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Autore: Yu_Kanda    08/07/2009    3 recensioni
In seguito ad un'incidente d'auto, Kanda si ritrova ossessionato da un misterioso giovane con i capelli rossi. Senza comprendere il perchè cercherà di rintracciarlo ad ogni costo, ritrovandosi coinvolto nel passato del giovane, combattuto tra il desiderio di riavere indietro la sua vita tranquilla ma patetica e quello di avere al proprio fianco il giovane.
[AU, YAOI, ANGST, LaviYuu]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D.Gray-man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi e Kanda sarebbero assieme da un bel pezzo!
ATTENZIONE
YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!


8 LUGLIO 2009 - PUBBLICATA PER IL LAVIYU DAY


ALL'IMPROVVISO, TU...




Chapter 1 - Risveglio



Il dottore si avvicinò alle tre figure sedute in corridoio in attesa di notizie, come sempre a disagio quando si trattava di comunicare che non c'erano più speranze per un paziente.

Vide la ragazza adagiata contro uno dei due uomini, le lacrime ancora umide sul viso, mentre questi la cullava mormorando parole di conforto. L'altro uomo si alzò, facendoglisi incontro. Quest'ultimo era un signore di mezza età, capelli incolti e baffi castani, un accenno di barba non rasata.

Indossava un paio di occhiali dalla montatura spessa, e vestiva in maniera un po' eccentrica. I documenti che aveva dicevano che era il patrigno del ragazzo ricoverato, mentre il secondo uomo doveva essere un conoscente, e la giovane la fidanzata.

- Come sta, dottore? - chiese l'uomo, una profonda preoccupazione chiaramente udibile nel tono della voce, oltre che stampata sul viso stanco.

Il medico scosse il capo, e gli occhi di entrambi i suoi interlocutori si spalancarono per lo shock.

- Mi dispiace. E' entrato in coma. Lei è il patrigno? - chiese il dottore, e l'uomo annuì. - Purtroppo signor Tiedoll, ci sono poche speranze, probabilmente non supererà la notte.

- No... - mormorò Tiedoll, voltandosi verso la coppia seduta dietro di lui. - Komui, porta via Lenalee, per favore...

- Nooo! Non me ne vado! Non lo lascio! - gridò la giovane disperata. Credevano dormisse, invece aveva ascoltato tutto. - E quell'assassina? Dov'è lei? Morta? - Il medico abbassò lo sguardo a terra. - Lei sopravviverà vero? L'ha ridotto così e tornerà a casa come se nulla fosse! - accusò quasi con rabbia.

Komui la fissò incredulo, mentre si alzava affrontando il povero dottorino.

- Lenalee, torna in te... Non ti avevo mai sentita parlare così. - la trattenne a forza, ma la ragazza continuava a divincolarsi.

- Fratello, lasciami! Voglio andare da lui! Voglio vederlo! Kanda! - protestò con veemenza, due scie umide che ricominciavano a scenderle lungo le guance arrossate dall'emozione.

- Lenalee, non è possibile. Nessuno di noi può entrare. - Tiedoll le posò le mani sulle spalle, e la fanciulla si calmò immediatamente, guardandolo con gli occhi colmi di lacrime. - Capisco come ti senti, ma non possiamo fare nient'altro che aspettare. - le disse in tono comprensivo; Lenalee abbassò mestamente il capo, mordendosi le labbra. - Komui, se vuole restare ci sono io con lei, va a casa, riposati, domani devi lavorare. - continuò poi, rivolto all'uomo in piedi accanto alla ragazza; questi annuì.

- Lenalee, comportati bene, ti prego. - si raccomandò Komui, e le posò un bacio sulla fronte. - Queste persone stanno facendo del loro meglio per salvare Kanda, non ostacolarli.

- Hai ragione... Perdonami. - Lenalee assunse un'aria colpevole; si stropicciò gli occhi, tirando su leggermente con il naso. Il fratello le porse un fazzoletto, che lei accettò di buon grado.

- Ci vediamo domani. - Komui la salutò abbracciandola stretta, e lei fece cenno di sì col capo. - Theodore...

- Ti terrò informato. - promise l'uomo. - Ora va.


Kanda giaceva immobile in quel letto d'ospedale, attaccato ad un'infinità di macchinari di cui Lenalee ignorava la funzione, ma dai quali sapeva dipendere la sua vita. Tiedoll le passò un braccio attorno alle spalle, avvicinandola a sé per farle coraggio.

