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Autore: crazy lion    19/07/2018    4 recensioni
In una domenica di luglio Demi si diverte con il suo cane Buddy. La ragazza è felice, si sente meglio del solito, ma un terribile evento sconvolgerà la sua vita trasformando quella giornata tranquilla in una vera tragedia.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Demi Lovato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Not just pets'
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                     BUDDY
 
Era domenica e Demi non aveva nessuna intenzione di alzarsi. Era luglio, faceva caldo a Los Angeles e la ragazza non se la sentiva ancora di affrontare quel clima torrido. Non ancora, almeno. Rimase a letto e si stiracchiò più volte per tentare di far diminuire il dolore ai muscoli che la tormentava ormai da giorni. Sentiva male dappertutto, ma in particolare alle braccia e alle gambe.
Dannata estate pensò.
Il caldo le faceva sempre quell’effetto. Respirò a fondo, goedndosi il fresco profumo delle lenzuola appena lavate.
I suoi pensieri vennero interrotti da un incessante abbaiare e poi da un batuffolo di pelo che saltò sul letto.
"Buongiorno anche a te, Buddy" disse la ragazza accarezzando il morbido pelo del suo cagnolino. Era entrato nella sua vita da un paio d'anni, ma anche se il tempo che fino a quel momento avevano trascorso insieme non era poi così tanto, a Demi pareva che Buddy fosse con lei da una vita. "Sei venuto a svegliarmi anche stamattina, eh?" gli chiese grattandogli la testa.
In tutta risposta lui inclinò la testa da un lato e abbaiò come se volesse risponderle, poi le saltò sulla pancia e si sdraiò iniziando a leccarle tutta la faccia.
"Sì, anch'io ti voglio tanto bene cucciolo."
Quelle leccate le facevano il solletico, ma le piacevano perché in tal modo il cane le dimostrava tutto il suo amore, così lo lasciò fare. Dopo qualche altro minuto di carezze e coccole i due scesero dal letto. Demi aprì le finestre, si infilò una tuta e si lavò il viso, dopodiché scese in cucina a fare colazione e versò acqua e croccantini a Buddy che si precipitò a mangiare come se non lo facesse da una settimana.
"Andiamo a fare una passeggiata, che dici?" gli domandò quando entrambi ebbero finito, poi prese il guinzaglio e si diresse verso la porta.
Il piccolo la raggiunse saltellando e abbaiando felice. Demi cercava di portarlo fuori più spesso che poteva e, quando non era a casa, lo lasciava in giardino. Nei giorni di pioggia, invece, il maltese preferiva stare in casa o, se usciva, si rintanava in una cuccia sotto la tettoia del giardino. Per fortuna quella era una giornata meravigliosa. Il sole splendeva alto nel cielo, faceva già caldo anche se era molto presto ma per fortuna spirava una leggera brezza che rendeva la calura più sopportabile. Gli uccellini cinguettavano desiderando salutare l'estate arrivata da poco e per strada passavano poche macchine e ancora meno pedoni, dato che in quel periodo la città si svuotava. Era proprio in occasioni come quelle che Demetria si godeva di più la sua amata Los Angeles. Poteva passeggiare più tranquillamente con Buddy lasciando che esplorasse ciò che lo circondava annusando curioso il terreno, ma lo teneva sempre al guinzaglio per paura che scappasse e lei, intanto, osservava le altre case, i giardini e le piante che vi si trovavano e si godeva quel po' di verde che, fortunatamente, si vedeva anche in una grande metropoli.
Una volta rientrato a casa Buddy volle giocare. Non le portò la pallina come faceva di solito, ma un orsacchiotto di peluche che la ragazza gli aveva regalato. Era uno dei giocattoli che preferiva quand'era piccola. Stranamente Buddy non l'aveva distrutto a furia di morsi come invece Demi si era aspettata e l'animaletto era ancora in buono stato.
"Sì, ora te lo lancio, lascialo però!" esclamò ridendo, visto che il cane non mollava la presa.
Non fece in tempo a tirarglielo che l'aveva già afferrato.
"Wow, come sei veloce!" Lo riprese e disse: "No, non te lo do. È mio e me lo tengo" e corse in giro per la casa mentre lui la inseguiva, ringhiava e abbaiava.
Dopo averlo fatto stancare un po', Demetria glielo lanciò più lontano che poté. Si divertirono così per un'oretta, poi la ragazza guardò cos'aveva nel frigo e si accorse che non c'era un granché. Per fortuna c'erano alcune rosticcerie aperte, gli unici negozi che non chiudevano la domenica, così decise di andare a comprarsi qualcosa; e chissà, forse avrebbe trovato qualche succulenta bistecca per il suo tesoro.
"Piccino, ci vediamo fra un po' okay? Fai il bravo!"
Buddy corse in cucina e cominciò a grattare sulla porta per farle capire che voleva uscire. Quando la padrona gli aprì lui le si strusciò addosso come avrebbe fatto un gatto e poi fece un salto per prendersi un'altra dose di dolci coccole. Quanto gli piacevano! Demi aveva delle mani così morbide ed era una padrona buonissima, come una mamma.
"Ti voglio bene, amore mio" mormorò la ragazza e lui la leccò e guaì.
"Su, non fare così!" Demetria si sentì in colpa. Avrebbe voluto portarlo con lei ma sapeva che poi sarebbe stata costretta a lasciarlo solo in macchina e non le andava. "Ritorno presto, te lo prometto."
Era sempre brutto, per lei, lasciarlo da solo, soprattutto quando la mattina partiva per andare a lavorare. Un giorno o l'altro avrebbe dovuto prendere un altro cane, così il suo avrebbe avuto un compagno con cui divertirsi, giocare e passare il tempo e lei un altro animaletto da amare e da viziare.
 
