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Autore: hypnoSIA    19/07/2018    1 recensioni
Al padrone non piace Kreacher e a Kreacher non piace il padrone. Poco sa, il povero elfo, che il suo astuto piano per trovarsi un nuovo padrone purosangue porterà Harry Potter e il suo bramato Draco Malfoy ad avvicinarsi proprio quando il giovane virgulto ne ha più bisogno.
E di certo non immagina, Kreacher, che a Draco Malfoy renderà un servigio più importante che preparargli la colazione - aiutandolo a mantenere la sua anima intatta.
[Ambientato durante gli eventi del Principe Mezzosangue]
Genere: Comico, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dobby, Draco Malfoy, Harry Potter, Kreacher, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO I
SVISTA

«Kreacher farà tutto quello che vuole il padrone»
Ma il padrone non era certo edotto quanto all’esatta formulazione di un comando da impartire ad un certo elfo domestico a cui il suo padrone risultava piuttosto indigesto.
Non che per Kreacher fosse semplice! Quando quella possibilità così succulenta gli si era presentata davanti, l’intento truffaldino che aveva soltanto assaporato lo aveva immediatamente punito…Ma non poteva resistere! Non poteva crederci!
 
«Il padrone ha altro da comandare a Kreacher?» Chiese con voce gracchiante e piagandosi in un inchino reverenziale che gli fece sfiorare terra con le orecchie a pipistrello nell’intento, peraltro, di nascondere il suo evidente stato di euforia.
 
Quando il padrone annuì dispensandolo fino a nuovo ordine, Kreacher si morse le labbra sottili - un po’ perché credeva che il padrone - che era di certo un mentecatto, sicuro - gli sovvenisse tutto d’un tratto l’errore - la svista - che aveva compiuto; dall’altro, perché poteva per davvero frodare il suo padrone e la sua natura di elfo, ovviamente, non voleva assolutamente permetterglielo.
 
Ora rimaneva solo un unico problema da risolvere.
 
«Non se ne parla!» Squittì quella reproba creatura che ancora osava definirsi elfo una volta fatto ritorno nelle cucine. «Harry Potter ha dato questo compito a Dobby e a Kreacher, e Dobby e Kreacher pedineranno il giovane ragazzo Malfoy insieme!»
«Brutta bettola di un elfo! E come facciamo con il lavoro qui, se manchiamo tutti e due insieme?!» Gracchiò Kreacher che non avrebbe mai permesso che quel rifiuto di servo si rivelasse una falla nel suo piano.
Dobby si portò l’indice sottile sotto il mento in riflessione; i sei cappellini di lana che indossava tutti insieme - ognuno di un colore diverso: ma vagli a spiegare che quello lì non poteva di certo dirsi un abbinamento azzeccato! - procurarono al delicato stomaco di Kreacher, già messo a dura prova dalla puzza che quel Mezzosangue del suo padrone emanava.
 
Dobby era assolutamente disgustoso da guardare! Nemmeno per tutti i calici Black di Grimmuld Place avrebbe tollerato la sua presenza più del necessario - piano malefico in atto o meno!
 
«Ho trovato! Dobby chiederà delle ferie a Silente!»
Al suono di quell’infausta parola, Kreacher si tirò le orecchie fino a farsi molto, molto male e coprirsi entrambi gli occhioni; poi ci ripensò: le allungò ancor di più e con le orecchie tutte rosse, ormai di dimensioni pari a quelle di due piccole cordicelle, cercò di soffocare Dobby. Sì, faceva male: ma ferie era un’autentica pugnalata al cuore.
 
«Tu, blasfemo di un elfo domestico! Tu e quei tuoi cappelli dell’umiliazione!»
Dobby non doveva sicuramente aver compreso che il problema di Kreacher fosse proprio quella parola - il che, per lui, si rivelò comunque un bene.
«Kreacher ha ragione. Dobby non dovrebbe approfittare della bontà di Silente. E va bene: Dobby e Kreacher faranno i turni - ma comincia Dobby!»
 
