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Autore: _astronaut_    22/07/2018    1 recensioni
||SPOILER AVENGERS:INFINITY WAR||
"Se non uccide, fortifica", dicono.
E' proprio così?
Raccolta di One-Shots tutte tra loro collegate per creare una storia più lunga narrata dal punto di vista di Tony e degli altri personaggi; se non avete ancora visto il film, non leggete (siate saggi, non rovinatevi la visione di uno dei film più emozionanti dell' MCU!). Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Brother

Canzone consgiliata: Kodaline – Brother (SCUSATE PER IL FORMATO BRUTTISSIMO, DAL TELEFONO NON SONO CAPACE O.O)

LOKI

Non c’è sensazione più strana di quella di vedere tuo padre sorriderti mentre ti chiede di scegliere quale strada intraprendere, se morire e finire tra le costellazioni dei grandi Asgardiani, date le mie ultime valorosissime gesta, o rimanere in attesa che tuo fratello venga a riscattare la tua vita con un sacrificio, immolandoti come custode della gemma del tempo.

Non avrei potuto scegliere la terza opzione, ovvero, prenderlo a male parole una volta per tutte? A quanto pare no. Peccato. Davvero, davvero peccato. Mi sarei tolto un bel paio di sassolini dalla scarpa.

Inutile dire cosa io abbia scelto, mentirei se dicessi il contrario, non mi sento ancora pronto per morire veramente: e poi, Thor ha bisogno di me, ha perso tutto, ha perso il suo popolo, ha perso il suo migliore amico… Ha perso me, proprio quando avevamo finalmente ricucito tutte le nostre ferite lasciate troppo tempo a marcire.

Odino mi sorride.

“Sono fiero di te, Loki” mi dice con gli occhi azzurri pieni di quello che – dèi! – sembra proprio affetto “Sono fiero di voi”

Annuisco, rabbrividendo per un secondo al contatto così intimo, così disperatamente agognato quando eravamo entrambi in vita, poi mi lascio andare a un sorriso malinconico.

“Era necessario che morissi per dirmelo, padre?” domando senza riuscire a nascondere un po’ di astio, frenato nella mia manifestazione di insofferenza dallo sguardo dolce di Frigga.

Lui sospira. “Mi dispiace, Loki. Ho sbagliato molto, non ho saputo cogliere la tua sensibilità, non ti ho dato l’affetto di cui necessitavi… Perdonami”

“Ho sbagliato anch’io…” provo a dire, suonando più dispiaciuto di quanto avrei voluto lasciare trapelare.

Frigga mi sorride lasciandomi una carezza affettuosa. “Torna da tuo fratello, figlio mio. Veglia su di lui” 

Però, insomma, se solo Thor si svegliasse a raggiungermi, mi farebbe un gran favore. Sono sempre stato pronto ad aiutarlo, da morto, alla stregua di quelli che i Midgardiani chiamano “Angelo custode”, ma è da un po’ che non riesco a entrare nella sua mente, non so se sta bene o meno, e la cosa mi riempie di…

Oh, per carità, sto davvero provando angoscia?

I miei occhi vagano distrattamente sulle miriadi di stelle che mi circondano, totalmente sconosciute e anonime alla mia conoscenza, e mi trovo a pensare che, in fondo, il ciarlare a volte logorroico di Thor non mi dispiace affatto.

All’improvviso sento lo spazio attorno a me perturbarsi facendo comparire dal nulla una navicella rossa, che atterra poco distante da dove mi sono seduto, e istintivamente stringo nel mio palmo la gemma del tempo incastonata nel medaglione dal nome “Occhio di Agamotto”.

Vediamo con che razza di idioti dovrò rapportarmi, adesso…

“Loki!” una voce che ben conosco mi chiama, e alzando gli occhi incontro due grandi pozzi azzurri traboccanti di gioia e incredulità. Non lo ammetterò mai, ma il mio cuore fa una capriola di felicità.

“Fratello” sorrido “Era ora, cominciavo ad annoiarmi”
Lui scuote la testa e fa per toccarmi, ma la sua mano, con suo sommo disappunto, mi trapassa.

