Videogiochi > Ratchet & Clank
Segui la storia  |       
Autore: Iryael    25/07/2018    2 recensioni
6 Giugno 5402-PF, Galassia Solana, Marcadia.
Indigo Blackeye, il vertice della più grande associazione criminale della Federazione, ha un piano che coinvolge Capital City e la sua Accademia della Flotta. Sono mesi che lo progetta e finalmente è ora di metterlo in pratica.
Jack, Linda, Nirmun, Reshan e Ulysses sono allievi come tanti altri, e come tutti gli altri finiscono loro malgrado coinvolti in quello che sarà un battesimo del fuoco brutale e sanguinario. Con una variante, però: quella di finire fra gli ingranaggi del piano di Indigo.
Il giovane Blackeye ha ragione: il 6 giugno aprirà un nuovo capitolo nelle vite di molte persone. Quel che non può prevedere è chi si metterà sulla sua strada.
============
[Galassie Unite | Arco I | Schieramento]
[Personaggi: Nuovo Personaggio (Altri, Indigo Blackeye, Nirmun Tetraciel, Reshan Jure, Ulysses Yale)]
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ratchet & Clank - Avventure nelle Galassie Unite'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[ Prologo ]
Attesa
5 Maggio 5402-PF
Galassia Solana, spazio siderale
 
La K.S. Amynedd stazionava dietro una delle lune di Marcadia. Motori spenti, radar inattivi, personale minimo in plancia. Erano lì da qualche giorno, in attesa di qualcosa che – per i più – era un mistero. Le uniche certezze erano che Indigo Blackeye era a bordo e che tutti, capitano compreso, per quel viaggio riferivano direttamente a lui.
Inous Fug era il capitano della nave. Conosceva il suo equipaggio meglio della famiglia e oltre queste aveva un’ulteriore certezza: l’attesa li stava sfiancando. I suoi sottoposti avevano facce sempre più cupe e risposte sempre più secche. Non aveva alcun dubbio nel valutarla una pessima combinazione.
Tuttavia, nonostante ne disapprovasse l’atteggiamento, li comprendeva anche: quel quadrante era il cuore della Flotta Stellare Unita e la sua era una nave carica di Razziatori. Era come stare fermi in un campo minato e sperare che non ci fossero mine a ricerca.
«Sta’ calmo.»
Il kerwaniano abbassò lo sguardo sull’intercom. Il monitor nel bracciolo gli mostrò un volto umano. Fug strinse impercettibilmente le labbra. Eccolo lì il Grande Capo, con la chioma color indaco e l’occhio cibernetico animato da un’inquietante pupilla a reticolo di mirino.
«Questa rotta è poco battuta e la nave è marchiata come un cargo. Se anche si facesse vivo qualcuno i loro sistemi vedrebbero i vostri come offline. Non c’è nulla da temere.»
Il capitano deglutì. L’altro era troppo fiducioso. Per esperienza poteva dire che la fortuna era capricciosa, e loro la stavano sfidando un po’ troppo. Ciò nonostante rispose affermativamente. L’umano sullo schermo annuì compiaciuto e si allontanò, evidentemente attratto da qualcos’altro. Fug tornò a guardare oltre lo schermo principale, lì dove la luna marcadiana mostrava tutti i suoi crateri.
Spero che quella comunicazione arrivi presto. Non ce la faccio più a stare qui.
* * * * * *
Primo ponte alloggi, stanza 101
 
Indigo si allontanò dal piccolo intercom. Non voleva che Fug lo vedesse contrariato; la cosa gli avrebbe procurato solo grane. Però era così che si sentiva. Quell’insicurezza sul viso del capitano era fastidiosa, ma allo stesso tempo era un segnale che non poteva sottovalutare.
Era tutto perfettamente calcolato. Il luogo era poco trafficato, l’equipaggio aveva credenziali da spedizionieri e, come ulteriore prudenza, lui aveva smesso di visitare il ponte di comando alcune ore prima che si fermassero. Eppure Marcadia era il cuore pulsante della Flotta, forse il posto più pattugliato dopo i Palazzi delle Galassie. Un solo errore e sarebbero precipitati nella situazione peggiore.
L’inquietudine dell’azzardo c’era, la sentiva anche lui. Strisciava sul fondo dello stomaco, metteva in dubbio le sicurezze, suggeriva presagi ovunque. Intuì che il capitano ne stava venendo soggiogato, e questo lo fece riflettere. Aveva creduto che un individuo con vent’anni d’esperienza avrebbe saputo gestire due giorni d’attesa, per quanto il posto fosse infausto. Di fronte a quella reazione, ora, non poteva fare a meno di chiedersi: era l’esperienza a renderlo così nervoso oppure si trattava di debolezza caratteriale?
Quale che fosse la risposta, avrebbe dovuto provvedere. Nel frattempo, per non logorare la situazione, si sarebbe mostrato un po’ più prudente.
 
«Computer, mostra le mappe.»
Lo disse senza pensare. Non aveva un reale bisogno di ricontrollare quei dettagli, ma era un buon modo per concentrarsi su qualcos’altro.
Il proiettore sul tavolo diede vita a una semisfera di schermate lucenti. L’umano si ritrovò circondato da una serie di planimetrie: su tutte, unico tratto comune, c’era la scritta “Accademia della Flotta Stellare Unita – Capital City, Marcadia”.
Non servivano tutte. Indigo tenne visibili solo i piani dispari e si concentrò sui vani che aveva contrassegnato. Sgabuzzini, bagni, depositi. Tutti bersagli insospettabili, ponderati per mesi, ora accettandoli ora scartandoli.
Se il piano fosse andato in porto avrebbe inferto alla Flotta una ferita che non sarebbe mai guarita del tutto. In cinquemila anni di storia non c’erano cronache di un tentativo del genere. Sarebbe stato il primo, il più temerario e anche il più spettacolare degli attentati ai vigilantes delle Galassie Unite.
Un brivido risalì la schiena. Eccitazione: la portata delle conseguenze del piano – del suo piano – lo rendeva impaziente.
 
«BIP BIP BIP!»
 
L’attenzione saettò al chatter sulla scrivania.
«Chiudi mappe.» ordinò. La stanza tornò normale nel momento esatto in cui afferrò il congegno.
L’icona sul display fece scendere su di lui una cappa di calma gelida. L’esito di quella mossa – e con essa il destino del piano – era lì, dentro quella bustina fatta di pixel. Umettò le labbra con un movimento veloce, e l’aprì con un tocco secco.
 
Contatto avvenuto. Posizione presa. Identità: Iridel Karpitch.
 
Le labbra si arcuarono per la soddisfazione, l’euforia tornò a scorrergli nelle vene. L’infiltrazione era avvenuta con successo; il piano proseguiva. Ora che Shape aveva preso posto tra le fila nemiche, il conto alla rovescia era iniziato. C’erano gli ultimi accordi da prendere, questioni logistiche da sistemare, attenzioni da distogliere.
Tornò all’intercom e si mise di nuovo in comunicazione con il ponte di comando. «Capitano è ora. Torniamo a Kartheen.»
Finse di non notare il sospiro di sollievo del suo subalterno e chiuse la comunicazione.
Un mese, Shape. Hai un mese a partire da adesso. – pensò, mentre la Amynedd riprendeva la marcia, scivolando nel vuoto come un cargo qualunque.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ratchet & Clank / Vai alla pagina dell'autore: Iryael