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Autore: nicailuig    19/07/2018    2 recensioni
Chissà se di rimorsi ne hai anche tu. Chissà se te ne fai una colpa. Caso mai ce la spartiamo in due, ti va?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tram 

 

Sono questo qui
Un giorno tempesta e un giorno deserto
E mai una conferma
Ai tuoi milioni di paure
E non lo so se sarò mai meno stronzo
O se potrai fidarti
Ma scegli me
E non ti chiederò di migliorarmi
So che non cambi il mondo se non ti diverti
E non cambi la gente se ti fa schifo
E tu mi dai fiducia nelle persone
E tieni acceso il motore dei miei desideri
Fai luce e mi svegli
E sento che senza di te
Non la so fare la rivoluzione
Scegli me
Basta poco per essere felici
Qualsiasi cazzo di cosa voglia dire.

 

 

L’altra sera mi sono ricordata di Roma, di quella nottata trascorsa a Trastevere. Ci siamo trovati a saltare da un tram all’altro, rincorrendo numeri che portavano chissà dove, lontano dal centro, fuori dal mondo. Mi sono tornate in mente le chiacchere confuse di sottofondo, il brusio indistinto che ronzava nello scompartimento, nella mia testa. Forse la confusione la sentivo solo io. Tu eri aggrappato agli appigli che pendono dall’alto, stretto tra una schiena e l’altra. Io mi reggevo a qualche passo da te, ti osservavo spiccare dal tuo metro e ottanta. Avevi i ricci lunghi in quel periodo, scomposti dal tanto muoversi, scarmigliati dal vento di quel giorno. Eri sempre costretto a spostarli dal viso, e ti prendevamo in giro perché ormai era diventato un tic. Ridevi anche tu alle nostre battute, ma ti rifiutavi di tagliarli. Quindi ti toccava scomodare la mano libera dalla tasca della giacca, che era costretta a uscire allo scoperto, al freddo di gennaio. Le tue dita lunghe e affusolate attiravano sempre l’attenzione di tutti, ossute e spigolose com’erano. Ci chiedevamo come facessero a non spezzarsi. Ascoltavi in silenzio la conversazione in corso, ogni tanto intervenivi. Si parlava di politica, e mentre esponevi le tue posizioni, appoggiavi l’indice sotto il naso, come a volerti proteggere dalle reazioni di chi ti ascoltava. Non ti sei mai accorto che la tua opinione era più sensata di quanto ti dessi credito. Della tua intelligenza non hai mai preso piena coscienza, chissà perché.


Ora che ci penso, credo che sia stato proprio quella sera che ho capito. Capito che volevo che continuassi a farti rincorrere invano da tutte quelle persone che si sforzavano di camminare a fianco a te, che non le lasciassi prenderti per mano. Io, a prenderti per mano, non ci ho mai provato. Non me lo sono mai permessa. Quando ho scoperto che forse l’avresti voluto tu, mi sono sentita beffata dal mondo. Perché, senza che nessuno me l’avesse mai chiesto, ero io ad aver fatto un passo indietro, per far passare avanti qualcun altro che potesse raggiungerti e far combaciare il proprio ritmo col tuo. Ed ero io che fin dall’inizio mi dicevo che era la scelta giusta. Che tanto non sarei riuscita a stare al passo con le tue gambe davvero troppo lunghe per le mie. Che tu, al tuo fianco, non avresti mai sopportato me. E invece. E invece. 


E dopotutto tu non devi averlo voluto poi così tanto, perché non hai mai pensato di rallentare ed accostarti a me. Hai guardato indietro per un po’, a vedere se riuscivo a starti dietro, ma non mi hai teso la mano. Non mi hai fatto cenno di accelerare. Sei andato avanti. E non ti sei curato di me. Ti sei imposto di adattarti al passo di qualcuno di cui non ti importava nulla, solo perché era giusto così. Ma giusto per chi? Sarei incoerente a rimproverartelo. Hai scelto per gli altri, proprio come ho fatto io. Le ragioni erano diverse, ma gli intenti si sono rivelati gli stessi. Quando l’ho scoperto ho capito che non eravamo poi tanto diversi. Ironia della sorte. Chissà se siamo diversi ora. Chissà se a distanza di anni, di tanto in tanto, mi infilo anche io nei tuoi pensieri, come tu nei miei. Intruso. Ecco cosa sei ora. Che di fatto, amici canonici, da definizione, non lo siamo mai stati. Che senso avrebbe provarci adesso.


Chissà se di rimorsi ne hai anche tu. Chissà se te ne fai una colpa. Caso mai ce la spartiamo in due, ti va?



   
 
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