Kreacher brontolò e sbatté una vecchia pentola sul grande tavolo al centro delle cucine. Alla fine, accettò il compromesso - e anche quella mossa si rivelò per Kreacher molto favorevole.
 
Intanto, ebbe tutto il tempo di pensare alle reali probabilità che il suo piano potesse riuscire.
Non c’era dubbio che non potesse accorrere dal giovane Malfoy affinché lo prendesse con sé come sua proprietà pronta a tutto - non di certo se il padrone non aveva espressamente acconsentito a quella donazione; o non fosse morto proprio come il vecchio. E questo nuovo, sembrava a Kreacher, non pareva proprio avere alcuna intenzione di tirare le cuoia.
Per quel pensiero scomodo, si batté la pentola bollente sulla pelle nuda della sua calva testolina.
 
Il vantaggio fu per lo più dovuto all’essere istruito circa le abitudini del giovane Malfoy una volta che Dobby fu tornato dal suo primo giro di ronda - e soprattutto, dove poterlo trovare solo e senza impicci di sorta.
Quando Kreacher diede il cambio a Dobby era ormai ora di cena. Gli elfi tutti - compreso quell’obbrobrio senza morale del suo compagno di sventure - sarebbero stati tutti indaffarati per un bel po’ con i preparativi per il pasto e il lavaggio delle stoviglie una volta terminato.
Kreacher attese che il signorino terminasse la pietanza nel piatto e che, da solo, si dileguasse dalla Sala Grande.
 
Kreacher non era affatto contento di quello che aveva visto - nossignore!
Il giovane Malfoy era magro e non aveva mangiato molto e di certo Kreacher non poteva permettere che la sua unica speranza di una vita asservita e felice deperisse come un fiore sfortunato.
 
Ma che bel fiore, che era!
Biondo e altero - e quanto era elegante l’andamento che sfoggiava!
E quanto aristocratici erano i suoi lineamenti acuti e duri che tanto ricordavano a Kreacher la sua cara e amata padrona!
 
Lo aveva pedinato fino al settimo piano mentre non faceva altro che pensare a quanto felice sarebbe stato con un padrone dal sangue così puro - e così fiero di svettarlo!
Dobby aveva parlato dei nobili e puri suoi vecchi padroni con un’insolenza che aveva costretto Kreacher a punirsi al suo posto.
Kreacher pensava che i Malfoy avrebbero dovuto metterlo a riposo alla vecchia maniera prima che tanta insubordinazione potesse creare seri danni - ma i Malfoy dovevano essere stati padroni proprio benevolenti, pensava Kreacher, che avevano deciso di esser comprensivi con cotanto sudiciume d’animo e perdonare a quell’immonda creatura qualunque cosa.
 
Quanta magnanimità!
Che buon cuore!
Che grazia!
Che onore doveva essere servire il giovane Malfoy-Black!
 
Soffocato dalla sua stessa bava, Kreacher si decise a rivelarsi all’oggetto dei suoi desideri con un sonoro Crack che sperava potesse suonare come la più dolce delle melodie al suo desiderato padrone.
 
Il giovane Malfoy urlò; poco graziatamente, peraltro - ma era stata colpa di Kreacher! Più tardi si sarebbe punito e ne avrebbe anche goduto.
 
«Che vuoi da me, schifosa creatura! Levati o mi farai vomitare!»
 
Kreacher si commosse e gli si gettò ai piedi baciandogli le scarpe: il tono perentorio di una voce che poteva solo appartenere a il più nobile dei reali…Stava sognando!
 
«Signorino Malfoy, signorino Malfoy - lei, che ha il nobile sangue dei Black e della mia padrona che le scorre per le vene! Lasci che le pulisca le scarpe…Oh…signorino…i Black…  »
 
Era evidente che la vista di Kreacher stesse nauseando parecchio Draco Malfoy anche se riconobbe che l’elfo doveva essere piuttosto sveglio per apprezzare la purezza della sua linfa vitale e il baluardo che vestiva orgogliosamente.
 
