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Autore: MidnightRavenKuro    22/07/2018    0 recensioni
[Ispirata alla canzone "Blessed messiah and the tower of AI]
Dal testo:
Per la torre amore e dolore erano necessari l'uno all'altro: senza dolore nessuno si sarebbe mai prodigato per salvare la Terra da morte certa, senza l'amore nessuno si sarebbe sacrificato per essa, senza il dolore nessuno avrebbe avuto qualcosa da proteggere, senza l'amore nessuno avrebbe voluto davvero proteggere. Ma il prezzo da pagare per il perdono era una vera e propria tragedia...
[Happy bday Tayr!]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miku Hatsune, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Scritta per il compleanno di Tayr Seirei SE (a.k.a. Bara no Kagami, a.k.a. una delle sante che ci traducono e subbano le song dei Vocaloid in italiano. Oltre a fare tante altre cose che apprezziamo parecchio.)  Happy birthday!
Piccolo avviso: la fic parte dalle battute finali della canzone, dove si scoprono tutte le cose poco carucce. (Non è una riscrizione romanzata di quelle scene, tuttavia. Piuttosto una specie di rivisitazione personale) Vi consiglio caldamente di riascoltarla rileggendo il testo se avete la memoria un po' arrugginita, o di riascoltarla semplicemente perché è una bellissima canzone.
Enjoy ~
 
~X~
 
~ Un Paradiso che sta per morire ~
 
Amore e dolore. Questo era il significato della torre dell’AI, stagliatasi contro il cielo anni e anni orsono, quando la stolta umanità credette di potersi sostituire a Dio e su di essa era caduto il suo tremendo giudizio. La torre testava la nobiltà d'animo e lo spirito di abnegazione delle persone, reclamando a sé dieci giovani ogni quindici anni, mettendoli alla prova per decidere se l'essere umano fosse degno o no del perdono divino.
Per la torre amore e dolore erano necessari l'uno all'altro: senza dolore nessuno si sarebbe mai prodigato per salvare la Terra da morte certa, senza l'amore nessuno si sarebbe sacrificato per essa, senza il dolore nessuno avrebbe avuto qualcosa da proteggere, senza l'amore nessuno avrebbe voluto davvero proteggere.
Il prezzo da pagare per il perdono, però, consisteva in una vera e propria tragedia...
 
~X~
 
Miku aveva creduto che il suo cuore fosse finito in pezzi quando i suoi amici, colti da una avida e tremendamente umana follia, l'avevano tradita rubandole tutte le Benedizioni.
Aveva creduto che fosse la fine, che la Terra fosse destinata a morire per colpa della sete di gloria di nove ragazzi umani. Nove persone da lei amate.
Miku si era sbagliata di grosso, e non era passato molto dalla scomparsa di Len nella stanza dell’Agitazione del Magma affinché lo scoprisse.
Quando era arrivata in cima all'altare le nove statue le avevano sbattuto in faccia la verità: sotto quel cielo carico di una fine imminente Miku conobbe nel peggior modo possibile il vero significato delle nove Benedizioni. Non le era stato risparmiato niente, assolutamente niente: ogni “espiazione” le era stata incisa nella mente per l'eternità.
 
Davanti ai suoi occhi increduli Kaito annegava, senza più poter respirare, mentre la forza dell'acqua non gli lasciava alcuna libertà di muoversi.
Meiko si immolava tra le fiamme, urlando dal dolore per via del fuoco che le bruciava le carni senza pietà.
La vita di Ia scivolava via sotto il fortissimo sole di un crudele deserto, mentre ella pregava di avere un po’ d’acqua ed un secondo di riparo da quella luce omicida.
Mayu veniva chiusa per sempre in uno spazio buio e senza suoni, lasciata a consumarsi di disperazione e follia, lasciata a chiamare all'infinito il nome della sorella maggiore tra le lacrime.
Gakupo chiudeva gli occhi e congiungeva le mani in preghiera mentre la terra tremava e lo inghiottiva in un viaggio senza ritorno.
La potenza di cento fulmini  colpiva e percorreva il corpo di Gumi, distruggendolo, bruciandone ogni cellula.
Luka, che era sempre stata leggiadra come il vento, veniva squartata e dilaniata da un tornado senza potersi nemmeno concedere un’ultima danza.
Rin non riusciva più a muovere un muscolo mentre il ghiaccio si impossessava persino del suo spirito.
Len scompariva nel magma ribollente senza dire una parola.
 
