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Autore: Sakura_822    22/07/2018    1 recensioni
Mikan e Natsume sembrano non sopportarsi da quando si sono conosciuti,
Ma allora perché quando si parla di Natsume, Mikan sente sempre una fitta al cuore?
E perché Natsume non riesce a staccarle gli occhi di dosso?
Quando Mikan sarà nei guai, Natsume farà di tutto per salvarla.
Ma perché? Non sarà che... No, non diciamo assurdità.
O forse si?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 7
POV NARRATORE (MIKAN)

“Va un po’ meglio?” domandò al corvino, che, seduto su uno sgabello, ingeriva silenziosamente il contenuto del  pacchetto di patatine che era riuscita a farsi procurare da Tsubasa appena terminate le lezioni.

Natsume non rispose, evitando il contatto visivo, ma convincendosi a dare un piccolo accenno di capo come segno di riconoscenza, al quale lei sorrise.

Il rapporto che aveva con il ragazzo di fronte a lei era sempre stato molto particolare, aveva cercato più e più volte di diventare sua amica, ma avevano entrambi caratteri forti, ed era più semplice scontrarsi e litigare che fare un passo indietro e lasciare vincere l’altro, ma non lo aveva mai odiato, o almeno non come una persona intende odiare.

Si, detestava il modo di fare di Natsume, il suo sguardo freddo, l’essere un grandissimo bastardo antipatico opportunista: doveva sempre cacciarsi nelle più assurde situazioni, tornando dopo settimane ridotto uno straccio e nonostante ciò cavandosela sempre, lasciando però chi a lui vicino nel dubbio di cosa fosse successo.

Ma tra tutto, ciò che Mikan detestava più in assoluto, era come fosse dipendente da quei occhi cremisi, troppo profondi, troppo penetranti, semplicemente troppo.
E non riusciva a far finta di nulla, lo detestava, si, ma non l’odiava, e non poteva fare a meno di aiutarlo se in difficoltà: come lui aveva aiutato lei, ora doveva ricambiare il favore.

Sapeva che non era quello, sapeva che in realtà il suo attaccamento al ragazzo era più profondo, ma ammetterlo non avrebbe cambiato nulla: Non sarebbero mai stati amici.

“Ti va di dirmi che cos’è successo?” chiese pacata, continuando a dondolare le gambe dallo sgabello.

L’altro però tacque, non sapeva come, e, soprattutto, se, risponderle.

“Non sei obbligato a dirmi nulla sai? Solo…non tagliarmi fuori, dopo tutto ciò che è successo con Reo, credo, o almeno spero, che tu abbia capito di poterti fidare di me…” continuò poi.
Il corvino espirò rumorosamente, indeciso sul da farsi. Prese a torturasi le mani, tirando la pelle delle dita e stritolando i palmi fra loro:

“Posso davvero affidarmi a lei?” si domandò

Mikan sentì il suo stomaco stringersi in un pugno, vedendo il ragazzo di fronte a lei così tormentato. Poggiò le sue mani su quelle ghiacciate del corvino, separandole e stringendole tra le sue;
e nonostante fosse leggermente in imbarazzo, decise di azzardare, portandosele alle guance per scaldargliele.

“Non sei solo lo sai?”

Bastarono quelle quattro parole a farlo crollare, scoppiare, abbattere ogni muro e anche a farlo annegare in un mare di lacrime, dando il via ad un pianto liberatorio.

La castana si perse un secondo dentro quei pozzi vermigli, poi si alzò e lo racchiuse tra le sue braccia, perché Natsume in quello stato la destabilizzava non poco:
era vulnerabile.

“Mi dispiace Mikan, mi dispiace tanto” continuava a ripetere tra i vari singhiozzi il corvino, stringendosi contro il busto dell’altra, mentre ella gli accarezzava gli ispidi capelli neri.

“Non preoccuparti, non è nulla, ti prego non piangere più” cercò di rassicurarlo lei, schiava di quella sua fragilità che le metteva lo stomaco in subbuglio.

“Ruka mi odia” mormorò con voce roca il moretto.

“È successo qualcosa con lui?”

Il corvino annuì, sfregando il viso nel cardigan scolastico della ragazza.

“Non vorrà più avermi attorno, ho infranto la promessa…” sospirò affranto.

“Non mi sembra che questo gli dia il permesso di trattarti male, anzi” pronunciò con astio la giovane, ripercorrendo brevemente il deplorevole comportamento adottato nei confronti del ragazzo da parte del biondo.

“Tu non sai di che tipo di promessa si tratta” sputò tra le lacrime.

“Vuoi provare a parlarne?”

Il corvino scosse il capo contro il maglioncino, affogandoci contro.

“Okay, va tutto bene, non preoccuparti”  lo strinse a se.

“Scusami, è tutta colpa mia.” Singhiozzò.

“Shh, non dire così, si risolverà tutto vedrai.” Cercò di rassicurarlo mentre si guardava attorno.

Non se la sentiva di lasciare Natsume solo in quelle circostanze, però il sole era già tramontato da un pezzo e presto sarebbe scattato il copri fuoco.

“ Natsume, nella tua camera il letto è matrimoniale vero?”

L’altro si limitò ad un assenso del capo.

“Bene -proferì allora Mikan- stanotte dormirò con te.”

“Cosa?”
...
..
.
 
Alla fine la fanciulla era davvero andata a dormire in camera con il giovane: aveva preso il suo pigiama, un cambio pulito e aveva seguito il ragazzo fino al suo alloggio.

La camera di Natsume era estremamente più grande di quanto fosse la sua, ma se lo aspettava, dopotutto era uno degli studenti con la famosa “special star” e i benefici di cui poteva usufruire erano infiniti.