 
 
Attendendo che Demi rientrasse Buddy giocò a rincorrersi la coda e a scorrazzare per il grande giardino. Ogni tanto infilava il muso sotto la siepe e trovava qualche lucertola con la quale divertirsi. Adorava vedere quegli animaletti muoversi e poi metterci sopra una zampa per fermarli, ma non li uccideva mai o, le rare volte in cui lo faceva, non era un gesto intenzionale. Ad un tratto si immobilizzò, tese le orecchie e annusò l'aria. C'era qualcosa di strano. Rimase fermo ad ascoltare, mentre il cuore iniziava a battergli all'impazzata. Avrebbe voluto scappare, ma non sapeva dove nascondersi e, anche se avesse trovato un posto, non riusciva proprio a muoversi. Era terrorizzato. Si sentiva minacciato da qualcosa o da qualcuno, ancora non lo sapeva con certezza. Poi accadde tutto molto velocemente: ci fu un fruscio di foglie, un animale ringhiò e si avventò su di lui con tanta forza da farlo cadere a terra. Era un cane, ma cattivo, non buono come credeva di essere lui. Alzò la schiena e poi abbassò la cod e quando Buddy si alzò, l’altro spiccò un salto e lo azzannò al collo, poi lanciò una specie di lungo lamento simile a un vero e proprio grido. I due lottarono, si graffiarono, si morsero a sangue lanciando dei latrati spaventosi. Buddy ringhiava fortissimo come non aveva mai fatto nella sua vita, ma l'altro cane lo faceva sempre più forte, spaventandolo a morte. E poi era superiore a lui anche per quanto riguardava la forza fisica ed era più grosso. I suoi morsi erano potenti, gli scavavano in profondità nella pelle e nella carne. Faceva male, malissimo! Ma che cosa voleva? Perché stava facendo tutto questo? Che gli aveva fatto lui di male? Provò ad abbaiare per chiederglielo, ma l'altro non parve udirlo o, se lo fece, non lo badò. I denti di quel maledetto cane sembravano lame che parevano volergli strappare il cuore - era sicuro che l'animale l'avrebbe fatto, se solo avesse potuto - e le unghie sembravano punte acuminate di una qualche arma letale. Tanto improvvisamente com'era iniziata, la lotta finì. L'intruso corse via lasciandosi dietro una scia di sangue e perdendo brandelli di carne e gocce di liquido rosso dalla bocca. Buddy si sdraiò a terra. Respirava ancora, ma era troppo debole per abbaiare e chiedere aiuto.
"Torna presto, Demi, ti prego" avrebbe voluto dire se solo lei avesse potuto sentirlo e capirlo. "Sto male, dammi una mano! Forse morirò. Ti voglio bene, ricordalo sempre."
Poi sentì un gran freddo percorrergli la schiena, tremò violentemente e, infine, il nero lo avvolse.
 