Miku era caduta in ginocchio, l'impulso di piangere e di vomitare fortissimo in lei, così tanto che non riuscì a fare nessuna delle due cose. La sua mente tentava di formare almeno un pensiero, ma quelle rivelazioni si erano accavallate nella sua testa e le avevano spaccato cuore e stomaco senza alcuna pietà.
 
Morti. Erano tutti morti affinché lei potesse giungere illesa fino alla cima.
 
Era troppo da sopportare per una persona sola. Rimase paralizzata, tremante al suolo, gli occhi sbarrati. Non poteva essere vero, era troppo assurdo per essere vero, eppure…
Le sembrò di stare per soffocare. Dolore, tristezza e senso di colpa si mescolarono, invadendo ogni parte di lei, ogni briciolo della sua anima fatta a pezzi. Poteva una semplice sarta reggere il macigno  di mille assassini? Poteva una giovane donna sentire le mani macchiarsi di sangue, sangue che apparteneva alle persone a cui più teneva al mondo?
Rimase a terra, disperata, consumata dai suoi stessi singhiozzi, i quali erano riusciti a  trovare la propria strada dopo minuti di affanno. Non era giusto, che razza di prezzo era quello? Perché Dio avrebbe dovuto volere la vita di nove giovani innocenti in cambio del perdono?
 
- Era necessario. -
 
Miku spalancò le palpebre quando sentì la voce di Len pronunciare quelle parole. Si voltò, ed alla sua sinistra lo vide, incorporeo ma presente. Era lì. Len era lì, e le sorrideva.
 
- L-len...Len! - Si alzò e per poco non inciampò sui suoi stessi piedi, le gambe deboli a malapena la sorreggevano. Provò ad abbracciarlo, ma gli passò attraverso, la prova concreta del fatto che di lui era rimasto solo lo spirito.
 
- Miku, non è colpa tua. - Stavolta a parlare fu la voce di Rin. Miku si voltò di scatto e la vide, eterea come il fratello, tenderle una mano. Tentò di afferrarla ma le sue dita attraversarono quelle dell'altra senza incontrare resistenza.
 
- È stata una nostra scelta. - affermarono Luka e Gumi, apparse anch’esse nella stessa  sostanza dei gemelli.
Così come apparvero Gakupo, Mayu, Ia, Meiko, ed infine Kaito. C'erano tutti ed erano lì, davanti a lei, che non riusciva a guardarli per più di due secondi, gli occhi annebbiati dalle lacrime. Poteva soltanto vedere ciò che le si parava davanti come la prova di un suo errore fatale.
Kaito le si avvicinò, ed anche se non poteva toccarla le pose una mano sulla spalla. Miku alzò lo sguardo ed aprì la bocca per dire quanto le dispiacesse, quanto in colpa si sentisse per quelle vite a lei così care ormai perdute per l'eternità, ma lui la fermò.
 
- Avevamo capito fin dall'inizio cosa comportasse davvero essere i Messia. Abbiamo agito di conseguenza. Non ti avremmo mai lasciata sola. - La voce rassicurante del ragazzo le risuonò nelle orecchie. Aveva pensato di non poterla mai più ascoltare, né la sua né quella degli altri. Fu un piccolo sollievo, ma non sarebbe mai bastato a spegnere il fuoco nei suoi polmoni.
 
- Ascolta le nostre parole, o almeno ascolta le mie… ti è sempre piaciuto sentirle, no? - Aggiunse Gumi sorridendo, riferendosi alle poesie scritte di suo pugno che Miku aveva amato. - Non è una cosa facile da accettare. Siamo sicuramente stati scelti per un motivo che non conosciamo né comprendiamo, ma possiamo darci da fare per scoprirlo. Insieme. - Gli altri spiriti annuirono alle parole della poetessa. La giovane sarta non riuscì a proferire una parola in risposta, ed anche se dentro di lei avrebbe voluto urlare che niente di tutto ciò era giusto, o sensato, volle credere a Gumi. Non poteva fare altro.
 
