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Autore: Spoocky    19/07/2018    3 recensioni
[Parte della Hurt Comfort Christmas Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/]
[Bookverse] Coda a "Duello nel Mar Ionio" NON è però necessario averlo letto per capire!
In seguito allo scontro con i Turchi, Tom Pullings è rimasto gravemente ferito e Stephen fa del suo meglio per prestargli conforto ma soprattutto per salvargli la vita.
Nel frattempo Jack cerca di tenere insieme il piccolo mondo della Surprise, senza l'aiuto del suo prezioso Primo Ufficiale ma soprattutto senza il suo migliore amico accanto.
Dedicata a James_T_Kirk
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments in Patrick O'Brian'
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Disclaimer: è ancora il solito.

Buona Lettura ^.^

Tre giorni dopo venne il momento fatidico di togliere i punti.

Stephen lo fece stendere nella branda, ben avvolto dalle coperte e procedette a sciogliere prima quelli sul fianco e poi quelli sul volto.
L’operazione fu dolorosa ma non durò che pochi minuti e il chirurgo fu felice di constatare che lo squarcio sul viso si stava rimarginando bene e che occhio e naso fossero definitivamente fuori pericolo.

Pullings espresse il desiderio di potersi vedere e, a malincuore, il chirurgo gli porse uno specchio.

Poco mancò che avesse un infarto: come tutti i marinai, Tom non era né sarebbe mai stato particolarmente vanitoso e, in cuor suo, sapeva che quella ferita altro non era che un marchio d’onore, il prezzo di sangue di una vittoria.
Ma la vista di una lacerazione in via di guarigione, una ferita profonda che tagliava il proprio volto a metà, la prospettiva di una cicatrice sfigurante e la consapevolezza di doverla portare a vita sarebbero state troppo per chiunque.
Come Stephen sapeva bene, il suo paziente era un giovane estremamente emotivo quindi non si meravigliò quando si piegò in avanti, nascondendosi il volto tra le mani, ed iniziò a piangere.
Maturin non disse niente, sapeva che anche il più forte degli uomini avrebbe pianto come un bambino dopo un simile trauma.

Lui stesso aveva inondato di lacrime silenziose il proprio cuscino per diverse notti mentre gli incubi gli riportavano alla mente gli orrori delle torture subite dai Francesi. E tutt’ora gli capitava di svegliarsi con gli occhi gonfi ed il viso umido.

Non disse niente ma cominciò ad accarezzare la schiena del giovane con una mano, descrivendo dei cerchi leggeri.
Fino a quando i singulti non divennero frasi sensate, frantumando il cuore del medico: “Come farò a tornare a casa? Cosa dirà la mia povera signora? E’ di nuovo incinta, sapete? Se … se il terrore di vedermi così fosse troppo e … e … il nostro bambino …” una serie di singhiozzi “E il mio povero, piccolo John? E il suo fratellino? Cosa diranno? Avrànno senz’ altro paura e cresceranno pensando che il loro  padre sia un mostro!”
“Via. Via, Tom! Povero figlio mio!” senza pensarci due volte, Maturin raccolse la testa del giovane e se la portò su una spalla, accarezzandogli la nuca e stringendolo in un abbraccio come un padre che consoli il figlio dopo un brutto sogno.
“Andrà tutto bene, figlio mio. Shh, shh. Non piangete. Su: è tutto a posto. Shh.”
Lo strinse a se, per quanto poteva data la differenza di statura, lasciando che si sfogasse senza curarsi delle lacrime che gli bagnavano il colletto della camicia.

Pensò alla signora Pullings: una giovinetta deliziosa, tenera come un cucciolo , il cui primo figlio lo stesso Maturin aveva aiutato a venire al mondo. Una creatura infinitamente dolce ma con carattere incredibilmente deciso ed una forza d’animo che lasciavano pochi dubbi su chi effettivamente portasse i pantaloni in casa.