“Vado a cambiarmi in bagno, tu.. non so, fai quello che fai in camera tua di solito.”

Il corvino accennò un “ok” prima di buttarsi a letto vestito, facendo svolazzare le coperte.

“torno subito!” esclamò allora prima di chiudersi nella toilette, poggiando poi la schiena contro la superficie di legno, emettendo un sospiro basso. “Non so più che fare…” pensò frustrata prima di far scattare la serratura.

..
.

“Hey Natsume…”  mormorò una volta ritornata in camera, notando il corvino seduto sul letto.

Portava  un pigiama a maniche lunghe nonostante fosse Marzo e la temperatura era assai aumentata nell’ultime due settimane, i suoi occhioni erano gonfi e le labbra increspate: adorabile.

Egli sollevò lo sguardo su di lei, alzandosi e scoprendo il letto, e Mikan si sedette sul coprimaterasso per poi stendere le gambe e mettersi sotto le coperte, seguita poi da Natsume che le si stese di fianco, dandogli le spalle.

La castana osservò la figura rannicchiata del pece e un senso di angoscia le si aggrovigliò in gola.

Non voleva comportarsi da maniaca, ma nella sua testa, e specialmente nel suo cuore, sentiva il bisogno di dimostrargli la sua presenza e disponibilità.
Scivolò dunque sul materasso fino ad abbracciare la vita di Natsume con un braccio, stringendolo a se.

Sentì come il ragazzo si irrigidì improvvisamente, e forse avrebbe pure contestato questa sua mossa se lei non avesse rafforzato di più la presa e non avesse schiacciato la guancia contro la sua schiena, sussurrandogli una buona notte e inebriandosi del suo profumo al pino e muschio bianco, prima di chiudere gli occhi e scivolare nell’ oblio oscuro del sonno.

Quella notte entrambi dormirono con la consapevolezza che l'indomani sarebbe stato diverso.

..
.
Il mattino seguente si era svolto tutto con più leggerezza, e l’aria ombrosa e tormentata del corvino sembrava essersi, almeno in piccola parte, dissipata, e tutto presagiva ad un riconciliamento.

La figura pimpante di Mikan aveva trascinato il moro per i corridoi, e si preoccupò di ronzargli sempre nelle sue prossimità, in modo da intervenire se ritenuto necessario.

Natsume non aveva detto nulla in proposito e proprio per questo la giornata filò liscia come l’olio.

Il pomeriggio lo passò nuovamente nella stanza del privilegiato, lei che faceva i compiti, e lui intento a leggere uno dei suoi classici fumetti.

“Finirai per spendere tutti i tuoi risparmi in manga” gli disse ricevendo come risposta un grugnito basso e un “tu non capisci niente” che le fece alzare gli occhi al cielo, non trattenendo però una piccola smorfia divertita.

“Come no” rispose, tornando sui libri, alche il moro sbuffò, facendo leva sulle braccia e ritrovandosi seduto sul trapuntino che ricopriva quell’immenso giaciglio morbido.

“ Mikan…”

“Mhm?”

“Potresti…fermarti anche questa notte?” mormorò incerto, le gote arrossate e le mani congiunte.

“Certo…”

..
.

“Scusami se ti ho costretta a restare” mormorò nella notte, facendo si che Mikan si voltasse verso di lui, ora faccia faccia.

“Non mi hai costretta fare nulla, voglio davvero tu stia meglio” rispose lei, immaginandosi il viso del corvino a pochi centimetri di distanza, dopotutto era estremamente buio, e a mala pena riusciva distinguere le fattezze del ragazzo di fronte a se.

“Non pensavo di poterlo mai dire, ma grazie, Mikan, davvero.”

Il cuore della povera ragazza fece una capriola e il suo sguardo ricadde sulle dolci labbra del moro, ora lievemente illuminate da un raggio di luna.

Piano piano, si mosse verso la loro direzione, quasi soggiogata e ipnotizzata dal dolce suono del pifferaio magico, che quei carnosi lembi di pelle sembravano produrre.

“Di nulla” soffiò sulla sua bocca, poi annullò le distanze, e due paia di boccioli rosa si scontrarono.
 
ANGOLO AUTRICE:
Allora, vi assicuro che mi sento un po’ un pezzo di sterco ad aver tralasciato questa ff così a lungo, mi dispiace tanto sul serio.

In realtà avevo intenzione di mettermi sotto appena finita la scuola, ma purtroppo ho avuto un ripudio completo verso qualsiasi forma d’arte, scrittura inclusa.

Avevo veramente bisogno di staccare un po’ la spina da tutto quello stress accumulato ed oziare finalmente un po’.
Ho provato, davvero, ad abbozzare qualcosa, ma la sola idea di toccare la tastiera mi faceva rivoltare le viscere, e sinceramente se devo pubblicare qualcosa non vorrei fosse “costretto”, altrimenti non c’è soddisfazione.

Quindi ho scritto questo capitolo in due pomeriggi ed ecco qua ciò che ho ottenuto, non è molto, ma proverò a velocizzarmi con la stesura della prossima parte così da non far aspettare troppo :)
E ovviamente, come scusante per questo abbandono, ho finalmente descritto il loro primo bacio kyaaaa

Spero di essermi fatta perdonale almeno un po’ >x<

Se avete errori da segnalarmi, richieste, dubbi ecc siate libere e liberi di lasciarmi un commento: adoro rispondere ai messaggi, mi diverto molto, e poi so che c’è qualcuno a cui piace la mia storia, e il ciò mi scalda il cuore.

Per oggi è tutto, byee
   
 
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