“E’… E’ una mia illusione? Una tua magia? Sei vivo?” domanda a raffica.
“No, Thor, è la realtà. Solo un sacrificio di sangue potrà ridare corporeità alla mia anima, al momento sono in una situazione intermedia tra la vita e la morte. Devo ammettere, è una situazione alquanto fastidiosa” 

Il silenzio che segue è agghiacciante.

“Uno di noi deve morire?” domanda quella che sembra la sorella di Hulk guardandomi storto.

Chiudo gli occhi. “Thor”

Mio fratello sgrana gli occhi, poi li abbassa sulla gemma e infine torna a incontrare il mio sguardo. “Devo morire?”

Dipende

Sospiro. “Lasciateci soli”

I presenti si allontanano, muti, rivolgendo uno sguardo pieno d’angoscia a Thor, e si dirigono verso i serbatoi di carburante, mentre io e Thor ci incamminiamo in direzione opposta per avere un po’ più di privacy.

“Come stai?” gli domando, cauto.

“Sono stanco” ammette “Ma non perdiamo tempo, Thanos va eliminato e se questo significa dare in cambio la mia vita per quella di metà universo, sono disposto a farlo”

Sorrido appena. “Senza di te sono un pericolo ambulante, e mi annoierei da solo, sicuro di volermi lasciare in giro da solo? Sulla tua adorata Midgard, oltretutto?” 

“No, non sei un pericolo” ribatte lui “Ti conosco, Loki. Sei cambiato. E in meglio. Non sarai solo, ci saranno gli Avengers con te”

“Davvero una grande consolazione, l’unico che sembra non odiarmi particolarmente è Bruce Banner” ironizzo pacatamente.

“Diciamo che gli altri hanno delle buone ragioni per non apprezzare più di tanto la tua presenza” 

E’ davvero un bene essere più “umano”? Emozioni quali affetto, paura, angoscia, non si addicono a una mente calcolatrice come la mia… Eppure è proprio quello che sento… Questi sentimenti… Per gli dèi, basta!

“A cosa stai pensando?” mi domanda Thor inclinando un po’ il viso di lato, squadrandomi, in una posa che mi ricorda in maniera impressionante quella che assumeva da bambino quando non capiva qualcosa di lingua Groot.

“Io sono Groot” ripete scocciato il bimbo biondo di fronte a me “Che differenza c’è rispetto a: “Io sono Groot”?” 

“E’ l’intonazione, Thor” sospiro “E’ diversa, senti…”

“Niente” rispondo – molto, troppo velocemente, scacciando dalla mia testa l’immagine di un piccolo Thor in difficoltà - “Solo… prendi la tua ascia”

“Sarai tu a uccidermi?” domanda rassegnato “E va bene… Posso accettarlo, ora”

“Smettila di fare domande, fratello” gli ordino con finto fastidio “Mi distrai”

“Pensavo ti mancasse la mia presenza, eri così felice poco fa…” allude, avendo compreso che in realtà sto solo cercando di non fargli male più del necessario.

“Non è reciproco?” ribatto con un sorrisetto, godendomi il suo aprire e chiudere la bocca in cerca di una risposta alla mia domanda.

Zittito!

Ridacchio piano. “Ora, chiudi gli occhi e ripeti con me”

“Dimmi che non è lingua Groot…” supplica.

“E’ asgardiano antico. Non so quanto sia meglio” gli confesso “Se ricordi, il nostro precettore aveva perso le speranze con te… ”

“Sarà anche stata una lingua difficile – molto difficile – ma almeno non è tutto uguale come il Groot” borbotta “Okay. Cominciamo”

Indugio un attimo, guardando il suo viso serio, ascoltando il suo respiro forzatamente regolare e rilassato, i suoi occhi serrati, la mano destra che tiene in mano Strombreaker, la sinistra che trema un po’.

“Thor” tossicchio “Ti… ti voglio bene” sputo fuori quasi con disgusto quelle tre piccole semplici parole, causando un piccolo sobbalzo al corpo di mio fratello, che mi sorride dopo aver riaperto gli occhi.