Era normale che si sentisse in colpa, Kanda l'aveva spinta via ed era stato travolto al suo posto da quella maledetta macchina pirata guidata da una pazza psicolabile...

Sentì che ricominciava a singhiozzare, e la guidò di nuovo verso i sedili, accomodandosi accanto a lei. Sarebbe stata una lunga notte.


Kanda vide il veicolo dirigersi su di loro a tutta velocità solo all'ultimo momento, sbucato dal nulla da una via laterale, e tutto ciò che poté fare fu spingere Lenalee lontano da sé. L'auto lo prese in pieno e fu sbalzato sul cofano, colpendo con violenza il parabrezza e poi venendo scagliato in aria, mentre la macchina si schiantava contro il muro alle sue spalle. L'ultima cosa che udì furono le urla di Lenalee, dopo di che il suo corpo colpì l'asfalto e tutto divenne nero.

Credeva di essere morto.

Invece aprì gli occhi e vide una donna in piedi davanti a lui. Si guardò intorno, doveva essere in ospedale, e... no! Vide il proprio corpo nel letto attaccato alle macchine per il supporto vitale, e si voltò di scatto verso la donna.

- Chi sei? Che significa? - chiese in tono accusatorio.

- Io... Io guidavo. - mormorò lei, addolorata, incontrando lo sguardo del giovane; era così bello, i suoi lineamenti orientali ed i lunghi capelli corvini raccolti in una coda alta gli conferivano un aspetto esotico, da antico samurai. Dal nome sul braccialetto medico, doveva essere Giapponese.

Kanda la fissò incredulo.

- Deve essere uno stupido sogno... - mormorò.

- No. Non è un sogno. Io... ti ho ucciso. - affermò lei con un filo di voce, stringendosi entrambe le mani al petto con aria costernata.

Ridicolo. Impossibile, oltre che ridicolo. Che sogno assurdo.

- CHE. Se così fosse, non dovrei essere cosciente! - sbottò Kanda, estremamente irritato da quella conversazione così stupida e inutile. - Che idiozia è questa?

La donna gli rivolse un sorriso mesto, ignorando completamente le sue proteste.

- Mi dispiace di averti coinvolto nel mio tentativo di suicidio. Credimi non volevo. Io... ho deciso di morire al tuo posto.

Kanda si portò una mano al volto, scuotendo la testa come se cercasse di scacciare un pensiero molesto, di rifiutare ciò cui stava assistendo.

- Perché devono capitare a me questi sogni assurdi! - esclamò con rabbia, esasperato, stremato, ma soprattutto confuso.

In quel momento dottori e infermiere si precipitarono nella stanza, iniziando ad armeggiare attorno al suo corpo, e lui ebbe una stranissima sensazione, come se il giovane in quel letto lo stesse risucchiando...

Aveva sentito di pazienti in coma che al risveglio raccontavano di essersi visti fuori dal corpo... Forse... forse...

- Mi credi adesso?

La voce di prima non lo voleva lasciare in pace, a quanto pareva. Il giovane si voltò, trovandosi la donna nuovamente accanto.

- Sono in coma? - chiese, visibilmente scosso.

- Sì. - rispose lei in tono triste.

- Fantastico... Irreversibile, vero? - il suono che ebbero quelle parole sorprese persino Kanda, se non si fosse conosciuto così bene, avrebbe giurato di cogliere soddisfazione nel tono che aveva usato.

- Sì. - confermò ancora la donna, spiazzata dall'atteggiamento indifferente di lui. Ne sembrava quasi lieto.

- Bene. Un pensiero in meno. - dichiarò Kanda, sedendosi sulla sedia accanto al letto.

- C-come? Non credo di aver capito... Non ti importa? - domandò allora la donna misteriosa, sempre più sconcertata da quelle risposte noncuranti.

- No. La mia vita non era esattamente... Oh, al Diavolo, perché sto dicendo proprio a te, una stupida allucinazione, queste cose! - esclamò il giovane Giapponese distogliendo lo sguardo.

- Forse allora questo ha un senso dopotutto. Mia madre aveva ragione quando mi diceva che avrei ridato la speranza alla morte. Non avevo mai capito cosa significasse la sua profezia... fino ad oggi. - si avvicinò al letto, posando una mano sul petto del ragazzo che vi giaceva.

- Che stai facendo! - tuonò Kanda alzandosi di scatto e raggiungendola, afferrandole i polsi allarmato.

- La mia vita è tua. - lei disse soltanto, adesso con un sorriso sereno.

