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Autore: MorwenRivendell    23/07/2018    2 recensioni
Hayden Hill è difficile,carattere duro e complicato.
Ha raggiunto un punto della sua vita nel quale ha allontanato tutti. Ormai non vede una via d'uscita, crede di aver perso tutto e passare un mese a casa di sua nonna in una città fredda e lontana non sembra migliorare la situazione,sa però che potrà trovare un po' di pace e tranquillità. Ma non sempre le cose sono come ci aspettiamo. Hayden scoprirà presto, infatti, di non essere la ragazza ordinaria che aveva sempre creduto di essere, la ragazza è la portatrice dell'anello e questo la porterà a vivere avventure in terre lontane e che non le appartengono, in un tempo che non è più il suo e affrontare nemici molto più potenti di lei.
Ma se avesse qualcuno dalla sua parte? Qualcuno che le aprirà gli occhi e la farà sperare di nuovo? E se fosse Legolas colui che è destinato ad assumersi questo compito?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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"Ora mi dici dove siamo?" Chiedo incrociando le braccia. Lui sorride prima di rispondere "A Bosco Atro" Cerco di ricordare qualcosa riguardo a quel nome, nelle mie memorie di bambina, quando mia nonna mi leggeva le favole di un mondo che allora io credevo di fantasia. Ma nulla, non mi dice niente. La mia mente sembra ancora offuscata per tutto quello che è accaduto solo poche ore fa. "E cosa siamo venuti a fare qui?" Chiedo nella speranza che ci sia un posto con un vero letto in cui riposarmi. "Vedete, Lady Hayden, qui so per certo che il resto della compagnia ci potrà trovare." Mi guardo intorno, cercando il motivo per cui Bosco Atro può essere diverso da tutti gli altri boschi che abbiamo attraversato per giorni. Legolas sembra vedere il mio sguardo confuso, e continua dicendo "Sanno che siete con me, il primo posto dove possono cercarmi è quello in cui una volta abitavo" Mi fermo per un attimo e osservo gli arbusti grandi e scuri che si trovano ai nostri lati. "Vivevi sugli alberi? Come gli scoiattoli?" Legolas risponde subito dopo, con tono scocciato. "La vostra pazienza non cessa mai di stupirmi. Tra poco saremo arrivati" Rimango in silenzio, rendendomi conto che il suo luogo di nascita può essere un argomento su cui non ama scherzare.  Inizio a camminare più velocemente, il buio della foresta mi rende nervosa, così come gli enormi alberi scuri. Legolas si ferma ed io quasi non mi rendo conto di ritrovarmi a pochi passi da un enorme castello, semi nascosto dagli arbusti. L'unica cosa che separa me e l'elfo dal grande portone verde è un ponte abbastanza stretto, fatto di pietra. Legolas accenna un sorriso e percorre la strada per dirigersi verso l'entrata di quella che un tempo presumo fosse casa sua. Io faccio pochi passi, prima di fare un grosso sbaglio. Mi ritrovo paralizzata su quel ponte, con gli occhi fissi sul dirupo sotto di me. Comincio a maledire chiunque abbia deciso di non mettere una ringhiera per un ponte che da sul nulla. Legolas ormai è arrivato all'ingresso e io decido di farmi forza, prima che lui si accorga di anche questa mia paura. Lentamente lo raggiungo e prima che lui bussi la porta, questa viene  aperta da due elfi, vestiti con un'armatura. "Legolas, nostro signore. Vostro padre vi attende." Lui di risposta li ringrazia con un cenno della testa, poi si volta a guardarmi. "È meglio che aspettiate qui, vi tornerò a chiamare tra non molto." E prima che io possa rispondergli, se ne va, attraversando una porta alla fine di un altro ponte. In quel momento mi rendo conto che tutto il castello è attraversato da ponti stretti che portano ad altre stanze, il tutto sembra fatto da rami d'albero; subito inizio a sperare che il mio soggiorno duri il meno possibile. Torno a pensare alle parole di Legolas di qualche secondo prima. Io cosa dovrei fare qui? Suo padre sa che ci sono? E sopratutto, perché si comporta così freddamente? Non che mi importi, ma è l'unica persona della compagnia