“Dovrei morire più spesso. Finalmente te lo sento dire”

“Tu non me l’hai mai detto!” protesto senza riuscire a fare a meno di arrossire di imbarazzo.

“Te l’ho dimostrato più volte, mi pare. E poi lo stupido sarei io?”

“Sì, testone” borbotto.

“Te ne voglio anche io, Loki” sorride “Peccato sia andata così”

Magari avremmo potuto davvero vivere come due normali fratelli… Quanto tempo abbiamo sprecato? 

Prendo un respiro e sul suo braccio incido il disegno che in ogni momento di pausa fa capolino nella mia testa; come più volte ho sognato, Thor inizia a perdere molto sangue, devo fare in fretta. 

La mia mano evanescente si poggia sul braccio di Thor e piano piano sento la mia presa farsi sempre più reale, fino a quando riacquisto tutta la sensibilità.

Sento finalmente il mio cuore riprendere a battere, sento finalmente l’odore di terra – prima non sentivo niente -, sento l’odore del sangue di Thor che mi sta ridando vita a discapito della sua.

Sento un forte calore propagarsi in tutto il mio corpo, e capisco che finalmente sono tornato completamente nel mondo dei vivi: ora è questione di attimi, devo salvare mio fratello.

“Sei qui” sussurra felice “E’… bello”

“Shhh” gli rispondo cercando di tenere a freno le lacrime “Non sforzarti, taci, una buona volta”

Lui ridacchia, poi obbedisce, chiudendo gli occhi.

“Sai, è bello di là. Ma tu hai ancora un po’ di cose da sistemare, quaggiù, quindi non ti azzardare a raggiungere Odino e Frigga, chiaro? Resta con me”
Sussurro un sacco di incantesimi, e solo quando vedo il sangue fermarsi e la ferita cominciare a cicatrizzarsi mi azzardo a fermare il flusso continuo di parole che fino a ora è uscito dalle mie labbra.

Thor si è assopito, spossato dalla perdita di sangue: sono riuscito a salvarlo, ma anche le mie energie al momento sono a terra.

“Ehi, laggiù!” una figura si muove verso di noi “E’ morto?”
“L’ ho salvato” rispondo con fastidio “E’ solo addormentato” alzo gli occhi verso colui che si è rivolto a me e quasi mi escono gli occhi dalle orbite “Oh, ciao, Bruce”

“L-Loki. Ciao. Ehm… Non… Non vuoi, ecco…”

La gemma pulsa nella mia mano, ne percepisco il peso, e non vedo l’ora di togliermi la responsabilità della sua custodia. Sorrido rassicurante. “No, Bruce, nessun piano di conquista folle o omicidi vari”

“Oh, grazie al cielo”

“Dove sono i vostri compagni?” domando “E questa a chi la devo dare?”

“I nostri compagni ci raggiungeranno tra poco” mi risponde la ragazza-robot che nel frattempo ci ha raggiunti assieme a tutti gli altri “Tu chi sei?”

“Sono suo fratello” indico Thor “Mi chiamo Loki”

“Il Dio delle Malefatte” mugugna il procione “Mi dai l’idea di essere un doppiogiochista”

Zitto e incassa, in passato lo sei stato.

Bruce trattiene il fiato, gli occhi spalancati, pronto a intervenire se per caso dovessi tirar fuori dal fodero che casualmente si trova appeso alla mia coscia un pugnale che guarda caso, potrebbe rivelarsi mortale per l’impertinente animale che mi trovo davanti.

Nulla di tutto ciò che vedo passare attraverso gli occhi di Banner si avvera. 

Insomma, non ho mica scelto io di essere stato un pazzo sociopatico in passato!

“Vedo che hai qualche nozione di mitologia norrena, sono piacevolmente sorpreso” ironizzo pesantemente per mascherare il mio fastidio “Sorprendimi ulteriormente, procione, e potrei persino trovarti simpatico”

“Sei con noi?” domanda la sorella di Hulk guardandomi con sospetto e diffidenza palesi.

