui non è..una preda per il diavolo!” disse Dean.
“Molto bene, Dean, ci sei riuscito” disse Albert ammirato. “Ora però fermati.”
“Non..non posso..è troppo più forte di me!”
Controlla le tue emozioni!”
“NON POSSO!!!”
“SAM, AIUTALO!!”
 
Sam lo fissò e cercò di parlargli.
“Dean, ti prego, fermati.”
“Non posso, Sam, non riesco.”
“Se le parole non aiutano, prova con altro, Sam!”

Sam, visibilmente terrorizzato, ma incapace di distogliere lo sguardo dal fratello, coprì la mano con la sua.
Non sapeva neanche lui cosa voleva fare, ma dalla sua mano, fuoriuscì come una ramificazione floreale che si espanse sempre di più, fece crollare i fondali finti della stanza e ne creò di veri, tutto attorno nacquero piante e fiori rampicanti bianchi sulle pareti e  altre foglie e fiori che cominciarono  a posarsi sull’acqua che si muoveva incontrollata, fino a finire per fermarla del tutto.
 
Dean ed Albert assistettero a bocca aperta all’opera compiuta da Sam. Ora nella stanza c’era un piccolo laghetto che copriva loro le ginocchia e sopra di esso fiori ed erba, come fosse una palude, ma il tutto sembrava uno spettacolo paradisiaco.

“A quanto pare, siete l’uno i custodi dell’altro. “ disse Albert con tono estatico, ipnotizzato da quello che era appena successo.
“Sam..tutto questo..sei stato tu!!” disse Dean, tenendogli le spalle, guardandolo con sguardo adorante e orgoglioso.
Albert stava ancora cercando di muoversi a fatica nell’acqua, ma ad un tratto, dei passi frettolosi e una porta spalancata, li fecero sussultare tutti quanti.
 
 
“TU..COME…come hai OSATO..” White si stagliava sulla porta con tutta la sua altezza e guardava i due ragazzi, lo spettacolo appena avvenuto e il preside con sguardo fiammeggiante e cattivo, come se lo odiasse.
“Black, era necessario informare i due ragazzi della gravità dello stato in cui noi..”
“NON AVEVI NESSUN DIRITTO DI METTERE IN MEZZO ANCHE ME IN QUESTA FOLLIA, Vuoi farti uccidere?? BENE, ma non hai nessun diritto di decidere per me!”
“Black..”
Come HAI OSATO raccontare a due ragazzini, delle cose tanto private, MIE, SENZA IL MIO CONSENSO? IO TI UCCIDO!”
 
Prima che Sam e Dean potessero avere il tempo di urlare o ribellarsi, White era inaspettatamente, non si sa come, riuscito ad afferrare Albert per la gola, ma, con orrore di Sam e Dean, il professore non usava le MANI, era riuscito non si sa come, a sollevare dal suolo Albert, senza toccarlo e ora lo stava tenendo per la gola ancora senza usarle, con una forza invisibile che sembrava strangolarlo.

“Signore!! Signore, cosa sta facendo?? Come fa a farlo??” chiese Sam gridando, rivolto al preside.
Black ghignò.
“Suppongo quindi che non gliel’ha raccontato, ma come, Albert, hai raccontato già molto di me, perché non finire in bellezza, nascondendo loro questo piccolo dettaglio?”
“Non è….coff..mia intenzione farti del male..Black..loro avevano bisogno di sapere..non mi avrebbero mai creduto..coff..altrimenti..”

“Chi ti da il diritto di decidere della vita e del destino degli altri, Albert, CHI??”
Black sembrava del tutto fuori di sé.
“Black..io voglio aiutarti..voglio aiutare tutti noi..”
“Bugiardo! Sei un bugiardo anche tu, come LEI. Come quella donna che hai assunto qui, non so come ne perché, ma mi ha voltato le spalle.  Il mio sogno parla chiaro e ora lo fai anche tu.” La forza oscura che stringeva la gola di Albert, se ne andò, ma non il suo restare sollevato al suolo. Black arrivò da lui e gli strinse la gola, lui stesso, mentre Albert rimaneva sollevato.
 
Delle inaspettate ramificazioni cominciarono a stringere magicamente contro il braccio che teneva la gola di Albert come a volerlo strangolare o forse solo minacciarlo. Le ramificazioni si strinsero sempre più a lui come dei tentacoli che volessero trattenerlo.
White non si scompose, ma osservò con curiosità i tentacoli che lo fermavano e si rivolse al preside  socchiudendo gli occhi.


“Dì al tuo giocattolo di lasciarmi andare, o uccido te e lui.”
“S-stia lontano da lui. Lo lasci andare!” disse Sam coraggiosamente.
Il preside però sembrava mantenere la calma.

“Lascialo andare, Sam, è sempre il tuo professore, non puoi aggredire un tuo insegnante.”
“Ma lei lo sta strangolando!!” si ribellò Sam.
“Fai come ti dico o dovrò metterti in punizione!” disse il preside coraggioso.
Sam a malincuore richiamò non sapeva neanche lui come, le ramificazioni, che scomparvero.
 

Black sembrava aver perso parte della sua follia. La sua stretta si fece meno salda, ma la sua rabbia era ancora tanta.
“Se pensi di avermi calmato con questo spettacolino, sei fuori s..”
“Io sono tuo amico, Black..”
Amico?? Tu mi hai usato!!” ora la follia nei suoi occhi sembrava essere tornata. “Io ho MENTITO per te, ho fatto la SPIA per te, dai molto per scontato, Albert, forse non voglio più farlo.”
“Allora uccidimi. Se pensi che io ti abbia solo usato, fallo.”
“NO!!” gridarono i due ragazzi e cercarono di raggiungere il preside a piedi stavolta.
 
“State alla larga, non avvicinatevi!!”
“Non gli permetteremo di farvi del male!” disse Dean.
“Non importa quello che succederà a noi!” disse Sam di rimando.
 

“Black non mi farà alcun male. Mi fido completamente di lui. Non è vero, Black? Non è quello che ti ho sempre detto?”
Black, che aveva sgranato gli occhi, aprì la bocca in una smorfia e i due fratelli pensarono per un breve attimo che avrebbe sbraitato oppure colpito il preside, ma lui esalò un lungo sospiro, alla fine lo lasciò andare.

Nonostante il gesto brusco, era solo Black quello che sospirava vistosamente per riprendere il controllo. Albert, di rimando, sembrava esser rimasto impassibile. Non si era nemmeno accasciato al muro, né si teneva la mano nel punto in cui Black lo aveva stretto.
“Come ti ho già detto, dai un sacco di cose per scontate, Albert.”
E dicendo così, si allontanò come una furia da lì, lasciando la stanza.
 
Dean e Sam furono subito accanto al preside ad assicurarsi che stesse bene.
“Sta bene? è ferito?” chiese il maggiore.
“Gli ha fatto del male?” chiese Sam di rimando.
“Non avete niente da temere da Black, la sua è tutta scena.”
“Quell’uomo è crudele..avrebbe potuto..” cominciò Dean.
“No! Non è crudele, è solo un uomo spaventato.”
“Come sa che non ci tradirà?” chiese Dean.
“Mi fido di lui, ad ogni modo è un’altra la cosa di cui dobbiamo preoccuparci adesso.” E dicendo così, si voltò verso i due.
“Ho un compito per voi. Dovete..o meglio non siete obbligati, ma spero accettiate..di spiare qualcuno per me.”
   
 
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