 
 
Demi era contenta. Aveva comprato pollo, verdure grigliate, patate al forno e un paio di bistecche per il suo cane. Quel giorno si sentiva benissimo e pensava che niente e nessuno avrebbe potuto farle sparire il buon umore. Era stupendo essere tanto rilassata, in pace con se stessa e con il mondo. Ormai era ora di pranzo, così preparò la tavola, mise il suo cibo in un piatto e poi iniziò a chiamare il cane.
"Buddy, c'è la pappa! Dove sei, piccolo? Ehi, guarda che la mangio tutta io!" scherzò. Era strano. Di solito quando lo chiamava per mangiare correva lì, invece adesso non stava succedendo. Forse si era addormentato sotto una pianta all'ombra e non gli avrebbe dato torto visto il clima, così uscì in giardino e camminò verso le siepi. "Bud… Oh, mio Dio! No, Buddy tesoro!"
Il cane era sdraiato a pancia in su e all'inizio aveva pensato che stesse dormendo, ma poi l'aveva visto: un lungo taglio gli attraversava il ventre. Non sembrava molto profondo, ma per terra c'era così tanto sangue! Si inginocchiò accanto a lui e per un attimo dovette coprirsi la bocca con la mano per non vomitare a causa dell'odore nauseabondo del sangue. Notò con sgomento che il cane aveva altre ferite sui fianchi, sul collo e una sull'orecchio destro. Erano tutte irregolari, sembrava che fossse stato morso da qualche animale, probabilmente un grosso cane, un coyote… Ma come aveva fatto ad arrivare in città? Di solito non stavano nei boschi, quelle bestie? Non sapeva perché ci aveva pensato. L'orecchio di Buddy era… Dio, era quasi strappato! Toccò delicatamente il suo piccino per capire se respirava ancora, se il cuore batteva. Non poteva essere morto, non doveva morire!
"Buddy, su piccolo! Va tutto bene d'accordo? Ora chiamo il veterinario e vedrai che passerà tutto molto presto." Niente. Non respirava. Non c'era battito. Il suo corpo era freddo. Un brivido glaciale le percorse la schiena, le entrò nel cuore e arrivò fino all'anima. "Oh santo Dio no, no, no, noooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!"
Lanciò un urlo disumano, un grido straziante pieno di dolore, una sofferenza che solo chi ha perso un animale può capire. Non riusciva ad accettare che se ne fosse andato e soprattutto non in quel modo. Era troppo orribile, era ingiusto.
Sentì i polmoni bruciare mentre l'aria le mancava e le pareva che qualcuno l'avesse appena pugnalata strappandole metà cuore, metà essere, metà anima e anche un pezzo della sua vita; perché sì, Buddy non era solo un animale domestico per lei. Era molto di più: era una delle sue poche ragioni di vita, colui che sapeva strapparle un sorriso anche nei giorni più neri e che la ascoltava senza giudicare e che pareva capirla anche se non ci riusciva davvero. Era un cane al quale mancava solo la parola e che, se l'avesse avuta, sarebbe stato un umano a tutti gli effetti. Era come un figlio per Demi. Beh, lo era stato. Faceva troppo male parlare di lui al passato. Ma quella era la realtà: ora l'aveva perduto per sempre. Non c'era più. Era morto. E si era portato anche una parte di lei in Paradiso, dove ora si trovava.
Demi scoppiò a piangere e rimase lì per ore intere a singhiozzare. Lo fece così tanto che le andò via perfino la voce e la gola le si seccò.
Non seppe con quale coraggio riuscì a rientrare in casa, prendere una pala e seppellire il suo amato cagnolino in giardino. Non pensò in quel momento, altrimenti il dolore l'avrebbe uccisa. Minacciava già di farlo. Nonostante il cuore le  battesse all'impazzata e la testa le dolesse tanto che avrebbe voluto sbatterla contro un muro, cercò di non guardare il corpo martoriato di Buddy e di non riflettere su quanto accaduto e su ciò che stava facendo. Agì soltanto. Scavò una buca molto profonda usando le poche forze che ancora le restavano e ve lo depose dentro, avvolto nella sua copertina preferita, con accanto il pupazzo e la pallina con i quali aveva tanto amato giocare, poi richiuse tutto e si sdraiò lì accanto, fra l'erba. Le lacrime ripresero a rigarle il viso e ben presto si mescolarono alla terra e al sangue del quale tra l'altro lei si stava sporcando, ma in quel momento non le importava.
Fu sempre piangendo che, quando ormai era già buio, tornò di nuovo dentro, corse in bagno e vomitò anche l'anima, dopodiché mise i vestiti nel lavandino e li sfregò  con le mani lavandoli con acqua calda e sapone. Dopo aver rimesso un'altra volta a causa di tutto il sangue che c'era sopra di essi la ragazza fece una doccia, ma ogni secondo le pareva di sentire ancora Buddy abbaiare, o correre, o grattare, o saltare sul letto e chiudeva il rubinetto e apriva la porta della piccola cabina. Ma lui non c'era.
Quel giorno Demi non mangiò e non dormì. Pianse e basta.
Il mattino successivo lo stomaco le si aprì e, anche se di solito faceva una colazione dolce, mangiò tuutto quello che aveva preso il giorno prima in rosticceria sentendosi poi piena fino a scoppiare. Non voleva ricadere nelle sue vecchie abitudini, ma non era riuscita a trattenersi e si era abbuffata.
Fu difficilissimo, per lei, avvertire la sua famiglia della morte di Buddy.
"Mio Dio, non posso crederci!" commentò la mamma affranta. "Mi dispiace, piccola. Vuoi che venga a farti compagnia?"
"Magari domani, mamma, ora voglio solo stare da sola. Non andrò a lavorare oggi."
"Come vuoi, tesoro."
Dallas e Madison piansero ed Eddie si commosse nel profondo.
Quel giorno la cantante mise via le cose di Buddy perché vederle aumentava a dismisura la sua sofferenza e poi passò tutte le ore seguenti sul divano a fissare il soffitto e a non fare nulla. Non sarebbe riuscita a tenersi occupata in nessun modo. Per fortuna Phil era stato comprensivo e le aveva permesso di rimanere a casa.
Il giorno seguente, dopo un'altra notte insonne, Demi entrò su Twitter e scrisse, mentre ricominciava a singhiozzare e a tremare per l'ennesima volta:
 