“Seguo lui” alludo a Thor “Quindi, se lui è con voi, sì”

“Bene. E’ tutto ciò che mi basta sapere. Sono Gamora”

“Rocket” si aggiunge il procione, secco nel pronunciare il suo nome e sfuggente nel guardarmi negli occhi.

“Sono Nebula” conclude l’altra ragazza.

“Sono morto?” domanda Thor con un filo di voce riaprendo faticosamente gli occhi.

“No, no” gli rispondo pieno di sollievo “Sei vivo”

“Macché morto” scherza Bruce “Sei Thor”

Oh, dèi, l’ha detto seriamente? Non posso crederci… BANNER! Ti credevo un uomo così intelligente… Esser stato Hulk per così tanto tempo deve averti un po’ rincitrullito.

“Ho sete” borbotta mio fratello “Mi sento debole”

“Lo sei sempre stato” scherzo, facendolo sorridere “Adesso ti procuro un bicchiere d’acqua. Stai fermo però, okay?”

E’ inutile negarlo, il mio cuore trabocca di sollievo, e da un distributore vicino alle pompe di carburante prendo una bottiglia di acqua fresca, sperando di poter aiutare Thor a stare meglio.

Proprio in quel momento sulla grande stazione di rifornimento carburante atterra una navicella che presenta segni non indifferenti di un passaggio attraverso portali intergalattici.

Sospettoso, mi dirigo verso gli altri, avvertendoli del pericolo che potremmo correre, ma loro non sono affatto del mio stesso avviso, anzi, li vedo tranquilli e sollevati.

“Chi sono?” domando curioso mentre attendo che i portelloni si aprano.

“Gli eroi più forti della terra” trilla una voce che ben conosco “E allontanati da Thor, Shakespeare in love”

“Tony Stark” ghigno alzandomi in piedi “Perché non pensi prima di parlare?”

“Loki…” mi redarguisce Thor “Non essere odioso”

“Ha cominciato lui!” protesto “Nemmeno un… Eeehi, Natasha Romanoff, quanto tempo”

La Vedova non mi degna nemmeno di uno sguardo e si dirige verso Thor e Banner, che la salutano con un gran sorriso.

“Ce l’avete fatta?” domanda una voce da dietro le forti spalle del Capitano “A prendere la gemma, intendo”

Thor risponde affermativamente, indicandomi.

“Voi?” chiede Gamora con un po’ di apprensione “La navicella è un po’… come dire, provata”

“Abbiamo fatto qualche salto più in là del dovuto, ma alla fine ci siamo riusciti” risponde Tony con una palese nota d’orgoglio nella voce.

“Ma tu, esattamente, che parte fai?” mi domanda Rogers un po’ smarrito “Sei diverso, in un certo senso”

“Tu dici? A me pare esattamente lo stesso insopportabile arr…” si intromette Stark, ma non lo lascio finire di parlare.

“La simpatia è reciproca, Stark” ribatto freddamente, sentendomi perforato dai grandi occhi castani della sconosciuta “E comunque, Capitano Rogers, credo che la mia parte sia quella di un cattivo redento”

“Dov’è la gemma, Loki?” domanda Carol avvicinandosi a me come se fossi un animale selvatico da non impaurire.

“Qui” rispondo immediatamente “E prima la prendete, meglio mi sento” 

Carol sorride dolcemente, prendendo tra le sue mani la mia, che tiene stretta la piccola gemma verde; sento propagarsi, a partire dalle dita, un dolce calore lungo tutto il mio braccio. Sorrido appena: è un contatto piacevole. “Possiamo fidarci di lui, Avengers e non” dice la ragazza “La gemma del tempo sceglie un custode buono”

Mi ha appena fatto un complimento?

“Loki deve unirsi a noi” dice Thor alzandosi in piedi, sostenuto dalla Vedova e da Bruce “Non è più la stessa persona che avete conosciuto anni fa”

Tony storce il naso, incrociando le braccia al petto, scrutandomi con occhi indagatori. Non abbasso lo sguardo fino al momento in cui lui alza gli occhi al cielo, sbuffando.

