Regina
Soldi, soldi, soldi.
Soldi a palate, lusso, ricchezza.
Governa il quartiere, ormai.
La chiamano "Regina", regina dello spaccio,
regina della polverina bianca.
Si è lasciata indietro al topaia, si è lasciata indietro la madre, incollata al collo di una bottiglia.
Indietro per andare avanti,
vincente.
I vestiti eleganti, i tacchi ai piedi,
al posto del sudicuime, della sporcizia della strada.
Ai piani alti non incontra più quei poveracci.
Tiene il mondo sotto la suola delle scarpe, alza la voce, sparge sangue.
Basta un cenno della mano.
Governa il quartiere, ma forse in fondo è solo l'ennesima illusione.
Illusione da buco al centro del braccio.
Solo una pedina di un'enorme scacchiera.
110 parole
Betty ora ha poco più di
vent'anni. Realizza il
suo sogno, ma in realtà sta solo toccando il fondo: come si
era
intuito alla fine si è lasciata attrarre dal tunnel senza
ritorno,
dove però può vivere la sua illusione.
Qui si conclude questo pezzo della storia di Betty, ma quasi
sicuramente tornerò a narrare di lei.
La
protagonista è vagamente ispirata alla canzone "Betty" dei
Baustelle: potete ascoltarla qui.
Grazie per aver letto, qualsiasi parere è gradito al cento per cento :)