«Chi sei, inutile elfo? E cosa vuoi da me?»
Kreacher si mise finalmente su due zampe cercando di ricomporsi quanto più possibile.
«C’è un complotto, giovane Malfoy! Un complotto a suo danno!»
«Un complotto? E chi dovrebbe complottare contro di me?»
«Il mio padrone, signore! Il…Mezzosangue…Harry…Potter!» Kreacher si tirò le orecchie e sputò per terra: aveva appena tradito un padrone il cui nome la sua bocca non sopportava proprio di dover proferire. «Kreacher si vergogna molto del suo padrone…»
 
Ma se Kreacher era ferocemente combattuto tra due poli - punirsi violentemente per aver disobbedito o per aver riempito le delicatissime orecchie di Draco Malfoy con l’insulso nome del suo padrone -, anche il giovane biondo davanti a lui sembrava aver perso colore, assalito da mille dubbi e paure.
 
«E così, Potter sospetta di me…» Disse più a sé che riferendosi all’elfo.
Da vicino, Draco Malfoy sembrava ancora più imponente ma anche molto magro e pallido - con una sfumatura grigiastra della pelle che Kreacher non ricordava fosse caratteristica del sangue dei Black.
«Beh, allora userò il devoto elfo di Potter per fargli capire che deve farsi i fatti suoi!» Ringhiò alla fine di una lunga riflessione guardando con gli occhi grigi iniettati di rabbia il povero e innocente elfo.
«No, signorino Malfoy! Non rimandi Kreacher da quel Mezzosangue del suo padrone, la supplico! Kreacher non vuole servire un Mezzosangue, e una Sanguesporco, e un Lupo Mannaro e…e…»
I poveri nervi di Kreacher non tennero: si gettò nuovamente ai piedi di Draco scoppiando a piangere come una fontana e a nulla servirono gli strattoni che il biondo cercò di tirargli: Kreacher si era appigliato con tutte le sue forze e speranze alla gamba della sua unica speranza.
«Lasciami stare, lurida bestia!» Sbraitò dando a Kreacher un ultimo calcio che lo scaraventò violentemente su una colonna. «E così non vuoi tornare dal tuo padroncino, mh?» Disse ghignando. «E secondo te sono così stupido da crederti? Ovviamente Potter ti ha mandato per inscenare questo teatrino e spiarmi!»
«Esatto, signorino Malfoy!…Oh…No, no! Harry Potter ha mandato Kreacher a spiare il signorino Malfoy ma Kreacher non vuole cospirare contro il signorino Malfoy…Kreacher sa che il signorino è nipote della sua padrona…Kreacher non potrebbe mai, mai tradire il sangue dei Black per cui Kreacher vive!»
«Oh, ma insomma! Lavori o no per Potter, si può sapere?!» Imperiò Draco ormai spazientito da quell’insulso teatrino che non faceva altro che fargli perdere tempo e, purtroppo, anche intimorirlo.
«Kreacher è stato lasciato in eredità ad Harry Potter, signorino Malfoy…Ma Kreacher non vuole, non vuole! Kreacher apparteneva alla padrona Walburga prima - ma lei è morta, e anche padron Regulus è morto! E Kreacher è diventato di padron…padron Sirius…e…e…»
«Ho capito! Tu sei quel Kreacher! Mia madre e mia zia devono avermi parlato di te quest’estate…» Disse pensieroso senza curarsi dell’effetto che avrebbero sortito sul povero elfo.
 
«Padrona Bellatrix ha parlato di Kreacher?!»
 
Kreacher saltò su se stesso, gioviale come non lo era da tempo mentre Draco Malfoy lo osservava come si osserva una reproba bestia gaudente.
 
«E quindi, tu vorresti servire i Black, dico bene?»
Kreacher annuì. «Kreacher farà tutto quello che i Black gli comandano. Kreacher può aiutare il giovane Malfoy a guardarsi dal padrone - e può aiutarlo in qualsiasi cosa abbia bisogno di Kreacher! Qualsiasi!»
 