“E va bene” dice infine guardando Bruce che gli sorride incoraggiante “Per me puoi salire”

Ci pensa Natasha a dar voce ai suoi pensieri: “Ma azzardati a provare a ingannarci e a fare il doppiogiochista, che ti lancio nello spazio e lì ti lascio morire di asfissia”

“Patti chiari, amicizia lunga” ironizzo “Capisco che dati i precedenti non vi fidiate di me, ma non ho alcun motivo che mi potrebbe far cambiare schieramento, e di conseguenza nessun motivo di tradirvi o di ingannarvi”

Rogers sospira. “Andiamo. Mancano solo due gemme, Realtà e Spazio, poi finalmente potremo vendicare la Terra”

“Ah, quindi siete riusciti a prendere l’altra gemma?” domanda stupito Rocket, come se non avesse ascoltato nulla dei discorsi precedenti. 

Ma questo è ritardato? Stark ha appena detto di sì, dove era lui con la testa?! 

Carol annuisce, lo sguardo fiero e un po’ impertinente. “Avevi dubbi?”

Rocket fa per aprire bocca e rispondere a tono, ma poi cambia idea e scuote la testa. “Bravi” dice poco dopo. 

“Idiota…” borbotto poco dopo, sicurissimo di non essere sentito da nessuno, ma a quanto pare la giovane mi ha sentito e ridacchia il più silenziosamente possibile al mio fianco. Abbozzo un sorriso.

“Bene!” esclama Gamora “Rotta per Titano, incontreremo per strada una gemma, con molte probabilità è dispersa nello spazio”

“Loki, dovresti salire con noi” dice Carol con gentilezza “Cerchiamo di rimanere equilibrati, sulla Milano in caso contrario sareste due più di noi…”

“Sì, va bene” rispondo pacatamente “Se ai tuoi compagni non crea troppo disturbo la mia presenza”

Il suo sorriso benevolo e la sua mano piccola sulla mia spalla mentre mi conduce a bordo della navicella mi scaldano il cuore, e poco dopo, sotto lo sguardo attento del Capitano mi appresto a sedermi sulla poltroncina a fianco di quella del pilota.

E’ un’opportunità, questa, per ricominciare da zero. 

Carol non sembra avere paura di me, quindi perché non partire da lei? E’ tempo di non essere più il freddo e calcolatore dio degli inganni, è ora di abbracciare le mie debolezze, non di rinnegarle.

E’ ora di smetterla di odiare, di smetterla di cercare il diavolo negli occhi degli altri. 

Carol si siede accanto a me, allaccia la cintura e si volta a guardarmi. Le mie labbra si muovono appena all’insù, regalandole un sorriso accennato, che viene ricambiato con naturalezza.

E va bene, Carol Danvers. Non deluderò la tua fiducia.

If I was dying on my knees

You would be the one to rescue me



Angolino disagiato

Sento una ship dentro la conchiglia, estate, l’infinità è uno schiocco di dita! – scusa Jovanotti, non volevo.

Povero Loki, quante volte è morto e resuscitato? Ho perso il conto, ma comunque, una volta in più non guasta. 

Poverino, sono tutti dei veri e propri idioti. Meno male che c’è Carol che gli dà un po’ di fiducia, sulla navicella del Wakanda, sennò mi sa che si darebbe di nuovo a omicidi e folli piani di conquista. 

Questa aria di mare mi ha fatto bene, mi ha fatto aggiungere un po’ di ignoranza con qualche battuta – pessima, okay, quella del “Sono morto? No, sei Thor!”, era pessima, ve lo concedo – e qualche pensiero impertinente di Loki, che diciamocelo, ci volevano, sennò che tristezza. Spero di avervi strappato un sorriso, o almeno avervi fatto pensare la stessa cosa che ha pensato Loki quando Bruce ha tentato di alleggerire la tensione… Chissà perché, ma mi dà l’idea di essere colui che, nel gruppo, fa le battute peggiori. 

Stuzzica anche voi il rapporto tra Carol e Loki? Fatemi sapere!

Un abbraccio, a presto, e scusate ancora per il formato di questo capitolo!

_astronaut_
   
 
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