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Autore: Ready_to_go    19/07/2018    1 recensioni
Primo settembre 1998, sono molti gli studenti che partono dalla stazione di King Cross diretti ad Hogwart. Hermione è una di loro, pronta ad affrontare i MAGO e determinata ad ottenere il massimo. Ma all'arrivo a scuola ecco la notizia: è stato indetto un torneo a squadre, volto a testare la preparazione magica di tutti gli studenti. Hermione sarebbe entusiasta se non fosse per uno dei compagni di squadra.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La stazione di King Cross era sempre affollata ma quell’anno pareva ancora più caotica del solito. Perfino i babbani si erano accorti del bizzarro tripudio di mantelli dai colori eccessivamente sgargianti e dalle voci garrule che parlano in modo così strano da non sembrare neppure inglese. Chi usciva dalla vicina Saint Pancras vedeva come prima cosa adulti con bastoncini in mano e abiti assurdi. Molti viaggiatori si guardavano interrogativamente per poi catalogare ciò che si trovavano davanti agli occhi come semplici bizzarrie. I Londinesi, degni abitanti di una metropoli cosmopolita erano avvezzi alle stranezze. Ma il vero gaudio si trovava una volta superata la barriera tra i binari nove e dieci. Centinaia di minuscoli maghetti si accingevano ad andare ad Hogwarts per la prima volta e guardavano con occhi affascinati e spaventati il grosso e sbuffante treno rosso che sarebbe partito alle undici in punto. Studenti più grandi chiacchieravano in gruppetti più o meno rumorosi, trascinando grossi e pesanti bauli e ingombranti gabbie con i loro preziosi gufi. Decine di gatti pasciuti e dei colori più svariati si strusciavano sulle caviglie dei passanti, lasciando qualche pelo in ricordo. Qualche grasso e bitorzoluto rospo gracidava tra le mani del proprio piccolo padrone. Tantissimi erano i genitori che abbracciavano, ammonivano e salutavano i figli in partenza per la scuola e che non avrebbero rivisto fino a Natale. L’atmosfera era gioiosa, come un giorno di festa, un compleanno collettivo. Il primo rientro a scuola dopo la morte di Voldemort andava celebrato e perfino chi non aveva figli o nipoti da accompagnare all’Espresso per Hogwarts si era avventurato alla stazione lieto di festeggiare la ritrovata libertà dalla paura dell’anno appena trascorso.
Anche Harry Potter, Hermione Granger, Ron e Ginny Weasley, come ogni anno, erano sul binario 9 e tre quarti ma, diversamente dal solito, solo le due ragazze avevano con loro i bagagli perché solo loro avevano scelto di tornare. A dire il vero per Ginny non si era proprio trattata di una scelta quanto piuttosto un’imposizione della madre. Molly, già distrutta per la morte di uno dei suoi figli adorati, aveva a stento accettato che Ron avesse mollato gli studi per dirigere i Tiri Vispi Weasley con George. Non avrebbe certo accettato che la sua bambina non prendesse i MAGO. Hermione invece era entusiasta per quel nuovo anno scolastico e mostrava con orgoglio la nuova, fiammante spilla da caposcuola, già appuntata sulla camicetta della divisa, stirata alla perfezione. Amava Hogwarts quanto amava casa sua ma per tutta la sua carriera scolastica vi aveva rischiato la vita. L’idea di un anno senza rischiare di essere schiacciata da degli scacchi giganti o senza essere baciata da dei dissennatori la elettrizzava. Harry e Ron le sarebbero mancati molto ma dopo gli anni di emozioni folli, rischi assurdi, paure cieche e tensioni, un po’ di noia non le avrebbe certo fatto male. Probabilmente in molti la pensavano come lei perché la maggior parte dei ragazzi del suo anno, anche quelli che avevano vissuto il regime di terrore dei Carrow, erano tornati, per il loro vero, ultimo anno. Per salutare la scuola che per anni era stata la loro casa. A poca distanza dal quartetto c’era Neville che si stava accommiatando da una nonna incredibilmente fiera di quel suo nipote che ancora recava sul viso i segni di una guerra che aveva combattuto in prima linea, senza paura di soccombere e senza che mai la sua integrità vacillasse. Anche lui, sulla camicia, aveva la spilla da caposcuola. Ogni tanto la guardava ancora stupito, come se non meritasse quell’onore. Per anni era stato solo il grassoccio ragazzino che faceva fatica a ricordare anche gli incantesimi più semplici e paciugava con le magie più elementari. Anche Lavanda era tornata, con delle brutte cicatrice sul viso snello, che nemmeno provava a nascondere ma mostrava con coraggio. Vicino a lei Calì e Padma, chiacchierine ma senza la vecchia spensieratezza, camminavano a testa alta con un gran sorriso sui volti dalla pelle color miele.