che è rimasta con me al momento e di certo non può comportarsi così per tutto il resto del viaggio. I miei pensieri ipocriti vengono interrotti da un tonfo, come se qualcosa fosse stato sbattuto per terra. Il mio sguardo si rivolge verso la porta da cui è entrato l'elfo. Prima che possa accorgermi che la curiosità mi ha invasa completamente, mi ritrovo già a metà strada. Questa volta cerco di non guardare giù e in poco tempo mi ritrovo con l'orecchio appiccicato alla porta di legno. Sento nitidamente una voce, con un tono severo. "La sua permanenza può essere un enorme pericolo, Legolas." "Padre, lasciate che vi spieghi" "Sapete che questo è l'ultimo luogo sicuro di Bosco Atro, non lo metterete a rischio!" "Se non mi permettete di farla restare, non so se sopravviverà a questa notte!" Il mio respiro si ferma, sento un silenzio prolungato. Poi la stessa voce continua "L'ultima notte, i cavalieri neri l'hanno trovata. Siamo scappati, ma abbiamo preso strade diverse rispetto agli altri membri della compagnia, ci sono solo io ora con Lady Hayden" "Lo comprendo" Sento il mio respiro farsi sempre più veloce, stacco di botto l'orecchio dalla porta e faccio per allontanarmi ma finisco per cadere per terra. Il mio viso si trova vicino al bordo del ponte e vedo nitidamente ciò che c'è al di sotto. Spalanco gli occhi rendendomi conto che mi manca il respiro. C'è solo una frase che mi risuona in testa «non so se sopravviverà questa notte» Aveva ragione Legolas, non posso farcela. Sono sempre state cose molto più grandi di me ed ora, sdraiata per terra e immobile, mi sento ancora più piccola. Più piccola del castello, degli elfi, delle ombre scure che mi vogliono morta. "Lady Hayden" sento l'inconfodibile voce perfetta dell'elfo, ha un tono triste. Mi passo una mano su una guancia bagnata, e mi alzo a sedere. "Sono inciampata" "Eravate dietro la porta" Dice prima di accucciarsi accanto a me. "Sì" Tengo lo sguardo sulle mie mani, Legolas mi alza il mento con un dito, e fa incrociare i miei occhi con i suoi. Si rende conto in quell'istante che i miei sono più lucidi e rossi rispetto ai suoi. Il suo viso perfetto assume un'espressione prima stupita e subito dopo preoccupata. Distolgo lo sguardo, facendo cessare il contatto della sua mano con il mio viso e mi alzo in piedi. "Non volevo origliare" aggiungo. L'elfo mi fissa, fa un passo verso di me e prima che possa fare qualsiasi cosa, mi giro e me ne vado il più lontano possibile. Sento la sua voce che mi chiama, ma sono stufa di essere vista da lui così. Sono stufa di essere così debole. Percorro il castello non sapendo dove andare, apro alcune porte che non sono chiuse a chiave, fino a che non trovo una stanza abbastanza grande con un letto matrimoniale. Non vedo altro, mi ci getto sopra prima che qualcuno mi dica che devo tornare fuori nei boschi per rischiare di nuovo la vita. "Hayden?" Sento di nuovo chiamare il mio nome. Ma non voglio rispondere, non voglio che qualcuno mi trovi. "Potete restare qui Hayden" Sento dire da una voce non troppo lontana. Mi alzo dal letto e qualche secondo dopo entra nella stanza Legolas, perfetto e composto come al solito, ma con ancora un accenno di preoccupazione nel volto. Cerco di sembrare impassibile, cerco di fargli credere che sto meglio di prima. Lo osservo, i suoi occhi sembrano ancora più azzurri del solito. Mi sento tremare. "Lady Hayden, potete rest..." non lo faccio finire, corro ad abbracciarlo e lascio che le lacrime mi scorrano sulle guance. L'elfo resta un attimo sbigottito ma pochi istanti dopo lo sento stringermi più forte che può, appoggiando la sua testa sulla mia. Non so come farò domani a spiegargli tutto questo, ma non ci voglio pensare. In questo momento, stretta tra le sue braccia, con la testa nell'incavo del suo collo e il suo profumo così dolce nelle narici, essere così debole può andare bene. • • Ciao! Se pensate che debba continuare a scrivere lasciate un commento e ditemi cosa pensate di questo capitolo
  
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