Gli svanì tra le mani, il mondo intorno a lui fluttuò, e di nuovo tutto si fece scuro.


...vivi ciò che ne rimane come meglio credi...


Lenalee si era finalmente addormentata tra le braccia di Tiedoll, quando nella stanza accanto a quella di Kanda all'improvviso si attivò l'allarme e medici ed infermiere si precipitarono dentro correndo come ossessi.

- E' in arresto! Presto, chiamate il Dr... - qualcuno gridò, ma a Tiedoll sfuggì il nome del medico.

Trascorsero soltanto dieci minuti che l'agitazione cessò e tutto fu silenzio, ma la stanza non tornò tranquilla. Dopo un po' arrivò un duo di paramedici, e videro portare via il corpo di una donna: la paziente di prima era morta, quindi.

Tiedoll chiese cosa fosse accaduto, e seppe che quella era proprio la donna che aveva investito il suo amato Yuu.

- Esiste una giustizia a questo mondo... - dichiarò Lenalee con un filo di voce, scansando di lato la coperta che qualcuno ad un certo punto doveva averle avvolto attorno alle spalle. La ragazza si era svegliata subito al primo rumore, seguendo attentamente gli eventi, timorosa che potesse accadere una cosa del genere anche nella stanza di Kanda.

- Lenalee... - la rimproverò Tiedoll scuotendo la testa con disapprovazione.

Poco dopo, seppero che Yuu si era svegliato.


I medici erano sbalorditi che le condizioni dei due pazienti si fossero invertite, e ancora di più di constatare che Kanda era guarito misteriosamente da ogni singola ferita. Avrebbero potuto dimetterlo subito, ma volevano essere certi che non ci fossero errori, così iniziarono un nuovo ciclo completo di esami.

Dopo qualche ora ai familiari fu consentito di vederlo.

- Smetti di piangere maledizione! Mi da sui nervi! - esplose Kanda, prendendosi la testa fra le mani; erano trascorsi solo cinque minuti da che avevano fatto entrare il suo patrigno e Lenalee, e già non ne poteva più.

- Stavi per morire, concedimi almeno di piangere di gioia nel vederti vivo! - si lamentò la ragazza, punta sul vivo.

- CHE. - fu la risposta irritata di Kanda, che girò il viso dall'altro lato, incrociando le braccia al petto con aria molto contrariata.

- Su, su, Yuu-kun non essere così rude.

Ecco, ci mancava solo che si intromettesse il suo amatissimo patrigno. Come se l'essere finito in ospedale per salvare la sua cosiddetta fidanzata non fosse più che abbastanza! Intendiamoci, voleva bene a Lenalee, ma a volte la ragazza gli faceva desiderare di non averla mai conosciuta, come, appunto, in quel momento.

- Non chiamarmi così, lo sai che non lo sopporto! - Kanda ricordò all'uomo quasi con rabbia; poi fece improvvisamente una pausa, pensieroso. - La donna che mi ha investito? - chiese quindi con una strana luce negli occhi, spiazzando tutti con il cambio improvviso di argomento.

- E' morta. - esclamò Lenalee in tono quasi trionfante, e il giovane sbarrò gli occhi, ripensando al sogno che aveva fatto.

- Morta? - ripeté, fissando il patrigno sbalordito, e Tiedoll annuì. - Quando?

- Poche ore fa. - confermò l'uomo, colto alla sprovvista. - Perché lo chiedi?

- Nulla. Curiosità. - Kanda scrollò le spalle con noncuranza. - Si sa chi era?

- Non capisco perché ti interessi, ma chiederò ai medici se proprio ci tieni. - promise Tiedoll; l'uomo era preoccupato dallo strano comportamento del suo figliastro, ma non disse nulla a riguardo, e Lenalee fece altrettanto, convinta che una morta non potesse più nuocergli in alcun modo.

Più tardi, Kanda seppe dal patrigno che della donna non si conosceva nemmeno il nome: era senza documenti e l'auto di cui era alla guida risultava rubata. La polizia stava ancora indagando.


Fu dimesso il giorno dopo, e mentre si toglieva il bendaggio dal petto per indossare di nuovo i suoi abiti, scoprì con orrore che sul lato sinistro del torace, proprio sopra il capezzolo, era comparso uno strano tatuaggio: sembrava un kanji della sua lingua natale, ma non lo era. Non sapendo come giustificarlo, decise che non ne avrebbe parlato con nessuno e si affrettò a ripristinare il bendaggio per nasconderlo.