Solo i Serpeverde, nel tripudio di gioia collettiva, erano seri e dimessi. Erano dimezzati pur essendo la casa con meno perdite. Una manciata di loro era morta. Alcuni, come Tiger e Nott, erano stati arrestati per l’uso di Maledizioni Senza Perdono e stavano scontando la loro pena in una Azkaban priva di dissennatori. Kingsley si era dimostrando un Ministro della Magia assolutamente corretto e incorruttibile e tutti i Mangiamorte avevano avuto la giusta punizione. Altri ancora erano latitanti, fuggiti all’estero con i genitori, il mandato d’arresto pendente sulle loro teste li aveva convinti ad entrare in clandestinità. Malfoy invece era tornato. Tutta la sua famiglia aveva avuto l’immunità grazie al gesto di Narcissa. Con la sua bugia a Voldemort aveva salvato la vita ad Harry, creando un contratto magico vincolante. Quando aveva chiesto la grazia per Draco e Lucius non gliela avevano potuta negare. Dopo di che i due coniugi era parti. Si erano trasferiti nel loro castello in Transilvania, abbandonando Villa Malfoy in tutta fretta alle cure dell’unico figlio. Draco, infatti, era rimasto in Inghilterra per quell’ultimo anno di scuola e pareva aver portato con sé tutta la sua boria. Evidentemente la guerra non aveva lasciato nessun segno nel profondo del suo animo. Anche lui aveva sul petto la spilla da Caposcuola che attirava sguardi perplessi e sorrisi sarcastici da chiunque la notasse.
<< Hermione, sei proprio sicura di voler partire? >> Chiese Ron per la centesima volta. Aveva passato le ultime due settimane cercando di convincere la sua migliore amica a non tornare ad Hogwarts. << La McGranitt e Kingsley ci hanno garantito i MAGO per i Servigi Speciali Resi al Mondo Magico. Perché non li accetti? >>
<< No, Ron, voglio frequentare l’ultimo anno. Sento che la mia preparazione non si è ancora conclusa, ci sono ancora tante cose che voglio imparare. Il lavoro può aspettare ancora un anno. Quando avrò finito gli esami allora sì che sarò pronta. >>  Hermione abbracciò i suoi amici, poi corse sul treno per impedirsi di piangere. Raggiunse Neville, già accomodato in uno scompartimento con Luna Lovegood. La guerra e la prigionia che avevano smunto il suo viso e impallidito le sue guance non avevano cancellato la bontà e la fiducia dal suo sguardo cristallino. Anche la collana con i tappi di burrobirra non era andata perduta e attirava sempre un certo numero di sguardi.
Ginny fece il suo ingresso nello scompartimento, salutò Neville con calore e si sedette accanto a Luna. << Hai trascorso una buona estate, Luna? >>
<< Ciao Ginny, ciao Hermione >> le salutò con la sua solita voce svagata, di chi si trova a passare lì per caso e incontra inaspettatamente un vecchio amico. << Io e papà abbiamo trovato le uova di Humpret. >>
<<… Humchè?>> chiese Neville raddrizzandosi l’amata spilla per forse la centocinquantesima volta.
<< Humpret! Sono dei folletti-uccello molto rari. Le loro uova hanno la forma, la consistenza e il colore dei sassi di fiume. >>
<< Non esistono, Luna >> borbottò sottovoce Hermione, ma senza darsi troppa pena di convincerla: non ci sarebbe mai riuscita. Era certa che la bionda e bizzarra amica non avesse trovato altro che vere e proprie pietre. Si tuffò nella sua grossa borsa a tracolla, ulteriormente espansa con la magia. Riemerse con una copia nuova fiammante di Guida pratica alla trasfigurazione in Animagus.