Mi dispiace dovervi dire che ho perso il miopiccolo Buddy domenica. Era un cagnolino fantastico e non so cosa fare senza di lui. La casa e la mia vita mi sembrano così vuote!
Mi manchi, cucciolo!
Ti voglio bene,
la mamma
 
Subito i fan le fecero sentire il loro supporto e tutto l'affetto possibile e Demetria fu loro grata per questo. Eppure, come capita sempre a chi perde un animale che diventa, però, un membro della famiglia a tutti gli effetti, la ragazza era ancora convinta che non avrebbe mai superato quel lutto. Si sentiva persa, senza il suo amore.
 
 
 
NOTE:
1. non si sa come Buddy sia morto. Alcune notizie dicono che è stato un coyote a ucciderlo, ma Demi non ha mai rivelato nulla a riguardo. Ho letto un suo messaggio scritto su Twitter anni fa in cui parlava del fatto che non c'era più. Non ho riportato le parole esatte in quello che ho scritto. Ho utilizzato parole mie, ma mantenuto comunque il senso del testo.
2. Mi sono informata sui comportamenti dei coyote: non vivono solo nelle praterie come invece accadeva molto tempo fa, ma si stanno urbanizzando perché hanno sempre meno paura degli esseri umani. Ho immaginato che Demi non lo sapesse, per questo le ho fatto dire che in teoria vivevano solo nei boschi. Inoltre il fatto di lanciare quel lamento che assomiglia ad un grido e di attaccare come ho spiegato sono comportamenti tipici di questo animale nel momento in cui vuole attaccare o minacciare. Il maschio di solito pesa dagli otto ai venti chili, mentre la femmina dai sette ai diciotto.


Potete trovare la traduzione inglese di questa FanFiction sul mio account di Archive of Our Own, dove mi chiamo crazy_lion. Grazie alla mia amica Emmastory per aver accettato la mia richiesta di tradurre quella storia. Io sono brava in inglese, ma credetemi, lei lo è molto di più. Ho ricontrollato il testo, sistemato alcune cose e dopo abbiamo deciso che avrei potuto postarla su quel sito a cui sono iscritta da un po'. Ovviamente, anche là ho detto che non ho fatto io la traduzione e che chi vuole può trovare qui la versione originale in italiano.
   
 
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