Da che si era svegliato strane immagini affollavano la sua mente, e dopo aver saputo che la donna era morta non aveva fatto che pensare al sogno, ed alle parole che lei gli aveva detto.

Cercava di uccidersi, l'aveva coinvolto, e poi era morta al suo posto.

Assurdo.

Ma ancora più assurdi erano i ricordi che improvvisamente si ritrovava in testa, tutti riguardanti un giovane dai capelli rossi.

Se la donna davvero aveva scambiato la propria vita con la sua, allora quei ricordi potevano appartenere a lei, ma non avendo il più piccolo indizio su chi fosse, non c'era modo di trovare il misterioso ragazzo con i capelli rossi.

Trovarlo.

Perché sentiva il bisogno prepotente di rintracciare quel tizio? Per dirgli cosa? 'La pazza che conoscevi s'è ammazzata'? O magari era la sua ragazza... Per qualche motivo quell'eventualità gli diede molto fastidio, e Kanda aggrottò la fronte, turbato.

Qualcosa di strano si agitava nel suo petto, e il fatto che il tutto potesse essere collegato a quel giovane non gli piaceva per niente.

Ma lo shock più grande l'ebbe entrando nella sua stanza: sul tavolinetto dall'altro capo del letto c'era una clessidra contenente al suo interno un fiore di Loto! E sul fondo giacevano tre petali!

Subito gli tornò in mente la frase che aveva sentito risuonargli in testa nel momento stesso in cui aveva aperto gli occhi: "Il Loto è la tua vita ora. Hai perso tre petali per guarire, vivi ciò che ne rimane come meglio credi".

Questa storia rischiava di farlo impazzire. Toccò la clessidra, era reale, così come il tatuaggio: un'altra cosa da nascondere gelosamente, si disse.

Adesso sì che doveva assolutamente trovare quel ragazzo dai capelli rossi, perché lui poteva sapere qualcosa di quella storia assurda. Aveva bisogno di sapere che gli stava accadendo, e il giovane del sogno ne era la chiave. Rintracciarlo era la sua unica speranza.

Ma non aveva idea di come fare, né da dove partire.

Maledizione. Avrebbe dovuto chiedere l'aiuto del suo patrigno.


- Maestro. - Tiedoll aveva rinunciato da tempo a capire perché mai Yuu si rifiutasse di considerarlo come padre adottivo e insistesse a chiamarlo semplicemente maestro come quando era il suo insegnante.

- Dimmi Yuu-kun, di che hai bisogno? - rispose l'uomo, rivolgendo al figliastro un sorriso affettuoso; sentendosi chiamare a quel modo Kanda soppresse una smorfia seccata, ma era evidente che la sua espressione era tirata quando rispose.

- Ho bisogno del vostro aiuto. - disse tutto d'un fiato.

Ammettere che gli serviva aiuto era la cosa più difficile che avesse mai fatto, ma non poteva evitarlo, anche se gli sembrava di stare per andare in pezzi pronunciando quelle parole.

- Tutto quello che vuoi figliolo. - rispose Tiedoll, che era rimasto sconcertato da una richiesta simile, così insolita per Yuu.

Di nuovo il giovane soppresse l'impulso di esplodere in faccia al patrigno per quell'appellativo affettuoso, ma si trattenne ancora. L'uomo lo notò, chiedendosi cosa potesse essere così importante da indurre Yuu a passare sopra il suo orgoglio.

- Vorrei... Vorrei faceste un ritratto per me. - chiese Kanda esitante, fissando il pavimento con aria assai imbarazzata. - Devo trovare una persona.

- Tutto quello che vuoi, figliolo. - rispose il patrigno, cercando di nascondere quanto la cosa lo lasciasse stupefatto. - Raccontami che ti è successo.

Kanda sapeva che ci sarebbe stato un prezzo da pagare, e dare una spiegazione plausibile alla sua richiesta gli parve fosse il male minore. Cercò di non dare troppi dettagli, solo i fatti basilari, per non compromettersi.

Tiedoll aveva ascoltato la storia senza battere ciglio, ma non poteva fare a meno di trovarla assurda. Non c'erano prove per collegare il giovane dai capelli rossi alla donna morta, perché mai Yuu pensava che i sogni riguardanti quel ragazzo avessero a che fare con lei? Non aveva senso. Oppure, Yuu non gli stava dicendo tutto, cosa molto più probabile conoscendolo.