Kreacher lo guardò con occhi sognanti e pieni di lacrime.
Una volta tornato nelle cucine si sarebbe dovuto punire fino a sentire il dolore per giorni attraversargli tutto il magro e cadente corpicino ma sapeva che il rifiuto del giovane Malfoy sarebbe stato peggio di tutti ferri da stiro che si sarebbe passato sulle dita.
Attese che Draco Malfoy prendesse una decisione sperando di aver fatto appello alla bontà che aveva riservato a Dobby, risparmiando la sua testa dall’essere appesa su un sontuoso muro del Manor.
 
***
 
L’anno precedente alla sua maggiore età lo aveva immaginato intessuto da una catena di vittorie che lo avrebbero introdotto alla vita adulta.
Draco si era messo in testa di vincere la Coppa di Quidditch e delle Case e di prepararsi alla corsa per diventare Caposcuola.
Tra una burla e un’altra, si sarebbe preso del tempo per conoscere meglio una bella ragazza e i piaceri che solo due gambe lunghe e morbide rischiarate dalla luce lunare avrebbero potuto regalare.
Tutto quello che aveva imparato da quanto aveva compiuto sedici anni, però, era la paura.
 
Non passava giorno che non si guardasse guardigno dai suoi nemici - ma, soprattutto, che non temesse l’attacco di coloro che si professavano essergli amici.
 
Non c’era momento in cui Draco non avvertisse l’acqua alla gola che, nei suoi ricorrenti incubi, diventava rossa e ferruginosa - il suo sangue, o quello di sua madre o suo padre.
 
Non c’era luogo in cui non desiderasse scoppiare a piangere, nascondendosi per bene agli sguardi di tutti e trovando riparo tra braccia reali e fatte di carne viva - e non quelle evanescenti del fantasma di una ragazza morta e triste e a cui la sua condizione aveva fatto una gran pena.
 
Era così solo e, anche se solo lo era sempre stato, quella consapevolezza era la più dura delle lame che dovesse sopportare - una puntura continua, una scheggia proprio in mezzo al petto che, giorno dopo giorno, lo consumava silenziosamente e senza che nessuno potesse accorgersene o fare qualcosa per impedire l’emorragia.
 
Era arrivato addirittura a concludere che la morte sarebbe stata preferibile a quella condizione - senonché, se non avesse portato a termine il suo compito, sua madre sarebbe morta.
E comunque era troppo codardo per accettare consapevolmente la morte.
Allo stesso tempo era…troppo codardo per potersi fare carico dell’incombenza che gli era stata assegnata.
 
E ora ci si metteva di mezzo anche Potter!
 
Lo invidiava in quel momento più che mai - sempre così fortunato anche se non aveva alcun talento degno di nota; sempre così amato - amici, insegnanti, amici di amici (Silente!): un intero Mondo Magico pronto ad offrire la pellaccia per il Prescelto.
E Draco - ch’era anche lui un Prescelto - non poteva che contare solo sulle sue forze: un istinto magico niente male, certo, ma nervi flebili come nuvole e una condanna pendente sulla sua testa.
 
L’idiota doveva morire: questo Draco lo sapeva e credeva che, in cuor suo, anche Potter ne fosse cosciente.
Ma Draco era troppo giovane per morire.
A sedici anni, la morte è una vecchia signora a cui ridere in faccia, rubare le caramelle e spezzare le gambe. Draco - esattamente come ogni suo coetaneo - non ci pensava e non voleva nemmeno credere che potesse toccare a lui perché a sedici anni ci si sente un po’ invincibili, un po’ padroni di sé e del mondo - anche se, alle logiche della cruda realtà, ci si è sempre costretti a piegarsi più o meno coscientemente.
Ora che quella consapevolezza aveva preso a visitarlo ogni notte, ora che quel timore sedeva con lui ovunque andasse…Beh, avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gli guardasse per davvero le spalle. O che almeno fosse lì, quando il suo momento sarebbe venuto, a sincerarsi che sarebbe finito tutto presto - che quando si muore non si sente proprio nulla.
E tutto quel dolore sarebbe finito in un lampo di luce verde.
 
Guardò l’orribile e vecchio elfo che lo fissava con occhi sognanti e ricolmi di ammirazione: non si poteva di certo dire che sarebbe stato un acquisto di cui vantarsi.
D’altra parte, apparteneva a Potter: e da quanto, Draco, bramava togliere qualcosa al Bambino Che Aveva Tutto Il Culo del mondo?
 
