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Autore: ludo22    18/07/2018    2 recensioni
Non gli interessava minimamente, si disse.
/La scena delle vasche d'acido tra Mister J. e Harleen, dal punto di vista del Joker
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice:
-Ma quanto ci mettono a fare uno stramaledetto film su Joker e Harley? Secoli apparentemente.
-Uso scriteriato dell’imperfetto, del passato remoto, delle parentesi e dei puntini di sospensione.
-Prima storia in assoluto sul fandom di Suicide Squad (e anche l’ultima, se andiamo avanti così…), quindi abbiate pietà di me, ve ne prego!
 
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro, tutti i personaggi presenti appartengono alla DC Comics, a Bill Finger, Bill Kane, Jerry Robinson o a chi per loro, e a chiunque ne detenga i diritti.  
 
 

These voices won’t leave me alone and my hands are cold

 

 
(La cosa ironica era che, secondo la dottoressa Harleen Quinzel, i clowns erano spaventosi. Con tutto quel cerone bianco sul volto e il trucco nero, e rosso, e blu una persona normale non riusciva proprio a capire cosa si celasse dietro la loro maschera. Che cosa potevano pensare? Erano davvero tristi come le lacrime disegnate sotto i loro occhi volevano farli sembrare? Oppure quei loro enormi e inquietanti sorrisi… Non potevano essere felici ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, no? Nessuno sorrideva costantemente, per l’amor del cielo…

Era ironico che adesso si trovasse sull’orlo di una voragine, con davanti a sé nient’altro che l’uomo che, per primo, le aveva fatto promettere di morire – e vivere – per lui.

Era ironico che si trovassero alle spalle di un precipizio, alla cui fine si riuscivano a scorgere delle enormi vasche di un liquido di un verde pallido, ma brillante.

Era ironico che diverse persone fossero morte  tutte per colpa tua, tutte per colpa tua, tutte per colpa tua, tutte per colp... – per farlo scappare.

Era ironico che, detto uomo, fosse un clown – e che lei si fosse innamorata di lui –…, no?)
 



Lui non la stava testando.

Assolutamente no.

Sapeva che lei gli sarebbe stata così devota, così fiduciosa nelle sue capacità, così profondamente e infinitamente sua, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, che fosse malata o meno.

No, non era la sua fede o il suo impegno per la vita a preoccuparlo.

Era il suo.

Sarebbe valsa la pena di entrare in una relazione stabile con un’infermiera psicolabile? Sarebbe valsa la pena lasciar entrare qualcuno nella sua testa, nel suo cuore?   
 

(Non lo sapeva, ma non era nemmeno più di tanto intenzionato a scoprirlo.)
 

La persona che, quella notte, entrambi stavano testando era lui, realizzò con un brivido il Joker.

Quanti passi lontano da lei sarebbe stato in grado di fare?

Quanti passi lontano da lei sarebbe stato in grado di fare prima che si arrendesse?

La guardò distendere le lunghe braccia e saltare dalla piattaforma.

Si sporse appena per osservare, meravigliato e impaziente, il corpo della giovane donna toccare il fondo della vasca di acido, per essere poi ricoperto dal liquido verde fosforescente.

 
(E fa che muoia, fa che muoia, fa che muoia… oppure fa che non muoia, fa che non muoia, fa che non muoia…)
 

Quando si rese conto di ciò che stava facendo, di ciò che stava pensando, si voltò immediatamente da quella dimostrazione di lealtà e amore incondizionato, e iniziò a camminare nella direzione opposta, sperando intensamente di non girarsi più per vedere quella scena pietosa.

Contò mentalmente i passi.


(Uno…)


Non gli interessava minimamente, si disse.


(Due… )


Era stata tutta una stupida recita.

Uno stupido scherzo del pagliaccio principe del crimine per garantirsi la libertà da quel cesso di imbecilli, da quello stramaledetto – da quello stramaledetto asylum.


(Tre…)


Non si sarebbe girato.

Non poteva farlo.

Non lo avrebbe mai e poi mai fatto.

Non c’era alcuna possibilità che permettesse a una dottoressa qualunque come lei di entrare nel suo cuore.

E poi…


(Quattr…)


Merda.

Dannazione. Merda.
 
Ringhiò gutturalmente, e senza più pensare, si strappò la giacca di pelle nera, nel mentre che si girava per affrontare la vasca di acido sotto di lui.

Quella sarebbe stata una serata davvero magnifica, si disse, riemergendo dalla vasca con la dottoressa tra le braccia...  
   
 
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