<< Hermione ma già hai intenzione di studiare? >> Chiese Ginny scandalizzata. << La scuola non comincerà che… >> guardò il piccolo orologio d’oro, dono per i diciassette anni compiuti da poco << Tra sette ore. >>
<< I MAGO sono una cosa seria. Non ho nessuna intenzione di accontentarmi e di ricevere meno di E in tutte le materie che ho scelto per quest’anno. Inoltre sto studiando per diventare Animagus, ma sto facendo molta fatica a trovare il mio animale. Secondo la McGranitt dovrei provare con un uccello, secondo lei l’aquila, ma io odio… >> la strega si interruppe quando si rese conto che nessuno la stava ascoltando. Aprì il libro e, piccata, cominciò a leggere.
Era tanto assorta nella descrizione di quella pratica magica così avanza che il viaggio durò un attimo e non si accorse nemmeno che il treno aveva iniziato lentamente a rallentare con un lieve stridore. << Hermione! >> La riscosse Neville picchiettando con impacciata cortesia sulla sua spalla. << Dobbiamo accompagnare i bambini del primo anno al lago da Hagrid. >>
Hermione ripose con cura il libro nella borsa e si alzò per seguire l’amico nello stretto corridoio del treno. Fuori aveva già iniziato a fare buio e già non si distinguevano più i dettagli della campagna nei dintorni di Hogwarts. Dagli scompartimenti uscivano i capiscuola delle altre case. La Grifondoro incrociò lo sguardo di Draco Malfoy che le sorrise beffardo. Il Serpeverde spinse fuori il petto affinché le luci dello scompartimento illuminassero la sua spilla: anche Malfoy era un caposcuola. Hermione non riusciva a capire come fosse possibile che la McGranitt avesse nominato proprio lui. Cercando di non pensarci iniziò, con gli altri suoi sette compagni, a chiamare tutti i ragazzini del primo anno.
Il treno si arrestò dolcemente e la Grifondoro scese seguita da una dozzina di minuscoli undicenni chiassosi ed eccitati. Tra di loro c’era anche una nanerottola che somigliava molto a lei quando era scesa dall’Espresso per Hogwarts per la prima volta. Si rivide in lei, macroscopica streghetta dall’ego smisurato ma di buon cuore. E si chiese, non per la prima volta, se la guerra le avesse tolto dallo sguardo quella cieca fiducia nel futuro che poteva vedere nella bambina.
il sole era tramontato da un bel pezzo quando, sbrigate le incombenze da Caposcuola, Hermione e Neville raggiunsero le carrozze. Ne divisero una con due studenti di Corvonero che guardavano sconvolti i Thestral. Dopo la guerra l’intero corpo studentesco di Hogwarts era in grado di vedere gli spettrali cavalli con il muso da rettile. Furono tra gli ultimi ad entrare nella Sala Grande, riccamente imbandita e con gli stendardi delle case appese ad ogni parete. Però era così strano vedere la McGranitt sedere al posto Silente e Lumacorno in piedi vicino allo sgabello, con il Cappello Parlante tra le mani. Il gigantesco professore poggiò il vecchio cappello sulla seduta e uno dei rattoppi si tirò nel solito sorriso prima di iniziare a cantare.
<< La battaglia è finalmente finita
e spariam che la lezione infin sia capita.
Non deve più esserci tutto quel rancore,
nella vita deve tornare il colore!
Le case si sono unite per la guerra
E finalmente regna la pace sulla terra.
Avvicinatevi piccoli e nuovi maghetti
Nella nostra scuola siete tutti ben accetti,
ora vi smisto nella giusta casata
proprio alla fine di questa ballata.
Lasciate pure che ve le presenti
Sono quattro e sono accoglienti.
C’è Grifondoro, leone rampante
Che predilige un coraggio fiammante.
Corvonero apprezza soprattutto
del cervello il miglior frutto.
Serpeverde ama l’ambizione e l’arroganza
ma ricordate il sangue non è l’unica cosa ad aver importanza.
Infine Tassorosso accetta senza distinzione
e dell’unità ha la giusta concezione.
La canzone è finita, la scuola è iniziata
Or ora vi smisto nella giusta casata. >>
Quando il Cappello Parlante tacque tutta la Sala Grande scoppiò in un fragoroso applauso. Lumacorno chiamò il primo bambino e lo smistamento incominciò. Diciassette nuovi bambini si unirono, nell’ora seguente, al tavolo dei Grifondoro ma soltanto sei si aggiunsero alla casa di Serpeverde.