La motivazione che gli aveva dato poi, aveva dell'incredibile.

Yuu non aveva mai provato dispiacere per nessuno, né si era mai preoccupato di nessuno, nemmeno della sua ragazza, perché mai ora affermava di voler trovare quel tipo per informarlo che una donna che forse conosceva era morta? Era semplicemente pazzesco.

Ma non desiderava in nessun modo farlo agitare negandogli il suo aiuto quell'unica volta che si era umiliato chiedendolo, quindi sorrise e prese il blocco da disegno, iniziando il primo schizzo dietro le indicazioni di Yuu.

Il suo comportamento era davvero strano... Inoltre, da che era stato dimesso rifiutava di vedere Lenalee.

L'ospedale lo aveva avvisato che il trauma poteva esserci stato comunque a livello emotivo, nonostante la guarigione fisica miracolosa, e che spesso le vittime di incidenti gravi in cui perdeva la vita qualcuno si sentivano in colpa, manifestando turbe comportamentali. Blocchi psicologici, rifiuto dei legami preesistenti il fatto...

L'aveva detto alla ragazza, ma Lenalee continuava ad incolpare la donna morta. 'Yuu ha solo bisogno del nostro affetto e comprensione', aveva replicato; lei sembrava aver compreso. Almeno così sperava.

L'impegno che Yuu metteva nel dare ogni particolare sulla fisionomia del ragazzo misterioso era sorprendente, e Tiedoll iniziava a domandarsi che sarebbe successo se fosse esistito veramente e l'avessero trovato.

Ad ogni modo avrebbe sostenuto il suo amato figliolo qualunque cosa fosse accaduta, a cominciare da quel disegno.

Kanda contemplò il lavoro del patrigno: era semplicemente meraviglioso, aveva colto perfettamente ogni dettaglio che lui aveva cercato di descrivergli. Il ritratto era davvero somigliante, non avrebbe mai creduto di ottenere tanto al primo tentativo.

- Vuoi davvero che ne faccia un dipinto da esporre alla mia prossima mostra? - chiese Tiedoll perplesso, osservando l'espressione rapita di lui nel contemplare il suo operato; Kanda annuì.

- Sì, se è un conoscente della donna magari vive qui anche lui, ci sono buone probabilità che qualcuno che lo conosce (o anche lui stesso) lo veda. - spiegò convinto.

- Come vuoi, mi metto subito al lavoro. - promise il patrigno, preparando colori e cavalletto.

Kanda era entusiasta della cosa e faticava non poco a nascondere quei sentimenti; erano troppo forti e lui non era abituato a gestire emozioni tanto intense, si era sempre adoperato per sopprimerle.

- Grazie davvero, maestro. - disse; il patrigno allargò il sorriso comprensivo che gli illuminava il volto.

- Di nulla figliolo. - rispose, così commosso che gli occhi gli si riempirono di lacrime; per sua fortuna riuscì a trattenersi, o sarebbe stato un disastro.

Kanda sospirò rumorosamente al nuovo uso di quel nomignolo, ma non replicò, salutando e tornando nella propria stanza.

Si stava isolando un po' troppo dal mondo, rifletté Tiedoll; non era bene, no...




NOTE:

CHE” : è l'esclamazione che normalmente Kanda usa ogni due per tre, come risposta esauriente a tutto. Si pronuncia “TCIE” e in alternativa è anche usato il “TCH”, che ha un suono più aspro. Eliminata dalla traduzione Italiana per sostituirla con un laconico "TSK", che non esprime la stessa cosa. "TSK" è un'espressione di noncuranza, strafottenza; l'equivalente di una scrollata di spalle. Il "CHE" di Kanda invece esprime irritazione e insofferenza.
Poiché in italiano la parola “che” ha un altro significato, ho scelto di scrivere l'esclamazione in maiuscolo in modo che salti all'occhio che non è un termine normale.


"Moyashi": nomignolo che Kanda usa per rivolgersi ad Allen, che significa "germoglio di fagiolo", erroneamente tradotto con tutt'altri aggettivi che ne travisano il senso. Kanda chiama Allen "fagiolino" perché è nano, gracile, inutile e debole di carattere.

Dovete sapere che "mammola" da cui deriva la traduzione errata, vuol dire: "persona timida, semplice, modesta", che non è affatto ciò che Kanda pensa di Allen e anche quando il termine viene usato nel senso di "mollaccione" non rispecchia le intenzioni di Kanda. A buon intenditor...

   
 
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