- Per volontà di Dio ci siamo  imbattuti nel nostro destino. Sono certo che potremmo trovare pace in noi stessi sapendo di aver seguito il suo grande disegno, e sapendo di aver protetto te nel farlo. Io non potrei esserne più felice. Ma sono d'accordo con Gumi. Ritengo sia giusto porci delle domande, ed insieme possiamo trovare una risposta. - Disse Gakupo, il mite sacerdote, portando un po’ di serenità nel cuore di Miku. Il peso sul petto di quest'ultima si fece più lieve sapendo che nessuno di loro si sentiva tormentato, o afflitto.
 
- Avevamo paura, è vero. Eravamo così tesi, l'unico modo per mascherare tutto era convertire la tensione in una falsa corruzione del nostro animo. Mi dispiace di averti puntato contro la spada ma non me ne pento, è servito a salvarti dalle fiamme... -  Meiko fece addirittura un ghigno. La guerriera non aveva mai esitato in nessuna sua decisione, per quanto timore potesse avere di ciò che stava affrontando.
 
- Il fato non ha avuto pietà nei nostri confronti, ma adesso è inutile piangere. D'altronde l'oscurità eterna non mi ha separato da mia sorella, né da nessuno di voi. - Mayu si strinse ad Ia, un'espressione contenta sul volto. La sorella maggiore pose il capo contro il suo, ed aggiunse: -È vero. Siamo ancora tutti insieme. Neanche la volontà di Dio ha potuto separarci. -
 
Incoraggiata dal ritorno del consueto clima familiare, avvenuto nel peggior momento possibile, Rin sussurrò:
 
- In salute e in malattia… -
 
- ...condividiamo gioia e dolore. - concluse Len per lei. I gemelli si appoggiarono l'uno all'altra.
 
- Scusami per averti spinto, prima. - Disse Rin al fratello sottovoce, di modo che gli altri non sentissero.
 
- Non preoccuparti, Rin. -
 
Coloro che avevano perso la vita erano sereni, ma non si poteva dire la stessa cosa di colei che era ancora viva soltanto grazie ai loro sacrifici. Miku guardava per terra,  la mano stretta forte attorno alla torcia spenta che ora tremava di una rabbia improvvisa.
 
- Già...tutti insieme fino alla fine... - La voce era debole e roca ma la frustrazione era impossibile da fraintendere. - Perché è dovuta andare così…? -
Tremante camminò verso l'altare, attraversando il “corpo” di Kaito. - È tempo… - Sussurrò. Aveva un magone tremendo. Venire a conoscenza della fine di tutti l'aveva sconvolta oltre ogni limite, ma comprese che non c'era ragione di stare ferma a non fare niente, a guardare il mondo morire lentamente. Se non si fosse mossa in fretta la dipartita dei suoi amici sarebbe stata vana.
 
- Hai ragione. È ora di salvare la vita di questo Paradiso. - Rispose Gakupo. Egli si posizionò di fronte alla statua che lo raffigurava. La candela rossa che quest'ultima teneva fra le mani era accesa, segno della vita sottratta al giovane. Gli altri lo imitarono, senza fiatare. Ognuno di loro nel passare guardò Miku per l'ultima volta, ma soltanto Luka si fermò un secondo vicino a lei, sussurrandole nell’orecchio:
 
- Danzeremo ancora insieme. - 
 
E per la prima volta da quando erano entrati nella torre Miku sorrise.
 
Gli spiriti scomparvero ognuno di fronte alla propria statua mentre una misteriosa energia accendeva la torcia che l'ultima rimasta aveva innalzato. Il suono della grande campana risuonò in tutto il mondo, l'annuncio della nuova vita destinata ad esso, canto di gloria dei Messia i cui nomi non sarebbero stati dimenticati. Accettando il destino scelto per loro da qualcun altro, Miku tese le mani verso l'altare.
Sotto un cielo nuovamente ceruleo, la Torre dell’AI reclamò a sé l'ultimo degli innocenti sacrifici ed il cuore della Terra tornò a pulsare.
   
 
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