«Kreacher farà tutto quello che voglio?»
 
L’elfo annuì così violentemente da far sbattere le sue grandi orecchie da pipistrello come degli stracci sbattuti al vento.
 
«E d’accordo, allora. Ma sta attento a come ti comporti, stupido elfo!»
Quella voce era pura arte per le orecchie del felice Kreacher.
 
***
Il suo ottimo umore intascò un duro colpo una volta tornato nelle cucine.
«Kreacher ha pedinato il giovane Malfoy?»
Disgustato, Kreacher guardò torvo il suo interlocutore: portava il coperchio di una teiera come copricapo ed era decisamente ridicolo e blasfemo.
«Sì, sì. Kreacher fa sempre tutto quello che vuole il padrone.»
«E allora, cos’ha scoperto Kreacher sulle abitudini del giovane Malfoy?»
Quel nome pronunciato per due volte da quella bocca lurida e peccaminosa doveva essere ristorato, decise Kreacher.
«Kreacher ha scoperto che il giovane Malfoy emana un buonissimo odore di vaniglia e muschio e assomiglia molto alla sua cara e amata padrona. Il giovane Malfoy si comporta da vero purosangue: non parla ai traditori e si prende gioco dei luridi Sanguesporco e…La sua voce è dura e imperiosa come si conviene ad un vero lord…e…»
«Kreacher deve smetterla! Il giovane Malfoy è un ragazzaccio proprio come la sua famiglia!»
Kreacher strinse forte i suoi piccoli pugni e ne mollò uno - piuttosto debole - alla faccia di Dobby: questo non diede segno di alcun cedimento e si sistemò semplicemente il copriteiera sulla testolina.
«Dobby non deve parlare male dei suoi padroni! Dobby deve essere punito per aver insultato la nobile famiglia dei Malfoy che è imparentata con la famiglia che Kreacher serve da secoli!»
«Dobby è un elfo libero! E Kreacher non è l’elfo della famiglia Malfoy ma di Harry Potter e se Harry Potter sapesse che ti piace il giovane Malfoy…»
«Dobby non deve pronunciare il suo nome come un insulto! Non davanti a Kreacher! E Dobby dovrebbe levarsi quello stupido tappo dalla testa che oltre ad offendere tutti gli elfi fa sembrare Dobby un autentico scemo!»
Detto questo, Kreacher lo mollò senza dargli tempo di replicare per mettersi finalmente a dormire.
Dobby lo squadrò bene portandosi l’indice sotto il mento: Kreacher venerava troppo il giovane Malfoy e poteva essere un serio problema.
Poi pensò a quanto aveva detto per ultimo: si sistemò meglio il copriteiera sulla testa e si guardò allo specchio pensando che Kreacher, scemo com’era e asservito dalla sua condizione, non potesse proprio capire la moda del momento.
 

Beh, che dire: se siete arrivati fino a qui vuol dire che avete letto fino in fondo questo mio primo tentativo creativo, quiiiindi...
GRAZIE!
Come premesso, questa è la mia prima storia e spero, quindi, di non aver commesso troppi errori o di essere risultata (troppo) pesante!
A tal riguardo, qualora voleste continuare con la lettura dei prossimi capitoli, prendo l'occasione per darvi qualche info sulla trama:
Si tratta di una what if che parte dal momento in cui Harry dà l'incarico a Kreacher e Dobby di sorvegliare Draco (sesto libro); tuttavia, a differenza che nella storia vera, si dimentica di interdire a Kreacher di non parlare o avvicinarsi a Draco e...Eccovi la storia! 
Il mio obiettivo è creare una storia che sia comica ma anche dolce e un po' seria - anche perché il volume in cui si cala non è di certo dei più felici della saga!

Dopo essermi dilungata così tanto nelle note, mi premuro di lasciarvi e di ringraziarvi nuovamente. Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo e se...sì, insomma, vale la pena continuare!
Arrivederci,
HYPNOSIA
   
 
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