Quando finalmente anche l’ultimo maghetto ebbe preso posto, la professoressa McGranitt si alzò per fare il suo primo discorso da preside.
<< benvenuti e bentornati. Che molti, la maggior parte di voi, siano qua è motivo di grande orgoglio per me. Ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare chi mai più potrà varcare le porte della nostra adorata scuola. Fate in modo che il loro sacrificio non sia stato vano. Non piangete le loro morti ma celebrate le loro vite, le loro azioni e i loro nobili gesti. Fate in modo che questa guerra un sia stata combattuta invano. Ricordate che non è il sangue o l’albero genealogico ad essere veramente importanti ma il cuore e la mente. Le Case devono essere uno stimolo per migliorare e non per dividervi. Devono essere una competizione sana ed è per questo che abbiamo indetto un torneo! >> Un brusio si diffuse per la Sala Grande. << Non verranno studenti da altre scuole e posso garantirvi che nessuno rischierà la propria incolumità. Si tratterà semplicemente di prove di abilità nelle arti magiche fondamentali: Pozioni, Trasfigurazione, Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Artimazia, Rune Antiche, Erbologia e Volo. Le prove si terranno il 15 di ogni mese a partire da ottobre e saranno diversificate in base alla classe frequentata. La disciplina verrà estratta il giorno prima. Ogni squadra sarà composta da quattro studenti dello stesso anno ma non della stessa casa. E non sarete voi a scegliere i vostri compagni, le troverete appese nella bacheca delle vostre Sali comuni. La squadra che più si sarà distinta, e non ha alcuna importanza a che anno sia, avrà l’opportunità di trascorrere l’intero mese di giugno nella scuola di Magia e Stregoneria Majikku, di Tokyo. Inoltre i vincitori non dovranno sostenere gli esami di fine anno e saranno promossi con E. Ma ora, senza altri indugi, vi lascio al banchetto. >> la preside schioccò le dita ossute e tutti i grandi tavoli si riempirono di pietanze prelibate.
L’intera Sala Grande, che era rimasta per quasi tutta la durata del discorso in religioso silenzio, esplose in migliaia di voci eccitate, mentre si riempivano i piatti dei propri cibi preferiti. Tutti, ma proprio tutti, non vedevano l’ora di dimostrare il proprio valore e le proprie capacità con la bacchetta magica. I più entusiasti erano proprio gli studenti del settimo anno, sarebbero potuti uscire con i migliori voti senza nemmeno dover affrontare i MAGO. Hermione incontrò lo sguardo di Ginny e le sfiorò la mano con la punta del dito. << Speriamo di essere in squadra insieme, magari è la volta buona che imparo a volare come si deve. >> Le due amiche risero, presto imitate anche da alcuni compagni. Ognuno aveva la propria teoria su quelle che sarebbero state le prove da affrontare e su chi si sarebbe aggiudicato il meraviglioso premio. Quando i dolci comparvero sulle tavole, erano già partite le scommesse sui vincitori ed Hermione era senza dubbio la favorita.
Nessuna cena era stata più rapida perché tutti volevano correre nella propria Sala Comune per scoprire i compagni di squadra. Anche Ginny ed Hermione fecero le scale piuttosto velocemente, tanto che arrivarono alla torre con un gran fiatone. La Signora Grassa non era affatto felice del fatto che nessuno si intrattenesse a fare quattro chiacchiere con lei ma aprì ugualmente il passaggio segreto. La pergamena con le squadre faceva bella mostra di sé nella grossa bacheca per gli annunci. Le due amiche si avvicinarono, facendosi largo tra la folla. Con il dito Hermione scorse il lungo elenco di nomi, scritto con la stretta grafia della professoressa McGranitt, fino a trovare il suo nella squadra sette.

Hermione Granger
Ginny Weasley
Anthony Goldstein
Draco Malfoy

Tutto l’entusiasmo di Hermione le scivolò di dosso come un mantello. Prima che potesse controllarla la sua bocca si spalancò in una smorfia di incredulità. Cercò lo sguardo della sua migliore amica e trovò la stessa espressione sul bel visetto lentigginoso di Ginny.
<< Sarà un anno infernale. >> disse infine Hermione tormentandosi una crespa ciocca di capelli scuri.

 
   
 
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