Sorrise: “Vostra moglie è una donna più forte di quanto sembri e sono sicuro sarà estremamente contenta di vedervi varcare la soglia di casa in carne ed ossa al posto di ricevere il vostro baule da marinaio corredato da una lettera di condoglianze. Credo inoltre che vostro figlio sarà già nato da tempo al momento in cui arriverete a casa. Quanto al piccolo John, all’inizio sarà un po’ intimorito ma se lo prenderete sulle ginocchia e gli racconterete di come avete ricevuto la vostra ferita sono certo che crescerà  reputandovi un eroe e non un mostro. Su, su adesso: non piangete, Tom. Va tutto bene. Se vi fa sentire meglio, scriverò io stesso una lettera a vostra moglie spiegandole l’accaduto.”
Pullings tirò su con il naso, appoggiandosi alla spalla del medico: “Meglio di no: se vedesse arrivare una vostra lettera si spaventerebbe a morte, che Dio la benedica! “
“Scrivetele voi, allora. E nella busta allegheremo una mia carta con tutte le spiegazioni del caso. Può andare bene?”
“Sì.” Si separò dal dottore con movimenti piccoli e misurati “Scusatemi per tutto questo.”
“Non c’è problema, Tom. Ho visto e sentito di peggio. Sapeste quanti hanno un crollo emotivo dopo un’amputazione o una brutta ferita. Dio sa quanto diritto avete di stare male dopo tutto quello che avete passato nell’ultima settimana.”

Lo aiutò a risistemarsi nella branda, tenendogli una mano sulla  spalla fino a quando il suo respiro non si fu regolarizzato.
“Vi sentite meglio? “
“Sì, signore. Grazie.”
“Nulla, ragazzo mio. Nulla. Ad ogni modo, visto che ormai vi muovete senza troppi problemi da domani potreste ritornare nella vostra cabina e prendere i pasti nel quadrato, che ne dite?”
Un sorriso timido illuminò il volto del giovane: “Dico che mi sembra un’ottima idea, signore!”

Quel sorriso lo accompagnò fino a sera, quando si addormentò sereno – nonostante le forti emozioni della giornata – cullato da un’Aria di Bach[1].

La domenica successiva riuscì a partecipare alla cerimonia di ispezione, sostenendosi con una stampella che il carpentiere Lamb aveva fabbricato apposta per lui, ed alla celebrazione religiosa, seduto accanto a Mowett su una sedia assurdamente imbottita di cuscini e posta sotto una tenda che lo proteggesse dal sole.
Vennero poi invitati a pranzo nella cabina del capitano, dove lo aspettavano diverse buone notizie.
Il dolce – budino di riso, stranamente – venne accolto con un brindisi in suo onore prima che Aubrey richiedesse assoluto silenzio: “Bene signori, ricorderete certo l’Hermes, il postale che abbiamo incrociato lo scorso venerdì. Ebbene, su quella nave è partito il mio rapporto sulla missione, con una menzione speciale al nostro signor Pullings ed una particolare raccomandazione per la sua promozione a comandante.”
Mowett propose un brindisi per l’occasione e tutti si unirono compreso il povero Tom, ormai livido dall’imbarazzo.
“A tal proposito, signori. Gradirei proclamare il poema che ho composto per celebrare la nostra gloriosa impresa. Ho aspettato tanto a farmi avanti perché sarebbe stato ingiusto leggerlo senza il nostro signor Pullings ad ascoltarlo, lui che più di tutti ha sofferto per il suo coraggio in quella battaglia.”
“Udite, udite.”
“Udite, udite.”
“Per tanto ora mi accingerei a proclamare le prime strofe, se lor signori me lo vorranno concedere.”
“Prego, William. Parlate pure.”
Andò avanti per un bel pezzo ma nessuno lo ebbe a noia: quando s’impegnava, William Mowett era un compositore di tutto rispetto, e stavolta si era impegnato parecchio.

Nel frattempo lo sciabordio delle onde ed il canto del vento, orchestra del mare, guidavano la H.M.S. Surprise lontano da tutta quella morte e sofferenza, verso un orizzonte aperto ed infinito come l’oceano.
- The End - 

Note:

E siamo giunti alla fine! 

Saluti e benedizioni a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fino alla fine! Grazie infinite <3

Fatemi sapere che ne pensate!

 
  
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